«O protagonisti o nessuno»
Uno schiaffo per non trascurare il proprio destino
Il tema del Meeting di Rimini di quest'anno è una specie di schiaffo o di sveglia all'Italia. "O protagonisti o nessuno" recita il titolo ricavato da una frase di don Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. Sembra come una mano che ti prende per il bavero e ti scuote.
La vita è una, l'alternativa radicale. Non si tratta di essere o protagonista o comprimari. Non si tratta di ricavarsi - come avviene nel gran circo della fama mediatica - un posticino al sole. No, il meeting, per così dire, prevede solo protagonisti, o il niente. Ovvero richiama gli uomini e le donne a essere protagonisti della loro vita, a meno che non vogliano essere pari a niente.
Ma di che protagonismo si tratta? Se non è quello spesso beota e evaporante delle piccola o grande fama? se non si tratta di quella grottesca gara all'esser famosi a cui assistiamo favorita da chi è proprietario e dirige i media? L'uomo che il Meeting tratteggia è protagonista perché s'impegna con il senso della esistenza, con la ricerca di un compimento, con i suoi desideri profondi del cuore. Un uomo che non si censura, che non riduce a niente il suo desiderio di felicità, di giustizia, di vero, e si impegna con l'esistenza che gli è data per soddisfare il proprio cuore.
Il protagonista è l'uomo che si impegna con il suo destino. Insomma, chi non lascia che la sua personale ricerca della soddisfazione gliela facciano altri, gliela confezionino altri: le ideologie, i clericalismi, le mode. Spesso si vive al 5%, scriveva Montale. Cioè si chiede poco alla vita. E a Dio. E ci si impegna poco, per poi ritrovarsi poco soddisfatti e imbottiti da quelle soddisfazioni preconfezionate e insapori che ci vengono offerte da quel grande meccanismo che chiamiamo il Potere. Cioè quel marchingegno enorme e complesso di azioni e di motivi in cui il destino e la gioia delle persone non contano, ma conta l'affermazione del potere economico, politico, o d'altro genere. O protagonisti o nessuno, è lo schiaffo che il Meeting dà a questa Italia in cui pochi sembrano volersi assumere delle responsabilità. Ma oltre allo schiaffo, alla provocazione, il Meeting, a differenza di tutte le altre manifestazioni che hanno copiato l'intuizione di questa che in oltre 25 anni è diventata la più grande d'Europa nel suo genere, offre una possibilità. Ovvero è al tempo stesso provocazione e luogo di incontro con dei possibili compagni di strada e di "protagonismo". A Rimini per una settimana intensissima di conferenze, spettacoli, letture (da Eliot, a Pavese, da Leopardi a Baudelaire), e andando per mostre, c'è la chance di lasciarsi provocare e di fare incontri importanti, con gente famosa e gente ignotissima.
Tutti coloro che lo hanno visitato, da ogni cultura politica o religiosa provenissero, hanno trovato nel Meeting una provocazione e una possibile compagnia. Perché il protagonista non è l'uomo "solo" ma colui che con altri condivide il gusto e l'avventura di scoprire di essere unico e irripetibile.
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