mercoledì 5 marzo 2008

LAURA GAZZANIGA CI SCRIVE

"Ciò che mi ha illuminato sul significato dell'offerta è stato il gesto di caricare il letame. Ecco è bastato quell'esempio per comprendere veramente il lavoro di scuola di comunità e avere coscienza dell'istante.
Avevo già letto lo scorso anno quel libretto, ma solo ieri quelle parole hanno fatto gridare anche me " E' vero, E' vero".

....E' il lasciar entrare la Sua presenza che vince la paura che tante volte ci prende, la paura della solitudine, la paura di fronte al nostro male. Essa non si risolve con pensieri nostri o con dei propositi. La paura vera del vivere la risolve soltanto una Presenza, il riconoscimento di una Presenza, della Sua Presenza.....



Ciao Tiziana, leggendo il testo degli esercizi ai sacerdoti tenuti da padre Sergio Massalongo dal titolo "nulla anteporre all'amore di Cristo, sono rimasta colpita da questo fatto scritto a pag 46 e te lo mando:

Ricordo un fatto che mi è capitato circa venticinque anni fa, quando il nostro monastero aveva ancora le mucche e io sono stato impiegato i primi sei-sette anni di monastero a lavorare nella stalla.

Un giorno stavo caricando il letame sul carro, quando all' improvviso si presenta sull porta della stalla William Congdon, un pittore americano che ha vissuto nel nostro monastero diciotto anni,il quale, guadando la scena, mi dice: "Grazie, Sergio, perchè in questo tuo gesto di tirare su il letame stai salvando il mondo".

Io sono rimasto folgorato per questa sua espressione, ma poi dentro di me ho incominciato a gridare:

" E' vero! E' vero! Sono libero! Posso fare anche questo lavoro con letizia perchè sono amato da Gesù, perciò non mi manca nulla, anche questo istante, questo gesto è dentro l'amore di Dio".

Non solo, ma dire sì a Cristo, addirittura in un gesto come questo, coopera alla salvezza del mondo, in quanto permette a Cristo di prendere possesso della realtà attraverso la mia offerta, e non mi interessa che ci siano delle persone che vedano, perchè il valore del gesto non dipende dal fatto che sia visto, il valore del gesto è se è per me. Anzi, quanto più non sono visto, tanto più è come se il segreto, il Mistero, diventasse sempre più grande di me. (pag 46)
I nostri atti sono liberi, se siamo consapevoli che quel gesto che facciamo è dentro, appartiene al disegno che salva il mondo. Perciò nell'avvenimento della fede si rende sicura la salvezza della persona. Non è la nostra attività di edificazione di cose umane che salva il mondo, ma è la dimensione di fede con cui sono fatte. (pag 47)

E' il lasciar entrare la Sua presenza che vince la paura che tante volte ci prende, la paura della solitudine, la paura di fronte al nostro male. Essa non si risolve con pensieri nostri o con dei propositi. La paura vera del vivere la risolve soltanto una Presenza, il riconoscimento di una Presenza, della Sua Presenza.

Questo è il valore dell'istante.

Noi fuggiamo sempre il presente in nome del passato (di quello che non abbiamo fatto bene) o in nome delle preoccupazioni sul futuro (di quello che dobbiamo fare), ma la vita è il presente.

Perciò tutto si gioca in ogni istante, l'unica cosa che abbiamo a disposizione per lasciare entrare Cristo. E quando uno Lo lascia entrare nell'istante presente, e poi nell'istante successivo,

la vita - istante dopo istante - diventa diversa, non perchè noi la facciamo diversa, ma perchè lui introduce la diversità. Allora la vita è diversa, la vita diventa veramente la memoria di Cristo, la vita è investita dall'avvenimento della Sua Presenza.(pag 94)

"Ciò che mi ha illuminato sul significato dell'offerta è stato il gesto di caricare il letame. Ecco è bastato quell'esempio per comprendere veramente il lavoro di scuola di comunità e avere coscienza dell'istante.
Avevo già letto lo scorso anno quel libretto, ma solo ieri quelle parole hanno fatto gridare anche me " E' vero, E' vero".




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