martedì 29 giugno 2010

OGGI SAN PIETRO E PAOLO


AUGURI PAOLO BUON ONOMASTICO!

28 GIUGNO

Oggi i bambini sono riusciti a giocare meglio fra di loro ed erano meno agitati.
Vorrebbero fare tutto in una giornata non vorrebbero perdere nessun istante
sono instancabili.
E' bello vederli cosi' felici ed entusiasti anche se a volte e' necessario contenerli un po'.
Paoletto oggi e' entrato in piscina con la nonna ed era contento ,comincia a conoscerci e stare un po' in braccio anche a noi.
Ci dispiace non poterlo tenere di piu' per poter alleggerire Alessandra ma piano piano anche lui
dara' piu' spazio alla mamma.

sabato 26 giugno 2010

OGGI SONO ARRIVATI I NIPOTI DI BOSTON CON LA LORO MAMMA

Dopo tanta attesa oggi ci siamo rivisti dopo 2 anni.
Siamo tutti molto contenti di poter trascorrere un po' di tempo con loro.

CHI SI RICORDA PIU' DEL VULCANO ISLANDESE?

....D’un tratto è chiaro per tutti che le cose non stanno come vogliamo noi. I nostri irrinunciabili appuntamenti possono aspettare. È evidente a tutti la fatica immane che il nostro mondo fa per farci dimenticare che noi dipendiamo totalmente: è sufficiente un ingranaggio inceppato e tutto il meccanismo dell’autosufficienza salta.
La consapevolezza che noi non siamo nulla non genera disperazione, o risentimento, ma una strana pace. Questo strano nulla, concetto impossibile per i filosofi, è la materia di cui siamo fatti, aveva ragione Shakespeare. Questo non genera disperazione (come pensano gli intellettuali) ma piuttosto sprigiona la nostra capacità affettiva. Tra aeroporti e stazioni ho visto una grande quantità di persone scambiarsi il numero di cellulare, l’indirizzo e-mail. Sentiamoci, scriviamoci, vediamoci.....


Chi si ricorda più del vulcano islandese?
Ci sono dei fatti nella nostra vita che ci costringono a riflettere e ci fanno capire ciò che, senza di essi, non avremmo mai capito. Ma poi le vita incalza con i rinnovati impegni e la saggezza di un momento cade nel dimenticatoio.
Ma cosa dovrebbe succadere per renderci finalmente saggi?
O non è forse che ogni fatto, ogni realtà è in sé in grado di suscitare la nostra autoconsapevolezza, ma siamo noi che ci manteniamo impermeabili a tutto pur di... vegetatre... né più, né meno degli animali?

Da Tracce una riflessione di Luca Doninelli:
La nube buca la cortina di menzogna. ma ci ricadiamo

APPUNTI SDC CARRON 23 GIUGNO 2010

.....Quando uno non riesce a farcela, ritorna di nuovo a vedere il passettino successivo che deve fare fin quando
si blocca un’altra volta, e avanti così. È un’ipotesi di lavoro per entrare nel reale, per vedere che la vita funziona. Per questo mi piace tantissimo l’espressione di Giussani. Perché parla di ipotesi di lavoro? Perché quello che uno ha acquistato lungo la vita − ed è certo che è stato acquisito −, lo offre a un altro come un amico: «Guarda che facendo così la vita funziona, puoi stare davanti a
qualsiasi situazione, in qualsiasi circostanza pur brutta che sia»......


Testo di riferimento: «Può un uomo nascere di nuovo quando è vecchio?», Esercizi della Fraternità

2010.
• Canto “Luntane, cchiù luntane”
• Canto “Ojos de cielo”
Mi piacerebbe sentire che cosa avete pensato ascoltando questo canto: chi ha questi «occhi di cielo»in grado di cancellare l’inferno della vita? Uno che scopre questi occhi può domandare: «Non abbandonarmi»; posso entrare in qualsiasi inferno con questi occhi, con Lui negli occhi, fino in fondo al buio e lì, per questa certezza, gridare: «Non mi abbandonare in pieno volo». La volta
scorsa avevo incominciato la Scuola di comunità dicendo questo – lo ridico perché mi ha colpito rileggerlo; per come poi si è svolta la Scuola di comunità, abbiamo fatto veramente fatica –: la Scuola di comunità è un’ipotesi di lavoro – ci ha insegnato sempre don Giussani – per entrare nel reale e tutti siamo chiamati a verificarla nella nostra esperienza. Perciò non si viene qui a fare i commenti; si viene a raccontare, a documentare un’esperienza, visto che pochi credono che vivere il
reale con questa ipotesi sia davvero un’altra cosa, neanche noi; è inutile far commenti, perché non ci cambiano veramente la testa, la mentalità, occorre – ma noi non gli diamo credito, abbiamo sentito



venerdì 25 giugno 2010

ALESSANDRA SCRIVE

auguri di buon onomastico a Giovanni!
state festeggiando? una festa tutti i giorni.

TOMMASO

TROPPO BELLA QUESTA FOTO PER NON CONDIVIDERLA CON I LETTORI


Occhi di cielo

Se guardo il fondo dei tuoi occhi teneri
mi si cancella il mondo con tutto il suo inferno.
Mi si cancella il mondo e scopro il cielo
quando mi tuffo nei tuoi occhi teneri.

S.S. BENEDETTO XVI UDIENZA GENERALE

S.S. BENEDETTO XVI
UDIENZA GENERALE
Aula Paolo VI
Mercoledì, 23 giugno 2010  
[Video]
 
San Tommaso d'Aquino (3)
Cari fratelli e sorelle,
vorrei oggi completare, con una terza parte, le mie catechesi su san Tommaso d’Aquino. Anche a più di settecento anni dopo la sua morte, possiamo imparare molto da lui. Lo ricordava anche il mio Predecessore, il Papa Paolo VI, che, in un discorso tenuto a Fossanova il 14 settembre 1974, in occasione del settimo centenario della morte di san Tommaso, si domandava: “Maestro Tommaso, quale lezione ci puoi dare?”. E rispondeva così: “la fiducia nella verità del pensiero religioso cattolico, quale da lui fu difeso, esposto, aperto alla capacità conoscitiva della mente umana” (Insegnamenti di Paolo VI, XII [1974], pp. 833-834).

CLEUZA RAMOS E LA TEOLOGIA DELLA FELICITA'

....In seguito compresero che un movimento fatto solo di rivendicazioni non dava nessun risultato. Allora diedero inizio all’esperienza dell’acquisto della terra per sistemare le famiglie. Così Cleuza racconta come nacque l’Associazione dei lavoratori senza terra ......


...Nel 2001, Cleuza arrivò a pensare di lasciar perdere tutto. Aveva ottenuto molto, ma sentiva sempre un vuoto dentro di sé. Gli unici ricordi gioiosi risalivano alla sua infanzia in campagna. Non era felice. «Piangevo sempre per quello che mancava e non ero soddisfatta di quello che già avevo.....


...... Cleuza racconta questo inizio: «Il dottor Ferrari voleva lavorare nella nostra scuola, perché lì avevamo molte adolescenti di 13-14 anni incinte. E i giovani avevano problemi di droga. Cominciò a fare un lavoro all’interno dell’istituto, insieme con i professori. E io non capivo molto bene quello che stava facendo, ma sapevo che era una persona diversa. Diceva che dovevo andare a conoscere i suoi amici. Parlava sempre di uno che si chiamava Giussani. Abbiamo iniziato così a diventare amici»......


.....Nel movimento ho ritrovato la gioia che avevo perso, perché ho incontrato qualcosa di più. Ho veramente trovato la felicità, ho trovato la risposta alle mie domande». La grande novità in cui Cleuza e Marcos si sono imbattuti quando hanno incontrato il carisma di don Giussani, è stata il fatto di poter dare un nome e identificare la sete di infinito che li aveva sempre caratterizzati, perché, come dice Cleuza, «non basta avere solo la casa».......
....seguendo questo cammino, nel 2004, Cleuza ha incontrato don Julián Carrón, il successore di Giussani alla guida del movimento. Quando lo ha sentito per la prima volta si è trovata in totale sintonia. Alla fine del seminario è andata da lui per congratularsi: aveva parlato delle sue domande, di tutto ciò che lei sentiva. «Per tutta la vita sono stata cattolica, e in quel momento ho compreso l’incontro di Giovanni e Andrea con Cristo. Da allora la mia vita è completamente cambiata......



