di Daniel Pipes
FrontPageMagazine.com
24 dicembre 2007
"Se fossi musulmano ve lo direi", ha asserito Barack Obama, ed io gli credo. In effetti, egli è un cristiano praticante, un membro della Trinity United Church of Christ. Attualmente non è un musulmano.
Ma Obama lo è mai stato o è stato considerato tale dagli altri? Più precisamente, i musulmani potrebbero considerarlo un murtadd (un apostata), vale a dire un musulmano convertitosi a un'altra religione e, quindi, qualcuno il cui sangue potrebbe essere versato?
Barack Obama at the Smoky Row Coffee Shop di Oskaloosa, in Iowa.
Il candidato alla soglia presidenziale americana ha rilasciato due importanti dichiarazioni a riguardo. Sul sito web della sua campagna elettorale è stata postata una dichiarazione del 12 novembre così titolata: "Barack Obama Non È Mai Stato un Musulmano", e a ciò fa seguito: "Obama non ha mai pregato in una moschea. Non è mai stato un musulmano, non ha ricevuto un'educazione musulmana, ed è un devoto cristiano". Poi, il 22 dicembre, nell'inatteso scenario del Smoky Row Coffee Shop di Oskaloosa, in Iowa, mangiucchiando una fetta di torta di zucca e bevendo del tè con quattro abitanti del luogo, Obama ha fornito su questo argomento molti più dettagli rispetto a quanto abbia mai fatto prima. Alla domanda in merito al suo retaggio musulmano, egli ha così replicato:
Mio padre era originario del Kenya e molta gente del suo villaggio era musulmana. Egli non professava l'Islam. A dire il vero, non era molto religioso. Poi incontrò mia madre, una cristiana del Kansas. Si sposarono e divorziarono. È stata mia madre a pensare alla mia educazione. Pertanto, sono sempre stato un cristiano. L'unico legame che abbia mai avuto con l'Islam è la provenienza keniota di mio nonno paterno. Ma io non ho mai professato l'Islam (…) Per un po' sono vissuto in Indonesia, visto che mia madre insegnava lì. E quello è un paese musulmano. Frequentai le scuole indonesiane. Ma non fui un osservante della fede islamica. Credo, però, che ciò mi permetta di capire come la pensi questa gente, che condivide in parte il mio pensiero, vale a dire che si possono instaurare migliori rapporti con il Medio Oriente e ciò contribuirebbe a renderci più sicuri, se noi potessimo capire come loro la pensino a riguardo.
Obama è mai stato musulmano?
"Sono sempre stato cristiano" ha detto Obama, puntando sul fatto che sin da bambino non è mai stato un osservante della fede islamica, per negare così ogni legame con l'Islam. Ma i musulmani non reputano che la professione della fede islamica sia di capitale importanza. Per essi, chi è nato da padre musulmano è un musulmano di nascita. Inoltre, tutti i bambini che portano un nome arabo basato sulla radice trilaterale H,S,N (Hussein Hassan e altri nomi) possono essere considerati musulmani. Pertanto, a loro dire, basta considerare il nome completo di Obama: Barack Hussein Obama per asserire che egli è musulmano di nascita.
Inoltre, familiari e amici lo hanno considerato musulmano sin da bambino. Nell'articolo dal titolo "Obama Debunks Claim About Islamic School", il 24 gennaio 2007, Nedra Pickler dell'Associated Press scriveva che:
La madre di Obama divorziò dal padre di Obama per poi sposare un uomo indonesiano, Lolo Soetoro, e la famiglia si trasferì in Indonesia dal 1967 al 1971. Dapprincipio, Obama frequentò la scuola cattolica "San Francesco di Assisi", e in base alla documentazione presentata egli fu iscritto come musulmano, la religione del suo patrigno. La documentazione richiedeva che al momento dell'iscrizione ogni allievo scegliesse una delle 5 religioni di Stato: musulmana, indù, buddista, cattolica o protestante.
A questa domanda, il capo addetto stampa di Obama, Robert Gibbs, replicò facendo sapere a Pickler che:
Egli non aveva la certezza di conoscere il motivo per il quale nel documento Obama risultava essere musulmano. "Il senatore Obama non è mai stato un musulmano".
