....Si può ripartire solo dal positivo che c'è, non da quello che manca. Così, per ritrovare un nuovo slancio per l'Italia e renderne viva la democrazia basterebbe semplicemente ripartire da qui, da questi fatti....
di Raffaello Vignali, presidente nazionale Compagnia delle Opere
Tratto da Tempi del 24 gennaio 2008
Ricorrono i sessant'anni della Costituzione. In quella Carta sono stati fissati gli sforzi di laici, socialisti e cattolici per dare una strada a una democrazia che nasceva, facendo tesoro delle tradizioni culturali e popolari di un Paese che accettava di fare sacrifici per uscire dalla distruzione della guerra e gettando le basi di un "ben essere" crescente e duraturo. Oggi si celebra quell'anniversario, ma è difficile non domandarsi non cosa ne sia oggi di quella Carta, ma della democrazia in Italia.
I rifiuti che sommergono Napoli, la mortificazione di una università che rinunciando alla ricerca della verità, alla libertà di espressione e al confronto rispettoso delle posizioni nega la sua stessa natura, poteri (dello Stato e non) che si arrogano spazi di intervento che non sono loro. Questi sono solo i fatti dell'ultima settimana, a cui vanno aggiunte le condizioni in cui versa un paese che sembra incapace di un nuovo slancio.
Da dove ripartire, per ritrovare una tensione positiva come quella del 1948, ovvero per un nuovo assetto realmente democratico? Il Compendio della dottrina sociale della Chiesa afferma che «un'autentica democrazia è possibile soltanto in uno stato di diritto e sulla base di una retta concezione della persona umana. Essa esige che si verifichino le condizioni necessarie per la promozione sia delle singole persone mediante l'educazione e la formazione ai veri ideali, sia della soggettività della società mediante la creazione di strutture di partecipazione e di corresponsabilità». In altri termini, una posizione antropologica che, attraverso l'educazione al senso ideale della vita, è capace di assumersi la responsabilità della costruzione di opere.
Se guardiamo i fatti della scorsa settimana con altri occhi, possiamo vedere anche un'altra realtà. Gli studenti della Sapienza che vivono la condizione universitaria come ricerca della verità, resi da questo protagonisti. Il popolo che domenica ha partecipato a quel gesto semplice, l'Angelus, che ricorda a tutti un Fatto accaduto più grande di ogni ideologia. Un Papa visibilmente lieto che educava i suoi a cercare la verità e a non sottrarsi al dialogo. A Napoli, poi, ci sono amici laureati e professionalmente affermati che continuano a vivere al Rione Sanità, creando opere educative, sociali e imprenditoriali, non per risolvere i problemi di Napoli, ma per offrire a tutti una testimonianza ed un esempio di una umanità nuova; una presenza che è, più dei rifiuti che la sommergono, la vera novità di Napoli. Per non dire della battaglia per la moratoria dell'aborto lanciata da Giuliano Ferrara, che invita tutti ad allargare la ragione e ad impegnare la propria libertà. Anche questi sono solo alcuni dei tantissimi fatti che confermano quanto documentano l'indagine su Sussidiarietà e riforme, illustrata settimana scorsa da Giorgio Vittadini e l'adesione al Cinque per Mille, ovvero un desiderio di partecipazione largamente diffuso.
Sono alcuni dei tantissimi fatti che in Italia non trovano né rappresentanza né rappresentazione. Nondimeno ci sono. Ci sono e non sono "riserve indiane", non si sottraggono alla loro dimensione pubblica; in questo sono anche fatto politico vero, se la politica è l'arte del compromesso, cioè della compromissione con la realtà. E quindi fattore di costruzione di bene comune e di democrazia.
Si può ripartire solo dal positivo che c'è, non da quello che manca. Così, per ritrovare un nuovo slancio per l'Italia e renderne viva la democrazia basterebbe semplicemente ripartire da qui, da questi fatti.
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