La sfida bioetica • Entro sei settimane la risposta dell’esecutivo • Mauro: «Quando perfino il «padre» della pecora Dolly abbandona la distruzione delle cellule sarebbe puramente ideologico continuare» • Interpellanza di un gruppo di deputati: fermate i fondi
di Marina Corradi
Tratto da AVVENIRE del 18 gennaio 2008
Lo scienziato giapponese Shinya Yamanaka, che recentemente ha ottenuto staminali pluripotenti da cellule adulte, potrebbe essere ascoltato dalla Commissione europea nell’ambito dell’iniziativa di un gruppo di eurodeputati che presenterà un’interrogazione tendente a ottenere una moratoria sulla ricerca che usa linee staminali embrionali, prevista e finanziata dal Settimo programma quadro della Ue. Dopo la pubblicazione dello studio che ha convinto Ian Wilmut, creatore della pecora Dolly, ad abbandonare la ricerca sulle staminali embrionali, in seno al Parlamento di Strasburgo si lavora per far adottare la sostanza di quella moratoria proposta da Eugenia Roccella su Avvenire due mesi fa. «Ora che si sa che la ricerca più avanzata lavora sui tessuti adulti – ha detto Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento, aprendo ieri l’Intergruppo di Bioetica – cerchiamo di convogliare i fondi dell’Europa su questi studi. Insistere sulle staminali embrionali quando perfino Wilmut le abbandona sarebbe puramente ideologico ».
L’interrogazione porta la firma della Verde tedesca Hiltrud Breyer, di Mauro, di Carlo Casini e al momento di un’altra dozzina di deputati: fra gli italiani, Patrizia Toia, Iles Braghetto, Vittorio Prodi. Il gruppo che si riunisce nella sala S2. 2 del Parlamento è composto di Popolari – molti dell’Est – e Verdi tedeschi, ovvero quella cert’anima che mette insieme cattolici e ambientalisti nordici nel tentativo di difendere l’embrione dalla ricerca, dopo che il venir meno della minoranza di blocco a causa della decisione dal ministro della Ricerca Mussi ha aperto questa possibilità.
La Commissione dovrà dare una risposta entro sei settimane, e la Breyer si dice ottimista: «L’interrogazione non deve sottoporsi al voto dell’aula: semplicemente la Commissione, preso atto dell’evoluzione della ricerca internazionale, potrebbe privilegiare nei finanziamenti gli studi su staminali da tessuti adulti. La Commissione peraltro ha già ammesso che non esiste in Europa una ricerca su staminali embrionali finanziata da privati. E se i fondi privati mancano è un’ulteriore conferma del fallimento di questa ricerca, e non si vede perchè i fondi Ue debbano essere erogati a un’ipotesi superata».
Un invito a un contrordine, dunque. Se il professor Yamanaka verrà in audizione sarà difficile non tenerne conto. Non tutti però condividono l’ottimismo della Breyer. Kathy Sinnott, deputato irlandese, teme che possa non essere facile contraddire quella che per lei è una questione fondamentalmente ideologica. Peter Liese, Verde tedesco, dice che comunque è necessario «provare, e provare ancora ». Vittorio Prodi, fratello del premier, legge e firma: «Viste le nuove prospettive della ricerca, non vedo perché non si debba pensare a un ridirezionamento dei fondi Ue».
Fra i firmatari dell’interrogazione pro-moratoria c’è anche un Verde italiano, che però ha un cognome tedesco in quanto vive vicino a Chiusa, sul confine con l’Austria. Onorevole, un Verde che firma un documento pro-life? «I Verdi italiani risentono fortemente dell’influenza dei Radicali – risponde Sepp Kusstacher –, quelli tedeschi ritengono invece che anche la vita umana, e non solo l’ambiente, meriti tutela. In effetti non capisco perché la protezione che chiediamo per gli animali non debba riguardare anche l’uomo ».
Purtroppo, sono dubbi che agli ambientalisti vengono solo dal Brennero in su. E della moratoria sull’aborto proposta da Giuliano Ferrara, onorevole, che pensa? «Sono assolutamente d’accordo su una riflessione culturale, ma non a interventi legislativi». La stessa Breyer, pure personalmente contraria all’aborto, è perplessa. «Non vorrei che si finisse col criminalizzare le donne. La strada contro l’aborto è l’aiuto concreto alle donne. In Germania lavoriamo a punti di ascolto in cui la donna possa restare anonima».
Gli italiani come Mauro e Casini vorrebbero portare la questione della moratoria sull’aborto a conoscenza del Parlamento europeo con una petizione. Mauro ricorda tra l’altro che la Ue «finanzia organizzazioni come l’Unfpa, che promuovoo l’aborto, e che anzi nel 2002 sotto la presidenza Prodi venne decisa un’erogazione extra di 32 milioni di euro per compensare la chiusura dei finanziamenti decisa da Bush quando l’Unfpa appoggiò la politica di riduzione delle nascite in Cina». In Europa, afferma una ricerca dell’Instituto de Politica familiar spagnolo, si praticano 141 aborti all’ora, 3385 al giorno. Ma una riflessione su questo non è all’ordine del giorno.
Le tappe
Martedì 20 novembre:
Sulle riviste scientifiche 'Science' e 'Cell' compaiono i risultati di due ricerche condotte da scienziati americani e giapponesi guidati da James Thomson e Shinya Yamanaka. Le équipe annunciano di aver riprogrammato cellule umane adulte della pelle in staminali di tipo embrionale, la tecnica non comporta la distruzione di embrioni umani.
Mercoledì 21 novembre:
“Avvenire”, con un editoriale di Eugenia Roccella, propone una moratoria europea di cinque anni sulla ricerca che coinvolge embrioni umani. La proposta viene immediatamente raccolta dal capogruppo Udc alla camera Luca Volonté e dalla sentarice del Pd Paola Binetti, che lanciano una mozione nei rispettivi rami del Parlamento.
Venerdì 23 novembre:
l’Associazione Scienza e Vita aderisce alla proposta di moratoria, aprendo una raccolta firme che in poco meno di un mese registra oltre 10 mila adesioni. Intanto un’altra mozione che rilancia la proposta di “Avvenire” viene depositata al Senato.
30 novembre:
la proposta di moratoria sbarca informalmente a Strasburgo: a diffondere la voce son gli europarlamentari italiani Patrizia Toia e Mario Mauro.
17 gennaio:
dopo la riunione dell’Intergruppo per la bioetica, viene presentata un’interpellanza per fermare i fondi per la ricerca sugli embrioni. ( V. Dal.)
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