Da sempre cattolica e attivista per i diritti dei senza terra, trovò pace solo quando scoprì che era il suo impegno ad aver bisogno di una “liberazione”. L’altro mondo possibile della donna che ha dato una casa a centomila brasiliani
di Aldo Trento TEMPI 19 GIUGNO 2010

giovedì 24 giugno 2010

OGGI SAN GIOVANNI


AUGURI CARISSIMO GIOVANNI!!!
SEI PROPRIO UN TESORO!



Festa di San Giovanni – 24 Giugno

E’ ormai una tradizione consolidata il ritrovarsi la mattina presto del 24 giugno in spiaggia per celebrare la messa e bagnarsi i piedi . Una tradizione di antica origine che ricorda riti pagani antichissimi e riscopre l’antico legame tra la popolazione della costa e il mare. Nato probabilmente come rito propiziatorio della pesca e per ringraziare il mare – divinità, si è trasformato con l’andare del tempo in una festa cristiana, con la celebrazione della s. messa in spiaggia ai primi chiarori dell’alba. La tradizione è molto sentita dai pescatori locali e da tutta la popolazione che alle ore 4.30 del 24 giugno si ritrova sulla spiaggia nord di Civitanova ( tra gli stabilimenti Ippocampo e Lido della Polizia). Al termine della funzione i fedeli bagnano i piedi nell’acqua mentre il sacerdote benedice le spighe di grano, portante in segno di ringraziamento.

ECCO PERCHE' BENEDETTO HA CAPITO PIU' L'ECONOMIA DI ADAM SMITH

....L’argomento di Smith presuppone una separazione dualistica dell’amore proprio e dell’amore altro-centrico. Amore proprio si rivolge verso se stesso in modo che l’altro possa essere concepito soltanto, in primo luogo, come uno strumento. L’amore altro-centrico, dall’altra parte, diventa quindi supererogatorio e più o meno arbitrario: un’attività ulteriore, da fare privatamente, se uno vuole, per esempio se uno è un fedele cristiano. In ogni caso non è un’attività per la quale il sé umano è fatto, originalmente costituito nel suo desiderio in quanto sé; un attività che appartiene intrinsecamente alla soddisfazione di ogni essere umano.
La mia visione di questa questione, al contrario di quella di Smith, segue una tradizione di pensiero recentemente articolata nell’enciclica di Benedetto XVI, Deus caritas est: l’amor proprio e l’amore altro-centrico sono uniti nella loro distinzione, in modo che il sé ama se stesso veramente in quanto sé, soltanto dentro il suo amore che è ordinato verso gli altri e incentrato in altri. Il sé ama davvero se stesso, ma solo conoscendosi in quanto da e per altri, anche quando questa conoscenza non è riflessiva o esplicita......


DA il Sussidiario
David Schindler mercoledì 23 giugno 2010

Per gentile concessione dell’autore, anticipiamo un capitolo dell’ultimo libro di David Schindler, Ordering Love, Eerdmans 2010, che uscirà prossimamente in Italia. Qui la prima parte già pubblicata sul sussidiario.

VACANZA

Scrivo e sono in vacanza.
solito posto in campeggio nelle Marche.
Ormai sono piu' di dieci anni che veniamo,prima con un carrello tenda,poi con una vecchia roulotte ora con il camper.
Ci fermiamo molto tempo,prima tutta l'estate ora fino alla fine di luglio.
La Risacca,cosi' si chiama il villaggio e' diventata la nostra seconda casa.
Giovanni ormai conosce bene il luogo e le persone si sente accolto ed e' felice di poter trascorrere molto tempo in acqua.












Siamo arrivati sabato 12 giugno,giovedi' sera alle 19 siamo andati al solito appuntamento"la messa settimanale del movimento di comunione e liberazione di Civitanova"Abbiamo cosi' incontrato gli amici che avevamo lasciato l'altra estate.
Domenica siamo andati all'incontro delle famiglie dell'accoglienza delle Marche a Corridonia .Qui abbiamo potuto rivedere gli amici di Ancona,che ci hanno promesso di venirci a trovare,quelli di Pesaro ecc...
Ieri sera Claudio con gli amici e' andato a scuola di comunita' a Macerata.Fra qualche settimana arrivera' anche Lorena Eugenio e Agnese amici di Milano che abbiamo conosciuto in vacanza.
Con Lorena l'amicizia nata fuori dalla porta della chiesa e' continuata e continua a Milano.Racconto questo perche' dopo molti anni mi rendo conto della bellezza di poter vivere un'esperienza che mi aiuta ad approfondire sempre piu' la mia appartenenza a Cristo.
Tutto qui e' di richiamo,il mare che in questi giorni fa da padrone e brontola tutto il giorno e la notte,la vita spartana,la natura ancora non intaccata.
Nella zona del campeggio, durante la settimana, ci possiamo contare solo a fine settimana il campeggio assume un aspetto vacanziero.
Ecco la vacanza non e' uno stacco dalla realta' ma diventa per me un approfondimento
un richiamo,un cercare di approffondire sempre piu' cio' che veramente mi sta a cuore.Sabato arriva poi Alessandra,mia nuora di Boston,con i tre bimbi che non vedo da due anni.
Trascorreremo insieme due settimane,sono veramente contenta non vedo l'ora che arrivino.Anche questa e' una Grazia e ringrazio il Signore che mi permette di vivere questa esperienza.

OCCHI DI CIELO

Questo canto spagnolo e' stato questa sera riproposto all'inizio della SDC di Carron.
Al termine del canto don Carron ha domandato a tutti:"sentendo questo canto a chi avete pensato?"
Certamente Antonio Socci alla sua Caterina che lo ha cantato da solista nel concerto di Natale alla S.S. Annunziata,
Scrive Socci C’è come il presagio di quello che sarebbe accaduto e il grido di Caterina che sia Lei, la nostra amata Maria, a risvegliarla e riportarla alla vita. ...Come si fa a non piangere?!!! … Oh Madre mia, permettile di tornare a cantare per Te !!!
Ecco quelle parole tradotte:

Occhi di cielo
Se guardo il fondo dei tuoi occhi teneri
mi si cancella il mondo con tutto il suo inferno.
Mi si cancella il mondo e scopro il cielo
quando mi tuffo nei tuoi occhi teneri.
Occhi di cielo, occhi di cielo,
non abbandonarmi in pieno volo.
Occhi di cielo, occhi di cielo,
tutta la mia vita per questo sogno…

Se io mi dimenticassi di ciò che è vero
se io mi allontanassi da ciò che è sincero
i tuoi occhi di cielo me lo ricorderebbero,
se io mi allontanassi dal vero.

Occhi di cielo..

Se il sole che mi illumina un giorno si spegnesse
e una notte buia vincesse sulla mia vita,
i tuoi occhi di cielo mi illuminerebbero,
i tuoi occhi sinceri, che sono per me cammino e guida.
Occhi di cielo…

INTERVISTA AD IRENE VILAR

......Non voglio fare la filosofia dell’aborto. Io ho compiuto quindici anni e dentro di me c’erano due braccia. Di colpo capisci che sei diversa da un uomo, che hai dentro di te un potere, quello riproduttivo, grandissimo. Ti incuriosisce, ne sei contenta, ma non sai dargli un senso, nessuno te lo ha dato, non hai un linguaggio per descrivere quella realtà. Quando non abbiamo un linguaggio non capiamo e facciamo cose devianti e distruttive. Quando una relazione amorosa non va, se non riesci ad affrontare il perché e non riesci a descrivere cosa ti sta capitando (cioè che quell’uomo non ti basterà mai), non sarai in grado di affrontare la situazione e magari inizierai a tradire quell’uomo pensando di risolvere l’insoddisfazione. E la relazione si disintegrerà. Lo stesso avviene con il corpo, la libertà, la maternità. Ma nessuno sembra disposto a fare la fatica di capire e definire le cose. I pro-life dicono che l’aborto non deve esistere e non affrontano il nocciolo del problema. Ugualmente, i pro-choice si vergognano di parlarne seriamente. Penso a Hillary Clinton e Jimmy Carter. Per loro l’aborto è un diritto ma da tenere ben nascosto. Così il problema si ingigantisce: le statistiche britanniche, canadesi e americane dicono che la maggioranza di chi ha abortito sono donne educate e benestanti con sei o sette gravidanze interrotte alle spalle. Forse ci si dovrebbe chiedere perché, pur istruite su come evitare la gravidanza, queste donne abortiscano........




tempi 7 Aprile 2010
«Io, ex drogata di aborto, dico che solo chi sa chiamare le cose con il loro nome sfugge alla schiavitù del male»

di Benedetta Frigerio
La madre suicida. Il padre eterno bambino. La nonna che predicava la rivoluzione armata. Poi la perversa avventura con l’anziano insegnante progressista che la spinge a “liberarsi” tagliando tutti i legami. Anche quelli con i figli che porta in grembo. Per quindici volte.

