Sostenendo che il cristianesimo non ha diritto di dimora all’interno dell’università, i detrattori di Benedetto XVI non sembrano essersi resi conto del risvolto ironico dell’iniziativa. Impedendogli di parlare, hanno fatto al Papa esattamente ciò che la chiesa aveva fatto a Galileo: impedire la libertà di parola e di ricerca intellettuale.
Tratto da IL FOGLIO del 18 gennaio 2008
Ieri, quando Papa Benedetto XVI è entrato nella sala ricevimenti del Vaticano, gli studenti che erano giunti nella Città Santa per esprimergli il loro sostegno hanno gridato: “Libertà”. A quanto pare si tratta di un concetto che gli studiosi di una delle più prestigiose università europee non sono in grado di comprendere.
Il giorno prima, il Pontefice aveva cancellato un discorso che avrebbe dovuto tenere all’università di Roma La Sapienza, in seguito alla minaccia di 67 professori dell’ateneo e di un gruppo di studenti che avevano dichiarato la propria intenzione di impedire la presenza del Papa. Il presunto peccato commesso dal Papa, a detta di questi “studiosi”, sarebbe questo: quasi vent’anni fa aveva pronunciato un discorso in cui aveva elogiato il processo per eresia intentato contro Galileo. Sostenendo che il cristianesimo non ha diritto di dimora all’interno dell’università, i detrattori di Benedetto XVI non sembrano essersi resi conto del risvolto ironico dell’iniziativa. Impedendogli di parlare, hanno fatto al Papa esattamente ciò che la chiesa aveva fatto a Galileo: impedire la libertà di parola e di ricerca intellettuale.
I fondamentalisti laici dell’università romana non sono i primi a sentirsi minacciati da Papa Benedetto XVI. Nel 2006, dopo un discorso in cui aveva attaccato la violenza islamica, chiedendo che la religione fosse tenuta a freno dalla ragione, i fondamentalisti musulmani si sono letteralmente infuriati.
Tra i cardini del pensiero di Benedetto vi è la convinzione che la civiltà europea sia il prodotto di una combinazione tra la fede biblica e la ricerca filosofica greca. Nel discorso che gli è stato impedito di pronunciare, il Papa aveva intenzione di parlare del ruolo dei papi e delle università. Il suo compito, secondo Benedetto, è proprio quello di “mantenere viva la sensibilità per la verità e spingere la ragione a mettersi al servizio della ricerca della verità, del bene e di Dio”. L’Università La Sapienza è stata fondata nel 1303 da uno dei predecessori di Benedetto.
Marcello Cini, il fisico che ha guidato la protesta, ha affermato che la visita del papa era “un attacco all’indipendenza della cultura e dell’università”. Il sostegno espresso al Papa da studenti, media e politici dimostra che la maggior parte dell’Italia non la pensa in questo modo. L’attacco contro l’università è stato sferrato non dal Papa bensì proprio da Cini e dai suoi sostenitori. E imponendo la censura non hanno certo difeso la cultura occidentale.
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