giovedì 20 marzo 2008

SVIZZERA EUTANASIA CON IL GAS

Svizzera: eutanasia con il gas
«Choc» a Zurigo • Nel mirino ancora una volta l’associazione di aiuto al suicidio Dignitas: i video usati come prova a discarico. Ma la Commissione nazionale di etica ora vuole fare chiarezza • Sacchetti di plastica riempiti con l’elio per morire • Filmata l’agonia dei malati. Indaga la Procura • Il primo episodio risale al 18 febbraio. Poi sono seguiti altri tre decessi • La Chiesa elvetica: «In gioco la dignità umana»di Federica Mauri
Tratto da Avvenire del 19 marzo 2008

Suicidarsi con un sacchetto di plastica in testa riempito di gas elio. È l’ultimo episodio della saga degli orrori in atto in Svizzera che vede protagonista la discussa as­sociazione di aiuto al suicidio Dignitas.

Quattro i casi finora accertati dalla Pro­cura del Cantone di Zurigo che non solo si dice choccata ma decisa ad interveni­re. «Le immagini so­no al limite del sop­portabile » confessa turbato il procurato­re generale Andreas Brunner, che ha visionato le video­cassette fornite dagli stessi respon­sabili di Dignitas come prove a loro discarico. Persone che infilano la te­sta in un sacchetto di plastica conte­nente elio e che esalano l’ultimo re­spiro solo dopo diverse decine di mi­nuti di sussulti ed agonia. E conti­nuano a definirla «morte dignitosa». Dignitas è ricorsa a questo nuovo me­todo per evitare di dover trovare un medico (“merce” sempre più rara do­po le critiche legate alla morte di due cittadini tedeschi aiutati a suicidarsi in un’auto) disposto a prescrivere i fatidici 15 mg di pentobarbitale so­dico, la sostanza anestetica finora u­sata nei suicidi assistiti.

Il primo caso di suicidio all’elio risa­le allo scorso 18 febbraio ed è avve­nuto alla periferia di Zurigo, dove da alcuni mesi l’organizzazione opera indisturbata e con il consenso delle autorità. Questo è però soltanto l’ul­timo, tragico, episodio di una dram­matica vicenda, fatta di persone che per motivi che non conosciamo han­no chiesto di essere aiutate a morire e sono finite nelle grinfie di individui senza scrupoli e disposti a tutto.

Complice una zona grigia nel diritto in vigore, l’aiuto al suicidio non è pu­nibile a patto che non vi siano «mo­tivi egoistici» (come stabilisce l’arti­colo 115 del Codice penale svizzero) da parte di chi assiste il candidato suicida. Sono così oltre un centinaio, ogni anno, i disperati che, giunti dal­l’estero (in particolare dalla Germa­nia), si rivolgono ad associazioni co­me Dignitas per mettere fine ai pro­pri giorni. Zurigo, e più in generale la stessa Confederazione, hanno fino­ra tollerato la presenza sul proprio territorio di organiz­zazioni che offrono assistenza al suici­dio, ma ora si trova­no a dover fare i con­ti con una situazio­ne che sembra or­mai fuori controllo. Una situazione giu­dicata allarmante perfino dalla Com­missione nazionale di etica per la medi­cina, che vede accresciuto il rischio di abusi.

Secondo il procuratore Brunner è perciò giunto il momento di fissare regole chiare; una richiesta formula­ta da più parti. Anche il Parlamento svizzero aveva accolto l’anno scorso una mozione in questo senso, che in­vitata il ministro di Giustizia a inda­gare sulla vicenda. A livello naziona­le non vi è però alcuna intenzione di legiferare sull’eutanasia e sull’aiuto al suicidio. Il Consiglio federale, sol­lecitato più volte in merito, dopo a­ver analizzato a fondo la questione, ha deciso di non intervenire: una leg­ge ad hoc sarebbe troppo rischiosa e di fatto legittimerebbe l’operato del­le organizzazioni di aiuto al suicidio. Secondo il governo svizzero in simi­li casi lo Stato non deve intrometter­si, ma lasciare che ogni decisione sca­turisca da uno stretto dialogo fra il paziente, i suoi familiari e il medico curante.

Anche la Conferenza dei vescovi sviz­zeri, preoccupata dagli eventi verifi­catisi a Zurigo, è tornata di recente a occuparsi della vicenda, giudicando l’aiuto al suicidio un atto ingiustifi­cabile. In gioco, è stato spiegato, vi è la dignità della vita umana e il signi­ficato dell’approccio alla morte nel­la società.



1 commento:

Anonymous ha detto...

Che i idioti del cazzo. Date alla gente che lavora da una vita ed onesta la possibilità di morire con dignita invece di fare i moralisti del cavolo.