domenica 2 settembre 2007

Benedetto XVI davanti a 400mila persone

Folla di fedeli al mega-raduno dell'Agorà, a Loreto

Il Pontefice ai giovani: «La Chiesa è un faro di libertà e nel progetto divino il mondo non conosce periferie»



LORETO - Il Papa è arrivato di fronte ai partecipanti al mega-raduno dell'Agorà. a Loreto. Canti, appalusi prolungati e grida che scandivano il suo nome lo hanno accolto nella spianata di Montorso, dove lo attendevano circa 400 mila ragazzi (dato annunciato dal palco).
Il Pontefice ha girato tra i settori con la «Papa-mobile», con accanto mons. Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani che hanno promosso l'Agorà dei giovani. Ad accogliere Benedetto XVI all'eliporto di Montorso sono stati il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Angelo Bagnasco e il vicepremier Francesco Rutelli, a Loreto in rappresentanza del Governo Italiano. Con loro l'arcivescovo prelato di Loreto, mons. Gianni Danz, l'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede Giuseppe Balboni Acqua e il nunzio mons. Giuseppe Bertello. All'eliporto erano inoltre presenti all'arrivo del Pontefice anche il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, il prefetto di Ancona Giovanni D'Onofrio e il sindaco di Loreto Moreno Pieroni.

CHIESA FARO DI LIBERTA' - «La Chiesa è un faro di libertà e nel progetto divino il mondo non conosce periferie». Per evitare di restare «ai margini della società e della storia», occorre comprendere che «la grandezza della nostra vita sta nello scoprire di essere amati e proprio per questo chiamati ad amare». Il Papa, rispondendo alle testimonianze su gravi situazioni di disagio e marginalità, ha parlato a braccio incoraggiando i ragazzi ad «andare avanti» anche «in una situazione difficile». «La società oggi - ha affermato il Pontefice - ha bisogno della solidarietà e che Cristo sia presente al centro del mondo. Il mondo - ha aggiunto - deve cambiare». «Andate, vivete, amate! Agli occhi di Dio ciascuno di voi è importante», ha esortato i giovani presenti. «Nessuno di voi pertanto si senta marginale; nessuna vita è senza importanza e senza senso; siete tutti veramente importanti, protagonisti perchè siete al centro dell'amore di Dio». «Il mondo dev'essere cambiato, ma è proprio la missione della gioventù di cambiarlo». Un grande applauso degli oltre trecentomila giovani riuniti sulla piana di Montorso per l'Agora 2007 ha poi accolto queste parole del Papa, pronunciate "a braccio" durante le risposte alle testimonianze di alcuni ragazzi. «Non possiamo farlo solo con le nostre proprie forze - ha aggiunto Benedetto XVI invitando i giovani a farsi parte attiva della Chiesa - ma in comunione di fede e di cammino, in comunione con Maria, con tutti i Santi e con Cristo».

BAGNASCO: «MOMENTO DI GRAZIA» - L'Agorà dei giovani italiani «è un momento di grazia» da vivere con «cuore aperto» e stando «insieme nella gioia». Lo ha dichiarato al Sir, l'agenzia stampa promossa dalla Cei, monsignor Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nel giorno in cui l'evento di Loreto raggiunge il suo culmine. «A noi - prosegue monsignor Bagnasco - giungerà la grazia del Signore attraverso il cuore di Maria». Una grazia di cui «ha bisogno ogni ragazzo, ogni giovane per la sua vita, per la sua comunità, per quei desideri che il suo cuore custodisce. L'incontro con il Santo Padre - sottolinea il presidente della Cei - è il momento culminante di questi giorni». Benedetto XVI con «la sua parola e la sua serenità confermerà la fede e alimenterà ulteriormente l'entusiasmo dei ragazzi e delle comunità cristiane».

I GIOVANI NON SONO AIUTATI DAGLI ADULTI - I giovani, che «hanno una specie di istinto radicato attorno ai valori importanti» e che «percepiscono a naso ciò che vale da ciò che è falso», in questa capacità «non sono affatto aiutati dal mondo adulto, al quale spetta di presentare ciò che conta» ha sottolineato monsignor Bagnasco in una lunga intervista al Messaggero. «Gli adulti appaiono e sono poco convincenti e non solo quando si tratta di argomentare, ma ancor prima quando si tratta di trascinare con la forza degli esempi». «I giovani» , spiega il presidente della Conferenza Episcopale Italiana , «sono esposti più facilmente alle lusinghe e alla serie di falsi miti. Qui più che colpevolizzare i giovani dovremmo piuttosto mettere il mondo adulto in stato di autoanalisi, Perché è lì e non tra le giovani generazioni il problema».
Sul rapporto tra i giovani e la politica, il presidente della Cei afferma che «l'amore per il Signore spinge verso gli altri e non esclude, quindi, la dimensione sociale e politica. Anzi, proprio la disponibilità a farsi carico dei problemi e dei bisogni degli altri è uno dei segni del cristianesimo. L'importante è sapere che la vera politica, quella con la P maiuscola, è sempre una forma importante di servizio».

01 settembre 2007


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