Tutti i vescovi hanno guidato insieme la preghiera conclusiva quale atto di consacrazione a Maria, mentre i frati cappuccini con l'acqua benedetta aspergevano i pellegrini che man mano defluivano dalla piazza per tornare alle loro case.
65.000 pellegrini giunti alla meta senza pioggia,
tra preghiere, canti e tante testimonianze
Erano almeno 65 mila le persone che questa mattina, alle 6.20, hanno cominciato ad affluire nella piazza della basilica di Loreto, accolte dal vescovo della città mariana, mons. Gianni Danzi. I pellegrini hanno camminato ininterrottamente per tutta la notte, senza pioggia.
Lungo il cammino, com’è ormai tradizione, la recita del rosario e i canti si sono alternati con le testimonianze e le intenzioni di preghiera. Atteso, e puntuale come sempre all’1.30 di notte, don Oreste Benzi, sempre di corsa per il mondo a far del bene nonostante i suoi ottantadue anni. Don Oreste ha voluto parlare in difesa dei bambini, di "quelli che sono vittime della separazione dei genitori, che piangono tutte le sere e si consolano vedendo le foto in cui sono in braccio dei loro papà£. Prima di congedarsi, don Benzi ha assicurato, "Dio permettendo", la sua presenza l’anno prossimo al trentennale del Pellegrinaggio.
Alla segreteria del Pellegrinaggio sono arrivate migliaia di richieste di preghiera - per le famiglia in difficoltà, per la guarigione dei malati, per tante tragedie e problemi drammatici - da ogni parte d’Italia e da tutto il mondo: da Novosibirsk a Sidney, da Perth a Shangai, da New York a Bogotà, dal Paraguay...
Hanno camminato per tutta la notte anche il presidente della provincia di Macerata, Giulio Silenzi, e il questore di Ancona Iacobone con la moglie. Silenzi ha detto che "alla fine, il giorno dopo, si respira una positività che è difficile trovare nella vita quotidiana". Iacobone, ricordando una scritta letta qualche ora prima dai Guzzini, ha detto che "il Pellegrinaggio dona in modo gratuito una grande luce, una linfa vitale di cui abbiamo bisogno".
Toccante la testimonianza di un sacerdote croato, Tomislaw, che ha raccontato di Atonia, una ragazza di diciannove anni malata di leucemia, per la quale i suoi amici erano venuti in Pellegrinaggio l’anno scorso. "Antonia è morta pochi mesi fa", ha detto Tomislaw, "ma ha scritto un libro di poesie, Inno alla vita, dal quale si capisce che la vita non finisce, se la meta è Gesù Cristo".
Oltre alla recita del Rosario, ai canti e alle testimonianze, sono stati letti passi del Magistero della Chiesa e di papa Benedetto XVI, a supporto delle meditazioni e sollecitazioni di mons. Giancarlo Vecerrica sul tema “Ed io che sono?”.
Anche quest’anno durante la notte ci sono stati i fuochi d’artificio, nonostante la terribile tragedia che il mese scorso ha colpito la ditta Alessi; mons. Vecerrica, ideatore e guida del Pellegrinaggio, ne ha ricordato espressamente le vittime e ha pregato per le famiglie degli scomparsi e per i feriti.
Ottima e abbondante è stata anche la colazione preparata e offerta dalle comunità del Pesarese nei pressi della chiesa di Chiarino, con the e caffè caldi, acqua e tanti dolci.
Dopo otto ore di cammino, al suono festoso delle campane, il corteo è arrivato in piazza della Madonna, preceduto dalla statua della Virgo Lauretana portata a spalla dagli allievi della Scuola aeronautica. Fra i pellegrini gente da tutte le regioni d’Italia e anche stranieri: badanti rumene di Zalau e Alba Iulia, Svizzeri, Francesi, Polacchi, Spagnoli, Croati. A salutare tutti è brevemente intervenuto anche Magdi Allam, che ha voluto ringraziare "per la straordinaria testimonianza di fede a Maria e nella vita". Allam si rivolto ai Musulmani perché si stringano intorno alla Madonna, "che incarna la sacralità della vita, fondamento della nostra comune umanità".
Prima di lui il saluto dell’arcivescovo di Loreto, mons. Gianni Danzi; poi i saluti degli altri vescovi presenti: mons. Menichelli, arcivescovo di Ancona; mons. Giuliodori, vescovo di Macerata, che per la prima volta ha fatto tutto il percorso; mons. Rocconi, vescovo di Jesi. All’arrivo, ad accogliere il Pellegrinaggio, anche tanti sindaci delle località limitrofe con i gonfaloni. La mamma di un carabiniere di stanza a Nassirya ha portato il saluto a tutti i giovani presenti, testimoniando coraggio e fede. Ha chiuso le testimonianze un seminarista della Fraternità San Carlo Borromeo.
Sono felicemente giunti alla meta anche i settantadue giovani dell’Agorà guidati da don Paolo Giulietti, in rappresentanza di tutti quelli che l’1-2 Settembre prossimi incontreranno Benedetto XVI a Loreto. E non solo i giovani: anche quest’anno ha fatto il cammino la signora Dea Angelici di Macerata, una tra i pellegrini più anziani: alla bella età di ottantasei anni.
Tutti i vescovi hanno guidato insieme la preghiera conclusiva quale atto di consacrazione a Maria, mentre i frati cappuccini con l'acqua benedetta aspergevano i pellegrini che man mano defluivano dalla piazza per tornare alle loro case. Alcuni di essi dovranno affrontare ancora migliaia di chilometri, ma questa volta con i pullman! Nei quali sicuramente si riposeranno, portando a casa un inizio di risposta alla domanda: “Ed io che sono?”.
