sabato 31 luglio 2010

BENEDETTO XVI

....Gesù esorta con forza” a chiedere, cercare, bussare. “Non è – ha chiarito il Papa - un domandare per soddisfare le proprie voglie, quanto piuttosto per tenere desta l’amicizia con Dio, il quale – dice sempre il Vangelo – ‘darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!’”......

.....Come San Giacomo. “Questa domenica (25 luglio, ndr.) si celebra anche la festa dell’Apostolo Giacomo, tanto venerato da tempo immemorabile a Compostela”......,

......Di cuore rivolgo uno speciale pensiero ai pellegrini accorsi numerosi a Santiago de Compostela!”. “La Vergine Maria – è stato l’auspicio conclusivo prima di recitare l’Angelus - ci aiuti a riscoprire la bellezza e la profondità della preghiera cristiana”.......


Il pane e il perdono

Parole che plasmano la vita

Il dolore per la morte di 19 giovani partecipanti alla “Love Parade 2010”, raduno di musica techno a Duisburg (Germania), il ricordo della festa di San Giacomo Apostolo e il prossimo viaggio a Santiago di Compostela e a Barcellona, la preghiera del Padre Nostro. Questi i tre punti principali delle parole di Benedetto XVI in occasione della recita dell’Angelus dal balcone del Cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, domenica 25 luglio.

venerdì 30 luglio 2010

CHIESA FRAGILE? LO SCOOP E' DI DANTE

.....In fondo, sapere che anche il prete può avere certi vizi è stato uno dei modi con cui la umanità della Chiesa si è mostrata, al contrario di ogni rischio di sacralizzazione del clero. Cristo inventando la chiesa come metodo per permanere nella storia sapeva di affidarsi a gente fragile, come il traditore Pietro. La coscienza dell'umanità fragile dei cristiani ( che iniziano ogni messa battendosi il petto per i peccati) ha sempre posto un argine - per quanto tradito e scavalcato tra l'idea della Chiesa come luogo dei perfetti (e magari dei potenti) e l'idea che della Chiesa aveva invece Gesù, venuto per i peccatori e per i bisognosi di perdono.......

di Davide Rondoni

I giornalisti di Panorama hanno fatto uno scoop. Peccato che arrivino circa settecento, mille anni in ritardo. Forse duemila. Hanno deciso di raccontare in diretta, con uso di adescamenti e con tanto di video, le notti romane omosessuali di alcuni sacerdoti. Ne sono così orgogliosi da farne una copertina con tanto di rosario tenuto da dita maschili laccate.

INTERVISTA A PADRE ALDO TRENTO

......Per me è stata ciò che mi ha spinto a cercare oltre i miei limiti, la mia miseria, la mia ideologia giovanile. In maniera anche atroce: per anni non ho dormito, avrei sbattuto la testa contro il muro per la disperazione, desideravo di morire. Ma la depressione è stata la ferita che ha tenuto aperta la mia domanda di Cristo. Oggi chiunque abbia una sofferenza psicologica ritiene di essere malato e va dal medico. Ma io non credo che siamo tutti malati. È che non sopportiamo ciò che tiene quella ferita aperta: che sia depressione, o una malattia, o anche magari l’innamorarci di qualcuno di cui non dovremmo. Vogliamo eliminare in fretta i problemi. Magari moralisticamente vogliamo essere “bravi”. Giussani su questo era radicale: mai invitava a tirarsi indietro, ma sempre ad andare a fondo, ad affrontare ciò che ci si poneva come sfida. A me disse: se dovessi non dormire per un anno, e questo servisse a tenere sveglia la tua domanda di Cristo, ti direi di non dormire. Invece ciò a cui tendiamo è soffocare le ferite, analgesizzarle e addormentare la domanda.[Quest’uomo, pensi, è di una radicalità che affascina e fa paura.]



L’intervista di Marina Corradi a padre Aldo Trento è contenuta nel libro scritto da quest’ultimo I dieci comandamenti, primo titolo della collana Lindau “I libri di Tempi”. Il volume sarà in vendita, al prezzo lancio di 10 euro anziché 12, presso lo stand di Tempi al Meeting per l’amicizia fra i popoli (22-28 agosto, Fiera di Rimini, padiglione C3).