«In un’ora imparai che la famiglia era un nodo di sofferenze, l’istruzione una presa in giro, Dio un sogno scaduto. Il mio compagno mi diceva che per essere libera dovevo dimenticare il passato e non avere figli, così abortii quindici volte in soli dieci anni. Mai avrei pensato di reinnamorarmi e avere due figlie». Lo racconta a Tempi Irene Vilar, 42 anni, americana di origini portoricane, direttrice della collana The Americas per la Texas Tech University Press, autrice di Scritto col mio sangue, (Corbaccio, 254 pagine, 17,60 euro).

martedì 22 giugno 2010

GENTILI AMICI DI VARIE ASSOCIAZIONI

movimenti, comunità religiose e aggregazioni laicali,
desideriamo esprimervi i più sinceri ringraziamenti per aver aderito all’iniziativa “Dai luce alla vita”,
condivisa dapprima nei contenuti, ma anche, ognuno per quanto gli è stato possibile, con la presenza concreta.Sia l’adesione che la vostra partecipazione sono stati preziosi affinché il “Sì alla vita“ che abbiamo insieme affermato fosse – e lo è stato – una espressione popolare, una convinzione libera da visioni
ideologiche, che nasce dalla semplice e concreta esperienza di ciascuno, pur maturata in percorsi diversi.Percepire che condividiamo, ognuno con la propria espressività, la consapevolezza che una società sana trova un solido fondamento nel diritto del più debole a venire alla luce, è per noi stato motivo di grande incoraggiamento.

IL DIRITTO CHE CI HA RESO BARBARI

....I monaci alla caduta dell’Impero hanno ricostruito tutto da soli e rieducato persino i barbari…

Forse noi cristiani abbiamo calato le braghe, ci siamo vergognati del cristianesimo. Un tempo i cristiani si facevano mangiare dai leoni, oggi noi scappiamo. Un tempo amavamo i figli, oggi li uccidiamo. Forse il problema a monte siamo davvero noi. E i barbari invece che cambiare arrivano qui e ci trasformano loro.


TEMPI 15 Giugno 2010
Il ginecologo che dal 1978 interrompe gravidanze dice che oggi l’aborto «è diventato un metodo contraccettivo. Un mezzo di controllo delle nascite. Quasi tutte le mie pazienti sono recidive e si liberano dei figli senza motivo»
di Benedetta Frigerio

DANTE CONTRO GLI SPECULATORI

....Ma la genialità dantesca, ripresa da Eliot, va più in là. Usura, in fondo, è ogni utilizzo delle proprie risorse, della propria “arte”, che non rispetta la sua naturale chiamata a inserirsi in un ordine più grande della propria immediata soddisfazione e si richiude solipsisticamente su se stesso. Non è, dunque, così lontana dalla nostra quotidianità.......


...Essi sono, risponde il poeta latino, coloro che hanno usato male la propria “arte”, cioè della capacità che Dio ha dato all’uomo perché esso, imitando la natura, dia gloria a Lui, il Creatore. L’arte infatti è figlia della natura, che a sua volta è figlia di Dio. Violentando l’arte - che quindi è «nepote» di Dio - gli usurai hanno fatto violenza ultimamente contro Dio stesso......

Pigi Colognesi lunedì 21 giugno 2010

È arcinoto che Thomas Eliot conclude il “coro” nel quale descrive la storia religiosa del’umanità con la constatazione che attualmente «gli uomini hanno dimenticato tutti gli dei, salvo l’Usura, la Lussuria, il Potere».

venerdì 18 giugno 2010

OGGI E' IL COMPLEANNO DI TIZIANA SORELLA DI CLAUDIO

BUON COMLEANNO! ORMAI NON SI PUO' DIRE L'ETA'
VISTA PERO' L'ETA' SARANNO GRANDI I FESTEGGIAMENTI!!!!!
MI DISPIACE NON HO TUE FOTO DA PUBBLICARE! FAMMELA AVERE GRAZIE

PAOLO OGGI COMPIE UN ANNO

AUGURI CARISSIMO PAOLO BENVENUTO IN ITALIA! OGGI FESTEGGIA CON I NONNI DI SABBIONETA.SETTIMANA PROSSIMA TI ASPETTIAMO AL MARE PER I FESTEGGIAMENTI CON IL NONNO CLAUDIO LA NONNA TIZIANA GIOVANNI E HABIB:
CIAO UN BACIONE GROSSO GROSSO!

HO CONOSCIUTO PADRE ALDO

Io, il prete con gli occhi chiari e il terzo convitato fra noi
di Marina Corradi

Un mese fa a Milano ho conosciuto padre Aldo Trento. Ero molto curiosa e, sotto sotto, leggermente inquieta. “Ma questo qui, chi è?” mi domandavo, pensando ai racconti di dolore e di fede dalla sua casa per moribondi ad Asunción, in Paraguay. Ci siamo seduti a un tavolo, lui di fronte a me. Mi hanno colpito gli occhi, di un azzurro molto chiaro; uno sguardo disarmato, quasi infantile. La faccia è da semplice, da uomo del Bellunese, dove la terra sale verso le montagne; montagne che si alzano all’orizzonte irraggiungibili e altere. Da bambina andavo in vacanza da quelle parti; mi ricordo delle facce così. Tra quelli che tagliavano l’erba ancora con la falce, o lavoravano il ferro battuto nell’ampezzano: uomini semplici, e però con qualcosa, negli occhi, di indecifrabile.

giovedì 17 giugno 2010

SOGNI PERICOLOSI

.....Le ho subito detto che doveva esprimere i suoi dubbi alla figlia, dato che non dobbiamo preoccuparci di sembrare sorpassati. Anzi, abbiamo la responsabilità di esprimere le nostre preoccupazioni ai giovani, spiegandone le ragioni, perché siamo portatori della tradizione passata (tradizione vuol dire questo!) da una generazione all’altra come risorsa essenziale perché i giovani possano formarsi un proprio giudizio su ciò che significa essere uomini. E gli si dovrebbe insegnare a prendere questa tradizione come una “ipotesi di lavoro” per la vita, da verificare razionalmente attraverso l’esperienza. Questo è il “rischio dell’educazione”.....

Lorenzo Albacete mercoledì 16 giugno 2010

Una mia amica ha passato recentemente qualche giorno in casa di sua figlia, occupandosi di bambini, cani, e gatti, mentre la figlia trascorreva un week end di vacanza insieme al marito. Il nipote più grande, un ragazzo di 13 anni, aveva appena finito la terza media e la mia amica mi ha raccontato che questo ragazzino ha passato tutto il tempo libero davanti alla televisione a giocare con videogiochi. Attraverso internet, si collegava con altri amici, cambiando le trame dei giochi, alleandosi ora con l’uno ora con l’altro, con lo scopo di aumentare le proprie possibilità di vittoria. Chi vinceva, infatti, assumeva il controllo e la direzione di tutti i possibili cambiamenti nelle modalità del gioco.

