giovedì 26 luglio 2012

AUGURI

AUGURI ANNA BUON ONOMASTICO

OGGI SANT ANNA

San Joaquín y Santa Ana, padres de la Virgen María y abuelos de Jesús.

"Alabemos a Joaquín y a Ana por su hija;
en ella les dio el Señor la bendición de todos los pueblos."

CARPE DIEM




Una meridiana con l'iscrizione Carpe diem.

Una meridiana francese con l'iscrizioneCarpe diem.
Carpe diem, letteralmente "Cogli il giorno", normalmente tradotta in "Cogli l'attimo", anche se la traduzione più appropriata sarebbe"Vivi il presente" (non pensando al futuro) è una locuzione tratta dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8). Viene di norma citata in questa forma abbreviata, anche se sarebbe opportuno completarla con il seguito del verso oraziano: "quam minimum credula postero" ("confidando il meno possibile nel domani").
Si tratta non solo di una delle più celebri orazioni della latinità; ma anche di una delle filosofie di vita più influenti della storia, nonché di una delle più fraintese, nella quale Orazio fece confluire tutta la potenza lirica della sua poesia.

La «filosofia» oraziana del carpe diem si fonda sulla considerazione che all'uomo non è dato di conoscere il futuro, né tantomeno di determinarlo. Solo sul presente l'uomo può intervenire e solo sul presente, quindi, devono concentrarsi le sue azioni, che, in ogni sua manifestazione, deve sempre cercare di cogliere le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano oggi, senza alcun condizionamento derivante da ipotetiche speranze o ansiosi timori per il futuro.
Si tratta di una «filosofia» che pone in primo piano la libertà dell'uomo nel gestire la propria vita e invita a essere responsabili del proprio tempo, perché, come dice il Poeta stesso nel verso precedente, "Dum loquimur, fugerit invida aetas" ("Mentre parliamo, il tempo invidioso sarà già passato"). Nel binomio s'intrecciano due concetti profondi, la qualità (carpe) e la temporalità (diem) del vivere. A confermare la natura serena del godimento oraziano, il verbo carpere, che denota un gusto leggero, un piacere centellinato e fine, fatto di goduriosa eleganza e sottile diletto catartico. Il giorno invece, il termine diem, sottolinea la limitatezza, la precarietà dell'esistenza, che può essere bruscamente interrotta da qualsiasi accidente e che perciò dev'essere vissuta con l'intensità che la consapevolezza della sublimità del mondo dona.
Ma anche guardare al semplice godimento di un piacere, pur se responsabilizzato, è mortificante del profondo senso della locuzione.Orazio volle infondere una serena dignità all'uomo che dia valore alla propria esistenza sfidando l'usura del tempo e il suo status effimero. Lungi quindi dall'essere un crasso e materialista invito al bere, od anche un piacere senza turbamento, carpe diem esprime l'angosciosa imprevedibilità del futuro, la gioia dignitosa della vita e il coraggio della morte; l'espressione di un valore che spesso nelle odi oraziane si confonde con l'ammirata esplorazione lirica del paesaggio, talvolta meraviglioso e sublime, talvolta a tinte cupe e fosche: riflesso perenne di un'esistenza complessa, di un reticolo fittissimo di esperienze ed emozioni che è lecito vivere intensamente prima della morte.

lunedì 2 luglio 2012

Simone: Che me ne faccio del prete in carcere?



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Giugno 22, 2012 Antonio Simone
Stavo aspettando il cappellano quando è arrivato un altro detenuto, scortato dai secondini che urlava: «Mia madre sta morendo e questi mi portano dal prete! Che me ne faccio del prete?». Diciottesima lettera da San Vittore
Diciottesima lettera inviata a tempi.it da Antonio Simone, detenuto nel carcere di San Vittore a Milano. In coda trovate le precedenti missive.
Ero fuori dall’ufficio del cappellano di San Vittore che aspettavo di incontrarlo, quando è arrivato un altro detenuto. Era accompagnato da un assistente (così si chiamano i secondini) e piangeva. Batteva i pugni sul muro e urlava: «Mia madre sta morendo e questi mi portano dal prete! Che me ne faccio del prete?».
Bella domanda amico!
Quando ti portano dal prete, i casi sono due:
1) Non stai bene. Negli anni Settanta sono stato spesso nella Cecoslovacchia comunista. Avevano sciolto tutti gli ordini religiosi e gli unici sacerdoti rimasti erano quelli nei manicomi. Il regime li usava per dare una risposta a quei problemi (la pazzia), cui l’ideologia non sapeva come rispondere.
2) Ti trovi di fronte – come nel tuo caso, con tua madre – alla morte e questo ti impone di chiedere un senso sulla vita. Di fronte alla fine, uno ha bisogno di un’ipotesi per vivere, un’ipotesi visibile e verificabile. E questa ipotesi, chi ce l’ha?
Quando quell’uomo è uscito dal colloquio col cappellano, piangeva ancora, ma anche ringraziava e stringeva le mani a tutti coloro che gli erano vicini.
Amico, io ho il divieto di incontro, sono di un altro raggio, non posso parlarti, ma spero che tu abbia potuto vivere un po’ di speranza.


 

AUGURI MATTEO BUON COMPLEANNO

 
AUGURI MATTEO!
4 ANNI
BUON COMPLEANNO ! 
UN BACIONE DAI NONNI DAGLI ZII E DAI CUGINETTI
VI ASPETTIAMO IN ITALIA!