65.000 pellegrini giunti alla meta senza pioggia,
tra preghiere, canti e tante testimonianze
Erano almeno 65 mila le persone che questa mattina, alle 6.20, hanno cominciato ad affluire nella piazza della basilica di Loreto, accolte dal vescovo della città mariana, mons. Gianni Danzi. I pellegrini hanno camminato ininterrottamente per tutta la notte, senza pioggia.
Lungo il cammino, com’è ormai tradizione, la recita del rosario e i canti si sono alternati con le testimonianze e le intenzioni di preghiera. Atteso, e puntuale come sempre all’1.30 di notte, don Oreste Benzi, sempre di corsa per il mondo a far del bene nonostante i suoi ottantadue anni. Don Oreste ha voluto parlare in difesa dei bambini, di "quelli che sono vittime della separazione dei genitori, che piangono tutte le sere e si consolano vedendo le foto in cui sono in braccio dei loro papà£. Prima di congedarsi, don Benzi ha assicurato, "Dio permettendo", la sua presenza l’anno prossimo al trentennale del Pellegrinaggio.
Alla segreteria del Pellegrinaggio sono arrivate migliaia di richieste di preghiera - per le famiglia in difficoltà, per la guarigione dei malati, per tante tragedie e problemi drammatici - da ogni parte d’Italia e da tutto il mondo: da Novosibirsk a Sidney, da Perth a Shangai, da New York a Bogotà, dal Paraguay...
Hanno camminato per tutta la notte anche il presidente della provincia di Macerata, Giulio Silenzi, e il questore di Ancona Iacobone con la moglie. Silenzi ha detto che "alla fine, il giorno dopo, si respira una positività che è difficile trovare nella vita quotidiana". Iacobone, ricordando una scritta letta qualche ora prima dai Guzzini, ha detto che "il Pellegrinaggio dona in modo gratuito una grande luce, una linfa vitale di cui abbiamo bisogno".
Toccante la testimonianza di un sacerdote croato, Tomislaw, che ha raccontato di Atonia, una ragazza di diciannove anni malata di leucemia, per la quale i suoi amici erano venuti in Pellegrinaggio l’anno scorso. "Antonia è morta pochi mesi fa", ha detto Tomislaw, "ma ha scritto un libro di poesie, Inno alla vita, dal quale si capisce che la vita non finisce, se la meta è Gesù Cristo".
Oltre alla recita del Rosario, ai canti e alle testimonianze, sono stati letti passi del Magistero della Chiesa e di papa Benedetto XVI, a supporto delle meditazioni e sollecitazioni di mons. Giancarlo Vecerrica sul tema “Ed io che sono?”.
Anche quest’anno durante la notte ci sono stati i fuochi d’artificio, nonostante la terribile tragedia che il mese scorso ha colpito la ditta Alessi; mons. Vecerrica, ideatore e guida del Pellegrinaggio, ne ha ricordato espressamente le vittime e ha pregato per le famiglie degli scomparsi e per i feriti.
Ottima e abbondante è stata anche la colazione preparata e offerta dalle comunità del Pesarese nei pressi della chiesa di Chiarino, con the e caffè caldi, acqua e tanti dolci.
Dopo otto ore di cammino, al suono festoso delle campane, il corteo è arrivato in piazza della Madonna, preceduto dalla statua della Virgo Lauretana portata a spalla dagli allievi della Scuola aeronautica. Fra i pellegrini gente da tutte le regioni d’Italia e anche stranieri: badanti rumene di Zalau e Alba Iulia, Svizzeri, Francesi, Polacchi, Spagnoli, Croati. A salutare tutti è brevemente intervenuto anche Magdi Allam, che ha voluto ringraziare "per la straordinaria testimonianza di fede a Maria e nella vita". Allam si rivolto ai Musulmani perché si stringano intorno alla Madonna, "che incarna la sacralità della vita, fondamento della nostra comune umanità".
Prima di lui il saluto dell’arcivescovo di Loreto, mons. Gianni Danzi; poi i saluti degli altri vescovi presenti: mons. Menichelli, arcivescovo di Ancona; mons. Giuliodori, vescovo di Macerata, che per la prima volta ha fatto tutto il percorso; mons. Rocconi, vescovo di Jesi. All’arrivo, ad accogliere il Pellegrinaggio, anche tanti sindaci delle località limitrofe con i gonfaloni. La mamma di un carabiniere di stanza a Nassirya ha portato il saluto a tutti i giovani presenti, testimoniando coraggio e fede. Ha chiuso le testimonianze un seminarista della Fraternità San Carlo Borromeo.
Sono felicemente giunti alla meta anche i settantadue giovani dell’Agorà guidati da don Paolo Giulietti, in rappresentanza di tutti quelli che l’1-2 Settembre prossimi incontreranno Benedetto XVI a Loreto. E non solo i giovani: anche quest’anno ha fatto il cammino la signora Dea Angelici di Macerata, una tra i pellegrini più anziani: alla bella età di ottantasei anni.
Tutti i vescovi hanno guidato insieme la preghiera conclusiva quale atto di consacrazione a Maria, mentre i frati cappuccini con l'acqua benedetta aspergevano i pellegrini che man mano defluivano dalla piazza per tornare alle loro case. Alcuni di essi dovranno affrontare ancora migliaia di chilometri, ma questa volta con i pullman! Nei quali sicuramente si riposeranno, portando a casa un inizio di risposta alla domanda: “Ed io che sono?”.
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