Minima di Alfonso Berardinelli
Tratto da AVVENIRE del 1 marzo 2008
Quando il senso e il valore del passato si polverizzano, è giusto parlare di maestri, come fa Filippo la Porta nel suo Maestri irregolari (Bollati Boringhieri). Ma che cos’è un maestro?
Più che un modello da seguire, un grande classico o uno scrittore amato, credo che un maestro sia soprattutto un mediatore, un individuo che non propone se stesso, né si comporta in modo che allievi e discepoli si concentrino su di lui. Al contrario, un maestro punta il dito su qualcos’altro, indica qualcun altro.
Rende presente qualcosa che merita tutta l’attenzione e che non coincide né con lui (il maestro) né con chi lo ascolta (l’allievo). Un maestro non è un protagonista in scena, non è un fascinatore, un seduttore, un trascinatore, una guida, un leader.
Un maestro è meglio che sia cedevole, duttile e ironico. Deve mettersi un po’ da parte. Non sta di fronte, ma di lato, a fianco. Mette fra se stesso e chi lo ascolta qualcosa di più importante e di più grande, qualcosa a cui prima non si pensava. Un maestro è dunque una persona vivente accanto ad altre persone viventi, non è un autore e un’ auctoritas consegnata alla parola scritta, a un testo immodificabile.
Per lo studente che studiò Dante seguendo le lezioni di Erich Auerbach o di Natalino Sapegno, il maestro non è Dante, sono Auerbach o Sapegno. Dato che all’università ho studiato i rapporti polemici di Socrate con i Sofisti seguendo le lezioni di Guido Calogero, il mio maestro è Calogero non è Socrate né Platone. Il fatto che Socrate abbia evitato di scrivere e di chiudere il movimento del suo pensiero in un corpus di testi è esattamente ciò che rende Socrate uno dei massimi esempi dell’idea di maestro.
Neppure Gesù scrisse. E il termine «Upanishad», che denomina nel loro insieme alcuni testi fondamentali dell’induismo, ricorda che l’insegnamento deve essere diretto e viene impartito da maestro a discepolo stando «seduti accanto».
1 commento:
Sono molto molto molto molto d'accordo.
Trovo che oggi ci sia un'inflazione di sedicenti "liberi pensatori" un po' dappertutto, in rete poi non ne parliamo. Troppo spesso intolleranti, dogmatici, nonché maleducati e volgari. Forse anche perché non hanno mai avuto l'umiltà di confrontarsi nemmeno con l'idea che avere un maestro è necessario. Non dico semplice, anzi è difficile, ma necessario.
vincenzillo.splinder.com
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