Due mesi dopo, Paul Watson del Los Angeles Times (articolo disponibile on-line in una ristampa del Baltimore Sun) riportò che dal sito web della campagna di Obama era scomparsa quella dichiarazione assoluta e ne apparve una più sfumata: "Obama non è mai stato un musulmano praticante". Il Times ha approfondito la questione e ne ha saputo di più riguardo il suo interludio indonesiano:
I suoi ex insegnanti cattolici e musulmani, insieme a due persone identificate dal maestro della scuola elementare frequentata da Obama come amici di infanzia, asseriscono che Obama è stato iscritto dalla sua famiglia come musulmano in entrambe le scuole frequentate. Quella iscrizione implicava che, ai tempi della terza e della quarta elementare, Obama apprendeva l'insegnamento dell'Islam per due ore alla settimana frequentando una classe religiosa.
Gli amici di infanzia dicono che talvolta Obama si recava a recitare le preghiere del venerdì nella locale moschea. "Pregavamo, ma non sul serio, limitandoci a imitare i gesti compiuti dagli adulti presenti nella moschea", ha chiosato Zulfin Adi. "Ma da bambini amavamo incontrare i nostri amici e ci recavamo insieme in moschea, e giocavamo" (…) La sorella più giovane di Obama, Maya Soetoro, in una dichiarazione rilasciata in occasione della campagna elettorale ha affermato che la famiglia frequentava la moschea esclusivamente "per gli eventi comunitari" e non ogni venerdì.
Rievocando i tempi del soggiorno di Obama in Indonesia, il resoconto del Times contiene menzioni che Obama: "si recava in moschea" e che egli "era musulmano".
Sintetizzate, le prove disponibili stanno a indicare che Obama era musulmano di nascita, di padre non praticante e che per alcuni anni ricevette una educazione sufficientemente musulmana, sotto gli auspici del patrigno indonesiano. A un certo punto, egli si convertì al Cristianesimo. Sembrerebbe falso asserire, come ha fatto Obama: "Sono sempre stato un cristiano" e "Non ho mai professato l'Islam". La campagna elettorale sembra essere dilettantesca o ingannevole, quando si afferma: "Obama non ha mai pregato in una moschea".
Implicazioni della conversione di Obama
In poche parole, la conversione di Obama a un'altra fede religiosa fa di lui un murtadd.
Detto questo, la punizione per l'apostasia commessa da un bambino è meno severa rispetto a quella inflitta agli adulti. Come fa rilevare Robert Spencer, "in base alla legge islamica un apostata di sesso maschile non è mandato a morte, se non raggiunge la pubertà" (cfr.‘Umdat al-Salik o8.2; Hidayah, vol. II, p. 246).
Qualcuno, però, reputa che egli dovrebbe essere imprigionato fino al raggiungimento dell'età adolescenziale e poi "invitato" ad accettare l'Islam, ma ufficialmente la pena di morte per i giovani apostati è vietata.
Il lato positivo è che se Obama venisse accusato apertamente di apostasia, ciò solleverebbe eccezionalmente la questione del diritto di un musulmano a cambiare religione, facendo sì che un argomento da sempre marginale diventi primario e centrale, magari a grosso beneficio di quei musulmani che tentano di dichiararsi atei o di convertirsi a un'altra religione.
Ma se i musulmani considerassero Obama un murtadd, ciò avrebbe delle grosse conseguenze per la sua presidenza? L'unico precedente in grado di rispondere a simile interrogativo è il caso di Carlos Saúl Menem, presidente dell'Argentina dal 1989 al 1999. Figlio di due immigrati siriani musulmani e marito di un'altra siro-argentina, Zulema Fátima Yoma, Menem si convertì al Cattolicesimo. Sua moglie disse pubblicamente che Menem abiurò l'Islam per motivi politici – poiché fino al 1994 la legge argentina esigeva che il Capo dello Stato fosse membro della Chiesa. Dal punto di vista musulmano – si veda il NYT dell'8 gennaio 1989 – la conversione di Menem è peggiore di quella di Obama, essendo opera di un adulto. Tuttavia, Menem non è stato minacciato né ha dovuto pagare lo scotto del cambiamento di religione, perfino durante il suo viaggio nei paesi a maggioranza musulmana, in Siria in particolare.
Ma una cosa è essere Presidente dell'Argentina negli anni Novanta e un'altra è essere Presidente degli Stati Uniti nel 2009. Non si dovrebbe scartare l'ipotesi che qualche islamista lo rinnegherebbe per il fatto che sia un murtadd e tenterebbe di giustiziarlo. Ma vista la bolla protettiva che circonda un presidente americano, questa minaccia, presumibilmente, non lo distoglierebbe dallo assolvimento delle sue mansioni.
Cosa più importante, in che modo i musulmani più tradizionali reagirebbero a lui, sarebbero furiosi per la sua apostasia? Questa reazione è una reale possibilità che comprometterebbe le sue iniziative rivolte al mondo musulmano.
Nessun commento:
Posta un commento