Luigi Negri vescovo di S. Marino
...Però: tutti i valori presenti nell'epoca moderna e che hanno sempre una radice cristiana (è il Cristianesimo che scopre la dignità dell 'uomo) possono essere salvati se vengono levati dal campo immanentistico antropocentrico ed ateo in cui si trovano e trasposti in un campo in cui l'umano e il religioso non si contrappongano. Indicazioni a questo proposito ci vengono fornite da Maritain, in «Cristianesimo e democrazia ». La democrazia non è nemica della religione, anzi soltanto aprendosi al mistero della propria persona di fronte a Dio, l'uomo può costruire una città terrena realmente umana....<
“..L'Illuminismo, che sottrae -come dice Kant -l'uomo dallo stato di minorità, sceglie per la lotta contro Dio. Si badi: l'illuminismo è anche genuina conquista di valori umani: diritti dell'uomo, peso ed importanza della ragione, della scienza, lotta ai pregiudizi, eccetera. Tuttavia, se lo consideriamo dal punto di vista del nostro tema, l'Illuminismo con Rousseau (e altri) rende esplicito: se Dio non serve per la costruzione della città terrena, Dio è inutile per l'uomo. Cosi, negando il dogma del peccato d'origine, per salvare l'uomo non è più necessario l'intervento di un Dio. Il male (Reimarus sul piano teologico, poi Rousseau su quello filosofico) è soltanto di superficie: ed è da imputarsi: a) all'educazione (Rousseau: Contratto sociale); b) alla Società (Marx: Il Capitale). Quindi per liberare l'uomo occorrerà agire sia sulla sua educazione, sia sulle strutture politiche.
Il punto è: come agire?
Eliminato Dio, l'uomo dovrà agire fondandosi su se stesso. La ragione sarà cosi ragione scissa dal mistero e si strutturerà come ragione «scientifica» a cui nulla può sfuggire (il progresso è ineluttabile e irreversibile: la Luce [Illuminismo] rischiarerà le tenebre). Mediante questa ragione scientifica l'uomo conosce: a) la natura; b) l'uomo stesso; c) la società.
Nell'illuminismo nascono le « scienze umane »: sociali e psicologiche e pedagogiche e politiche. Conosciuto l'uomo, l'uomo stesso può elaborare un progetto di salvezza: piano educativo e piano politico. Potrà -in modo particolare -elaborare un piano politico generale mediante un « contratto », cioè una convenzione arbitraria. Arbitraria perché spetta soltanto all'uomo (che si fonda su se stesso) dire qual è il valore. Non vi è più infatti possibilità di un riferimento assiologico né a Dio, né ad eterni valori presunti naturali (giusnaturalismo).
In conclusione: mentre l'Umanesimo tentava di realizzare la democrazia in stretta comunione, pur nell'autonomia della sua natura di strumento temporale, con la religione, l'Illuminismo realizza la democrazia rompendo con la religione. Questi gli estremi di un processo che vede nel Cinquecento e nel Seicento le due tappe intermedie.
Così se l'Umanesimo poteva essere epoca di « democrazia e religiosità », l’illuminismo è epoca di «democrazia e ateismo ».
Il totalitarismo post-illuminista e contemporaneo
Un nota bene: l'epoca moderna ha fornito elementi tali che permettono -letti alla luce del cristianesimo -di comprendere con maggior profondità la dignità, umana. Tuttavia, come detto, la linea di fondo della Modernità conduce all'antiumano e all'antidemocrazia.
Spieghiamo: il Razionalismo e l'illuminismo ritenevano che il singolo individuo fosse perfetto. Ma l'individuo muore: Rousseau muore. E muore la Rivoluzione francese. Hegel è il primo che denuncia la « finitezza » dell'intelletto illuminista e di tutta la sua visione dell'uomo e della società.
Allora.