C'E' BISOGNO DELLA CROCE

«C’è bisogno della croce»
E il Papa la sua la porta già. Come Giovanni Paolo II


di Bruno Mastroianni
«Il mondo ha bisogno della croce», lo ha detto Benedetto XVI durante il suo viaggio a Cipro. È un tema che fa tornare in mente il mirabile passaggio di testimone che è avvenuto tra Wojtyla e Ratzinger. I due capi della Chiesa, infatti, oltre all’impegno per ridare fiato ai polmoni spirituali della Chiesa (a cui hanno collaborato assieme per decenni) si sono passati anche qualcos’altro: la croce.
Giovanni Paolo II, il Papa aitante e atletico, il Papa dei viaggi, quello con le spalle larghe, capace di tenere testa ai regimi totalitari, fu afflitto proprio da una croce fisica: l’attentato prima, la malattia dopo.

Eppure, continuando deciso nella sua missione, ha fatto di quella sofferenza il punto di forza del suo esempio cristiano. Benedetto XVI sta subendo la stessa sorte.

Il Papa dello studio e dell’intelligenza, proprio colui che più degli altri trasmette i suoi insegnamenti con preparazione e pacatezza, è colpito dalla croce dei fraintendimenti e delle ingiuste mistificazioni che più di una volta gli hanno riservato certi media. E qui viene il bello. Anche lui, come il suo predecessore, continuando sereno ad andare avanti concentrato ad agire per il bene del mondo e della Chiesa, noncurante delle incomprensioni e dei commenti saccenti, sta riuscendo a far toccare con mano il senso del cristianesimo: si può vivere a tal punto per Amore (la maiuscola è voluta) da dimenticarsi i fronzoli inessenziali – siano essi la salute o la buona fama. Ecco l’orizzonte grande, la croce, di cui il mondo ha bisogno per andare avanti

LA MEDICINA E' RISPOSTA A UNA DOMANDA;E LA SCUOLA FORNISCE CONOSCENZA PERCHE' CI SIA LIBERTA'

......Certo, “curare” la diversità per vendere prodotti è immorale, ma l’errore capitale è la traslazione dell’idea di uguaglianza dal piano ontologico a quello fenomenico: del resto, se la vita è solo realtà intramondana, non serve nessuna ontologia… C’è una lunga strada da percorrere assieme, attraverso il confronto libero tra esponenti di diversi saperi, mantenendo una sana curiosità interiore, proprio come mastro Geppetto, che di fronte a una vocina flebile che usciva da un pezzo di legno ne cavò un burattino e poi un uomo, non una semplice gamba di legno ben tornita da vendere, come voleva fare mastro Ciliegia. In fondo il problema è lo stesso da millenni: rendere gloria al Signore del roveto ardente o al vitello d’oro?......


tratto da Tempi
Distratti discoli o disturbati?
«Chi fa di ogni nostra “diversità” una “malattia” sbaglia (o magari vuole venderci qualche rimedio). Ma la medicina può contribuire alla nostra felicità. Anche a scuola. È il caso dei Dsa e dell’Adhd», scrive il dottor Molteni al professor Israel [che in calce gli risponde]
di Massimo Molteni

Gentile professor Israel, spesso lei parla di “medicalizzazione” della scuola come irrefrenabile tendenza a definire e catalogare anomalie funzionali in “sindromi”, per sottoporle a “processi diagnostici e di cura”, e cita spesso il caso dei disturbi specifici di apprendimento (Dsa) e della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd) quali “epifenomeni” di questa degenerazione concettuale. In realtà si dovrebbe parlare più propriamente di “medicalizzazione della vita”, in quanto molte “diversità” funzionali e strutturali, probabilmente meglio comprensibili se ricondotte alla logica della biodiversità, sono state definite “malattie” e attorno ad esse si è costruita una vera e propria industria.

C'E' TROPPO BUIO DIETRO QUEL "DIS"

.....Non si capisce come si possa varare una legge su basi così opache e inquietanti.
È giusto tener conto delle legittime preoccupazioni delle famiglie, ma anche di quelle che considerano con terrore la tendenza a bollare i bambini in difficoltà come disturbati. Vorrei concludere con un’osservazione su cui sono certo di trovare il sostegno del dottor Molteni. È da augurarsi che a nessuno venga in mente l’idea di proporre screening e schedature di massa dei nostri bambini. Perché allora sì che saremmo oltre ogni limite accettabile. I censimenti di massa volti al “miglioramento” della popolazione hanno un chiaro precedente: l’eugenetica dei clinici fascisti degli anni Trenta.....


«Siamo tutti diversamente normali oppure oggi Leopardi sarebbe da psicofarmaci? Per il bene delle famiglie, qui urge chiarire dove sta il confine tra sano e patologico», replica il professor Israel al dottor Molteni


di Giorgio Israel
A lato: una precisa immagine del Pensiero Dominante leopardiano la forniscono certe torri irlandesi.


Gentile dottor Molteni, la sua lettera è attraversata da una divisione netta. Nella prima parte lei sostiene, più radicalmente di me, concetti che condivido: parla di medicalizzazione della vita, di definizioni che allargano smisuratamente la platea dei “disabili”, di pretese assurde di imporre standard, del prepotere degli esperti.
Nel mio recente libro Per una medicina umanistica ho difeso una medicina che guardi alle persone, che risponda al “sentirsi malato” e non si concentri soltanto sull’“essere malato” (la malattia del medico), ricordando con Canguilhem che «è innanzitutto perché gli uomini si sentono malati che esiste la medicina». Il medico ha il compito precipuo di rispondere a una richiesta di aiuto, con l’arsenale scientifico di cui dispone, e non di imporre un’idea astratta di normalità. Difatti, la normalità è soltanto in parte un fatto oggettivo, bensì anche l’espressione di una visione, di un progetto, di norme che emanano dal soggetto.

mercoledì 16 giugno 2010

E' MORTO PER UN TRAGICO INCIDENTE IL FRATELLO DEL NOSTRO AMICO VITTORIO BOREATTI

Abbiamo appreso questa triste notizia.
Siamo tutti vicini alla famiglia e soprattutto al fratello Vittorio.
Non possiamo che pregare e domandare a Dio che doni la forza di continuare il difficile cammino della vita.
Vittorio ha gia' perso qualche anno fa la cara moglie Lorena ora un nuovo strappo doloroso lo rimette alla prova.
Chiedo a tutti i lettori di stargli accanto pregando per lui e per tutta la sua famiglia.



Qui sotto trovate la notizia tratta dal giornale locale.
.....Con la propria famiglia aveva un rapporto straordinario. «Spesso ci consigliava di non essere troppo inquadrati o borghesi - racconta la figlia Sonia -, ci incitava a fare esperienza e a non vivere, oggi, la vita in modo troppo facile o comoda. Ai funerali desideriamo ricordare papà come una persona felice, allegra. Non ci piacerebbe avere o vedere persone in lacrime. Vorremmo, dopo le esequie, aprire la nostra casa a parenti e amici, bere qualcosa insieme e poi ricordare papà attraverso le sue fotografie, la sua storia. Perché lui era tutto quello che si poteva desiderare da un padre......

Lascia qualcosa di buono l’assurda tragedia che è costata la vita a Nicola Boreatti, 49 anni, morto cadendo dal proprio cavallo domenica pomeriggio, lungo via Dei Martiri, a Cesate. Gli organi dell’ingegnere, molto conosciuto in paese, saranno donati. Questa è stata la volontà della moglie Nadia e dei figli Sonia e Tommaso, di 20 e 18 anni.

GUARDARE IN MODO NUOVO ALLE COSE DI SEMPRE APRE ALLO STUPORE


Autore: Riva, Sr. Maria Gloria
Fonte: CulturaCattolica.it

Charles Péguy scriveva a proposito di Victor Hugo: Egli non vedeva il mondo con uno sguardo abituato[…] È lo stupore che conta. Il vecchio Hugo vedeva il mondo come se fosse appena fatto. (cfr. Veronique Dialogue de l'Histoire et de l'âme charnelle)

Solo l'amore risana "uno sguardo abituato" e l'amore che s'imprime nell'anima di chi adora Cristo nel Santissimo Sacramento ha una tale potenza di rinnovamento che tutto trasfigura. Questa è la certezza che animava Madre Maria Maddalena dell'Incarnazione quando, citando uno dei prefazi della Messa, invitava tutti i credenti a lasciarsi attirare dalla Divina Bellezza: dal mistero del Verbo Incarnato una nuova luce è apparsa della Divina Bellezza nelle nostre menti, affinché mentre conosciamo Iddio visibilmente, per Lui medesimo siamo rapiti all'amore delle cose invisibili.
(cfr. Direttorio 1814 p.28)



DIECI ANNI DI COMA POI IL RISVEGLIO

Oggi Pavia lo fa cittadino onorario
Tempi - 27 maggio 2010

E’ riemerso dal coma dopo dieci anni di lungo silenzio. Lo avevano definito un "tronco morto", un vegetale. Sconfessando la letteratura medica di riferimento dopo altri nove anni, Massimiliano Tresoldi di Carugate, sta riacquistato la parola, compiendo i primi passi.