Ho la grazia di essere miserabile". Padre Aldo Trento si racconta
Marina Corradi

Aldo Trento
giovedì 29 luglio 2010
L’intervista è tratta dal numero di Tempi in edicola
L’intervista di Marina Corradi a padre Aldo Trento è contenuta nel libro scritto da quest’ultimo I dieci comandamenti, primo titolo della collana Lindau “I libri di Tempi”. Il volume sarà in vendita, al prezzo lancio di 10 euro anziché 12, presso lo stand di Tempi al Meeting per l’amicizia fra i popoli (22-28 agosto, Fiera di Rimini, padiglione C3).

Aprile 2010. Padre Aldo Trento è di passaggio a Milano. Lo incontro a casa di un suo amico a Concorezzo. Non gli avevo mai parlato a tu per tu. Mi colpiscono la faccia semplice, da contadino del bellunese, e gli occhi chiarissimi, con qualcosa di infantile. Queste sono alcune delle domande che gli ho rivolto e le sue risposte.

lunedì 26 luglio 2010

DOMENICA 25 LUGLIO

SONO TORNATI A TROVARCI I GHIRARDI ABBIAMO PASSATO COSI' UNA DOMENICA IN COMPAGNIA.DON ANDREA HA CELEBRATO LA MESSA IN CAMPEGGIO E HA AVUTO ,COME SEMPRE UN'ATTENZIONE PARTICOLARE CON GIOVANNI.

LA SERA ABBIAMO FESTEGGIATO GRETA CHE COMPIVA 32 ANNI.ERA ANCHE L'ONOMASTICO DI GIACOMO

LA BREVE VITA DI PABLO

....«La prima cosa che ricordo a queste madri è che c’è Uno che la ama», continua Garrone: «E che anche loro figlio le ama. E le perdona. Là dov’è, lui ama la sua mamma, perché gli ha dato la vita, che per lui è eterna. Non desidera altro che lei sia felice. E io non ho nient’altro da dare loro se non Cristo. Che non è roba mia». Dice che in loro ha visto meraviglie. Come tanti figliol prodighi. «Dio ci affida la vita, ma noi non vogliamo che sia Lui a fare questo: vogliamo gestirla noi. Fino alla rovina». È solo il Suo abbraccio di perdono che fa rivivere tutto: «Queste donne scoprono quale potenza ha la Risurrezione di Cristo. Ne sono il segno stesso». Come Lucia. Che è grata a Dio e a Pablo. «Io e mio marito avremmo voluto che fosse sano. Ora capisco che è stato lui a guarire noi. La redenzione non dipende nemmeno dal mio senso di colpa, dalla sofferenza. Dio mi ha dato un dono immenso affidandomi la vita di Pablo. L’ha affidata proprio a me. E nonostante quello che ho fatto, mi ha dimostrato la Sua misericordia».......
....Non è una cosa astratta il senso di colpa, ha a che fare con la tua identità. La mia vita andava benissimo, ma la colpa cresceva a ogni gioia: era la felicità stessa che mi addolorava, la mia punizione. Eppure in fondo lo avevo fatto per questo, per avere una vita secondo tutti i miei sogni»......
.....«La verità? L’unica verità? È che la vita arriva e non ti chiede il permesso. E il solo modo per non rovinartela, tu donna che vuoi costruirtela una vita, è dire sì. Alla vita e al miracolo di cui fai parte e nemmeno te ne accorgi. È dire sì all’amore che è più forte di tutto, delle paure e della morte. Quale? Quella che ti ritrovi davanti quando esci».....
Tracce N.6, Giugno 2010Alessandra StoppaÈ una «mina che devasta l’umano». Eppure troppo spesso è «un tabù». Ci siamo affacciati sul mondo sconfinato del post-aborto. Dai forum virtuali, alle realtà che accompagnano le donne in questo dramma. E nel bisogno di rinascere dalla morte. Che per poco. Ma cambiandole per sempre

AUGURI ANNA BUON ONOMASTICO



CIAO ANNA AUGURI BUON ONOMASTICO!

spero di aver scelto il regalo giusto fammi sapere se era quello che mi avevi chiesto.

un bacione dai nonni e dallo zio Giovanni

anche Habib ha detto di farti gli auguri ciao bellissima!

