Bello poter mettere un articolo in cui viene non solo sottolineata la voglia di vivere ,nonostante la grave malattia di Elisa, ma anche, come un'adesione positiva alla vita faccia riemergere i veri desideri dell'uomo.
Un popolo che circonda Elisa e la sua famiglia .
Uomini che attraverso il volto sorridente della ragazza si mettono insieme per far si che quel sorriso possa continuare ad esistere per poter alimentare in tutti la voglia e il desiderio di vivere con significato.
Elisa, 19 anni. E un contagioso coraggio di vivere
Eutanasia - mer 3 ott
di Marco Piras
Tratto da AVVENIRE del 27 settembre 2007
La sottoscrizione in favore di Carlo Marongiu – il vigile del fuoco di Narbolia malato di Sla – lanciata dall’arcivescovo di Oristano durante la scorsa quaresima, continua a portare i suoi frutti. La solidarietà e la generosità dei fedeli hanno permesso di andare al di là di ogni aspettativa e di raccogliere decine di migliaia di euro.
Così, dopo aver aiutato Carlo Marongiu e Tore Dore, nei giorni scorsi monsignor Ignazio Sanna si è recato a casa di Peppino Atzori per consegnare il terzo sintetizzatore vocale, lo strumento tecnologico che permette ai malati di Sla di comunicare con gli altri. Prosegue così l’impegno della diocesi arborense nei confronti di quanti vivono in situazioni di sofferenza e di bisogno. «È una iniziativa concreta di attenzione verso gli altri e di amore – afferma mons. Sanna – che, oltre ad aiutare alcuni malati della nostra comunità diocesana, ha permesso di testimoniare con i fatti il valore della vita e della solidarietà».
Il successo dell’iniziativa non si è esaurito con la straordinaria raccolta fondi, ma, grazie alla significativa mobilitazione dei fedeli, è aumentata sensibilmente l’attenzione verso le persone colpite da malattie come la Sclerosi laterale amiotrofica. Una testimonianza di questa straordinaria sensibilità si è avuta nei giorni scorsi a Solarussa, piccolo paese in provincia di Oristano, nel corso della manifestazione di solidarietà "Imparis per Elisa". Band musicali, pariglie acrobatiche, gruppi folkloristici ed etnici si sono esibiti gratuitamente davanti a centinaia di persone per aiutare Elisa Stara, una ragazza di 19 anni affetta da leucodistrofia, una rara malattia genetica che colpisce il sistema nervoso. L’iniziativa, promossa dall’associazione culturale "Imparis" (che in dialetto sardo significa "Insieme"), è stata realizzata grazie al contributo di numerosi enti ed organizzazioni pubbliche e private. «La nostra associazione – racconta il presidente Mario Tendas – è nata alla fine di agosto con l’obiettivo di ritrovarsi per ideare e promuovere attività che potessero contribuire alla crescita socio-culturale del territorio». In poco più di un mese, con l’aiuto di qualche sponsor, è stato possibile realizzare la prima iniziativa. «Siamo riusciti a organizzare tre giorni di spettacolo e musica – spiega Mario Tendas – coinvolgendo bambini, giovani e adulti. Grazie alla partecipazione e alla grande generosità del pubblico possiamo dire di essere riusciti nel nostro intento: dare speranza e sostegno alla nostra Elisa».
Il principale scopo della manifestazione era quello di recuperare le risorse per poter acquistare un sintetizzatore vocale che le permettesse di ridare voce ai suoi pensieri, per comunicare con i familiari, i parenti e gli amici. Negli ultimi tempi, infatti, le condizioni di salute di Elisa sono progressivamente peggiorate e, purtroppo, un recente intervento di tracheotomia l’ha privata dell’uso della voce. Per questo, all’immancabile e incessante affetto della sua famiglia, si è aggiunto ora il sostegno di tantissime persone che in questi giorni hanno lavorato senza sosta per la riuscita dell’iniziativa. Anche l’arcivescovo di Oristano, che mercoledì scorso si è recato a Solarussa per visitare e benedire Elisa, ha assicurato il supporto della diocesi e ringraziato gli organizzatori per il week-end di solidarietà.
In tanti hanno risposto all’appello dell’associazione culturale "Imparis" e nelle tre serate centinaia di persone hanno partecipato alla festa e dato il loro contributo. Anche Elisa non è voluta mancare e, accompagnata dai suoi familiari, ha assistito a una parte dello spettacolo. «È avvenuto qualcosa di speciale e meraviglioso – dice la mamma Wanda Mancuso – e l’affetto di tante persone per la nostra bambina ci riempie di gioia». Elisa è una ragazza sorridente che, nonostante la sofferenza e la malattia, vive la sua vita con grande dignità e amore. I suoi sorrisi verso chi le sta intorno sono ricambiati da tutti. «Il nostro ringraziamento – aggiunge la signora Wanda – oltre che all’associazione "Imparis" va a tutto il personale del reparto di rianimazione dell’ospedale di Oristano che, con amore e professionalità, è sempre vicino a nostra figlia». Da diversi mesi, infatti, il quadro clinico di Elisa necessita di un monitoraggio costante e a giorni alterni i medici dell’ospedale devono verificare le sue condizioni di salute. «Elisa e l’associazione "Imparis" – ha commentato mons. Sanna – sono un’ulteriore dimostrazione di come dinanzi alla malattia, al disagio, al problema o alla crisi, l’ultima cosa da fare sia quella di tirare i remi in barca, lasciandosi vincere della rassegnazione o peggio ancora della disperazione. L’esistenza di chi sarebbe destinato a essere non visto, non sentito, non compreso può aprirsi al dialogo, alla relazione interpersonale, all’accoglienza e tradursi in gusto e apprezzamento per la vita».
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