NOI CRISTIANI IN TURCHIA TESTIMONI SENZA PAROLE

.....Ed è qui che il ruolo della testimonianza diventa fondamentale anche perché, come diceva un Padre della Chiesa - «gli uomini si fidano più dei loro occhi che delle loro orecchie». Nello scrivere una lettera pastorale ai fedeli delle nostre Chiese in occasione dell'Anno paolino, noi vescovi di Turchia abbiamo rilevato come le difficoltà che Paolo ha sperimentato nell'annuncio del Vangelo non lo hanno frenato. Egli le ha intese piuttosto come il proprio contributo personale perché il Vangelo portasse effetto. Annunciare Gesù Cristo per l'Apostolo è stata una necessità che nasceva dall'amore per Lui. Ciò significa che chi incontra Cristo non può fare a meno di annunciarlo, sia con la vita che con le parole.......


Da Tracce.it:

Riproponiamo l'intervento che monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico in Anatolia (Turchia), ha tenuto alla seconda Assemblea Ecclesiale del Patriarcato di Venezia. Basilica di San Marco, 11 ottobre 2009 (dal sito del periodico Oasis)
Eminenza, cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per l'invito a questo incontro sul senso dell’essere testimoni di Cristo nella nostra società al termine del vostro cammino di riflessione su questo tema.

BENEDETTO E IL CELIBATO

Il papa "ripensa" il celibato del clero. Per rafforzarlo
È il segno, dice, che Dio c'è e ci si lascia prendere dalla passione per lui. Per questo è un grande scandalo e lo si vuol fare sparire. La trascrizione integrale dell'ultimo intervento di Benedetto XVI sul tema. E di una sua sorprendente anteprima del 2006

martedì 15 giugno 2010

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "BOCELLI PRO VITA":

Il nostro più grande artista internazionale – Andrea Bocelli - leggerà alcune sue poesie in occasione del concerto sinfonico con l’Orchestra del Maggio fiorentino diretta da Paolo Carignani e Giuseppe Picone. Sarà per lui la prima volta nei panni di attore nel suo teatro e con poesie scritte da lui.

MARINA HA DETTO


Tra i pellegrini in cammino c'ero anch'io e, nonostante non fosse la prima esperienza (e non sarà nenche l'ultima se Dio vorrà), ho provato un'emozione ed una commozione tali per cui, nonostante la stanchezza ed i piedi dolenti,all'arrivo, ho lodato il Signore e ringraziato la Madonna per i 90.000 pellegrini che, nella notte e per strade talvolta impervie, hanno offerto numerose testimonianze di vita vissuta nella fede o di fede appena trovata, per i tanti malati portati con le loro carrozzine dai tantissimi volontari,per i giovani addetti al servizio degli altoparlanti, per i numerosissimi punti di soccorso...ma soprattutto per aver visto ancora una volta pregare insieme così tanta gente: non è certo cosa da tutti i giorni anzi, credo proprio che sia un'occasione più unica che rara. Tutti uniti, insomma, per offrire soprattutto alla Madonna il dono di essere invocata da tantissimi suoi figli e figlie . Si tratta di un miracolo che si compie ogni anno ed ogni anno si desidera che si compia ancora e sempre con più persone. Molto toccante e significativa l'omelia del Cardinale Caffarra allo stadio di Macerata, che ha sottolineato l'importanza dell''incontro con il Signore che cambia l'uomo alla radice del suo essere. Facciamo tesoro di queste parole lasciandoci incontrare da Cristo!
Grazie per aver parlato di questo straordinario evento.
Un caro saluto!!!

NUOVO COMMENTO

Giacomo ha cercato i nonni quando è tornato a casa, li voleva vedere!
Chissà, magari riusciamo a vederci al mare. Un bacio.


Sabina
Speriamo proprio!!! Alessandra ha trovato un treno che da Parma in meno di 3 ore arriva ad Ancona!mica male!!!
Un bacione al mio Giacomino!!!

90000 IN CAMMINO


90.000 in cammino

Data: Lunedì, 14 Giugno, 2010
I 90.000 pellegrini che sono partiti sabato 12 giugno alle 22 dallo stadio Helvia Recina di Macerata sono arrivati a Loreto la mattina di domenica alle 6, all’alba, alla Basilica di Loreto. La statua della Madonna, portata in spalla dai militari dell’Aeronautica, ha fatto il suo ingresso in piazza insieme all’ultimo pellegrino, accompagnando il popolo che ha camminato tutta la notte ed abbracciando idealmente uno ad uno. Le centinaia e centinaia di intenzioni e richieste di grazia, sotto forma di foglietti di carta, sono stati fatti bruciare sul braciere posto sul sagrato della Basilica, in una sorta di consegna alla Madonna.
Il Cardinale Carlo Caffarra ha aspettato l’arrivo di tutti, grato per uno spettacolo di bellezza e di unità non comuni. “Mantenete sempre questa faccia”, le parole dell’arcivescovo di Bologna. E con questo volto lieto ci affidiamo alla Madonna nell’attesa di vivere una nuova esperienza di cammino: la 33° edizione nel giugno 2011

CRISTO CAMBIA L'UOMO ALLA RADICE PAROLA DEL CARDINAL CAFARRA E DI CLAUDIA KOLL

...spiega la Koll, con all’anulare sinistro una fedina d’oro con i grani del rosario – e nel cammino del Pellegrinaggio c’è una risposta per tutti”....

....“Un uomo che appartiene, che ama perché amato – ha concluso Rose – è libero da tutto e da tutti. È grande ed è capace di questo cuore internazionale”.......



Un’attrice un tempo non proprio delle più castigate, un’infermiera africana che assiste i malati di AIDS, e un cardinale, hanno testimoniato, questa sera all’Helvia Recina, il messaggio del Pellegrinaggio e dell’evento cristiano stesso e cioè che la persona ha un solo bisogno: amare ed essere amata e che Cristo risponde a questo bisogno, perdonando l’uomo e mettendo in movimento il suo io, facendolo correre verso la meta. Nella sua omelia il Cardinale Carlo Caffarra, parlando del perdono di Gesù, “che cambia l’io alla radice”, rigenera la persona e la rende capace di amore, ha come illuminato e reso più evidente il significato dell’esperienza delle altre due testimoni di questo pellegrinaggio: Claudia Koll e Rose Busingye.

MESSAGGIO DI JULIAN CARRON PER IL 32 PELLEGRINAGGIO MACERATA LORETO

Cristo è risorto! Da duemila anni la Chiesa ci rivolge questo annuncio, instancabilmente. La resurrezione di Cristo è l’avvenimento che domina la storia, un fatto che nessun male che possa capitare è in grado di cancellare e che nessuno sbaglio nostro o dei nostri fratelli può far fuori. Questo evento è la ragione della nostra speranza; ed è questo fatto, perciò, che deve dominare i nostri passi dal primo istante del cammino: la Sua presenza risorta.

Vi invito a lasciarGli spazio durante il vostro pellegrinaggio. Lasciatevi trascinare dalla Sua presenza verso la Santa Casa. Non permettiamo che Cristo resti in noi soltanto una “parola” accanto alla nostra umanità in cammino. È accaduto: che luce, che respiro e che speranza porta alla vita questo avvenimento! È il segno più potente della tenerezza del Mistero per ciascuno di noi, della carità sconfinata di Dio per il nostro niente e per il nostro tradimento.

