giovedì 19 giugno 2014

Pregate per il fermato

YARA


Fulvio Gambirasio: pregate per il fermato

di Lorenzo Maria Alvaro

In questa giostra di media «col gusto della lacrima in primo piano» meno male che c’è Fulvio Gambirasio, il papà della bambina. «C’è bisogno di preghiere. È importante ricucire i nostri cuori, la cattiveria ce l’abbiamo tutti dentro»

genitori yara gambirasio
«Io se fossi Dio, maledirei davvero i giornalisti». Così Giorgio Gabercantava nel 1980 nella bellissima “Io se fossi Dio”.



E il perché Gaber lo spiegava bene: «Compagni giornalisti avete troppa sete e non sapete approfittare delle libertà che avete, avete ancora la libertà di pensare, ma quello non lo fate e in cambio pretendete la libertà di scrivere e di fotografare. Immagini geniali e interessanti di presidenti solidali e di mamme piangenti. E in questa Italia piena di sgomento come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento. Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti e si direbbe proprio compiaciuti. Voi vi buttate sul disastro umano, col gusto della lacrima in primo piano».

Un testo che riascoltato e riletto oggi mette i brividi. La descrizione impeccabile di quello che sta succedendo in Italia sul caso diYara Gambirasio.
Uno sciacallaggio mediatico che non fa prigionieri e non guarda in faccia a nessuno.

Sembrerebbe tutto da buttare se non fosse per una persona, il padre della bimba uccisa: Fulvio Gambirasio. L’unico che ha avuto la forza di prendere una posizione da uomo. Una posizione fuori dal teatrino mediatico.
Fulvio Gambirasio, papà di Yara
«Prega per tutti», ha detto a don Corinno, il parroco di Brembate Sopra, «anche per la famiglia della persona fermata, anche per lui, c’è bisogno di preghiera».

Una posizione che ha risvegliato anche i preti. Gli unici a parlare nei paesi sotto shock. Così Don Corinno spiega ai giornalisti: «c’è bisogno di preghiera, perché è importante ricucire il nostro cuore, la cattiveria ce l’abbiamo tutti dentro».

Poco dopo a parlare è anche don Claudio Dolcini, di Sotto il Monte, parroco della Chiesa frequentata dalla famiglia del muratore arrestato. «Continuo a ripetere loro di pregare e avere fiducia nella giustizia. Io prego per loro».

È vero, come sottolineava in una recente intervista su Vita.it  il sociologoMarco Revelli, che «in Italia sta dilagando la malignità del banale». Malignità che non si sa bene da dove cominciare a combattere.
Ma così come dobbiamo provare a prendere sul serio atti gravi come questi e chi li compie, non possiamo far finta di non vedere l’enormità della posizione di Fulvio Gambirasio e di tutta la sua famiglia. Un uomo per nulla banale, ma certamente normalissimo. Di quella normalità, che per fortuna non è ancora andata perduta, e che è un'enorme boccata di ossigeno per tutti.
 
TAG: GIUSTIZIA

mercoledì 18 giugno 2014

Impariamo ad essere piu'buoni

«Yara deve essere ricordata come un dono prezioso per la nostra comunità. È morta perché noi diventassimo più buoni»

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Giugno 17, 2014 Redazione
Individuato il presunto assassino della ragazzina uccisa quattro anni fa. Il parroco: «La nostra comunità in questi anni è stata molto matura. Pur impaurita e ferita non ha ceduto a sentimenti di vendetta»
Yara GambirasioEra il 26 novembre 2010 quando Yara Gambirasio, una bambina di 13 anni, scomparve dopo una giornata in palestra. Il 26 febbraio fu ritrovato il suo corpo e da allora, dopo quattro anni di indagini, il volto del suo assassino è rimasto ignoto. Ora gli inquirenti sono convinti, grazie alle prove del dna, che si tratti di Massimo Bosetti, muratore, padre di famiglia, tre figli. Secondo gli investigatori è lui l’uomo che ha tolto la vita alla piccola Yara. Per ora si tratta di ipotesi e l’uomo non risponde alle domande dei magistrati. Si vedrà.
LA FAMIGLIA GAMBIRASIO. In questa tragedia emerge anche un altro aspetto ed è la grande dignità con cui la famiglia Gambirasio e la comunità del paese hanno vissuto l’accaduto. Poca spettacolarizzazione, poca enfasi, un dolore vissuto senza sceneggiate, ma nel conforto di una fede solida. Anche ora che le indagini paiono a una svolta, non si sentono parole d’odio, ma solo di una, pur triste, ragionevolezza.
Le ha dette il parroco di Brembate, don Corinno Scotti, che ha invitato tutti, parrocchiani e non, a seguire l’esempio della famiglia Gambirasio. «Penso a questa persona – ha detto don Scotti–. Spero che ora non prevalgano sentimenti di vendetta nei suoi confronti. La nostra comunità in questi anni è stata molto matura. Pur impaurita e ferita non ha ceduto a sentimenti di vendetta». «Il papà di Yara – ha proseguito – mi ha detto che se lei è morta è perché noi diventassimo più buoni. Se ora questa notizia verrà confermata cosa facciamo nei confronti del presunto assassino? Invochiamo la pena di morte? No, certo. A me interessa che Yara sia stata e continui ad essere un dono per la nostra comunità». «Comunque andrà a finire questa dolorosa vicenda, Yara è così che deve essere ricordata: come un dono, un dono prezioso».


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Compleanno Paolo

Auguri Paolo buon compleanno