La nuova via -tenuto fermo l'assioma dell'antropocentrismo immanentista ed ateo -è: non l'individuo è perfetto, eterno, ma lo Stato, sorta di nuovo individuo integrale, totale. Gli individui veri e propri sono soltanto delle finitezze, espressioni dello Stato. Il valore è lo Stato. Lo Stato è Dio: lo Stato può tutto.
In altri termini: se l'uomo è valore a sé stesso, l'uomo può dire chi l'uomo sia, cioè quale sia la natura dell'uomo. Perciò, se l'individuo vero è lo Stato, è lo Stato che dice chi siano gli uomini singoli. E quindi lo stato può dire come gli individui possano divenire veramente uomini: lo Stato dice la «morale », dice la via per realizzarsi. Ma una morale, se non ha un riferimento ad una natura eterna diviene arbitraria, quindi viene assimilata integralmente dalla politica. La morale è ridotta a politica. Lo Stato così è attore unico dell’esistenza: da lui tutto dipende. È bene quel che giova allo Stato; è male quel che ostacola il suo incremento di essere, cioè di potenza.
In tal senso lo Stato moderno tenderà sempre più a ridurre a fatti sporadici e privi di incidenza sociale le singole esperienze «private» di gruppi di cittadini. La contrapposizione tra pubblico e privato sta proprio a significare il tentativo di svuotamento della ricchezza personale umana. E, poiché in fondo, lo Stato non può snaturare del tutto l'uomo, tende a ricacciare in ambiti precisi e controllabili (il privato) quel che non riesce a funzionalizzare allo suo scopo.
Cosi ha luogo il «totalitarismo »: lo Stato è tutto, l'individuo -come dice Hegel -merita di morire.
Il connubio di democrazia e di ateismo, che nella mente dei padri generatori doveva essere un togliere l'uomo e la città terrena agli abusi di un__Dio-padrone. e di una religione oscurantista e schiavizzante la natura umana, si converte non solo nel non saper realizzare un individuo ricco di determinazioni (il singolo è solo «funzione », «ruota di un ingranaggio », «numero », eccetera), ma anzi annichila totalmente l'uomo e la città terrena. L'ateismo non genera « democrazia ». Il controllo razionaI-scientifico della convivenza genera totalitarismo.
Bakunin: «È finito il regno di Dio. : È venuto il regno dell'uomo »: certo, l'uomo senza Dio può costruire la città terrena, ma alla fine questa si rivelerà essere contro l'uomo stesso (cfr. D. Lubac, Il dramma dell'umanesimo ateo).
Prospettive per una rinascita della democrazia
Occorre saper salvare il valore. Quanto scoperto dal giusnaturalismo, dall'illuminismo, dal liberalismo e anche dal marxismo non può essere rifiutato in blocco. La natura umana va salvaguardata sia dal punto di vista del singolo irripetibile individuo, sia dal punto di vista del suo essere un individuo sociale e storico e lavoratore.
Però: tutti i valori presenti nell'epoca moderna e che hanno sempre una radice cristiana (è il Cristianesimo che scopre la dignità dell 'uomo) possono essere salvati se vengono levati dal campo immanentistico antropocentrico ed ateo in cui si trovano e trasposti in un campo in cui l'umano e il religioso non si contrappongano. Indicazioni a questo proposito ci vengono fornite da Maritain, in «Cristianesimo e democrazia ». La democrazia non è nemica della religione, anzi soltanto aprendosi al mistero della propria persona di fronte a Dio, l'uomo può costruire una città terrena realmente umana. Infatti, la crisi attuale è senza dubbio crisi « politica », crisi « economica », crisi « culturale », e se si vuole, crisi di « civiltà ». Ma soprattutto « crisi dell'uomo ». L'uomo non sa più chi egli sia. Soltanto recuperando l'identità integrale umana si può costruire una democrazia.
In conclusione
dovremmo correggere il titolo così: « democrazia o ateismo », in cui la disgiunzione è netta e irrevocabile. La via per la costruzione è quella di una autonomia dell'umano, autonomia però organica al mistero di Dio….”
Luigi Negri vescovo di S. Marino
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