Con questo blog desidero dare la possibilita' a tutti di leggere articoli ,commenti ,interventi che mi aiutano a guardare la realta', a saperla leggere ed essere aiutati a vivere ogni circostanza positivamente. Mounier diceva "la vita e' arcigna con chi le mette il muso" (lettere sul dolore). E' importante saper abbracciare la realta' tutta per poter vivere la giornata con letizia.
lunedì 25 agosto 2008
PROTAGONISTI O NESSUNO MA NON E' UN REALITY
..."Protagonisti non vuole dire avere la genialità o la spiritualità di alcuni" scrive Luigi Giussani, "ma avere il proprio volto, che è, in tutta la storia e l'eternità, unico e irripetibile". Anche in carcere, o in un letto di ospedale, anche prigionieri di un gulag sovietico o della quotidianità apparentemente banale nella grigia periferia di una metropoli. La figura di Solzenicyn, a cui è dedicata una mostra, ci ricorda proprio questo: come ha fatto notare Glucksmann, i suoi libri sono stati dirompenti non tanto perché hanno rivelato l'esistenza dei gulag, ma perché hanno svelato che nei campi era possibile resistere......
Sette giorni di incontri e di mostre a Rimini
di Silvia Guidi
Tratto da L'Osservatore Romano del 24 agosto 2008
"Protagonisti o nessuno". Sembra lo slogan di un quiz tv o di un reality che promette ai concorrenti di diventare ricchi e famosi; una promessa non così difficile da mantenere, visto che un quarto d'ora di celebrità, come ci ricorda la frase più citata di Andy Warhol, non si nega più davvero a nessuno.
Gli organizzatori della ventinovesima edizione del Meeting, - che inizia domenica 24 e si concluderà sabato 30 agosto - hanno scelto questo titolo per esprimere esattamente il concetto opposto; guardare cosa si nasconde dietro la dipendenza da celebrità che affligge il nostro tempo e genera moltitudini di epigoni, di ammiratori-fotocopia, di sosia mancati di chi "ce l'ha fatta", riflettendo sul concetto di persona.
"Se ci domandassimo chi è il protagonista oggi per la mentalità comune dovremmo rispondere che stiamo parlando di un soggetto il cui scopo principale nella vita è il successo" si legge sul sito www. meetingrimini. org.
"Senza di esso ci si ritrova privati di una identità precisa, o meglio di quella possibilità di essere riconosciuti che, in qualche modo, sembra dare l'illusione di "esserci" per davvero.
Si tratta di un'omologazione che obbliga a seguire in tutto e per tutto le direttive della moda dominante: senza essere socialmente riconoscibili, del resto, oggi giorno non si esiste".
Si va in televisione, si sogna di diventare cantanti, attori o calciatori famosi, si crea una propria pagina su Facebook o si compra un'isola su Second Life per "esserci", per esistere di più, per vivere una vita più intensa; un desiderio legittimo di felicità e pienezza che rischia però di inseguire risposte parziali e inadeguate. "Che tipo di uomo è quello che insegue a tutti i costi ciò che lo fa distinguere dagli altri? È il divo, ovvero l'uomo che si erge a Dio.
Nel tentativo di essere libero vuole possedere la realtà in assoluta autonomia; si ritrova invece schiavo delle circostanze, delle cose e, ovviamente, della riuscita.
Tagliato il rapporto con la realtà, prigioniero dell'esito, l'uomo rimane in una condizione di passività umana che lo costringe a esprimersi in un triste e vuoto formalismo". Che cosa invece è più forte della riuscita, meno effimero del successo?
"Protagonisti non vuole dire avere la genialità o la spiritualità di alcuni" scrive Luigi Giussani, "ma avere il proprio volto, che è, in tutta la storia e l'eternità, unico e irripetibile". Anche in carcere, o in un letto di ospedale, anche prigionieri di un gulag sovietico o della quotidianità apparentemente banale nella grigia periferia di una metropoli. La figura di Solzenicyn, a cui è dedicata una mostra, ci ricorda proprio questo: come ha fatto notare Glucksmann, i suoi libri sono stati dirompenti non tanto perché hanno rivelato l'esistenza dei gulag, ma perché hanno svelato che nei campi era possibile resistere.
Mostre, incontri e presentazioni di libri sono stati pensati per far conoscere storie di protagonisti, uomini e donne che testimoniano con la loro vita e le loro opere l'esistenza di una positività ultima, concreta e sperimentabile, per la quale vale la pena spendersi, fare sacrifici e costruire: dal "mondo piccolo" di Guareschi alla storia imprenditoriale e umana del beato Tovini, dalla Primavera di Praga alle peonie dipinte in ospedale da Marie Michèle Poncet, passando attraverso i testi di Pavese e la grande musica di Brahms, Schubert, Beethoven, Mozart e Dvorák.
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