«Sul diritto alla vita non può decidere la magistratura»
Tratto da Avvenire del 27 luglio 2008
Nessun ripensamento. Gli inviti e gli appelli a cambiare idea giunti da più parti, il clamore e la polemica politica, sorti dopo la pronuncia della Corte d’appello civile di Milano, non sembrano toccare Beppino Englaro, il papà di Eluana, che i giudici milanesi hanno autorizzato a sospendere l’alimentazione e l’idratazione che tengono in vita la figlia.
«Queste cose – spiega – non mi toccano, non mi sfiorano neanche: ognuno è libero di dire e fare tutto quello che vuole. Io sono per la libertà assoluta». Englaro è categorico: le manifestazioni e gli appelli, giunti in maniera particolare dal mondo cattolico e dall’associazionismo, «non mi riguardano: non le prendo nemmeno in considerazione ». Intanto, prosegue il dibattito politico sulla decisione delle Camere di sollevare conflitto di attribuzione con la Corte di Cassazione, che ha dato origine alla sentenza milanese. «Su materie come il diritto alla vita, l’eutanasia e il testamento biologico – ha dichiarato il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, in un intervento publicato ieri da Libero – in assenza di un intervento del Parlamento, non può essere la magistratura a decidere. È condivisibile la mozione presentata al Senato da Cossiga e Quagliariello, a proposito del caso Englaro. Questioni che riguardano troppo da vicino i diritti fondamentali della persona, che solo il Parlamento può formulare».
Intervenendo all’assemblea nazionale di An, il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, ha invece ricordato che « non si può costruire nulla se non si rispetta la vita, e si permette che questo limite venga meno per sentenza, come è accaduto per il caso Englaro».
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