Il sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza
La menzogna conosce comunque anche un altro stratagemma:
la bellezza mendace, falsa, una bellezza abbagliante che non fa
uscire gli uomini da sé per aprirli nell'estasi dell'innalzarsi
verso l'alto, bensì li imprigiona totalmente in se stessi. E'
quella bellezza che non risveglia la nostalgia per l'indicibile,
la disponibilità all'offerta, all'abbandono di sé, ma ridesta la
brama, la volontà di potere, di possesso, di piacere. E' quel
tipo di esperienza della bellezza di cui la Genesi parla nel
racconto del peccato originale: Eva vide che il frutto dell'albero
era "bello" da mangiare ed era "piacevole all'occhio". La
bellezza, così come ne fa esperienza, risveglia in lei la voglia
del possesso, la fa ripiegare per così dire su se stessa. Chi non
riconoscerebbe, ad esempio nella pubblicità, quelle immagini che
con estrema abilità sono fatte per tentare irresistibilmente l'uomo
ad appropriarsi di ogni cosa, a cercare il soddisfacimento del
momento anziché l'aprirsi ad altro da sé?
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