mercoledì 12 dicembre 2007

"LA BUSSOLA D'ORO"KOLOSSAL DELL'AMBIGUITA'



"Mentre il Papa,proprio in questi giorni,ci ha donato la possibilita',con la nuova enciclica,di comprendere sempre meglio il significato del nostro vivere e ci ha dato cosi' la possibilita' di poter trasmettere ai nostri figli che la vita puo' essere vissuta da protagonisti e nulla e' contraddizione alla letizia,nelle sale cinematografiche italiane si preparano a raccogliere gli incassi per un film che ha suscitato oltreoceano sdegno fra i cattolici e gli anglicani.Cosi' le nostre sale si riempiranno di giovani attirati solo dal desiderio di poter vedere dove questo film riesce a colpire la chiesa.
Rimarranno delusi il regista ,pur di poter recuperare i soldi investiti, ha riveduto e corretto molto,non perche' condividesse ,solo per poter avere certi attori disponibili a girare.
Si preparano contemporaneamente le librerie a vendere i libri della trilogia perche' diranno al pubblico deluso che la parte piccante la potranno trovare sui fogli scritti.
La filosofia del nulla cosi' continua a serpeggiare fra tutti noi.
Il papa che continua a richiamare alla ragione e' scomodo perche' ci indica una via faticosa,che richiede di rimettere in moto il cervello individuale.
Faticosa ,solo perche' non siamo piu' abituati ad andare a fondo dei nostri desideri e del significato di cio' che accade.
Sostenere una teotia che va contro a quella comune richiede maggior sforzo.
E' piu' facile distruggere che costruire e sara' ancora piu' difficile ricostruire avendo solo materiale di recupero.
Cosa comunichiamo ai nostri figli?
I soldi e la scienza sono la risoluzione del nostro vivere?
L'uomo ha bisogno di risposte serie gia' dal primo vagito.
Sabato scorso avevo qui mio nipotino Habib di 3 e mezzo.
Era la prima sera che si sarebbe fermato a dormire senza la sua mamma.
Tutto bene fino all'ora di andare a dormire.
Ha cominciato a piangere,a gridare che voleva la mamma.
Davanti al suo grido,alla sua domanda potevo rispondere con modalita' diverse:1)cercare di deviare il problema proponendogli cose che lo avrebbero indotto a dimenticare 2)affrontando seriamente il problema.
Gli ho detto che faceva bene a piangere,che era giusto che desiderasse l'abbraccio della sua mamma,anch'io nella sua condizione avrei fatto altrettanto.
Gli ho detto pero' che la sua mamma doveva lavorare e che anche lei avrebbe desiderato non lasciarlo ma che era certa che avrebbe dormito bene anche con la nonna.
Mi ha guardato e dopo un secondo dormiva.
Anch'io mi sono stupita e ancora una volta ho ringraziato il Signore di avermi donato Giovanni.
In questi anni mi sta insegnando ad accogliere l'altro,a saper abbracciare le difficolta'e soprattutto a continuare a riconoscere il mio limite(peccato)ed essere certa di poter continuamente riprendere perche' il Signore vuole uomini che lo seguono non uomini perfetti."


Il cinema che divide
di Alessandra De Luca

Tratto da AVVENIRE del 11 dicembre 2007


A gli spettatori italiani che nei prossimi giorni faranno la fila per vedere il kolossal fantasy La bussola d'oro - nei 450 cinema dove sarà proiettato -senza aver letto il primo capitolo della trilogia di Phillip Pullman dal quale il film è tratto, sembrerà insensato che le avventure di una ragazzina in viaggio in un universo parallelo abbiano suscitato tanto sdegno e polemiche tra i cattolici e gli evangelisti americani.

«La bussola d'oro» kolossal dell'ambiguità



Accusata di fomentare l'ateismo tra i più giovani, la pellicola è oggetto negli Usa di boicottaggio da parte di numerosi gruppi di attivisti. Eppure nel film (apparentemente) non vi è traccia di offesa al cristianesimo. La storia è infatti quella della piccola Lyra Belacqua che, entrata in possesso di una bussola creata per indicare sempre la verità, si mette in cerca del suo migliore amico rapito per conto di un'organizzazione chiamata Magisterium. Ad aiutare la bambina ci saranno lo zio, che ha scoperto l'origine di una misteriosa polvere, una strega buona, un avventuriero texano e un orso polare armato di corazza.

