giovedì 6 dicembre 2007

INTERVENTO DI ROSE BUSINGYE

Introduzione (Alberto).
Toglieteci tutto ma non la possibilità di educare e di essere educati
a crescere in ragione e in affezione, a imparare a volere bene, a
condividere con gli altri una vita sempre più umana.
Intervento di Rose Busingye
(infermiera di Kampala Uganda – età
apparente 35 anni)

Lugagnano 28 nov 2005

Rose:
Voglio dirvi ciò che mi sta più a cuore: quando ho risposto alla
domanda “di chi sono?” ho cominciato a lavorare, sono diventata più
coraggiosa e libera. Tutto è iniziato quando Fiona, una bambina
ricoverata nel mio ospedale per meningite e aids mi ha chiesto di
aiutarla a tornare a scuola a giocare con i suoi amici. Io ho voluto
rispondere a quel desiderio.




Sono andata a casa e ho venduto tutto
quello che avevo per comprarle le medicine. I miei amici mi hanno
detto che ero matta, perché con tutti i miei soldi le potevo
assicurare solo un breve ciclo di cure. Io però ho voluto rispondere
al suo desiderio anche se poteva essere anche solo per 1 settimana o
per solo 1 mese…e Fiona adesso va a scuola e abbiamo trovato i soldi
per proseguire le cure.
[oggi Rose lavora con 900 bambini e le loro madri affette da aids, ha
33 case di bambini abbandonati di cui si prendono cura donne che
fanno da mamme]
Tu sei più grande di quello che puoi immaginare. Facciamo lavori a
maglia, collane, …offriamo una compagnia matura, facciamo tutto
insieme, danze e musica per vincere la tristezza che prende queste
persone malate di aids. Usiamo la musica di ogni tribù, perché uno si
esprime dentro la sua tradizione. Questo ti dà stabilità e
consistenza. Facciamo gite. Per introdurci a una bellezza, perché
vedano che ogni cosa è fatta per me. Perché il suo cuore è il
rapporto con qualcosa di più grande. Tutto deve essere al servizio di
questa persona. Facciamo anche la scuola. Anche se devono morire
domani vogliono imparare a leggere e scrivere. Vogliono conoscere le
cose. Vogliamo incoraggiare, tu sei qualcosa di grande e tu sei
responsabile. Facciamo piccoli prestiti che restituiscono dopo 4
mesi, imparano a investire quei soldi per qualche attività, imparano
a lavorare insieme con vantaggi per tutti. Educhiamo le donne a
nutrire i bambini. Non diamo regole, che verrebbero seguite per poco
tempo…lavoriamo insieme! Anche quando non ci siamo continuano come
hanno imparato. Non c’è un capo ma un gruppo di amici
responsabilizzati, ognuno aiuta l’altro, così che si sentono
protagonisti. Per i bambini abbandonati abbiamo delle case con
persone adulte che ti vogliono bene.
Curo una persona perché voglio che sia felice. Il nostro cuore è un
rapporto con qualcosa di grande, siamo un rapporto nel quale ci
sentiamo qualcuno. Quando vieni in ospedale perché hai un diritto non
ti curo bene. Io accolgo perché qualcuno che mi ha voluto bene mi ha
accolto. Voglio introdurre i bambini a una bellezza, a qualcosa che è
più grande di me. La verità non la possiedo io. Io porto a qualcosa
che anch’io credo che è bella, a qualcosa che è infinito. Tutto
quello che gli do è per dirgli che lui è grande, indispensabile.
Questi 900 bambini sono accolti nelle case di queste donne. Quando
trovo un bambino sulla strada i ricchi non lo prendono perché hanno
mille complicazioni, i poveri li accolgono e gli vogliono bene. Con i
giovani facciamo lo stesso lavoro. Chi è l’uomo? Un rapporto nel
quale si scopre voluto bene, si scopre qualcuno. Non è definito dalla
sua malattia e dalle sue difficoltà. L’uomo è un grido alla felicità.
Qual è il senso della vita? Questa felicità totale. Quando uno si
sente voluto bene, vede cambiare le cose.
In Uganda ci sono tramonti bellissimi. Prima non li guardavo. Ho
visto amici che si fermavano a guardare. Mi sono fermata a guardare
le stelle con i ragazzi, ho imparato a guardare le cose con un gusto.
Quando sei vestita così sei più bella! Uno che ti vuole bene ti porta
sulle spalle verso la tua felicità.
Ci sono delle persone che non ci hanno promesso niente ma ci hanno
voluto bene. Per questo siamo le persone più ricche del mondo anche
se siamo le più povere. Perché qualcuno ci ha voluto bene.
L’uomo è un rapporto con il maestro che ti porta con sé e cammina e
dove va lui ci vai anche tu.
Quando è successo lo “tsunami” queste persone hanno voluto
contribuire anche se noi non volevamo.
Ci hanno detto: “quando mi hai incontrato hai pagato le medicine,
voglio anch’io voler bene a qualcuno anche se non lo conosco, non hai
solo pregato per me, voglio anch’io imparare a voler bene”. Sono
andati nella cava, dove lavorano a spaccare sassi con le mani, come
fanno ogni giorno, e lo hanno fatto per quei bambini (“vogliamo dare
almeno l’equivalente di un trattamento per la malaria”). Anche i
mendicanti hanno portato dei soldi, anche se non li volevamo. In 1
settimana hanno portato 1000 euro! Erano gasatissimi come bambini.
Hanno dato ciò che avevano.
“io sono malata di aids e presto morirò ma voglio morire dopo aver
dato qualcosa a qualcuno”.
Prima pensavo: questi, così poveri, cosa volete che capiscano, invece
questi hanno capito molto più di me!=

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