Bush arriva in Italia venerdì prossimo. C'è la possibilità, vorremmo dire la speranza, che domenica non se ne andrà da Roma solo lui, ma anche Prodi con tutto il suo governo.
(Renato Farina)
Bush arriva in Italia venerdì prossimo. C'è la possibilità, vorremmo dire la speranza, che domenica non se ne andrà da Roma solo lui, ma anche Prodi con tutto il suo governo. Il motivo sta nel fatto che in quei giorni nell'Urbe ci saranno - oltre al Papa, a Bush e al Mortadella - anche parecchi signori con le bandiere rosse da agitare e le bandiere americane da bruciare. Sono previste due manifestazioni. Una cattivissima con partenza dai pressi della Stazione Termini e arrivo a Piazza Navona. Già i caporioni minacciano e ricattano: «Se verrà disegnata una zona rossa invalicabile, si alzerà la rabbia di migliaia di militanti» (Luca Casarini). «Se la polizia sarà buona, si eviteranno le violenze» (Vittorio Agnoletto, eurodeputato di Rifondazione). La seconda dovrebbe essere cattivella, e sarà a Piazza del Popolo, e avrà alla testa i politici del governo di sinistra, i quali alzeranno, invece del pugno, un pugnetto. Ma le parole d'ordine saranno le stesse: «Contro la guerra permanente di Bush e contro l'interventismo militare del governo Prodi» . Tutti incacchiati perché il loro leader amatissimo e da loro scelto incontra festosamente il nemico giurato loro e di Bin Laden. L'esecutivo dell'assurdo Dopo di che: Prodi va a casa. Si paleserebbe dinanzi al mondo l'assurdo, e se c'è una logica si sgretolerebbe il castello di questa masnada che ci comanda. Con che faccia anche un Napolitano potrebbe guardare e assentire a una truffa organizzata dinanzi all'universo? Chi grida contro Bush guerrafondaio e dalle «mani insanguinate» (il virgolettato è Diliberto) è la colonna portante di un governo la cui architrave di politica estera è l'alleanza con gli Usa. continua...
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