Tratto da Avvenire del 15 agosto 2008
I vescovi italiani sono preoccupati per la disaffezione alla politica che si percepisce nel Paese. È quanto afferma il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, in un’intervista al settimanale 'Tracce' di Comunione e Liberazione.
«La disaffezione alla politica non è qualcosa di cui la Chiesa è contenta, semmai è il contrario osserva Bagnasco - : la dottrina sociale e la prassi educativa della Chiesa si sono sempre adoperate perchè i credenti partecipino alla costruzione della cosa pubblica con tutta la propria ricchezza, il proprio bagaglio umano e cristiano. È questa la nostra linea. In questo senso - sottolinea - qualunque appuntamento politico è un’occasione di responsabilità civile». Bagnasco ricorda che nel marzo 2006, quando il Papa lo chiamò alla presidenza della Cei, si era nel mezzo delle polemiche sui 'Dico' e molti giornali scrivevano che 'i vescovi pontificano dall’alto, ma non sanno nulla della vita concreta della gente'. «Da quel momento - spiega nell’intervista - non ho mai smesso di ricordare a tutti che se c’è qualcuno che conosce i problemi della gente non perchè li legge sui sondaggi, ma perchè li vive in prima persona, questo qualcuno è proprio la Chiesa. I preti, i pastori, le suore. I laici. Non è un’elite che parla da un pulpito. È un popolo».
«Questo deve essere molto chiaro: è una grande grazia che dobbiamo alla storia particolare dell’Italia, ma è anche una grande responsabilità per noi. Bisogna tenerlo presente, quando si giudicano le prese di posizione dei vescovi
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