Benedetto XVI pone in luce la “consolante verità di fede” dell’Assunzione in cielo di Maria, in cui il popolo cristiano intravede il compimento delle sue attese. La Vergine – afferma il Papa – ci incoraggia a non perdere la fiducia dinanzi alle difficoltà della vita e a cercare le cose essenziali, non quelle passeggere:
“Presi dalle occupazioni quotidiane rischiamo infatti di ritenere che sia qui, in questo mondo nel quale siamo solo di passaggio, lo scopo ultimo dell’umana esistenza. Invece è il Paradiso la vera meta del nostro pellegrinaggio terreno. Quanto diverse sarebbero le nostre giornate se ad animarle fosse questa prospettiva! Così è stato per i santi. Le loro esistenze testimoniano che quando si vive con il cuore costantemente rivolto al cielo, le realtà terrene sono vissute nel loro giusto valore perché ad illuminarle è la verità eterna dell’amore divino”. (Angelus del 15 agosto 2006)
“Tutta la storia umana – dice il Papa commentando la Lettura dell’Apocalisse della Messa dell’Assunta - è una lotta tra due amori: l’amore di Dio fino al dono di sé e l’amore di sé fino al disprezzo di Dio, fino all’odio degli altri”: due amori simboleggiati dalle immagini della donna vestita di sole, segno dell'amore di Dio, e dell’enorme drago rosso, segno dell'amore di sé. Con la figura del drago - ha sottolineato - San Giovanni voleva indicare il potere degli imperatori romani anticristiani, “un potere che appariva illimitato” di fronte alla debolezza della Chiesa:
"Davanti a questo potere la fede, la Chiesa, appariva come una donna inerme, senza possibilità di sopravvivere, tanto meno di vincere. Chi poteva opporsi a questo potere onnipresente che sembrava in grado di fare tutto? E tuttavia sappiamo che alla fine ha vinto la donna inerme, ha vinto non l’egoismo, non l’odio; ha vinto l’amore di Dio e l’Impero romano si è aperto alla fede cristiana”. (Omelia della Messa del 15 agosto 2007)
“Assunta in cielo – spiega il Papa - Maria non si è allontanata da noi, ma ci resta ancor più vicina", sente le nostre preghiere e ci aiuta “con la sua bontà materna”:
“Attratti dal fulgore celeste della Madre del Redentore, ricorriamo con fiducia a Colei che dall’alto ci guarda e ci protegge. Abbiamo tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto per affrontare le prove e le sfide di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre e sorella nelle concrete situazioni della nostra esistenza. E per poter condividere un giorno anche noi per sempre il suo medesimo destino, imitiamola ora nella docile sequela di Cristo e nel generoso servizio dei fratelli. E’ questo l’unico modo per pregustare, già nel nostro pellegrinaggio terreno, la gioia e la pace che vive in pienezza chi giunge alla meta immortale del Paradiso”. (Angelus del 15 agosto 2007)
Quindi il Papa invoca l’intercessione della Vergine per la pace in tutto il mondo:
“Alla Regina della pace, che contempliamo nella gloria celeste, vorrei affidare ancora una volta le ansie dell’umanità per ogni luogo del mondo straziato dalla violenza”. (Angelus del 15 agosto 2006)
Ma qual è oggi il significato della Solennità dell’Assunta? Emanuela Campanile lo ha chiesto a Cettina Militello, teologa e membro del direttivo della Pontificia Accademia mariologica internazionale:
R. – Man mano che La si accosta, come già diceva Paolo VI, non si può non tener conto di Maria per chi è cristiano, perché per Lei ci è stato dato Cristo, si vanno scoprendo delle dimensioni molto consolanti, nel senso che se per Lei, creatura, è stato possibile rispondere pienamente al progetto di Dio, allora il progetto è davanti a noi: anche noi come Lei possiamo corrispondere al dono.
D. – Uno dei primi tratti di questa figura è la dolcezza. Però Maria è anche rappresentata come la donna sotto il cui piede viene schiacciato il serpente. Da cosa si coglie la fortezza di Maria?
R. – E’ una donna forte. I Vangeli ce lo attestano, soprattutto ponendo in bocca a Lei il Magnificat, che è un inno stupendo di liberazione, di riconoscimento della misericordia di Dio e di canto dell’alleanza, della fedeltà di Dio alla promessa, un canto di speranza. Maria è indubbiamente una donna forte e lo prova la sua capacità di diventare discepola. Non è un gioco di parole. Noi enfatizziamo, soprattutto noi del Mediterraneo, il materno. In realtà, l’attrattiva di Maria è quella di andare oltre la carne e il sangue per diventare discepola del Figlio. E questo comporta una statura, un raziocinare, un aderire diverso, non umorale, ma pieno della persona, al messaggio.
D. – Per una donna, Maria ha un significato aggiunto?
R. – Senza dubbio ci viene incontro la categoria della sororità: è nostra sorella. Per carità, è sorella anche degli uomini, però c’è un filo diretto immediato.
Nella fede risplende il volto di Maria e la bontà di Dio: così, il Papa alla Radiotelevisione bavarese “Bayerischer Rundfunk”, che gli ha donato un documentario sui pellegrinaggi mariani
◊ Attraverso la fede possiamo vedere il volto di Maria e la bontà di Dio: è il pensiero espresso da Benedetto XVI nel discorso, ieri sera a Castel Gandolfo, alla delegazione della Radiotelevisione bavarese “Bayerischer Rundfunk”. Occasione dell’udienza, il dono al Papa, da parte dell’emittente tedesca, di un documentario sui pellegrinaggi nei Santuari mariani, intitolato “Maria a maggio”. Questo documentario, ha detto il Papa ai suoi concittadini bavaresi, non è soltanto un film, ma anche un pellegrinaggio alla Madonna. Un cammino, ha proseguito, che mostra la fede di giovani e anziani, di gente semplice e di persone colte. Tutti, ha aggiunto, accomunati dall’essere in cammino verso Maria, la Madre del Signore che ci conduce sulla strada della fede. Alla vigilia della Festa dell’Assunta, ha detto Benedetto XVI con gratitudine, questo documentario è un dono speciale. Infine, ha auspicato che tante persone, guardandolo, possano sentirsi coinvolte nel pellegrinaggio alla Madonna. (A.G.)
Nomine
◊ Il Santo Padre ha eretto la diocesi di Kayanga (Tanzania), con territorio dismembrato dalla diocesi di Rulenge, che cambierà il nome in Rulenge-Ngara, rendendola suffraganea della sede metropolitana di Mwanza. Il Papa ha nominato primo vescovo di Kayanga, mons. Almachius Vincent Rweyongeza, vicario generale della diocesi di Bukoba. Mons. Almachius Vincent Rweyongeza è nato nel villaggio di Bushagara-Kamachumu, parrocchia di Rutabo, nella diocesi di Bukoba, il 1° gennaio 1956. È stato ordinato sacerdote il 6 dicembre 1981 e incardinato nella diocesi di Bukoba.
Il Santo Padre ha nominato vescovo della diocesi di N’Zérékoré (Guinea) il rev. Raphaël Balla Guilavogui, del clero di N’Zérékoré, attualmente dottorando in Teologia Biblica alla Pontificia Università Urbaniana. Il rev. Raphaël Balla Guilavogui è nato il 26 settembre 1964 a Woleme, in un villaggio della diocesi di N’Zérékoré. E’ stato ordinato sacerdote il 14 novembre 1993, nella Cattedrale di N’Zérékoré.
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