IL CASO DON GELMINI Se si scherza con i santi si fanno vincere i fanti
Libero 8 agosto 2007
di RENATO FARINA
Don Pierino se ne sta a Santa Cristina d'Aspromonte in un vecchio sanatorio messo a nuovo per i suoi ragazzi. L'inchiesta della Procura di Terni si sta chiudendo. Lui ha smesso di parlare. Ogni parola che ha detto in questi giorni gli è stata infilata come una freccia nel costato. Ne avrà salvati trecentomila di poveri figli nostri. Ma ha sbagliato tre parole in un momento di pena e gli hanno tirato contro un editoriale sul Corriere della Sera. In quarant'anni che si ammazzava per il prossimo, niente, nemmeno un grazie da via Solferino e dai grandi giornali. È bastata una stupidaggine sugli ebrei. Ha chiesto scusa, non se ne capacitava nemmeno lui. Niente da fare. Chi crede di essere? Umberto Eco o Dacia Maraini che hanno calunniato Calabresi con altri 800 e nessuno ha detto loro nulla? A don Gelmini hanno fatto un processo «all'inconscio» addirittura, leggere Pier Luigi Battista per credere, e l'hanno condannato. Ma guarda. Poi tutto si è allargato. Era così prevedibile. Tutti uniti nel coro delle accuse Il caso di don Gelmini è ormai il caso della Chiesa cattolica in Italia. Da ogni dove si rovesciano accuse non più solo su di lui, ma dove càpita càpita, purché un uomo dica messa, non c'è neanche bisogno porti la sottana per essere martellato. L'unica salvezza momentanea è unirsi al coro dei dubbi e delle accuse, prete o cardinale, allora sei salvo, e ti elogia anche Marco Pannella. Ecco cosa accade. 1) Ragazzi si ricordano di aver subito molestie e chiedono denaro. A Torino è stato arrestato un giovanotto di 24 anni, con piccoli precedenti. Riscuoteva parcelle, previo ricatto, da un cerimoniere della Curia e dall'economo del liceo dei salesiani. Minacciava di rivelare abusi sessuali. Ora dal carcere insiste. Ammette di aver incassato mazzette , ma accusa e rilancia: mi hanno abusato, pagheranno. 2) Anonimi che inviano a Internet testimonianze senza riscontri e vengono ripresi come fosse acqua di fonte. Il quotidiano on line ">«Se un tizio non naviga nell'oro, cosa gli rimane da fare? Semplice: accusare un prete e denunciarlo di qualsiasi nefandezza. Tanto il prete non potrà mai risollevarsi». Invocava una strategia: «Chierichetti di tutto il mondo uniamoci e armiamoci alla lotta! Raccogliamo testimonianze sulla nostra esperienza in sacrestie ed oratori, non se ne può più». Intanto si sono mossi gli altri. Denunciano. E i preti non hanno armi per difendersi. Certo, non c'è nessuna fede che preservi da sbagli e debolezze o nessun eroismo che possa essere alibi per porcherie. Qui però c'è qualcosa di strano ma anche di molto antico. Una specie di voluttà. Il piacere di macchiare uomini buoni per assolvere noi stessi dalla nostra incapacità di voler bene. DALL'ITALIA AL MONDO Don Piero Gelmini, 82 anni. La Comunità Incontro fondata nel 1979 ad Amelia, in Umbria, ora ha 74 sedi in tutta Italia. Nel mondo le sue comunità sono 267 (fotogramma)
1 commento:
grazie di questo servizio
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