venerdì 14 marzo 2008

GENOVA BIMBO UCCISO PER UN REALITY

gio 13 mar
Dopo "Napoli, bimbo ucciso perché malato" • Tra le clienti del ginecologo suicida c’era dunque la protagonista di un reality show. Il famoso dramma dell’aborto, che perfora coscienze abissali dentro le quali maschi e femmine antiabortisti non hanno diritto di guardare, stavolta si è risolto in una richiesta di riservatezza, in un aborto clandestino che coinvolge nella catena di morte, oltre al bambino, lo stesso ginecologo.
SOLO QUI di Giuliano Ferrara

il FOGLIO del 13 marzo 2008

Napoli, bimbo ucciso perché malato. Questo fu qualche giorno fa il nostro titolo per raccontare, unici in Italia, la storia vera della morte violenta del figlio di Silvana, donna sola abbandonata dal suo maschio, accolta da un rapido certificato per aborto terapeutico causa sindrome di Klinefelter, eseguito in condizioni infernali sottoposte ad accertamento di polizia. La notizia per gli altri era l’accertamento di polizia. La sub notizia alimentata da quel mascalzone che è il giornalista collettivo, ideologo incarognito della nostra società, era l’autodeterminazione della donna violata dalla campagna terroristica di Ferrara contro l’aborto. Manifestazioni, samba femministi, tentativi di arrivare alla sede del Foglio e cha cha cha.

Poiché i fatti si accompagnano alla ragione da veri alleati, eccovi un altro titolo. Genova, bimbo ucciso per un reality. Lo racconta Repubblica, dopo il solito tentativo di attribuire chissà quali altri delitti ambientali alla nostra limpida campagna per la vita e contro l’aborto, alimentato da quel disgraziato di Bobo Craxi e dal “ministro delle Impari Opportunità di morire” Barbara Pollastrini e da altri ego collettivi molto dementi. Gente un po’ bastarda, pronta a addossare a noi la colpa di un suicidio. Tra le clienti del ginecologo suicida c’era dunque la protagonista di un reality show. Il famoso dramma dell’aborto, che perfora coscienze abissali dentro le quali maschi e femmine antiabortisti non hanno diritto di guardare, stavolta si è risolto in una richiesta di riservatezza, in un aborto clandestino che coinvolge nella catena di morte, oltre al bambino, lo stesso ginecologo. Rapidamente, spicciativamente, per cinquecento maledetti euro, si raschia via una vita umana da un utero di donna. Lo scopo è la prosecuzione di una carriera televisiva al suo sboccio in un tronfio spettacolino che vale molto di più dello spettacolino di una vita nascente. Vale, per lo meno, cinquecento euro.

1 commento:

Cristiano ha detto...

Hai perfettamente ragione. Nessuno vuol parlare del fatto che l'aborto è l'uccisione di una vita umana. Ci girano attorno, vogliono imporre l'idea che una persona è contraria solo per remore religiose. Il che non è vero guardando allo stesso Giuliano Ferrara o a un altro grande pensatore laico come Norberto Bobbio che era un convinto oppositore dell'aborto.
Anche io voterò per la lista di Giuliano Ferrara. Non ho mai votato a destra e lo voterò solo ed esclusivamente per questo tema. Gli va riconosciuto un coraggio e una onestà intellettuale che nelle altre liste non si intravvedono. Da tutte le altre parti ci sono solo interessi di casta e tante frasi e slogan prefabbricati. Lui è l'unico ad avere il coraggio di una grande battaglia contro l'assopimento forzato delle coscienze.