Per i 72 ragazzi che stanno percorrendo la Via Lauretana il percorso è iniziato ieri mattina a Roma Poi la tappa di Terni
(Dal Nostro Inviato A Terni Matteo Liut)
Dal Nostro Inviato A Terni Matteo Liut
Non potevano che partire da lì, dai luoghi silenziosi che, nel caotico centro di Roma, custodiscono un cuore pulsante per la Chiesa e per la società italiana. I 72 giovani del pellegrinaggio previo sulla Via Lauretana, in vista dell'incontro di settembre con Benedetto XVI a Loreto, ieri mattina hanno voluto farsi portavoce dei loro coetanei in due luoghi simbolo. Loro, che saranno chiamati a essere volto dell'impegno missionario delle nuove generazioni della Penisola, si sono alzati di buon mattino per visitare la tomba di santa Caterina da Siena e poi la tomba di Giovanni Paolo II, il «Papa dei giovani», come lo ha definito don Alessandro Amapani, del Servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei, alla guida del gruppo.
Il primo tratto del pellegrinaggio verso Loreto, dove giungeranno domani mattina dopo aver camminato stanotte con altre migliaia di persone negli ultimi 28 chilometri dopo Macerata, l'hanno compiuto nel centro di Roma, fermandosi in Vaticano, proprio dove sorgeva il circo di Nerone, luogo di martirio dei primi cristiani. «Ma cosa ha fatto sopravvivere la Chiesa in quel tempo di persecuzione? -
ha provocatoriamente domandato monsignor Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana e vicario del Papa per la Città del Vaticano, che ha accolto i 72 delegati -. La stessa cosa che la fa sopravvivere oggi, in un contesto ancora caratterizzato da persecuzioni e attacchi alla Chiesa, e in particolare alla figura del Papa: la testimonianza dei martiri». «Ciò che garantisce la Chiesa è una Parola: le porte degli inferi non prevarranno su di essa», ha ricordato Comastri, che ha poi evocato la figura del Cenacolo, là dove gli apostoli hanno ricevuto lo Spirito Santo. Un evento reso possibile dal fatto che essi erano tra di loro «concordi e perseveranti»: due condizioni radicate in una «profonda umiltà». Ecco perché il cenacolo è «casa di umiltà», luogo simbolico che rende possibile, oggi come allora, ciò che era «umanamente impossibile: che dodici uomini portassero il Vangelo a tutti i popoli conosciuti». Popoli che all'epoca venivano conteggiati proprio in 72. Forte l'invito con il quale Comastri ha congedato i delegati: «Allargate le frontiere del bene, che siete voi stessi. Così allargherete le frontiere di Dio». Un mandato in sintonia con la disponibilità data dai ragazzi dell'Agorà dei giovani a compiere il pellegrinaggio con la freschezza e la genuinità che li contraddistinguono: «Siamo qui prima di tutto per migliorare le cose - raccontano -, stupisce la varietà delle nostre appartenenze». Loro che sono giovani come altri, lavoratori o studenti, impegnati nella pastorale giovanile o in associazioni come l'Azione cattolica, l'Agesci, o ancora il Centro Volontari della Sofferenza, il Movimento Giovanile Missionario, l'Unitalsi, la Comunità Emanuele e decine di altri gruppi che parlano di una Chiesa viva e variegata. E di generazioni pronte a «essere anima di un sogno universale», come ha chiesto loro il vescovo di Terni-Narni-Amelia, monsignor Vincenzo Paglia, che ha accolto il gruppo presso il Museo diocesano di Terni.
Paglia, che è anche presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo, ha presentato ai delegati di Loreto l'incontro di Sibiu, la terza Assemblea ecumenica europea che si terrà in Romania dal 3 settembre. Parlare di ecumenismo, perché? «Perché vogliamo che l'Europa cresca - ha detto Paglia -; perché vogliamo guardare in faccia le differenze che dividono i cristiani e fanno sanguinare il corpo di Cristo ma vogliamo anche rafforzare ciò che unisce». E soprattutto perché «l'amore è uno solo, unico per tutti».
Farsi carico degli altri, quindi, è il mandato di Terni ai 72 delegati. Che stamattina raggiungeranno Assisi e la tomba di san Francesco con un altro chiaro impegno: farsi carico del creato. Perché a Terni ieri hanno visitato gli stabilimenti della Novamont, che produce materie bioplastiche totalmente biodegradabili: un brevetto italiano che a Loreto, a settembre, sarà presente con le posate biodegradabili, rendendo l'incontro nazionale ambientalmente sostenibile. Significativa, in questo senso, la corrispondenza dell'incontro con la giornata per la salvaguardia del creato, il primo settembre. Anche questa è una missione che si porteranno domani a casa i 72 pellegrini e che sarà al centro dell'incontro di Loreto di settembre.
