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Bugie Staminale - Angelo L. Vescovi (il Foglio 22/01/2005)
Ci viene spesso spiegato il contrario del vero e cioè che le cellule staminali embrionali rappresentano se non l'unica (..) sicuramente la via migliore per lo sviluppo di terapie cellulari salvavita. [...]
Non posso mancare di notare come tale approccio è totalmente infondato e pone il cittadino, presto chiamato a decidere sulla validità della legge sulla fecondazione assistita, di fronte ad un dubbio dilaniante: lasciar morire milioni di persone o permettere l'uso degli embrioni umani per generare cellule salvavita ?
Ovviamente, in un contesto simile, la natura dell'embrione umano viene stravolta, negata e banalizzata, fino a renderlo un semplice "grumo di cellule", qualcosa di sacrificabile ignorando gli enormi problemi etici che questo scacrificio solleva. In realtà il sacrificio non è per nulla necessario.
Non esistono terapie, neppure sperimentali che implicano l'impiego di cellule stamianli embrionali. [...]Esistono numerose terapie salvavita che rappresentano realtà cliniche importanti, quali le cure per la lucemia le grandi lesioni ossee, le grandi ustioni, il trapianto di cornea. Tutte queste si basano sull'utilizzo di cellule staminali adulte. [...]Esistono tecniche altrettanto promettenti basate sull'attivazione di cellule staminali nella loro sede di residenza.
[...]La produzione di cellule staminali embrionali può avvenire senza passare attraverso la produzione di embrioni. Sono infatti in corso studi grazie ai quali è possibile deprogrammare le cellule adulte fino a renderle uguali alle staminali embrionali senza mai produrre embrioni. Si tratta di una procedura che ha la stessa probabilità di funzionare della clonazione umana, ma scevra da problemi etici e che produce cellule a riparo da rischi di rigetto. [...]In questo contesto, mi permetto di concludere che, nella mia scala di valori di laico e agnostico, il diritto alla vita dell'embrione precede inequivocabilmente il diritto alla procreazione.
La Chiesa e la fecondazione artificiale - Mons. Elio Sgreccia (Corriere della Sera 08/02/2005)
Bisogna constatare che sul piano giuridico e culturale tutto viene incentrato sul deisderio (che presume anche di diventare diritto) della donna o della coppia in ordine ad avere un figlio, mentre rimane in posizione secondaria il figlio generato e quelli sacrificati. Ma il figlio è lo scopo della generazione e il figlio non va considerato come "rimedio" o "mezzo" in ordine ai desideri degli adulti.
C'è chi sostiene il carattere pienamente umano dell'embrione a partire dall'inizio del processo di fecondazione(...) e c'è chi pone delle date che posticipano la prima considerazione umana dell'embrione a 15 giorni dalla fecondazione, oppure prima dell'impianto, prima della formazione del tessuto cerebrale(...) secondo la teoria cosiddetta "gradualista". [...] Desidero aggiungere che lo stesso rapporto Warnock, che è quello in cui è stata formulata la teoria gradualista, confessa che la propria proposta del "pre-embrione", l'embrione cioè che non supera i 15 giorni di età, è stato frutto non di una considerazione biologica, ma di una ricerca di un "punto d'incontro" con quanti chiedevano di poter condurre la sperimentazione sugli embrioni non impiantati o di poterli esaminare e selezionare con la diagnosi pre-impiantatoria prima di impiantarli in utero.[...]
La conclusione relativa alla natura e identità dell'embrione umano è di capitale importanza per valutare le tecniche di procreazione artificiale dal punto di vista etico, perchè molte tecniche di fecondazione artificiale umana, comportano come noto, la distruzione, la perdita, la selezione, il congelamento di embrioni.
Di più, tutte le tecniche di fecondazione artificiale offendono la dignità propria dell'embrione umano, perchè l'embrione umano è un figlio e fin dal primo momento della fecondazione merita il rispetto che si deve alla persona umana; al contrario, il concepimento tecnologico tratta l'embrione come un "prodotto", come se fosse un oggetto che si costruisce artificialmente. Per documentare la perdita degli embrioni, ad es. nelle tecniche di FIVET, è stato statisticamente comprovato con ripetute indagini a distanza che su 100 embrioni fecondati in laboratorio con tecniche FIVET, soltanto 6-7 giungono bambini in braccio alla madre [...]
Un secondo livello di problematiche etiche riguarda le ripercussioni della feondazione artificiale sul matrimonio e sulla famiglia. [...]
Il fatto più palese è quello che si verifica nelle situazioni e legislazioni in cui è permessa la fecondazione eterologa, oppure anche la maternità surrogata. Si sa che in questi casi si può arrivare a instaurare situazioni con due padri e due o tre madri. Tutto ciò che va sotto il nome di frantumazione della maternità (genetica, gestazionale e sociale) e della paternità (genetica e sociale) si ripercuote sul piano della relazione con i figli e tra i coniugi, ma crea anche situazioni di conflittualità giuridica. [...]
Assicurare che attraverso la fecondazione eterologa sia possibile evitare la trasmissione di una malattia genetica diventa praticamente impossibile e le cause per il risarcimento del danno a carico dei centri di fecondazione artificiale potrebbero moltiplicarsi.[..]
Questo aspetto che la Chiesa Cattolica considera come prioritario, riguarda tutte le forme di procreazione artificiale, laddove cioè l'atto coniugale personale viene sostituito dalla tecnologia. [...]
E' un legame naturale e profondo quello che unisce "la dimensione unitiva" e "la dimensione procreativa" dell'atto coniugale. [...]
Infatti un atto di procreazione senza l'espressione corporea risulta privo non tanto dell'elemento biologico, ma quanto della comunione interpersonale che si può esprimere in modo completo attraverso il corpo nella sua pienezza e unità. [...]
La sostituzione del gesto corporeo con la tecnica determina una riduzione dell'atto coniugale, un suo declassamento alla tipologia di "atto tecnico". La Chiesa Cattolica rimane, ovviamente in favore degli interventi veramente terapeutici che possono riportare l'organismo dell'uomo e della donna a recuperare la fertilità - fecondità.
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