Chiediamo alla Madonna di intercedere affinché lo Spirito Santo faccia diventare nostro – mio e tuo – questo fatto.

Julián Carrón

PELLEGRINAGGIO MACERATA LORETO

.....Perché l’atto divino del perdono cambia l’io alla radice? Perché vedendosi amato, diventa capace di corrispondere all’amore, diventa capace di amare. Scrive Agostino: «non vi è … invito più efficace ad amare che essere primi nell’amore; e troppo duro è il cuore che , non avendo voluto spendersi nell’amare,non voglia neppure contraccambiare l’amore».......


.......Non ci riesco: mi fanno male i piedi, e quindi non riesco a camminare dietro di Lui. E pensi che non ce la fai più a portare la croce di una malattia o di una grave sofferenza; che non sopporti più i tuoi genitori; che stai consumando i tuoi giorni perché non ti impegni nel lavoro o nello studio; che non riesci a non avere rapporti sessuali colla tua ragazza/o prima del matrimonio.

Ascolta quanto scrisse uno che per anni avvertì queste stesse difficoltà, anche quando aveva già capito che solo seguendo Gesù avrebbe trovato la vera gioia. Si tratta di S. Agostino, che dice: «forse tenti di camminare, e ti dolgono i piedi e ti dolgono perché … hai percorso duri sentieri. Ma il Verbo di Dio è venuto a guarire anche gli storpi. Ecco, dici, io ho i piedi sani, ma non riesco a vedere la via. Ebbene, egli ha illuminato anche i ciechi» [Comm. al vangelo di Giov. 34,9; NBA XXIV, pag. 725]........


Omelia di S.Em. il Cardinale Carlo Caffarra
1. Cari fratelli e sorelle, che cosa è che mette in movimento tutto l’io della peccatrice da spingerla ad un effusione quasi priva di controllo? Che cosa è che impedisce alla presenza di Cristo di rompere il nocciolo duro della mentalità del fariseo che invita Gesù a pranzo? La narrazione evangelica in realtà si regge tutta su questa differenza: l’io della peccatrice mosso, commosso, visceralmente direi, dalla Presenza; l’io del fariseo chiuso dentro ad una mentalità che non si lascia trafiggere dalla Presenza.

La risposta è Gesù stesso a darcela, inventando una breve parabola: «un creditore aveva due debitori …». È il perdono come atto divino che mette in movimento, che commuove tutto l’io, perché è l’atto che rigenera l’io alla radice. E l’epifania, la trasparenza di un’io rigenerato è l’amore, la recuperata capacità di amare: «le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece, quello a cui si perdona poco, ama poco».

GIACOMO

CIAO GIACOMO
sei tornato da Ischia e non hai trovato i nonni!!!


I nonni lo zio Giovanni e Habib sono al mare ma ti aspettano!!!!
Arriva anche la zia Alessandra e i cuginetti Michele Anna e Paolo non vorrai non esserci anche tu?
TI ASPETTIAMO CONVINCI MAMMA E BABBO!

LA CRISIANOFOBIA E LA TIEPIDEZZA DELL'OCCIDENTE

.....Quanto a noi e alla nostra mancata mobilitazione: è indubbio che parte influente del media-system occidentale sta dalla parte di coloro che –come già i giacobini del 1793– vorrebbe “chiudere finalmente la parentesi cristiana“. Enjamber deux millénaires, scavalcare due millenni e ricominciare da capo, scrostandoci da dosso l’eredità funesta di quel Crocifisso che non a caso l’Unione Europea vuole togliere dai muri. Può una Unione così -che rifiuta persino l’evidenza storica, negando le sue radici cristiane- può forse indignarsi se, nel mondo, è scomoda la situazione di una credenza per la quale si auspica che non ci sia futuro? Un certo vittimismo cristiano lascia perplessi, come pure un complottismo un po’ paranoico: è indubbio, però, che al prevedibile aumento della violenza contro i credenti nel Vangelo non si accompagnerà un aumento della solidarietà nei Paesi stessi che di quella fede furono i privilegiati.......


....Perché tanto odio e perché tanta rimozione da parte nostra, davanti a quello che talvolta assume il volto terribile del massacro? Il credente scorge qui significati ultramondani, sulla scorta delle parole di Gesù: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi“. La possibilità del martirio fa parte di una prospettiva che ha le sue basi nel Vangelo stesso. Per dirla con Chesterton, il convertito: “Il nostro simbolo è la croce sul Golgota, non la villetta nei sobborghi verdi di Londra“....... 11 giugno 2010 :: Corriere della Sera
di Vittorio Messori
“Cristianofobia“ in un Occidente sempre più secolarizzato? “Cristianicidio“ in un Islam sempre più fanatizzato? Neologismi di attualità drammatica, approssimandosi i funerali a Milano del vescovo cappuccino assassinato in Turchia.

PADRE ALDO

Cari amici,
Perdonate la mail con riferimento alle visite al Paraguay, mandate dal
segretario, in modo indiscriminato senza tenere conto delle persone che,
non solo desidero vengano a trovarci, ma che sono le colonne di aiuto a
quest’opera di Dio. Per di più moltissime persone non sono di C.L.
Chiedo scusa, ma cosa volete, spesso i segretari decidono di testa loro.
Spero che siate comprensivi.

P. Aldo

VEGLIA IN OCCASIONE DELL’INCONTRO INTERNAZIONALE DEI SACERDOTI A CONCLUSIONE DELL’ANNO SACERDOTALE, 10.06.2010

......Io penso che, soprattutto, sia importante che i fedeli possano vedere che questo sacerdote non fa solo un "job", ore di lavoro, e poi è libero e vive solo per se stesso, ma che è un uomo appassionato di Cristo, che porta in sé il fuoco dell’amore di Cristo.
Se i fedeli vedono che è pieno della gioia del Signore, capiscono anche che non può far tutto, accettano i limiti, e aiutano il parroco.
Questo mi sembra il punto più importante: che si possa vedere e sentire che il parroco realmente si sente un chiamato dal Signore; è pieno di amore del Signore e dei suoi. Se questo c’è, si capisce e si può anche vedere l’impossibilità di fare tutto. Quindi, essere pieni della gioia del Vangelo con tutto il nostro essere è la prima condizione. Poi si devono fare le scelte, avere le priorità, vedere quanto è possibile e quanto è impossibile......


.....La preghiera personale, soprattutto la Preghiera delle Ore, è nutrimento fondamentale per la nostra anima, per tutta la nostra azione.
E, infine, riconoscere i nostri limiti, aprirci anche a questa umiltà. Ricordiamo una scena di Marco, capitolo 6, dove i discepoli sono "stressati", vogliono fare tutto, e il Signore dice: "Andiamo via; riposate un po’" (cfr Mc 6,31).
Anche questo è lavoro – direi - pastorale: trovare e avere l’umiltà, il coraggio di riposare.
Quindi, penso, che la passione per il Signore, l’amore del Signore, ci mostra le priorità, le scelte, ci aiuta a trovare la strada. Il Signore ci aiuterà. Grazie a tutti voi!......


Alle ore 20.30 di questa sera, in Piazza San Pietro, ha avuto luogo una Veglia di preghiera in occasione dell’Incontro Internazionale dei Sacerdoti promosso a conclusione dell’anno sacerdotale.
La prima parte della Veglia ha alternato testimonianze, momenti musicali e collegamenti video.
Alle ore 21.30, il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto il suo ingresso in Piazza San Pietro a bordo della papamobile. Dopo l’indirizzo di omaggio dell’Em.mo Card. Cláudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero e la proclamazione del Vangelo, il Papa ha risposto alle domande poste da cinque sacerdoti dei diversi continenti.
La Veglia è proseguita quindi con l’esposizione e l’adorazione eucaristica. Al termine, il Papa ha recitato la preghiera dell’Anno Sacerdotale ed ha impartito la benedizione eucaristica.
Pubblichiamo di seguito le domande dei sacerdoti e le risposte del Santo Padre:
COLLOQUIO DEL SANTO PADRE CON I SACERDOTI

sabato 12 giugno 2010

STIAMO PARTENDO PER IL MARE

Ciao
andiamo in campeggio "LA RISACCA" a Porto sant Elpidio.
Spero di poter incontrare tutti gli amici di Civitanova,Ancona,Pescara.