COSI' CATERINA CI HA APERTO GLI OCCHI

....Ecco, in fondo il libro è il racconto di come quel «no», un po’ alla volta, è diventato un «sì». Misterioso e doloroso, perché detto davanti a un abisso, ma un «sì». Un abbraccio. Qualcosa che genera. Anzi, che aiuta Dio a generare cose grandi seguendo le Sue strade, impensabili. Fino all’impossibile, appunto. Fino al miracolo. E la vicenda di Caterina è un miracolo. «Continuo, ogni mattina».




di Davide Perillo
23/07/2010 - Antonio Socci in un libro racconta la vicenda di sua figlia, entrata in coma dopo un arresto cardiaco. E il cambiamento suo e di un intero popolo, che l'ha accompagnato nella domanda. Fino a riconoscere che «ogni mattina è un miracolo»

La copertina del libro.
Si può muovere il mondo stando inchiodati in un letto d’ospedale? Si possono toccare i cuori di decine, centinaia di persone - fino a dar voce a un popolo intero che riconosce di cosa è fatta la vita e per questo offre e domanda - senza poter neppure alzare un dito o dire una parola? Si può generare qualcosa - qualsiasi cosa - partendo da male e dolore, un dolore così acuto da sembrare assurdo? Per l’uomo no, è impossibile. Eppure accade. Intorno a noi. Vicino a noi. Nella vita di persone che conosciamo bene, non fosse altro per quello che vediamo o leggiamo di loro ogni giorno, da anni. Come Antonio Socci, giornalista e scrittore, che ha appena pubblicato per Rizzoli un libro da leggere, assolutamente. Si intitola Caterina.

domenica 25 luglio 2010

SAN GIACOMO BUON ONOMASTICO GIACOMO


CIAO GIACOMO!BUON ONOMASTICOUN BACIONE DAI NONNI DALLO ZIO GIOVANNI E DA HABIB
FRA POCO CI VEDIAMO E I NONNI TI PORTANO IL REGALO TU ASPETTACI!






NOTTI BRAVE OGNUNO SI PRENDA LE PROPRIE RESPONSABILITA'

Scrivi qui il riassunto del POST
Metto questa lettera perlomeno la pubblico anche se sta stretta nel mio blog "alza lo sguardo"
Perche' sta stretta? Perche' ciascuno di noi puo' giocare la sua carta e tutti gli scandali che ci circondano devono essere presi come stimolo per una maggior nostra conversione.
Gesu' ,il giorno dopo il miracolo e' stato abbandonato da tutti tranne da quella sua manciata di amici che alla sua domanda hanno risposto "ma da chi andiamo?"Probabilmente si sono fermati perche' non avevano alternativa.
Gesu' e' stato schernito,gli hanno sputato,lo hanno crocefisso.Lui stesso ha domandato al Padre di allontanargli il dolore ma poi l'ha abbracciato.
Certo vivere la chiesa oggi non e' semplice,non e' prestigioso,e l'errore di alcuni danneggia tutti gli altri ma..."chi e' senza colpa scagli la propria pietra"Benedetto ci aiuta ad alzare lo sguardo e profondamente addolorato ci riesce a comunicare che questo puo' essere un momento di Grazia per ciascuno di noi.
Dobbiamo imparare a pregare e domandare il cambiamento.
Preferisco questa indicazione perche' mi aiuta nel mio quotidiano.
Se e' vero che Giovanni e' una Grazia sono certa che anche questa difficile situazione della chiesa e' un momento di Grazia.


