sabato 12 gennaio 2008

IL PAPA :LA POLITICA RISPETTI LA CENTRALITA' DELLA PERSONA

Vangelo e società • «Affrontare l’emergenza educativa. Impegno per i poveri» • Parlando agli amministratori della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Roma, Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza di un impegno condiviso di fronte ai problemi più seri, dall’attenzione ai giovani, alla sanità «Non penalizzare gli ospedali cattolici»
di Salvatore Mazza

Tratto da AVVENIRE del 11 gennaio 2008






Mai dimenticare la persona. Mai rischiare di subordi­narla a scelte che non solo ne mortifichino la centralità nel con­testo sociale, ma soprattutto che ne impediscano la crescita. Per questo l’emergenza educativa «non può la­sciare indifferenti» né la Chiesa né la politica, in quanto «sono chiara­mente in gioco, con la formazione delle persone, le basi stesse della con­vivenza e il futuro della società».

Per questo, ancora, è necessario «un im­pegno convergente e di ampio respi­ro, attraverso il quale le istituzioni ci­vili, ciascuna secondo le proprie com­petenze, moltiplichino gli sforzi per affrontare ai diversi livelli l’attuale e­mergenza educativa, ispirandosi co­stantemente al criterio-guida della centralità della persona umana». Questo è infatti il «criterio fonda­mentale » per i rispettivi compiti di Stato e Chiesa.

Come sempre la tradizionale udien­za riservata all’inizio di ogni nuovo anno agli amministratori locali di Roma e del Lazio è stata, per Benedetto XVI, l’occasione per manifestare co­me il vescovo di Roma sia vicino ai problemi della 'sua' gente, condivi­dendone speranze e preoccupazio­ni, e allo stesso tempo ribadire come la Chiesa sia pronta a dare il proprio contributo alle amministrazioni lo­cali, pur senza dimenticare che l’im­pegno profuso «attraverso la Caritas e molte altre realtà di volontariato», non potrà mai sostituire «le respon­sabilità e possibilità di intervento dei pubblici poteri».

In un clima «sereno», per usare le pa­role del presidente della Regione Pie­tro Marrazzo, quello di ieri è stato quasi un confronto. Prima i discorsi dei tre amministratori, lo stesso Mar­razzo, il sindaco di Roma Walter Vel­troni e il presidente della Provincia Enrico Gasbarra.

Poi la risposta del Papa: nella quale non sono mancati i richiami anche forti alle emergenze della sicurezza, testimoniata dall’uc­cisione di Giovanna Reggiani a Tor di Quinto, e alle «minacciose» nubi che continuano a gravare sulla famiglia, né la denuncia dell’aumento della povertà e «del gravissimo degrado di alcune aree di Roma».
Con l’impor­tante accenno finale alle «gravi diffi­coltà » della sanità, e la constatazione di come «sia non di rado drammati­ca la situazione delle strutture sani­tarie cattoliche, anche assai presti­giose e di riconosciuta eccellenza na­zionale », con la conseguente esigen­za di non penalizzarle «non per un interesse della Chiesa, ma per non compromettere un servizio indi­spensabile alle nostre popolazioni».

Un tema che Marrazzo, nel suo salu­to, aveva addebitato a un «problema contingente» in conseguenza della «pesante situazione debitoria» della sanità. Veltroni, a sua volta, aveva in­vece posto l’accento sulle «difficoltà di molte famiglie dove lo stipendio non basta ad arrivare alla fine del me­se, dei giovani che devono misurare il loro sogno di sposarsi e avere dei fi­gli con la realtà dei prezzi di una ca­sa o con l’insufficienza dei servizi». Con tutto ciò, tuttavia,

Roma resta «u­na comunità aperta e accogliente, at­tiva nella lotta contro la povertà e l’in­giustizia sociale». «Lavoriamo, giorno dopo giorno – ha concluso Veltroni – per far sì che nella nostra città le luci del diffuso benessere di questa parte del pianeta non conducano a di­menticare il disagio di tanti... ma an­che le paure e le difficoltà delle fami­glie ». Quella famiglia 'società natu­rale fondata sul matrimonio', ha det­to richiamando l’articolo 29 della Co­stituzione, «che rimane la pietra d’an­golo della nostra società».

Nessun commento: