venerdì 14 marzo 2008

NOI VOGLIAMO PROMUOVERE LE POLITICHE CHE FAVORISCONO LA VITA

"«Che nessuna donna debba essere obbliga­ta ad abortire. È l’aborto che colpevolizza le donne - man­da a dire a quanti lo criticano - non la mia campagna che è piena di vita»."
gio 13 mar
AVVENIRE del 13 marzo 2008

Non è una campagna, né sarà, se sarà, un impegno parlamentare finaliz­zato ad abrogare la 194 e men che meno a puntare l’indice contro le donne che abortiscono, ma un impegno a promuovere politiche che favoriscono la vita, con punti programmatici precisi e concreti.


Lo chiarisce Giuliano Ferrara, ieri a Bologna per presentare il pro­gramma e i candidati della lista 'Aborto? No grazie'. «Ci sono le risorse - assicura il candidato premier nel giorno in cui 'Famiglia cristiana' critica la sua lista per il rischio di 'ghettizzare' un tema che dovrebbe appartenere a tut­ti i partiti favorevoli alla difesa della vita - si può attinge­re ai conti correnti dormienti. Si può stanziare mezzo pun­to del Pil per le politiche pro vita». In effetti, per i fondi 'in sonno' nelle banche la legge finanziaria del 2007 preve­de già un doppio utilizzo: il parziale risarcimento ai ri­sparmiatori vittime dei crack finanziari degli anni scorsi (come Cirio o Parmalat) e la stabilizzazione dei precari del­la Pubblica amministrazione. Ora il direttore del 'Foglio' ipotizza questa nuova destinazione, precisando che la sua battaglia «non è per una moratoria della 194, ma per una moratoria sugli aborti» che è ben altra questione. «La legge 194 o sanatoria dell’aborto clandestino ha trovato una soluzione al problema. Quindi l’uomo moderno ha pensato: depenalizzo l’aborto e inizio una battaglia a fa­vore della vita. È successo - chiosa Ferrara - il contrario». E per essere ancora più preciso Ferrara spiega: «La mia pa­rola d’ordine è lotta all’aborto. Se i laicisti non fossero i­deologizzati avrebbero riconosciuto i problemi che ci so­no ». La sua convinzione origina da un punto di partenza ben preciso: «Che nessuna donna debba essere obbliga­ta ad abortire. È l’aborto che colpevolizza le donne - man­da a dire a quanti lo criticano - non la mia campagna che è piena di vita».

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