lunedì 7 gennaio 2008

Lemming ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "LUCA HA RISPOSTO E DESIDERO ANDARE AVANTI A COLLOQ...":



Un estratto dal testo di Luca.

"Infatti per il dialogo e' necessaria la logica."

"per scoprire che non esiste alcun collegamento tra i decessi e la RU. Anzi la percentuale di rischio e' molto inferiore a quella di farmaci che ci sono piu' familiari, tutt'ora in commercio."

Mi sembra strano sentire che serve la logica per un dialogo, poi la logica cade su una semplice frase.

Francesco:

Non so nulla sull RU, ma se non c'e' nessun collegamento tra la RU e i decessi, cosa vuol dire che i rischi sono piu' bassi di altre medicine? Se veramente non ci fossero collegamenti, il rischio dovrebbe essere pari al bere un bicchier d'acqua: Rischio=0 e non minore di altri farmaci.

Caro Luca, mi sembra che l'argomentazione uilizzata su casi teorici dell'aborto di ragazze stuprate ... non sia veramente molto interessante. Se l'aborto fosse davvero legato solo ai casi di stupro o di violenza, probabilmente non ci sarebbero davvero delle grandi discussioni politiche.

L'aborto c'e' e non viene utilizzato solo in circostanze strane.

Ci sono tre posizioni che lo stato puo' prendere sulla questione aborto:

1- Vietarlo per Legge
2- Accettarlo ma non assisterlo
3- Assisterlo

In Italia i medici vengono pagati dallo stato e da te, per praticare l'aborto e quindi finiscono nella categoria numero 3. Lo stato accetta di assistere l'aborto.

Non penso che a questo punto la societa' sia preparata a mettere fuori legge l'aborto credo che succederebbe esattamente quello che succede per la droga che vuol dire che l'aborto verrebbe praticato nell'oscurita'.

Lo stato pero' non ha nessun dovere di assistere qualcosa che e' contro natura. Quindi, perche' farlo?

Personalmente capisco che se non siamo aiutati, la mentalita' comune, definita PIU' (o meno) dalla televisione, ci porta ad una visione storpiata della realta'. Il successo (1984) e' definito dal far sembrare questa una visione "libera".

Sono un uomo quindi non posso dire molto sulla sensibilita' di una madre nell'uccidere quello che ha generato, ma come padre avrei qualche difficolta' ad uccidere mio figlio.

Non riesco bene a capire la tua posizione, tu, personalmente, vorresti uccidere tuo figlio? E se e' handicappato? e se a 10 anni si ammala? e se a 20 anni si ammala?

La vita e' per me e' il rischio continuo di vivere la realta' che mi vien posta di fronte. Questo non viene senza incazzature, senza pensare che esistono ingiustizie o senza tentare di correggere queste ingiustizie con passione.

L'abbraccio e l'amore di mia moglie, dei miei figli, e di alcuni amici e' per me il segno di un abbraccio piu' grande e sostegno di fronte alla realta.

1 commento:

luca ha detto...

Gentile Lemming, ha ragione ho commesso un errore in quella frase. Il rischio a cui mi riferivo era "rischio di complicazioni" in senso più ampio. Mi scuso dell'errore.

Ora sono costretto a difendermi. Non mi pare di aver mai detto che l'interruzione viene usata SOLO in casi di violenze. Ho detto che fintanto che esisteranno le violenze lo stato dovrà sobbarcarsi l'onere morale di assistere (come dice lei) coloro che non intendono continuare nella gravidanza.

Ora sono costretto ad attaccare.
Lei dice: "Lo stato pero' non ha nessun dovere di assistere qualcosa che e' contro natura. Quindi, perche' farlo?"
Primo il concetto di 'contro natura' è davvero strano in campo medico. Non è forse contro natura anche la trasfusione? O il trapianto? O la chirurgia tutta? La cosa più naturale al mondo è lasciare che le persone muoiano quando si ammalano. E' questo che lei vuole?
Secondariamente, le faccio notare che da nessuna parte sta scritto che ciò che è contro natura lo Stato non debba farlo. Ma questa è solo una quisquilia teorica e a lei forse non interessa.

Proseguendo nel suo commento pare chiaro che per lei non c'è differenza alcuna tra un uomo adulto e un feto. E' una posizione. Non la condivido ma questo poco importa, quello che più conta e che insieme a me tante altre persone non la condividono. Visto che nessuno può decidere nella controversia la cosa più giusta da fare è lasciare alla libera scelta di ognuno la decisione. Non le pare ragionevole? Chi vuole lo fa chi non vuole non lo fa.

Ora la provoco un po'. Lei davvero non trova alcuna differenza tra un entità unicellulare e un uomo/donna adulto? Eppure ogni giorno migliaia delle nostre cellule muoiono, anche quelle del cervello, un ecatombe giornaliera? In ognuna di queste c'era un anima?
[Nota: prima che me lo faccia notare lei. Ho scritto entità unicellulare ben sapendo che il feto di cellule ne ha molte di più. Ma è chiaro che se per lei un essere di 4 settimane e uno di 20 anni sono uguali, non ci sarà differenza nemmeno con uno di 3 settimane o 2 o 1 minuto. Insomma con un entità che ha una sola cellula].

Gentile signora, la ringrazio ancora per aver dato tanto spazio alle mie parole e per aver condiviso la sua storia. La invito ancora una volta ad affrancarsi da certi giornalisti, sarò troppo diffidente ma ho la netta sensazione che vi stiano solo usando.