sabato 19 gennaio 2008

MORATORIA SUGLI EMBRIONI: L'EUROPA ADESSO SI MUOVE

La sfida bioetica • Entro sei settimane la risposta dell’esecutivo • Mauro: «Quando perfino il «padre» della pecora Dolly abbandona la distruzione delle cellule sarebbe puramente ideologico continuare» • Interpellanza di un gruppo di deputati: fermate i fondi
di Marina Corradi
Tratto da AVVENIRE del 18 gennaio 2008



Lo scienziato giapponese Shinya Yama­naka, che recentemente ha ottenuto staminali pluripotenti da cellule adul­te, potrebbe essere ascoltato dalla Commis­sione europea nell’ambito dell’iniziativa di un gruppo di eurodeputati che presenterà un’interrogazione tendente a ottenere una moratoria sulla ricerca che usa linee stami­nali embrionali, prevista e finanziata dal Set­timo programma quadro della Ue. Dopo la pubblicazione dello studio che ha convinto Ian Wilmut, creatore della pecora Dolly, ad abbandonare la ricerca sulle staminali em­brionali, in seno al Parlamento di Strasbur­go si lavora per far adottare la sostanza di quella moratoria proposta da Eugenia Roc­cella su Avvenire due mesi fa. «Ora che si sa che la ricerca più avanzata lavora sui tessuti adulti – ha detto Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento, aprendo ieri l’Intergruppo di Bioetica – cerchiamo di convogliare i fon­di dell’Europa su questi studi. Insistere sulle staminali embrionali quando perfino Wil­mut le abbandona sarebbe puramente ideo­logico ».

L’interrogazione porta la firma della Verde tedesca Hiltrud Breyer, di Mauro, di Carlo Ca­sini e al momento di un’altra dozzina di de­putati: fra gli italiani, Patrizia Toia, Iles Bra­ghetto, Vittorio Prodi. Il gruppo che si riunisce nella sala S2. 2 del Parlamento è composto di Popolari – molti dell’Est – e Verdi tedeschi, ovvero quella cert’anima che mette insieme cat­tolici e ambientalisti nordici nel tentativo di difendere l’embrione dalla ricerca, dopo che il venir me­no della minoranza di blocco a causa della decisione dal ministro della Ricerca Mussi ha aperto que­sta possibilità.
La Commissione dovrà dare una risposta entro sei settimane, e la Breyer si dice ottimista: «L’inter­rogazione non deve sottoporsi al voto dell’aula: semplicemente la Commissione, preso atto dell’e­voluzione della ricerca interna­zionale, potrebbe privilegiare nei finanziamenti gli studi su stami­nali da tessuti adulti. La Commis­sione peraltro ha già ammesso che non esiste in Europa una ricerca su stami­nali embrionali finanziata da privati. E se i fondi privati mancano è un’ulteriore confer­ma del fallimento di questa ricerca, e non si vede perchè i fondi Ue debbano essere ero­gati a un’ipotesi superata».

Un invito a un contrordine, dunque. Se il pro­fessor Yamanaka verrà in audizione sarà dif­ficile non tenerne conto. Non tutti però con­dividono l’ottimismo della Breyer. Kathy Sin­nott, deputato irlandese, teme che possa non essere facile contraddire quella che per lei è una questione fondamentalmente ideologi­ca. Peter Liese, Verde tedesco, dice che co­munque è necessario «provare, e provare an­cora ». Vittorio Prodi, fratello del premier, leg­ge e firma: «Viste le nuove prospettive della ricerca, non vedo perché non si debba pen­sare a un ridirezionamento dei fondi Ue».

Fra i firmatari dell’interrogazione pro-mo­ratoria c’è anche un Verde italiano, che però ha un cognome tedesco in quanto vive vici­no a Chiusa, sul confine con l’Austria. Ono­revole, un Verde che firma un documento pro-life? «I Verdi italiani risentono fortemente dell’influenza dei Radicali – risponde Sepp Kusstacher –, quelli tedeschi ritengono inve­ce che anche la vita umana, e non solo l’am­biente, meriti tutela. In effetti non capisco perché la protezione che chiediamo per gli animali non debba riguardare anche l’uo­mo ».

Purtroppo, sono dubbi che agli ambientali­sti vengono solo dal Brennero in su.
E della moratoria sull’aborto proposta da Giuliano Ferrara, onorevole, che pensa? «Sono asso­lutamente d’accordo su una riflessione cul­turale, ma non a interventi legislativi». La stessa Breyer, pure personalmente contraria all’aborto, è perplessa. «Non vorrei che si fi­nisse col criminalizzare le donne. La strada contro l’aborto è l’aiuto concreto alle donne. In Germania lavoriamo a punti di ascolto in cui la donna possa restare anonima».

Gli italiani come Mauro e Casini vorrebbero portare la questione della moratoria sull’a­borto a conoscenza del Parlamento europeo con una petizione. Mauro ricorda tra l’altro che la Ue «finanzia organizzazioni come l’Unfpa, che promuovoo l’aborto, e che anzi nel 2002 sotto la presidenza Prodi venne de­cisa un’erogazione extra di 32 milioni di eu­ro per compensare la chiusura dei finanzia­menti decisa da Bush quando l’Unfpa ap­poggiò la politica di riduzione delle nascite in Cina». In Europa, afferma una ricerca del­l’Instituto de Politica familiar spagnolo, si praticano 141 aborti all’ora, 3385 al giorno. Ma una riflessione su questo non è all’ordi­ne del giorno.


Le tappe


Martedì 20 novembre:
Sulle riviste scientifiche 'Science' e 'Cell' compaiono i risultati di due ricerche condotte da scienziati americani e giapponesi guidati da James Thomson e Shinya Yamanaka. Le équipe annunciano di aver riprogrammato cellule umane adulte della pelle in staminali di tipo embrionale, la tecnica non comporta la distruzione di embrioni umani.


Mercoledì 21 novembre:
“Avvenire”, con un editoriale di Eugenia Roccella, propone una moratoria europea di cinque anni sulla ricerca che coinvolge embrioni umani. La proposta viene immediatamente raccolta dal capogruppo Udc alla camera Luca Volonté e dalla sentarice del Pd Paola Binetti, che lanciano una mozione nei rispettivi rami del Parlamento.

Venerdì 23 novembre:

l’Associazione Scienza e Vita aderisce alla proposta di moratoria, aprendo una raccolta firme che in poco meno di un mese registra oltre 10 mila adesioni. Intanto un’altra mozione che rilancia la proposta di “Avvenire” viene depositata al Senato.

30 novembre:
la proposta di moratoria sbarca informalmente a Strasburgo: a diffondere la voce son gli europarlamentari italiani Patrizia Toia e Mario Mauro.

17 gennaio:
dopo la riunione dell’Intergruppo per la bioetica, viene presentata un’interpellanza per fermare i fondi per la ricerca sugli embrioni. ( V. Dal.)

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