Libero 4 agosto 2007
di CATERINA MANIACI
«Siamo costernati ed angosciati, ma lieti di portare la croce buttata addosso ad un uomo che per 82 anni ha sempre servito Cristo, la Chiesa e gli ultimi». «Chiameremo a raccolta», aggiunge, «migliaia di giovani, pronti a portarli nelle aule giudiziarie perché è in momenti come questi che l'intero popolo si stringe intorno al suo pastore».
::: dall'inviato ad Amelia (Tr) CATERINA Qualche ragazzo - quattro, cinque, non di più - che «non è riuscito a integrarsi, ad accettare le regole severe che in comunità sono necessarie per andare avanti, per sconfiggere i loro démoni», questi quattro, cinque ragazzi che «ce lo avevano detto, ci avevano minacciati, quando li abbiamo denunciati e cacciati via di qui: ve la faremo pagare». Per loro, questa «adesso è l'ora della vendetta». Siamo a Mulino Silla, nella Comunità Incontro fortemente voluta, caparbiamente costruita da don Piero Gelmini. È il giorno dopo la clamorosa "rivelazione", da parte dei mass media, dell'inchiesta aperta dalla procura di Terni proprio a carico di don Gelmini, con un'accusa infamante: abusi e molestie sessuali ai danni di alcuni giovani accolti nella sua comunità. Mulino Silla si trova immerso nella campagna umbra, a qualche chilometro dal paese di Amelia. Tutto è armonioso, ben costruito, curato: si capisce che qui si lavora, e sodo, e le regole sono ferree, altrimenti nulla di quel che ci circonda - aiuole fiorite, campi, serre, gli edifici con le stanze per i ragazzi accolti, giardini, lo zoo- potrebbe esistere. Il cielo minaccia pioggia, è percorso da grossi nuvoloni neri e sembra quasi che siano la metafora concreta della tempesta che si sta addensando sopra la comunità stessa. «Noi siamo abbastanza tranquilli», ci spiega il responsabile della comunità, «anche se bisogna ammettere che i ragazzi sono scossi. Ma tutti, sia i residenti sia quelli che sono usciti di qui, sono pronti a difendere e a sostenere don Pierino e tutto quel che lui ha fatto per loro in tanti anni di totale dedizione», assicura. A Mulino ora ci sono solo una ventina di giovani; gli altri partecipano ai campeggi estivi con il "loro" don, in Calabria. E da lì, da un eremo in cui si è ritirato a pregare, il sacerdote manda a dire che porterà «anche questa croce», proclamando la sua assoluta e totale innocenza. Lo fa sapere attraverso Alessandro Meluzzi, suo portavoce, noto medico e psichiatra nonché amico di don Gelmini da ben venticinque anni: «Siamo costernati ed angosciati, ma lieti di portare la croce buttata addosso ad un uomo che per 82 anni ha sempre servito Cristo, la Chiesa e gli ultimi». «Chiameremo a raccolta», aggiunge, «migliaia di giovani, pronti a portarli nelle aule giudiziarie perché è in momenti come questi che l'intero popolo si stringe intorno al suo pastore». Poi lo stesso sacerdote decide di parlare, di difendersi pubblicamente, di ribadire le proprie ragioni. In un'intervista rilasciata al Tg5 dichiara di «soffrire ma di essere sereno», che «andrò avanti, nonostante tutto, sempre vicino ai miei ragazzi», di sentirsi vittima di una vera e propria «gogna mediatica», che ha dato voce semplicemente a «insinuazioni». Ma allora perché è scoppiato questo caso? L'accusa, lo ripetiamo, è di quelle pesanti, soprattutto se rivolta ad uomo di chiesa, e per giunta tanto noto e carismatico come don Gelmini. Sono state due denunce di questi ex ragazzi della sua comunità di Amelia ad aprire l'indagine, che è in corso da vari mesi e i magistrati ternani