Che siano allora i cristiani d'oltreoceano ad aver perso la bussola? Niente affatto. E chi si accosterà al film avendo letto il libro di Pullman se ne accorgerà. Perché la saga dello scrittore britannico è profondamente antireligiosa, cosa che deve aver creato non poco imbarazzo a Hollywood se fin dall'inizio tutti, ma proprio tutti, dai produttori, al regista e agli attori -Nicole Kidman in prima fila -hanno negato qualunque attacco al cattolicesimo nel film. Il temibile Magisterium, ad esempio, che nella pellicola consiste in una non meglio definita organizzazione tirannica tesa a sottrarre agli uomini il libero arbitrio, nel romanzo si identifica con la chiesa cattolica. E se nella pellicola prevale il tema della cara, vecchia lotta tra bene e male (come sottolineato anche dalla conferenza episcopale americana, la quale non ha appoggiato apertamente il boicottaggio), il messaggio della saga letteraria sostiene invece ciò che viene difeso da gruppi ateisti americani come Freedom from Religion, e cioè: la religione esercita una vera e propria tirannia sugli uomini e bisogna liberarsene.

Ma perché allora scegliere di tradurre per il grande schermo e per un pubblico di giovanissimi una storia così apertamente anticristiana per poi ripulirla cancellando un po'ipocritamente qualunque riferimento troppo scomodo? Forse perché la cattolica Kidman non avrebbe mai accettato di interpretare un film anticattolico. O forse perché il regista Chris Weitz, autore anche della sceneggiatura, non aveva le spalle abbastanza larghe per affrontare un tale sfida. Ma la ragione più evidente è che la New Line (la casa di produzione della trilogia de Il signore degli anelli) ha investito una tale quantità di denaro in questo progetto (oltre 210 milioni di dollari) da non potersi certo permettere il lusso di perdere quella larga fetta di pubblico inevitabilmente offesa dal film.

Meglio lanciare il sasso, nascondere la mano, negare tutto e sperare che una bella polemica contro il film lo aiuti al botteghino. D'altra parte qualcosa dell'ateismo di Pullman è necessariamente trasudato anche nella pellicola: l'anima dei personaggi, ad esempio, vive all'esterno dei loro corpi sotto forma di animale, idea che contrasta con ciò che dice la Bibbia. E cosa ne sarà poi di quel personaggio chiamato Dio e ucciso dalla piccola protagonista nel terzo libro? Ma c'è ancora un altro aspetto da considerare. In un circo mediatico dove le strategie di promozione si fanno sempre meno trasparenti, l'arrivo del film nelle sale funzionerà certamente da traino per il libri di Pullman, soprattutto in paesi, come l'Italia, dove la saga non è ancora così popolare. Vale a dire che regista e produttori avranno pure filtrato il film trasformandola in una favola per tutti, ma se La bussola d'oro spingerà il giovane pubblico all'acquisto dei romanzi per sapere in anticipo come andrà a finire il viaggio di Lyra, ecco che le preoccupazioni dei cattolici risultano tutt'altro che insensate.


Le reazioni
L'America protesta l'Italia spera di bissare il «Codice da Vinci»

«La bussola d’oro» è tratto dal primo romanzo della trilogia del britannico Philip Pullman, la quale ha venduto 14 milioni di copie nel mondo. Protagonista è la bambina Lyra, che scopre un mondo parallelo governato dall’autoritario Magisterium.

«Per capire il tenore reale della trilogia di Pullman – ha spiegato William Donahue, presidente della Lega cattolica – basti dire che nel terzo libro la bambina uccide un personaggio chiamato Dio». La Commissione cristiana su film e tv ha annunciato pubblicazioni ad hoc per ribattere ai messaggi contenuti nei libri della saga e nel film.

Nel primo week-end di programmazione «La bussola d’oro» ha superato i 55 milioni di dollari di incasso nei 25 paesi nei quali è stato distribuito. Negli Usa ha avuto un risultato al di sotto le aspettative (26.1 milioni di dollari nel week-end) ma in Gran Bretagna ha superato i 18 milioni di dollari, in Spagna i 10 milioni e in Francia e Germania i 5 milioni di dollari.

Intanto in Italia, dove uscirà in 450 sale, l’ufficio stampa del film ha già deciso la strategia: presentare «La bussola d’oro» come «il film che fa paura alla Chiesa», sperando di fare gli stessi incassi del «Codice da Vinci».

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