domenica 23 marzo 2008

FORMIGONI SPIEGA IL PERCHE' NO ABORTO

Linee guida della 194, Formigoni spiega il no Aborto - sab 22 mar
I ministri Turco e Pollastrini: una scelta ideologica La replica del governatore: reazioni astiose • «Perché avallare un testo notevolmente diverso da quello che avevamo adottato noi?»
Avvenire del 22 marzo 2008


Scatena una lunga se­rie di reazioni il pare­re negativo della Re­gione Lombardia alla pro­posta del ministro della Salute Livia Turco di diffondere Linee guida per l’applicazione della legge 194.

Il «veto» lombardo in Conferenza Stato-Regioni ha bloccato il documento, che ha bisogno dell’unani- mità, e ha acceso – per l’ennesima volta – un di­battito aspro sul ricorso al­l’aborto. Di «motivazioni alquanto pretestuose» ha parlato il ministro della Sa­lute Livia Turco, mentre la sua collega Barbara Polla­strini, titolare del dicaste­ro delle Pari opportunità, affonda: «Ci risiamo. La giunta regionale ancora u­na volta fa prevalere valu­tazioni improntate all’i­deologia ». Parole conte­state dal presidente della Regione Lombardia, Ro­berto Formigoni, che defi­nisce «scomposta e astio­sa » la reazione del ministro Pollastrini. Nel testo mini­steriale, accanto all’affer­mazione che «l’applica­zione della 194 può e deve essere ulteriormente mi­gliorata »

e la citazione del ruolo centrale dei consul­tori, vi sono però pochi ri­ferimenti all’aiuto concre­to per rimuovere le cause del ricorso all’aborto, uno dei compiti meno assolti da queste strutture in rela­zione alla 194.

Né si citano le associazioni di volonta­riato, peraltro previste dal­l’articolo 2 della legge. Vi­ceversa si chiede la pre­senza di un medico non o­biettore in ogni distretto e si punta molto sulla con­traccezione. Precedenza a chi ha bisogno di «con­traccezione di emergen­za », che deve essere diffu­sa anche nei pronto soc­corso e nei servizi di guar­dia medica.

Nella stessa lo­gica rientra l’offerta di me­todi contraccettivi a basso costo alle adolescenti. E­stremamente critici verso il no della Lombardia so­no alcuni esponenti del Pd e della Sa. «La contrarietà di questa sola Regione – sostiene Vittoria Franco (Pd) appare del tutto pre­testuosa, ideologica ed e­lettoralistica ».

Tema elet­torale anche nell’opinione di Elettra Deiana (Sa): «Il veto svela che la posta in gioco al centro delle cam­pagne antiabortiste non è la tanto sbandierata piena applicazione della legge, ma il suo smantellamen­to ».

Articolata la risposta del governatore Formigo­ni, che ribalta l’accusa di «mossa ideologica». An­drebbe spiegato, osserva, perché «per la prima volta a 30 anni dall’approvazio­ne della 194 un governo abbia sentito il bisogno di emanare una direttiva na­zionale, guarda caso al­l’indomani dell’approva­zione da parte della Lom­bardia delle proprie linee guida», che furono compi­late «da figure tra le più rappresentative del mon­do scientifico e medico». «Perché – si chiede ancora Formigoni – Regione Lom­bardia avrebbe dovuto a­vallare un documento contenente indirizzi note­volmente diversi e in buo­na parte discutibili con la clausola finale che, se an­che la Lombardia non si fosse adeguata ad essi, sa­rebbe stata considerata i­nadempiente nei confron­ti degli obblighi derivanti dal rispetto del Piano sa­nitario nazionale?».

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