incaricati, Carlo Maria Scipio e Barbara Mazzullo, avrebbero ascoltato diversi testimoni, nonché lo stesso don Pierino. Secondo una prima ricostruzione le denunce sarebbero circostanziate e farebbero riferimento a episodi avvenuti un anno e mezzo fa. «Guarda caso», ribattono a Mulino Silla, «proprio circa due anni fa un gruppetto di ragazzi è stato cacciato via: non si adattavano alla vita di comunità, non accettavano le regole e la disciplina. Poi, una notte si son mesi a rubare: bottiglie di liquore - che ai ragazzi sono vietate - macchine fotografiche del personale... La mattina dopo erano già stati scoperti. Don Pierino ha sporto denuncia ai carabinieri e li ha mandati via. E loro, nell'andarsene, lo hanno gridato: ce la pagherete. Ecco, ora si sono vendicati». Ragazzi che hanno avuto e che ancora oggi hanno a che fare con la droga, qualcuno è finito nuovamente in galera. Insomma, una crudele vendetta, «forse per avere benefici dalla stessa giustizia», a cui qualcuno ha dato fin troppo ascolto. Anche l'avvocato Lanfranco Frezza, uno dei difensori di don Pierino, non esclude "a priori" che il sacerdote «possa essere rimasto vittima di una vendetta o di una forma di estorsione». E in comunità tutti vogliono credere che tra qualche giorno di tutto questo clamore non rimarrà quasi traccia, anche se - sempre secondo il responsabile di Mulino Silla - «per i ragazzi non sarà facile dimenticare. In trecentomila sono passati di qui, erano ridotti a niente, a larve, e sono tornati a vivere, ad essere uomini. Contro quei trecentomila ora c'è la parola di quattro, cinque che non ce l'hanno voluta fare, che hanno oscurato il grande lavoro di don Pierino. Ma passerà», ripete, fiducioso. E guarda il cielo: sopra i campi, le colline morbide e verdi passa la nuvolaglia, scura, piovono grossi goccioloni e tuona. Ma passa tutto in fretta, qualche minuto e torna il sereno. .CENTINAIA DI COMUNITÀ SPARSE IN TUTTO IL MONDO Don Gelmini in mezzo ai suoi ragazzi (sopra). A sinistra, la mensa della Comunità Incontro. A destra, un'immagine del centro. Oggi la Comunità conta 164 sedi in Italia e 74 in altri Paesi del mondo, tra cui Spagna, Francia, Svizzera, Brasile, Stati Uniti e Israele. Contrasto e Agf
CHI È
IL SACERDOTE Nato a Pozzuolo Martesana (Mi) il 20 gennaio 1925, è ordinato sacerdote il 29 giugno del '49. Dopo aver fatto per dieci anni il parroco in zone povere e di miniera è nominato segretario del cardinal Luis Copello LA PRIMA COMUNITÀ Nel '63 lascia la vita curiale fonda la prima "Comunità incontro" ad Amelia (Tr). L'idea sarebbe nata in seguito all'incontro con un «ragazzo disperato», Alfredo L'IMPEGNO SOCIALE La Comunità ha per scopo l'assistenza ai tossicodipendenti, gli alcolisti, gli anziani, e i portatori di menomazioni psichiche e fisiche LE SEDI Oggi la Comunità Incontro conta 164 sedi in Italia e 74 in altri Paesi del mondo (Spagna, Francia, Svizzera, Slovenia, Croazia, Thailandia, Bolivia, Costa Rica, Brasile, Stati Uniti e Israele) LE PERSONE AIUTATE In oltre 40 anni di attività si calcola che siano passate attraverso i Centri di don Gelmini circa 300 mila persone I TITOLI Ha ricevuto numerosi onorificenze, tra cui Commendatore della Repubblica, primo cappellano della Legione Garibaldina, gran comandante dell'Ordine di Georg Whasington. È anche "esarca del Patriarcato di Antiochia e tutto l'Oriente" IL FRATELLO Suo fratello è frate Eligio, l'ex cappellano del Milan e fondatore di "Mondo X"
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