Libero 14 agosto 2007
di RENATO FARINA
Che gioia, ragazzi. In spiaggia i bagnini per la soddisfazione dovrebbero far sventolare la bandiera verde a mezzaluna. Da qualche ora siamo ufficialmente il Paese dell'Occidente più amico dei terroristi islamici e pure golpisti. Romano Prodi ha detto: «Hamas esiste. È una realtà molto complessa che dobbiamo aiutare ad evolvere perché lavori per la pace. Tutto questo deve essere fatto apertamente, con trasparenza».
Quotidiani e tg hanno lodato il coraggio, il dialogo, il realismo, eccetera. In realtà è una trovata da Giuda, e pure antisemita, perché accredita chi vuole semplicemente eliminare Israele dalla carta geografica e gli ebrei dalla faccia della terra, quanto ai cristiani a casa loro (dalle parti della Palestina) stanno già provvedendo alacremente. Hamas è l'ala marciante di Al Qaeda alle porte di Gerusalemme (e di casa nostra). Rispetto a loro, Arafat era un terziario francescano. Con la frasetta di cui sopra l'Italia ha scelto di collocarsi dalla parte dei cammelli e dei kamikaze, tutto per la pace nostra e che crepino pure gli altri.Ora si capisce perché Prodi aveva posato in spiaggia con i venditori musulmani di cianfrusaglie e griffe fasulle: perché è del mestiere pure lui, vende stracci, anche se quello straccio una volta era onorato come tricolore.
Che conseguenze avrà questa mossa? Vedendola dal lato buono, non corriamo il rischio di attentati a Ferragosto. Gli islamici da Guerra Santa in Libano, in Afghanistan e in Italia per un po' di tempo ci vorranno bene e ci lasceranno tagliare le fette d'anguria senza rottura di scatole. Vista dal lato della dignità, facciamo un po' schifo. E da quello della prospettiva storica, siamo pure fessi.
Abbiamo diviso un fronte che doveva restare unito. Ci siamo garantiti la benevolenza di chi la userà per allargare il suo impero maligno. Abbiamo patteggiato con la serie B del terrorismo. Non solo ci siamo intesi con chi pratica la morte altrui come programma di vita, ma l'abbiamo fatto pure con un sottogruppo di Al Qaeda. Magari Prodi avesse avuto la faccia tosta di dare la mano a Bin Laden, macché, il nostro premier ha dato una carezza ad Hamas e così si è preso i complimenti nientepopodimeno che di Fouzi Ibrahim. Non so se vi rendete conto: addirittura Fouzi Ibrahim, un uomo decisamente al livello come minimo di Pecoraro Scanio. Questo Ibrahim è il portavoce di Hamas, una sorta di Sircana della fazione che ha preso Gaza con un golpepe. Ha detto: «L'Italia è uscita dall'ombrello americano. Grazie». Cioè: l'Italia non è più alleata dell'America. L'"ombrello", nelle telecronache calcistiche, allude al noto gesto, mentre nel linguaggio della diplomazia è un riferimento storico alla copertura atomica. Durante la guerra fredda tra Occidente e Urss facevano da ombrello i missili Usa impedendo la nostra annessione al Bengodi dei comunisti. Adesso in Italia al potere ci sono due o tre partiti comunisti più ex e post, e uscire dall'ombrello americano rappresenta il coronamento di un sogno. Il Pdci di Diliberto ha subito gongolato e chiesto a Veltroni di schierarsi da questa parte. Gli antagonisti e i carusiani sono felici. Un uomo come Furio Colombo, di sinistra ma sincero filoisraeliano, è sbigottito. In Umbria era stato assaltato da un gruppazzo di "antiimperialisti", veri habitué delle minacce a Libero, che hanno dedicato improperi a lui e a Israele, osanna ad Hamas e all'Iran di Ahmadinejad. Ora saranno contenti. Israele si è spaventata e un po' stupita. Cinque giorni fa Piero Fassino, che in fondo è tuttora il segretario del partito più grosso della maggioranza, aveva scelto il buon senso: «Inutile fare aperture ad Hamas, non ci sono le condizioni». Passano tre giorni e Prodi ribalta tutto. Qui siamo alla sciatteria eretta a sistema di governo. Svendiamo, per un minimo di tranquillità presente dei nostri soldati in Libano e Afghanistan e delle nostre vacanze, il futuro prossimo. Chi non ricordasse chi è Hamas, può esercitarsi in un breve ripasso. L'ultima guerra in Libano è partita dall'attentato terroristico del 25 giugno 2006 da un commando di Hamas, che aveva base a Gaza. Uccisero due soldati israeliani e ne rapirono un terzo. Serviva a impedire la ripresa di un negoziato di pace dopo il vertice tra il presidente palestinese Abu Mazen e il premier israeliano Olmert. Una trama recitata già nell'ottobre del 1993: Hamas scatenò i suoi kamikaze sugli autobus a Gerusalemme e Tel Aviv per sabotare il piano di pace siglato il 13 settembre 1993 a Camp David tra Arafat e Rabin. Ora Hamas è alleata saldissimi di Hezbollah, Siria e Iran Prodi dice: Hamas esiste. Vuol dire: esiste legittimamente, ovvio. La legittimazione di Hamas, Hezbollah, Assad di Damasco e Ahmadinejad di Teheran viene dal fatto che sarebbero stati liberamente eletti dai rispettivi popoli. L'Occidente davanti a queste realtà può limitarsi a considerare democratico ciò che ha ottenuto voti benché predichi il terrorismo e l'annientamento di una stirpe? Hitler fu eletto democraticamente. E l'ideologia di questi personaggi (sono più prudente verso Assad) è semplicemente hitleriana. Con la benedizione aggiunta di Allah. Hamas è anche il gruppo che ha decretato la condanna a morte di un musulmano di genere diverso: Magdi Allam. E il nostro governo non la prende sottogamba, tanto che per fortuna dà ad Allam una protezione adeguata alla minaccia di gente che teorizza l'assassinio dei civili. E allora perché questa apertura ad Hamas? Che razza di gioco è? Dopo il festival dei criminali stiamo diventando la portaerei nel Mediterraneo degli interessi di chi vuole spazzare via l'Occidente? Almeno Andreotti e Craxi, mentre praticavano una sciagurata amicizia coi palestinesi estremisti, dicevano sì all'ombrello americano, e permisero di piazzare i missili Pershing e Cruise. E Poi lavoravano sottobanco. Prodi invece si pavoneggia. E si fa elogiare da uno stracciaculo mai sentito. Tale Fouzi Ibrahim sulla televisione al-Alam. In che manacce siamo. Noi rispondiamo: viva Israele.
Foto: Romano Prodi nei panni di una donna rom visto da Benny
.IL PREMIER PRENDE PIÙ DI TRE COLLEGHI
Il quotidiano tedesco Bild ha pubblicato la classifica degli stipendi dei premier dei primi 8 paesi del mondo. In testa George Bush, con l'equivalente mensile di 24.167. Segue a ruota l'inglese Brown (23.334), poi il giapponese Shinzo Abe (21.910). Dietro Angela Merkel (Germania, 20.427), c'è Romano Prodi con 18.900 euro mensili. Il premier italiano guadagna più di Nicolas Sarkozy (6.600 euro), Vladimir Putin (4.860) euro e il cinese Hu Jintao (appena 274 euro al mese) messi insieme. Oly, Fotog e Cont
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