La medicina torna ad essere magia.
Questa volta è accaduto all’Ospedale San Paolo di Milano. "Una fatalità. [..] I vertici del San Paolo escludono responsabilità mediche" (Il Corriere della Sera, 27/08/07). In realtà non si tratta solo di responsabilità medica; è l’uomo che manca, non c’è più l’uomo: è smarrita la ragione, la dote umana che fa la diversità dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi. E’ smarrita la ragione e ridotto l’uomo (Il Foglio, 26 agosto 2007). Ne derivano almeno due conseguenze.
La prima, più grave, -come segnale del decadimento umano-, è l’incapacità a percepire la gravità di ciò che è accaduto e quindi della colpa, della propria colpevolezza, dell’essere stati all’origine della morte di due bambini. Ammettere l’errore è l’inizio della possibilità di cambiare, di tornare ad essere uomini.
L’altra riguarda l’aspetto professionale. "Per salvare il gemello sano" (Il Corriere della Serata "Quanta ipocrisia. 27/08/07) si arriva a uccidere a caso, procedendo fino ad uccidere proprio lui, il sano. Il "fare medico" diventa mediocre, viene a patti con l’empirismo più grossolano, accetta una scommessa simile al gioco della roulette russa: premere il grilletto su "uno qualsiasi" dei due gemelli, pur di far fuori il malato. Paradossale ma reale, nella verità che vi si cela: la selezione eugenetica non è per l’uomo, è contro l’uomo, contro ogni uomo, ha un costo inaccettabile.
"Nessuna analisi avrebbe permesso di verificare nel corso dell’intervento se si stava facendo la cosa giusta. [..] In medicina l’errore è sempre in agguato e l’aborto deve essere considerato come un normale aspetto della sanità". (L'Unità , Errore nell’aborto selettivo,27/08/07). Qui l’errore è colpevole e va a braccetto con mediocrità ed empirismo, pur messi al bando dalla medicina "scientifica" che va di moda, quella metodologicamente corretta, che obbliga a rispettare uno schema formale di passaggi di un percorso di diagnosi e terapia perché essa - e solo essa - è quella "oggettiva". Scientifica, appunto, oggettiva, inattaccabile.
Nella nostra epoca post-illuminista e scientista, ormai persa la ragione, la medicina torna così ad essere magia. Lo disse profeticamente Lejeune nel 1976 "Il vero pericolo è nell’uomo; nello squilibrio sempre più inquietante tra la sua potenza che aumenta e la sua saggezza che regredisce" [..] E’ saggio essere un buon apprendista, è il dovere di ogni scienziato, ma è folle giocare allo stregone; nessuno può mai diventarlo". (J. Lejeune,in "Il biologo apprendista stregone", 1976).
"Un problema etico esiste e dobbiamo parlarne senza ipocrisia. Io mi chiedo: il fatto di sapere che uno dei due gemelli sia malato, malformato, è sufficiente a decidere di sopprimerlo?" "Io sono a disagio" (Livia Turco, Il Corriere della Sera,27/08/07).
Di nuovo Lejeune è maestro "[..] Saranno nominati comitati etici che in realtà sono fatti apposta per cambiare la morale. [..] In una democrazia moderna, che non fa nessun riferimento a una morale superiore, ma nella quale la morale pubblica viene definita dalle leggi, per ogni cittadino cercare di far passare nelle leggi del proprio paese ciò che egli considera come "la morale", non è soltanto un diritto, ma un dovere democratico". (J.Lejeune, L’uomo e il suo destino, 1990).
Ritoccare o rifare la 194 non servirà se non si impara da fatti come questo. Il problema è molto più al fondo: è all’origine della nostra cultura, dell’immagine di uomo che ci siamo fatti. Se non si parte da questo, dal bisogno di tornare ad essere uomini, nessuna legge potrà porre rimedio.
Editoriale a cura di C. Isimbaldi
ABORTO SELETTIVO / LEGGE 194
Errore nell’aborto: "muore" il gemello sano (Il Corriere della Sera, 26 agosto 2007)
Così se ne salva almeno uno (Il Corriere della Sera, 27 agosto 2007)
Servivano altri controlli (QN, 27 agosto 2007)
L’affondo del Vaticano (Il Giornale, 27 agosto 2007)
Due inchieste per l’aborto sbagliato (Il Giornale, 27 agosto 2007)
Un fallimento, ma sono a posto con la mia coscienza (Il Corriere della Sera, 27 agosto 2007)
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