Carissimi Michele,Anna e Paolo non vedo l'ora di potervi vedere.
Vi aspetto al mare .
La nonna si e' attrezzata per poter trascorrere giornate serene e gioiose con voi .
Fate buon viaggio godetevi la nonna Franca po....Di corsa dalla nonna Ciana e dal nonno Claudio dallo zio Giovanni e dal cuginetto Habib .
Vi aspetta anche bubu

APPUNTI SDC DI CARRON


Milano, 9 giugno 2010
Testo di riferimento: «Può un uomo nascere di nuovo quando è vecchio?», Esercizi della Fraternità
di Comunione e Liberazione (Rimini 2010), Società Cooperativa Editoriale Nuovo Mondo, Milano
2010.
• Canto “Liberazione n. 2”
• Canto “Mi sei scoppiato dentro il cuore”
La Scuola di comunità è un’ipotesi di lavoro – ci ha insegnato sempre don Giussani – per entrare

giovedì 10 giugno 2010

CIAO BELLISSIMI


GRAZIE PER LE FOTO

TOMMASO MATTEO ALESSANDRO


CIAO BELLISSIMI NON VEDO L'ORA DI POTERVI ABBRACCIARE!!

PADRE ALDO

.....Lascio a voi immaginare la mia sorpresa e commozione. Solo il genio, solo il bambino giá provato de tanto dolore è capace di questa intuizione. Che pugno nello stomaco per noi borghesi, anestetizzati dalla carriera, dall`esito, dal lavoro! Eppure Carron ci riconduce in ogni momento a Veronica, compresi noi preti che pensiamo di educare a forza di psicologia o di psicanalisi, o insistendo sulle conseguenze etiche invece di stare di fronte al Mistero come siamo stati provocati quest'anno rispetto il caso Eluana , il crocifisso, l'articolo di Natale e il bellisimo giudizio "Feriti torniamo a Cristo"......




Cari amici,

Che bello l'articolo di Carron apparso oggi sull'Osservatore Romano!
Mentre me la "divoravo" pensavo al dialogo avuto ieri sera con la mia figlioletta Veronica di 8 anni che mi avevo chiesto di parlarmi. Rimasto orfano perchè i genitori sono morti di AIDS nella mia clinica e prima di morire la mamma me la ha affidata come mia figlia.

mercoledì 9 giugno 2010

PADRE ALDO

Carissimi,

grazie di cuore per la vostra amicizia e per il desiderio di tantissimi di venire in San Rafael per vedere ciò che compie la Divina Provvidenza. Però ogni desiderio è necessario che faccio i conti con quanto Carròn ci insegna e cioè che siamo chiamati dove siamo a vivere intensamente la realtà perché quel “Tu o Cristo” domini ogni circostanza. In questi anni sono state tante le visite e le domande si susseguono ogni giorno dall’Italia. Abbiamo avuto più volte anche tanti problemi dalle visite, alcuni perché pensano di sapere tutto, altri perché credono di trovare la soluzione magica ai loro problemi, altri perché, a modo loro e con tantissima buona fede, vogliono aiutare senza, però, tenere in conto tutti i fattori. Per cui, cogliendo l’occasione di incontrarmi con tutti i responsabili di C.L. dell’America Latina e con il cuore del centro Internazionale del Movimento di Milano, ho desiderato verificare con loro la situazione, arrivando alle conclusioni che riassumo in questa lettera.

BOCELLI PRO VITA


Non sapevo che la storia personale di Bocelli era un pro-vita, ma lo è. What makes testimonials like this one so powerful is that they cut through all the distracting garbage that afflicts the abortion debate in our culture. Ciò che rende le testimonianze come questa si è così potente che tagliano tutta la spazzatura che affligge distrae il dibattito sull'aborto nella nostra cultura. Stories like this one slice right through the morally bankrupt arguments of pro-choicers. Storie come questa a destra una fetta attraverso gli argomenti bancarotta morale di pro-choicers. Who could say with a straight face to Bocelli, “Your mother could have had you killed in utero, and that would have been a good decision too”? Chi potrebbe dire con un dritto faccia a Bocelli, "Tua madre ti avrebbe potuto avere ucciso in utero, e che sarebbe stata una buona decisione troppo"?
When you clear away all the confusing legal arguments and debates, the bottom line is this. Quando si cancella via tutti gli argomenti confusione giuridica e dibattiti, la linea di fondo è questa. Unborn babies are persons . bambini non ancora nati sono persone. They aren't pre-human; they are human. Non sono pre-umani, sono umani. It's wrong to kill innocent persons . E 'sbagliato uccidere persone innocenti. It's beautiful and right to affirm and value human life—especially in difficult situations. E 'bello e diritto di affermare e il valore della vita umana, soprattutto in situazioni difficili. Bocelli is but one more reminder of that simple truth. Bocelli è uno di più, ma ricordo di quella semplice verità.

CARRON PRIMA DI TUTTO AUTENTICAMENTE UOMINI

......«Non c’è risposta più assurda di quella a una domanda che non si pone», ha scritto Reinhold Niebuhr. Può valere anche per noi quando acriticamente subiamo l’influsso della cultura in cui siamo immersi, che sembra favorire la riduzione dell’uomo ai suoi antecedenti biologici, psicologici e sociologici. Ma se l’uomo è davvero ridotto a questo, quale è allora il nostro compito di sacerdoti? A che cosa serviamo? Quale è il senso della nostra vocazione? Come resistere a una fuga dal reale rifugiandoci nello spiritualismo, nel formalismo, cercando alternative che rendano sopportabile la vita? Oppure non sarebbe meglio, obbedendo al clima culturale, diventare assistente sociale, psicologo, operatore culturale o politico?
Come ha ricordato Benedetto XVI a Lisbona, «spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista.
Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa insipido?» .......(
Omelia della Santa Messa al Terreiro do Paço di Lisboa, 11 maggio 2010).
(Tratto da L’Osservatore Romano del 9 giugno 2010)
mercoledì 9 giugno 2010
Non dimenticherò mai il contraccolpo avuto durante il ritiro spirituale con alcuni sacerdoti in America latina. Avevo appena terminato di dire che spesso alla nostra fede manca l’umano, che un sacerdote mi avvicinò. Mi disse che all’epoca in cui era in seminario gli avevano insegnato che era meglio nascondere la sua umanità concreta, non averla davanti agli occhi «perché disturbava il cammino della fede».

Questo episodio mi ha reso più consapevole di come può essere ridotto il cristianesimo e dello stato di confusione in cui siamo chiamati a vivere la nostra vocazione sacerdotale. Una volta domandarono a don Giussani che cosa avrebbe raccomandato a un giovane prete: «Che sia innanzitutto un uomo», rispose, suscitando la reazione stupefatta dei presenti.

lunedì 7 giugno 2010

MARCO OGGI COMPIE 33 ANNI


AUGURI MARCO! BUON COMPLEANNO

INCONTRO CON PADRE ALDO TRENTO

Testo non rivisto dagli autori Pagina 1
Firenze, Lunedì 17 maggio 2010
Simoncini: Questa sera dobbiamo alla perseveranza di alcuni nostri amici che in questi tempi hanno sempre insistito con Padre Aldo nell’invitarlo a Firenze, durante le diverse volte in cui è venuto in Italia, e dico dobbiamo alla perseveranza, di questi nostri amici, che hanno sempre continuato ad invitare, il fatto che oggi è possibile questo incontro.Padre Aldo è qui in Italia per incontrare il suo capo Camisasca e quindi abbiamo colto l’occasione per dirgli di fare una puntata qui a Firenze; non è facilissimo e lo ringraziamo tantissimo di questa disponibilità. Non è facilissimo trovare tempo e modo di inserire una data così, nell’agenda molto fitta che ha. Poi quello che rende questa occasione unica è il fatto che oltre ad avere Padre Aldo abbiamo anche Roberto Fontolan che come vedete piace, ha una certa aurea di mistero che preferisce avere questo momento, che è il trionfatore assoluto di ieri, cioè lui è il direttore del centro internazionale di CL, ma soprattutto è stato uno degli artefici dell’incontro di ieri a Roma, con il Papa. Si e’ anche
visto ad un certo punto nei maxischermi! In realtà oltre questo non c’è molto da dire
perché è l’opportunità di ascoltare e anche di porre qualche domanda a Padre Aldo; visto quello che soprattutto Carron ci segnala e ci sottolinea di scoprire dell’amicizia con lui.

domenica 6 giugno 2010

CATERINA A LORETO

.....E’ stato il Papa, in una sua enciclica, a ricordare che “è grazie a pochi sconosciuti che il mondo vive” e a Fatima – parlando di Giacinta e Francesco – ci ha indicato nella loro offerta di sé e della propria vita, la potentissima arma con cui Dio fa vincere l’amore sul Male che è scatenato nel mondo......