Notti brave: ognuno si prenda le proprie responsabilità

Chiediamo a chi condivide il nostro giudizio di sottoscriverlo. Lo faremo arrivare ai giornali. Se volete potete diffonderlo
anche voi.
Ci sarà – anzi, certo c’è – del vero nell’inchiesta di Panorama sulle «notti brave dei preti gay». E lasciamo tutta la
responsabilità agli autori del servizio, come anche all’Editore, nel pubblicizzare questa sporcizia, questa nefandezza, questo
disgustoso spettacolo (a volte pare che cresca il gusto “macabro” di comunicare il male, con un compiacimento che ha,
forse, del patologico).

sabato 24 luglio 2010

IL CALVARIO DI CATERINA E LO SPLENDORE DELLA FEDE

Pubblicato da Massimo Pandolfi Sab, 24/07/2010 - 07:39
E non venitemi a dire che la fede non rende più belli, forse più buoni, di certo più veri. Mi sono commosso, qualche sera fa, nel leggere sul libro di Antonio Socci 'Caterina, diario di un padre nella tempesta' la lettera che il fidanzatino di Caterina (si chiama Stefano) ha scritto in giugno ad Antonio e Alessandra, i genitori della ragazza caduta in coma il 12 settembre del 2009 (il suo cuore si fermò per più di un'ora) e che ora ha iniziato un lungo, difficile, misterioso, cammino di riabilitazione. Stefano, in questi mesi, è sempre stato vicino a Caterina. Vivono la storia d'amore e di fede con quella delizia che solo una compagnia vera (quella dei giovani di Comunione e Liberazione) rende inimitabile. E pensare che un ragazzo di poco più di 20 anni può scrivere certe cose, beh, lo ripeto, mi commuove. Ecco la sua lettera: 'Cari Antonio e Alessandra, oggi è stata una bella giornata. E volevo ringraziarvi. A volte mi sento morire per quanto Cate mi manca. Mi mancano i suoi richiami, i suoi rimproveri, i suoi sorrisi, i suoi sguardi che bastavano per farmi capire tutto, i suoi silenzi pieni di giudizio. Ma poi quando mi fermo e la guardo negli occhi (come piace fare a me) capisco subito che lei è lì esattamente come prima e, con modalità diverse (a volte proprio uguali) è richiamo all'unica cosa che conta. Cari, Cate c'è, e questo è davvero un miracolo. Non smetto un istante di chiedere la sua completa guarigione... Darei la mia vita per la sua guarigione... ma ciò che Dio ha preparato per lei e noi sarà sicuramente uno spettacolo che non possiamo nemmeno immaginare. Ce lo ha promesso.... Grazie di tutto'

CL AL TEMPO DI CARRON

.....oggi vivo l’esperienza, grazie anche all’opportunità di stare vicino a Carròn, che ci voleva un altro a farci rendere conto fino in fondo di ciò che avevamo incontrato. Viene in mente una frase che il Giuss ha detto più volte: è meglio che me ne vada, è un vantaggio per voi. Che poi è lo stesso che Gesù diceva ai suoi apostoli: me ne devo andare, è meglio per voi. Non ho mai capito questa frase del Giuss, e neanche quella di Gesù: cosa desideravano gli apostoli se non di poter sempre restare con Lui? Però l’esperienza documenta un fatto: il momento in cui Gesù se ne va, diventa la possibilità per quegli uomini di riconoscere Cristo presente ovunque........


.....La mancanza del Giuss ha costretto tutti, grazie anche a Carron, a riconoscere cosa lui ci aveva portato, ci aveva insegnato, cosa aveva vissuto, cosa noi avevamo incontrato, cioè la presenza di Cristo nella storia......


Intervista di ariminol a don Eugenio Nembrini.
E' di qualche anno fa ma mi sembra molto attuale


VENERDI' 23 LUGLIO

......Uno squarcio, un varco. Una strada. Dove le cose non sono più le stesse di prima. «Ecco, io faccio nuove tutte le cose», aveva promesso Gesù nella sua Passione. Non cambia la realtà, ma le cose diventano nuove. Cambia lo sguardo. Come se si fosse introdotta una nuova misura. Anzi, non c’è più una misura se non il proprio desiderio........


LA GIORNATA INIZIA CON UNA BUONA COLAZIONE
....Tutta la bellezza della vita sta in questa presa di coscienza e di serietà con il proprio cuore.....


