venerdì 21 novembre 2008

QUALCOSA CHE VIENE PRIMA

Prima di tutto, una corrispondenza

La modalità con cui il movimento - l'avvenimento cristiano - diventa presente è l'imbattersi in una diversità umana, in una realtà umana diversa, che ci colpisce e ci attrae perchè - sotterraneamente, confusamente, oppure chiaramente - corrisponde a un'attesa costitutiva del nostro essere, alle esigenze originali del cuore umano.


L'avvenimento di Cristo diventa presente "ora" in un fenomeno di umanità diversa: un uomo vi si imbatte e vi sorprende un presentimento nuovo di vita, qualcosa che aumenta la sua possibilità di certezza, di positività, di speranza e di utilità nel vivere e lo muove a seguire.



Quest'imbattersi della persona in una diversa umanità è qualcosa di semplicissimo, di assolutamente elementare, che viene prima di tutto, di ogni catechesi, riflessione e sviluppo: è qualcosa che non ha bisogno di essere spiegato, ma solo di essere visto, intercettato, che suscita uno stupore, desta una emozione, costituisce un richiamo, muove a seguire, in forza della sua corrispondenza all'attesa strutturale del cuore. "Poichè in realtà - come dice il cardinal Ratzinger - noi possiamo riconoscere solo ciò per cui si dà in noi una corrispondenza".


E' in questa corrispondenza il criterio del vero.


Prima, ogni momento

L'imbattersi in una presenza di umanità diversa viene prima non solo all'inizio, ma in ogni momento che segue l'inizio: un anno o vent'anni dopo.


Il fenomeno iniziale - l'impatto con una diversità umana, lo stupore che ne nasce - è destinato ad essere il fenomeno iniziale e originale di ogni momento dello sviluppo. Perchè non vi è alcuno sviluppo se quell'impatto iniziale non si ripete, se l'avvenimento non resta cioè contemporaneo.


Il fattore originante è, permanentemente, l'impatto con una realtà umana diversa.

Una grazia

L'imbattersi in una realtà umana nuova è una grazia, è sempre una grazia.



La continuità con quello che è avvenuto al principio si avvera perciò solo attraverso la grazia di un impatto sempre nuovo e stupito come la prima volta.

Semplicità di cuore

La registrazione di questo impatto esige l'atteggiamento originale con cui il Creatore ci fa, vale a dire l'atteggiamento del bambino che si abbandona e segue. Per poter ammettere quel fenomeno di una diversità umana occorre lo sguardo del bambino: una umiltà, una disponibilità, una semplicità di cuore, una povertà di spirito, che degli adulti, cui pure è già accaduto il primo impatto, possono aver smarrito.


Con questa semplicità o disponibilità, un uomo può anche aver sbagliato per anni, ma riprende meglio di chi sia stato impavido e non abbia avuto di che essere rimproverato.


La registrazione e il riconoscimento della corrispondenza esaltante tra il mistero presente e il proprio dinamismo d'uomo non possono avvenire se non nella misura in cui è presente e viva quella accettazione della propria fondamentale dipendenza, del proprio essenziale "essere fatti", nella quel consiste la semplicità, la "purità di cuore", la "povertà di spirito".

Seguire

Chi perciò, colpito da una diversità, partisse per il suo destino a cercare di "fare" lui, perderebbe tutto: deve seguire. Quella prensenza umana diversa in cui si è imbattuto è qualcosa d'altro, cui obbedire.


Attraverso un impatto sempre nuovo, nella sequela e nell'obbedienza, si stabilisce una continuità con il primo incontro.


Occorre che riaccada quello che è accaduto in principio (non "come" è accaduto in principio, ma "quello che" è accaduto in principio): l'impatto con una diversità umana in cui lo stesso avvenimento che muove all'origine si rinnova.






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