venerdì 15 giugno 2007

TESTAMENTO BIOLOGICO,UNA SINTESI TUTTA IN SALITA


Eutanasia - ven 15 giu
di Ilaria Nava
Tratto da AVVENIRE del 7 giugno 2007


Il testamento biologico è di nuovo all’attenzione della Commissione Sanità del Senato. Dopo una sospensione dei lavori causata da altre priorità politiche, da martedì (5 giugno NdM) gli otto disegni di legge sono tornati a occupare l’agenda del dodicesimo gruppo di lavoro di Palazzo Madama.

Il ciclo di audizioni previsto prima dell’inizio della discussione generale, cui hanno partecipato una cinquantina di esperti, si è concluso dopo aver impegnato i senatori per quasi un anno. In questi giorni, quindi, prende il via la vera e propria discussione sugli otto disegni di legge (ddl) presentati, mentre la relatrice Fiorenza Bassoli si occuperà di presentare una sintesi delle varie posizioni in campo. Compito tutt’altro che facile, quello della senatrice diessina. Infatti, sebbene il presidente Ignazio Marino (Ds) si dichiari ottimista sull’iter del provvedimento (di cui auspica un passaggio all’aula entro luglio), non sembra che per ora ci sia unità di vedute tra i componenti della Commissione.

Neppure all’interno della maggioranza si registrano posizioni concordi, anche se alcuni confidano nella possibilità di raggiungere un accordo interno e con l’opposizione, come dichiara la senatrice Anna Serafini (Ds): «Il lavoro svolto finora ha consentito di trovare convergenze significative ed è stato caratterizzato dall’ascolto reciproco. Sono fiduciosa che procedendo così si possa giungere a posizioni comuni, innanzitutto all’interno dell’Ulivo, ma anche con l’opposizione». E sui tempi rapidi del passaggio all’aula aggiunge di comprendere «che il presidente Marino sottolinei in questo modo l’esigenza di un provvedimento, che peraltro condivido, ma ritengo che anche la tempistica debba essere connaturale alla delicatezza del tema. Stiamo parlando di vita umana, è necessario muoversi con grande attenzione».

Concorda sulla necessità di lavorare ancora sulle convergenze Emanuela Baio Dossi (Margherita): «Finora abbiamo raggiunto buoni risultati trovando dei punti di contatto, condivisi da quasi tutti i commissari, sulle questioni che riguardano la necessità della nomina di un fiduciario, il diritto all’obiezione di coscienza per il medico e la non obbligatorietà del testamento biologico per i cittadini». Questi, dunque, potrebbero essere i punti fermi di un’eventuale sintesi tra i ddl, anche se restano finora escluse molte delle questioni più spinose: «In effetti – conferma la senatrice Baio – è ancora aperta la questione dell’idratazione, alimentazione e respirazione artificiali, che personalmente non ritengo debbano poter essere inserite nel testamento biologico. Tuttavia, avendo piena fiducia nella relatrice Bassoli, penso si potrà trovare un terreno comune. Non condivido le affermazioni, pur legittime, di chi sembra abbia fretta di approvare un provvedimento: proprio perché si tratta di un tema eticamente sensibile l’obiettivo non può essere quello di andare in aula prima possibile». Il collega di partito Paolo Bodini spiega di aver trovato una differente soluzione al problema dell’idratazione e alimentazione artificiali: «La nutrizione artificiale mi pare una terapia caratterizzata da una procedura invasiva: ritengo sia necessario che il paziente possa esprimere il suo consenso o dissenso attraverso il testamento biologico. Per l’idratazione il discorso cambia: è una forma di palliazione di base, nonché un veicolo di terapie sedative e del dolore, e non prolunga indefinitamente la sopravvivenza».
Un altro punto delicato è quello della vincolatività o meno per il medico: «Penso che debba essere relativa – aggiunge Bodini –, per evitare di ridurre il medico a mero esecutore della volontà del paziente. Il medico deve poter avere un margine di valutazione».
Se nella maggioranza si registrano posizioni piuttosto diversificate sul possibile contenuto di un provvedimento, i dissidi con l’opposizione non riguardano solo alcuni punti caldi della discussione ma la stessa necessità di legiferare sull’argomento. Posizione, questa, tenuta da Cesare Cursi (An), per il quale vi sono certamente argomenti più urgenti nella sanità italiana di cui sarebbe opportuno discutere: «Non vedo la necessità di affrontare in modo prioritario il tema del testamento biologico, anche perché ho il sospetto che per qualcuno costituisca un tentativo di mettere in circolazione il tema dell’eutanasia.

In ogni caso, qualora l’iter dovesse procedere per noi non vi sarà alcuna mediazione sulla difesa della persona umana. In quest’ottica ribadisco che saremo fermi nell’escludere alimentazione e idratazione dai trattamenti che potranno essere inseriti nel testamento biologico. Penso che su questi temi così delicati, che riguardano il rispetto della persona – conclude Cursi – sia doveroso trovare un’intesa che vada al di là degli schieramenti politici».

E’ dello stesso parere Enzo Ghigo (Fi), che ha maturato la sua posizione proprio grazie al ciclo di audizioni che si sono svolte in Commisione: «All’inizio pensavo fosse utile iniziare una discussione sul tema, pur con tutte le cautele per evitare derive di tipo eutanasico. Tuttavia, riflettendo sull’argomento, ho maturato l’idea che non sia utile in questo momento procedere con una legge. Non ritengo, peraltro che questo provvedimento debba essere tra le priorità: in questo momento è necessaria la ricerca di meccanismi che migliorino il welfare e incrementino l’assistenza domiciliare, piuttosto che fughe in avanti su un tema così delicato come quello del testamento biologico».


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