TERMINA IN PIZZERIA CON GLI AMICI DI ANCONA
.......il problema della vita e’ che uno, due, cinque, otto tra noi prima o dopo possano arrivare a incontrare questo destino buono per se. Strade tortuose magari, ma chi se ne frega, il problema della vita e’ se questo grido che abita nel tuo cuore prima o dopo può impattare con una speranza con una presenza........
Intervento di D. Eugenio NEMBRINI all'evento:non il nostro incontro in pizzeria ma una partita a Chiavari con i carcerati e non (trascrizione non rivista dall'autore)


venerdì 23 luglio 2010

GIOVEDI' SERA



Ogni giovedi' a Civitanova il gruppo di cl si trova per la messa settimanale.
Negli anni e' diventato anche un nostro appuntamento.
Non sempre in orario cerchiamo pero' di rimanere fedeli all'incontro.
Ieri sera poi con Eugenio Lorena e Agnese siamo andati a mangiare insieme.
Lunedi' sera andremo a cena dalla famiglia di Stefania che ,dopo tanti anni che ci vedeva presenti ,ha manifestato il desiderio di approffondire l'amicizia.
Questa sera andremo a cena con un po' di amici di Ancona del gruppo "aria nuova"
Vi raccontero' e non mancheranno le foto.

giovedì 22 luglio 2010

PELLEGRINAGGIO A CZESTOCHOWA

Agosto 2010

Il messaggio di don Julián Carrón

Andiamo al Pellegrinaggio domandando la grazia della conversione, a cui Papa Benedetto XVI costantemente ci richiama, perché il male non viene da fuori, dagli attacchi esterni alla vita della Chiesa – che ci sono sempre stati e sempre ci saranno –, questo non è il vero male; il vero male è il nostro male, cioè che la nostra vita non sia testimonianza di quello che ci è capitato.
La conversione, allora, è cercare di rispondere alla preferenza che il Mistero ha per noi.
Questa è l’intenzione con cui vogliamo compiere il pellegrinaggio nel contesto della Chiesa nella sua totalità e universalità, chiedendo alla Madonna di sostenere la conversione dei nostri cuori.
Julián Carrón

IL PAPA SPIEGA GLI APOSTOLI

Le strade della Galilea fanno da sfondo alle vicende descritte nel libro Gli amici di Gesù (San Giuliano Milanese, Piccola casa editrice, 2010, pagine 48, euro 12) testo che raccoglie brani tratti dalle catechesi che Benedetto XVI, nel corso delle udienze generali del mercoledì, ha dedicato agli apostoli e a san Paolo. Il libro, destinato principalmente a un pubblico di bambini e ragazzi, è arricchito dalle illustrazioni di Franco Vignazia. Pubblichiamo l'introduzione firmata dal presidente della Fraternità di Comunione e liberazione e intitolata "Un incontro che cambia la vita. "Venite a vedere"".
di Julián Carrón

C'è un piccolo gruppo di uomini che un giorno, duemila anni fa, incontrò un giovane che camminava per le strade della Galilea, in Medio Oriente. Ognuno aveva il proprio lavoro e la propria famiglia, ma ci fu un istante in cui tutta la loro vita cambiò. Si chiamavano Andrea e Giovanni, Pietro, Matteo, Tommaso... Erano dodici e noi oggi li conosciamo come gli "apostoli". Uno di loro, poi, lo tradì e al suo posto fu scelto Mattia.

CATERINA


DAL BLOG GLORIA.TV

CATERINA CHE E' RISORTA CON UNA RISATA


.......«La vicenda fa riflettere: innanzitutto, sulla grande incertezza e sulla variabilità della volontà personale di sospendere le terapie. Dovremmo sapere molto bene che un conto è la volontà espressa quando si è in piena salute o sotto l’influsso doloroso della difficile condizione esistenziale di un amico o un parente, tutto un altro è decidere di se stessi nel momento in cui si diventa fragilissimi e appesi alla vita con un filo. Si scopre, allora, che non desideriamo affatto spezzare questo filo, per quanto sottile esso sia […] Il favor vitae, poi, è un principio cardine di ogni ordinamento davvero civile.........


