La crisi finanziaria partita dagli Stati Uniti e che sta investendo le economie mondiali 'e' soprattutto una crisi dell'umano i cui esiti sono scaturiti da una concezione di lavoro che si e' posta come unico orizzonte il profitto fine a se stesso e i risultati a breve termine'.
E' quanto ha affermato nel corso dell'assemblea generale della Compagnia delle Opere, ribattezzata 'Il tuo lavoro e' un'opera', il suo presidente Bernard Scholz, secondo cui, nell'attuale situazione occorre 'rimettere la persona al centro del lavoro'.
A tale riguardo, ha osservato, 'non siamo contro il profitto e contro la finanza, ma si tratta di strumenti e non di obiettivi: la vera ricchezza puo' nascere solo dal lavoro. Per questo - ha aggiunto - chiediamo al governo nazionale e ai governi regionali di mantenere al centro delle loro azioni la priorita' del lavoro e dell'occupazione, senza imboccare la via statalista e, allo stesso tempo chiediamo alla banche di sostenere le imprese che lo meritino' Davanti alla folta platea che ha gremito le tribune del Palasharp - tra cui il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, quello della Provincia di Milano, Filippo Penati, l'europarlamentare Mario Mauro, il vicepresidente della Camera dei Deputati, Maurizio Lupi e i parlamentari, Raffaello Vignali e Renato Farina - hanno preso la parola anche il presidente della fraternita' di Comunione e Liberazione, don Julian Carron e quello della Fondazione per la Sussidiarieta', Giorgio Vittadini.
'Se l'uomo mette al centro solo se stesso - ha spiegato Carron - il lavoro puo' diventare fonte di esaltazione o di condanna. L'uomo che si pensa da solo - ha proseguito - puo' esaltarsi sino a toccare il cielo con un dito' oppure 'scendere nell'abisso e sentirsi inutile. E' un paradosso in cui e' racchiusa tutta la grandezza dell'uomo e la sua piccolezza'.
Affermazioni, quelle di Carron, su cui si innesta anche la riflessione di Vittadini, secondo il quale se le difficolta' attuali vanno legate ad un 'intero modello di economia e finanza che e' andato in crisi', non si puo' nascondere anche una impasse 'della coscienza dell'uomo' e del modo di pensare 'se stesso'. Tuttavia, ha concluso, pur di fronte ad un periodo fortemente negativo, 'la crisi e' l'occasione per il cambiamento. Dobbiamo ricominciare' abbandonando 'l'idea del finanziere come un alchimista' e facendo perno sui valori reali in modo da 'essere pronti a imparare dalla crisi' e tornare a crescere.(ANSA).
Agenzie
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