(Dal Nostro Inviato A Terni Matteo Liut)
Dal Nostro Inviato A Terni Matteo Liut
Non potevano che partire da lì, dai luoghi silenziosi che, nel caotico centro di Roma, custodiscono un cuore pulsante per la Chiesa e per la società italiana. I 72 giovani del pellegrinaggio previo sulla Via Lauretana, in vista dell'incontro di settembre con Benedetto XVI a Loreto, ieri mattina hanno voluto farsi portavoce dei loro coetanei in due luoghi simbolo. Loro, che saranno chiamati a essere volto dell'impegno missionario delle nuove generazioni della Penisola, si sono alzati di buon mattino per visitare la tomba di santa Caterina da Siena e poi la tomba di Giovanni Paolo II, il «Papa dei giovani», come lo ha definito don Alessandro Amapani, del Servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei, alla guida del gruppo.
Il primo tratto del pellegrinaggio verso Loreto, dove giungeranno domani mattina dopo aver camminato stanotte con altre migliaia di persone negli ultimi 28 chilometri dopo Macerata, l'hanno compiuto nel centro di Roma, fermandosi in Vaticano, proprio dove sorgeva il circo di Nerone, luogo di martirio dei primi cristiani. «Ma cosa ha fatto sopravvivere la Chiesa in quel tempo di persecuzione? -
ha provocatoriamente domandato monsignor Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana e vicario del Papa per la Città del Vaticano, che ha accolto i 72 delegati -. La stessa cosa che la fa sopravvivere oggi, in un contesto ancora caratterizzato da persecuzioni e attacchi alla Chiesa, e in particolare alla figura del Papa: la testimonianza dei martiri». «Ciò che garantisce la Chiesa è una Parola: le porte degli inferi non prevarranno su di essa», ha ricordato Comastri, che ha poi evocato la figura del Cenacolo, là dove gli apostoli hanno ricevuto lo Spirito Santo. Un evento reso possibile dal fatto che essi erano tra di loro «concordi e perseveranti»: due condizioni radicate in una «profonda umiltà». Ecco perché il cenacolo è «casa di umiltà», luogo simbolico che rende possibile, oggi come allora, ciò che era «umanamente impossibile: che dodici uomini portassero il Vangelo a tutti i popoli conosciuti». Popoli che all'epoca venivano conteggiati proprio in 72. Forte l'invito con il quale Comastri ha congedato i delegati: «Allargate le frontiere del bene, che siete voi stessi. Così allargherete le frontiere di Dio». Un mandato in sintonia con la disponibilità data dai ragazzi dell'Agorà dei giovani a compiere il pellegrinaggio con la freschezza e la genuinità che li contraddistinguono: «Siamo qui prima di tutto per migliorare le cose - raccontano -, stupisce la varietà delle nostre appartenenze». Loro che sono giovani come altri, lavoratori o studenti, impegnati nella pastorale giovanile o in associazioni come l'Azione cattolica, l'Agesci, o ancora il Centro Volontari della Sofferenza, il Movimento Giovanile Missionario, l'Unitalsi, la Comunità Emanuele e decine di altri gruppi che parlano di una Chiesa viva e variegata. E di generazioni pronte a «essere anima di un sogno universale», come ha chiesto loro il vescovo di Terni-Narni-Amelia, monsignor Vincenzo Paglia, che ha accolto il gruppo presso il Museo diocesano di Terni.
Paglia, che è anche presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo, ha presentato ai delegati di Loreto l'incontro di Sibiu, la terza Assemblea ecumenica europea che si terrà in Romania dal 3 settembre. Parlare di ecumenismo, perché? «Perché vogliamo che l'Europa cresca - ha detto Paglia -; perché vogliamo guardare in faccia le differenze che dividono i cristiani e fanno sanguinare il corpo di Cristo ma vogliamo anche rafforzare ciò che unisce». E soprattutto perché «l'amore è uno solo, unico per tutti».
Farsi carico degli altri, quindi, è il mandato di Terni ai 72 delegati. Che stamattina raggiungeranno Assisi e la tomba di san Francesco con un altro chiaro impegno: farsi carico del creato. Perché a Terni ieri hanno visitato gli stabilimenti della Novamont, che produce materie bioplastiche totalmente biodegradabili: un brevetto italiano che a Loreto, a settembre, sarà presente con le posate biodegradabili, rendendo l'incontro nazionale ambientalmente sostenibile. Significativa, in questo senso, la corrispondenza dell'incontro con la giornata per la salvaguardia del creato, il primo settembre. Anche questa è una missione che si porteranno domani a casa i 72 pellegrini e che sarà al centro dell'incontro di Loreto di settembre.
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