LIBERO 2 AGOSTO 2007
di RENATO FARINA
...La richiesta di Prodi è figlia di un cristianesimo ridotto a morale civica. Con i comandamenti aggiornati ai temi del politicamente corretto, tipo non buttare la carta nei prati, spegnere l'aria condizionata nelle ore di punta, eccetera. Non è così. Il cristianesimo è... va be', rinuncio. Di certo non è un'appendice dell'Agenzia delle entrate....
MA QUANDO DIVENTERA'UN POLITICO SERIO!!!
RIDI RIDI CHE LA MAMMA HA FATTO I GNOCCHI,
Gesù Cristo è stato volta per volta definito il primo liberale, il primo socialista, il primo comunista. Ora sappiamo anche che è il primo fiscalista. Complimenti a Prodi per l'idea. Sapevamo che tra gli attributi di Dio ci sono libertà e bontà, adesso fanno rima con fiscalità. Il nostro premier su Famiglia cristiana si è rivolto ai sacerdoti, e li ha invitati a impostare le loro prediche sull'obbligo di pagare le tasse. Ha detto: «Un terzo degli italiani evade. È inammissibile. Per cambiare mentalità occorre che tutti, a partire dagli educatori, facciano la loro parte, scuola e Chiesa comprese. Perché, quando vado a Messa, questo tema non è quasi mai toccato nelle omelie?». Qualche risposta ce l'avrei. Una è teologica e molto fine, per cui non essendo all'altezza la esporrò più tardi. La seconda è molto pratica. Comincio da questa. Immaginatevi papa Ratzinger. In fondo anche lui fa parecchie prediche in Italia. Ha davanti agli occhi il mondo. Avverte il disfarsi della famiglia. Sente che questi uomini infelici hanno bisogno di un'ancora. Infatti ha scritto il libro "Gesù di Nazaret". Che deve fare? Constatare i problemi di Visco e dargli una mano là dove i suoi controlli non possono arrivare, cioè nella coscienza? Che facciamo, mandiamo gli ispettori del fisco nelle anime? Ma che razza di idea ha Prodi di che cosa sia urgente oggi insegnare? I poveri preti - non tutti - hanno invitato a non votare ai referendum sulla fecondazione assistita, e il futuro premier ha risposto di sentirsi un "cattolico adulto" e quindi è andato a infilare la scheda nell'urna. Il Papa e i vescovi si sono messi in ginocchio domandando di non mettersi a proporre leggi sulle coppie gay. Invece lui niente: il suo governo ci prova ogni tre giorni. Adesso pretende pure di mandare le veline in sacrestia. In realtà, dai pulpiti si parla poco di tasse perché i preti conoscono i loro polli e gli vogliono bene. Sanno che sono spennati. Conoscono da vicino chi ci sta in quel terzo d'italiani che limano i denari da versare all'erario. Ci sono i dipendenti i quali pagano ogni liretta alla fonte, direbbe Prodi. Ma i pastori d'anime hanno qualche nozione della vita: quelli tra i salariati che non sono lavativi e ci tengono alla loro famiglia cercano tutti di arrotondare con lavoretti in nero. Tuonare contro di loro? Ma scherziamo. Chi è il forte e chi il debole? Lo Stato oggi è vissuto come uno Sceriffo di Nottingham, se sei un cappellano del popolo non puoi metterti a leggere gli editti di uno che ti tiene il piede sul collo. In Italia se hai figli paghi in proporzione più tasse che se non ne hai. Se invii i pargoli alla scuola cattolica paghi due volte: mantieni la scuola di Stato, e poi ti tocca onorare la retta privata, che in realtà è un furto da parte della Repubblica nel momento in cui nega il tuo diritto ad educare i figli come credi. Il prete chi vede poi tra le panche? Il grande evasore te lo sogni. Ci stanno gli artigiani e i piccoli imprenditori, le loro madri e nonne, magari con la pelliccia che scandalizza tanto la signora Prodi. Che fai? Chiedi loro di obbedire a tutti i possibili regolamenti, lasciandosi succhiare le midolla? Questi artigiani e negozianti poi chiudono bottega. Dopo di che gli operai e i garzoni vanno a spasso. Ed è pure un peccato un tantino più grave togliere lavoro che finanziare le spese di uno Stato che si sostituisce alla libera iniziativa di carità e alza gli stipendi ai fannulloni. In fondo è vero che Gesù ha detto di dare a Cesare quello che è di Cesare, ma Visco lo farebbe arrestare dalla Guardia di finanza perché ha dato pane e pesci senza ricevuta fiscale e senza aver pagato la licenza d'esercizio. Il catechismo della Chiesa cattolica - firmato da Ratzinger - include tra i peccati contro il quarto comandamento il non pagare le tasse (onora il padre e la madre), e tra le violazioni del settimo (non rubare) elenca «la frode fiscale». D'accordo. Ma l'autorità dev'essere paterna, non tirannica. I tiranni non si lisciano con l'obolo comandato. Quanto alle frodi ok: non si falsifica niente, guai. Ma il catechismo ammette anche «la legittima difesa», e persino la disobbedienza pacifica in caso di vessazioni. Allora come la mettiamo? Chiaro: le tasse vanno pagate, è una cosa così ovvia. Un senso civico c'è persino nei fedeli cattolici italiani e nei loro parroci. Ma un'altra cosa è ancora più chiara. Dal tempo della lotta per le investiture, nell'XI e nel XII secolo, la Chiesa ha sempre preteso autonomia nel suo ambito. Non si era mai sentito che l'autorità politica pretendesse addirittura di detta- re le priorità dell'annuncio evangelico. È un'interferenza gravissima o forse comica. Sono alla questione teologica cui tengo personalmente di più. La richiesta di Prodi è figlia di un cristianesimo ridotto a morale civica. Con i comandamenti aggiornati ai temi del politicamente corretto, tipo non buttare la carta nei prati, spegnere l'aria condizionata nelle ore di punta, eccetera. Non è così. Il cristianesimo è... va be', rinuncio. Di certo non è un'appendice dell'Agenzia delle entrate.
Foto: SAN VINCENZO Il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco anche ieri è tornato sul tema della lotta all'evasione lamentando che «il sommerso è il doppio degli altri Paesi Ue» (oly)
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