Con questo blog desidero dare la possibilita' a tutti di leggere articoli ,commenti ,interventi che mi aiutano a guardare la realta', a saperla leggere ed essere aiutati a vivere ogni circostanza positivamente. Mounier diceva "la vita e' arcigna con chi le mette il muso" (lettere sul dolore). E' importante saper abbracciare la realta' tutta per poter vivere la giornata con letizia.
venerdì 29 agosto 2008
IL COLPO DI GENIO DEI BANCHI
L’idea vincente • Anche la generosità è fantasia. Così c’è chi da anni recupera ciò che i «ricchi» buttano per darlo ai più poveri: migliaia di computer revisionati, interi magazzini di farmaci, tonnellate di cibo avanzato che sfamano un milione e mezzo di persone
di Nicoletta Martinelli
Tratto da Avvenire del 28 agosto 2008
La carità ha bisogno di un guizzo di genialità. Per trasformare un problema in risorsa, un bisogno in opportunità, il generoso deve essere creativo. Le storie di Stefano, Marcello e Marco - protagonisti ieri dell’appuntamento quotidiano 'Si può vivere così', il ciclo di incontri filo conduttore del Meeting 2008 - sono le storie del Banco Informatico, di quello Farmaceutico e di quello Alimentare. Tre genialate. Tre opere di fantasia che hanno indiscutibilmente una matrice comune - quella che ha ispirato le altre è il Banco Alimentare, quasi vent’anni di vita, di Marco Lucchini - e un metodo condiviso: gli scarti che diventano un valore. Il Banco Informatico nasce da una serie di coincidenze: l’azienda per cui lavora Stefano Sala viene interpellata per salvare i dati dei computer presenti nel Pirellone ( la sede della Regione Lombardia, a Milano) il giorno in cui un Cessna si schiantò contro gli ultimi piani del grattacielo nel 2003. Ma i personal pc, un centinaio, l’azienda in causa non li rivuole indietro, preferisce sostituirli, vuole solo i dischetti con i dati. A questo punto, il caso fa incontrare a Stefano un sacerdote genovese che a Lima, in Perù, ha fondato la facoltà di Economia e Commercio: « Pensa, mi racconta, che abbiamo già un mi- gliaio di studenti ma solo una decina di computer. Mi è sembrato normale - racconta il fondatore del banco Informatico - offrirgli quei computer che giacevano inutilizzati in un capannone. Poi - continua Sala - ho raccontato tutta la vicenda a un altro amico ed è stato lui - confessa - ad avere l’idea di recuperare e ridistribuire i pc ».
Complice una legge emessa proprio nel 2003 che rende i computer obsoleti un problema per le aziende, obbligate a smaltirli a pagamento, nasce il Banco: « Invece di tenere i vostri personal finché non funzionano più per poi essere costretti a sborsare fior di soldi per mandarli al macero, abbiamo proposto alle aziende, dateli a noi. Ogni anno - spiega Sala - in Italia vengono buttati dieci milioni di computer, un milione dei quali ancora utilizzabili ».
Ma il lavoro più consistente, con 150 volontari impiegati dalle 21 alle 24, tutti i giorni, consiste nel testare i computer raccolti e nel renderli perfettamente funzionanti. «Perché l’azienda non-profit deve avere gli stessi standard di quella profit. I computer che regaliamo racconta Stefano - sono operativi al cento per cento. Ogni anno ne distribuiamo almeno cinquemila». Nel tempo, il Banco Informatico si è ampliato e oggi comprende anche una Divisione Biomedica che recupera la tecnologia obsoleta ma funzionante dismessa da ospedali pubblici e privati - per esempio gli strumenti per le ecografie, le tac, le radiografie... - per donarla agli enti che ne hanno bisogno, in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.
La storia del Banco Farmaceutico, invece, comincia con un rifiuto: non si può fare, risponde Marcello Perego - nove anni fa - agli enti già aiutati dal Banco Alimentare che si sono rivolti alla Compagnia delle Opere perché realizzi una struttura capace di recuperare e distribuire anche i farmaci. Incaricato di verificare la fattibilità del progetto, Perego dice no. Impossibile, la distribuzione dei medicinali è rigidamente regolata dalla legge, solo le farmacie e solo i farmacisti hanno titolo per farlo. Ma la richiesta permane. « A questo punto - spiega Marcello - ho pensato di dover cambiare prospettiva, di affrontare il problema da un punto di vista diverso». Così, invece di figurarsi la distribuzione in farmacia come un ostacolo, ne ha fatto un punto di forza, utilizzando i punti vendita come punto di raccolta e distribuzione. « Così, oggi, possiamo contare - spiega Perego - su tremila magazzini sparsi in tutta Italia, tanti quante sono le farmacie ».
E pensare che a dare origine alla filosofia dei Banchi è stato, decenni fa, un impenitente playboy americano, John van Hengel. Dopo una vita si stravizi, scappa a Phoenix dove trova ospitalità presso i francescani.
Lì incontra una donna con dieci figli a cui manca tutto - ma proprio tutto - tranne il cibo che si procura battendo a tappeto i negozi della zona e i supermercati, chiedendo che le regalino ciò che è rimasto invenduto. Ci prova anche lui e verifica che di scarti dignitosi, riutilizzabili ce n’è a bizzeffe. E fonda, siamo nel 1967, la Food Bank. Dalla banca al Banco: la Fondazione Banco alimentare comprende oggi 20 banchi distribuiti in tutta Italia. Raccolgono le eccedenze alimentari provenienti dall’Unione Europea, dalle industrie della filiera agro-alimentare, dalla grande distribuzione e dalla ristorazione. « Cibo perfettamente sano e integro - garantisce Marco Lucchini, il direttore - distribuito gratuitamente a enti e associazioni caritative». Nel 2007 sono state recuperate 59 tonnellate di cibo che hanno soddisfatto il bisogno alimentare di 1. 435. 483 persone, assistite da 8. 248 enti convenzionati.
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