....Così, anche se quest’anno a Loreto Caterina non ci sarà fisicamente, sarà portata nel cuore e nelle preghiere da tanti suoi amici che chiederanno alla Vergine di guarirla per farla tornare l’anno prossimo.

E arrivando si accorgeranno che Caterina (come ogni sofferente) c’è, misteriosamente, anche quest’anno, lì fra le braccia della Madonna, con la testa appoggiata al suo cuore….......



5 giugno 2010
La meglio gioventù è in cammino nella notte del nostro tempo. Sabato andrà a Loreto, verso la piccola e povera casa di Maria di Nazaret dove – con l’Annunciazione – sorse il sole che squarciò le tenebre delle nostre vite.

E’ uno spettacolo da non perdersi e i nostri media sicuramente lo perderanno.

LA NIPOTINA DI BETTI IL 4 GIUGNO HA COMPIUTO 1 ANNO

 

AUGURI! SEI BELLISSIMA!

sabato 5 giugno 2010

APPELLO PER NORMA E LA LAZZARUS HOME




A Betania, tra i bambini di Samar
Andrea Finessi
Tracce N.5, Maggio 2005
Terrasanta

È palestinese, cristiana. Nella sua “casa” più di cento bambini orfani imparano a perdonare e un gruppo di donne palestinesi si rifanno una vita. Poi c’è il panificio dove cerca di guadagnare soldi e di creare lavoro

«Io passo in questo mondo una volta. Se c’è un bene da fare, una gentilezza, un’azione, fammi o Dio, farla adesso, perché io non passo da qui un’altra volta», sono queste le parole che Samar si ripete sempre. Le dice nel suo italiano appreso dai tanti amici che ha in Italia.
Samar Sahhar è palestinese, vive a Betania dal 1971, quando i suoi genitori si sono trasferiti da Gerusalemme.

NEI TERRITORI DELLA DIGNITA' VIOLATA

Tempi 20 Aprile 2010 Rodolfo Casadei

A quindici anni Norma è stata strappata dai servizi sociali a chi l’aveva liberata da una vita di abusi e sevizie. Nella sua vicenda il paradigma del destino dei palestinesi. Relegati in un limbo politico da autorità inaffidabili

di Rodolfo Casadei

«Come possiamo ambire ad uno stato palestinese, se non siamo nemmeno capaci di rispettare la vita e la dignità di una ragazzina?». A volte ci sono domande retoriche di persone semplici che pesano più della dichiarazione di un leader politico nazionale, giudizi impliciti in un interrogativo più trancianti di un’approfondita analisi storico-politica. A volte la grande storia interseca i destini delle singole, anonime persone, e le due cose si illuminano a vicenda.

venerdì 4 giugno 2010

LA VOCE UNICA DELL'IDEALE INCONTRO MATURANDI CON DON CARRON

.......Immaginate che quello, diventato zoppo, fosse lì tutto testardo a dire: «No, io voglio andare alle Olimpiadi»; sarebbe una cocciutaggine, un capriccio! Dal punto di
vista vocazionale, don Giussani dice: «La circostanza inevitabile è al mille
per mille con sicurezza assoluta indice della strada da percorrere. Perciò
non esiste nulla di più amico, di più facilmente amico nostro, della circostanza
inevitabile, del fatto». Aggiungo un aspetto fondamentale, una notazione fondamentale: niente è fatalità in questo, il destino non è il fato:
tutto, ma tutto, risulta strumento di vocazione! Tu sei sicuro che facendo
l’atleta potresti raggiungere la tua pienezza e la tua soddisfazione meglio
che attraverso quella circostanza inevitabile? No. Abbracciare questo incidente
come parte del cammino al destino è aspettare curioso come il Signore se la caverà per portarmi alla felicità attraverso il mio essere zoppo.
Ma non introduce un dubbio! Non sono lì a lamentarmi per tutta la vita,
anzi: questa condizione inevitabile diventa elemento fondamentale attraverso
cui il Mistero mi farà raggiungere il destino, l’ideale, la felicità. Se
invece ci fermiamo all’arrabbiatura, sarà la tomba, perché nella vita si possono avere tanti incidenti di percorso che sono inevitabili, ma se noi non
avessimo la possibilità che la vita continui ad avere senso (e pensiamo che
possano raggiungere lo scopo soltanto certe persone con certe capacità),
dipenderemmo soltanto dal caso. Invece qualsiasi circostanza è parte del
raggiungimento del destino, della felicità. E questo è veramente liberante,
perché la felicità non dipende dalla riuscita mondana,ma dal mio servizio
al tutto, al regno di Dio (perciò può essere lo stesso fare il portinaio o il
ministro).
.......




“La voce unica dell’ideale” Incontro di don Julián Carrón con i maturandi di Gioventù Studentesca
Roma, 16 maggio 2010
Amici,questo momento della vostra vita è particolarmente decisivo,perché
in noi, in ciascuno di noi,c’è una battaglia in attotra la «voce unica dell’ideale» (come abbiamo cantato), che tutti sentiamo vibrare dentro di noi, e tutte quelle circostanze che tante volte cercano di schiacciare questa voce, per cui
non sappiamo da che parte andare.

COMMENTO AL POST DI PADRE ALDO

maria cristina ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "PADRE ALDO":

caro padre Aldo mi è chiaro che siamo sullo stesso cammino e abbiamo la medesima sensibilità, da un anno mio suocero malato di cancro è venuto a stare a casa nostra, adesso si avvicina la sua fine,e ho gli stessi sentimenti tuoi nel mordere la pietra e gridare Signore Signore Signore, alla coscienza che questa persona mi viene affidata perchè ci preceda nel traghettamento verso l'altra riva. Ieri sera ho visto il video dell'asilo di Dio e ho visto Cristinita che resta nel tuo cuore e nel cuore di quelli che come me che l'hanno vista nel video. Prego per te perchè la tua fede diventi sempre più luminosa per illuminare anche la mia

Cris 

martedì 1 giugno 2010

DOMENICA GLI AMICI DI GIOVANNI SI INCONTRANO

Nonostante il breve preavviso, siamo tutti invitati a trascorrere una giornata i
nsieme DOMENICA 6 GIUGNO, in quel di Loverciano, in Svizzera, invitati dai nostri amici Egidio e Maria Cristina Centonze, ospiti presso i locali della scuola di
Loverciano.

La proposta è per la messa alle ore 10.30 in paese a Castel San Pietro, che si incontra salendo verso Loverciano.A seguire, pranzo al sacco e convivenza, con canti e tutto il resto.

E’ possibile organizzare una griglia, perciò chi fosse intenzionato a venire e volesse mangiare la carne alla griglia, deve avvisare Egidio per la spese, entro MARTEDI’ 1 GIUGNO.

GIOVANNI


CIAO! MI PIACE MOLTISSIMO ANDARE IN ALTALENA
MICHELE ANNA E PAOLO VI ASPETTO AL MARE!

PADRE ALDO

CRISTINITA
Mail 31 maggio 2010
Cari amici,
cosa significa per me quel “Tu” che domina, di cui parla Carròn alla fine della prima lezione degli esercizi, in questo momento? Ho il cuore lacerato. Ero appena rientrato dall’Italia e come sempre il primo gesto, dopo aver salutato Gesù Eucaristia e la Madonna, è stato quello di incontrare i miei Gesù che soffrono, baciandoli uno ad uno. Solo una grande commozione e gioia.