A CURA DI ROBERTA MERCURI PER IL FOGLIO DEI FOGLI -
«La mattina di quel 12 settembre ero baldanzoso come un bambino e non sapevo che Caterina, la mia Caterina, doveva morire quella sera stessa. Era scritto che alle 21.30 sarebbe finito il mondo. Per me. Per sempre. O sarebbe cominciato un nuovo mondo» (il giornalista e scrittore Antonio Socci nel libro Caterina, diario di un padre nella tempesta, dove racconta il coma e il risveglio della figlia). [1]

Antonio Socci, cattolico, indagatore di misteri cristiani, dai Segreti di Karol Wojtyla al Segreto di padre Pio, fino al Quarto segreto di Fatima. [2]
Caterina Socci, 24 anni, bella, occhi scuri e riccioli neri, studentessa universitaria, la sera del 12 settembre 2009, dodici giorni prima della laurea, entra in coma a causa di un improvviso arresto cardiaco: il suo cuore smette di battere per un’ora e mezzo («Il cuore fermo per un’ora e mezzo significa un coma senza speranza o danni immensi, devastanti… Probabilmente irrecuperabili»). Il padre Antonio nel suo blog rivolge agli amici una richiesta accorata: «C’è una cosa importantissima e preziosissima che si può fare: pregare!».

mercoledì 21 luglio 2010

GIOVANNI E' SEMPRE IN ACQUA


IL MARE QUEST'ANNO E' VERAMENTE BELLO E L'ACQUA E' CALDA COSI' SI STA VOLENTIERI E NON SI USCIREBBE MAI!!

LA MADRE DI DIO E IL PALIO DI SIENA

......Forse per certi vescovi è solo un modo di dire… Ed è la conferma di quanto ha detto il Papa l’altroieri: “il pericolo più grave” non sono le persecuzioni, perché “il danno maggiore” la Chiesa “lo subisce da ciò che inquina la fede”. Dall’interno. Urge una messa di riparazione.......


......Dunque ad Alì Hassoun il Comune – governato sempre dai comunisti – ha fatto dipingere il Palio. E lui ha rappresentato la Madonna con una corona dove stanno una croce, la mezzaluna islamica e la stella di David.

Un sincretismo che strizza l’occhio al più banale “politically correct”, ma che è un pugno nello stomaco per chi sa quanti cristiani sono stati massacrati dai turchi all’insegna della mezzaluna (e quanti sono oggi perseguitati).

Non solo. Attorno al volto della Madonna, Alì ha scritto in arabo “Sura di Maria”, in riferimento alla sura 19 del Corano dove ella è celebrata come madre di Gesù, che l’Islam ritiene un profeta, ma nega categoricamente che fosse Figlio di Dio, Dio fatto uomo (per l’Islam questa è la più grande bestemmia).

Cosicché abbiamo una icona che dovrebbe essere cristiana e celebrare la Madre di Dio, nella quale invece si celebra la Maria del Corano in cui è negata la divinità di Gesù, il fondamento del cristianesimo.

Come se non bastasse la figura centrale e grande del Palio è un presunto san Giorgio, che in realtà è un guerriero saraceno (somigliante al pittore), con la kefiah araba, che trafigge un drago, il quale rappresenta – dice Alì – “un demone”.

Qualunque musulmano lo interpreta come l’Islam che trionfa sull’infedele e sul grande Satana........



ARTICOLO DI ANTONIO SOCCI TRATTO DAL SUO BLOG

A Siena sta accadendo qualcosa di grave, dal punto di vista spirituale e simbolico, perpetrato dall’establishment cittadino, (post) comunista, con l’avallo dell’arcivescovo.

Qualcosa che avrebbe fatto insorgere Oriana Fallaci, ben più della Moschea di Colle val d’Elsa, e che dovrebbe far indignare tutti i cristiani e tutti coloro che hanno un minimo di consapevolezza culturale.

Prima che dalla Torre del Mangia – o magari dal campanile del Duomo – facciano cantare un muezzin, si devono sapere alcune cose: il Palio, l’antica corsa di cavalli delle contrade in Piazza del Campo, è una festa religiosa, una festa mariana.

VACANZE DIVINE

.....In fondo la mappa (sconosciuta) che ci mette sulle tracce del vero paradiso perduto è dentro di noi, nel nostro stesso cuore.

E’ una “zona”, come quella del film tarkovskijano “Stalker”: una zona dove si avverano i desideri, piena di lussureggianti foreste e laghi, oceani e panorami sconfinati, una “zona” vergine perché non posseduta neanche da noi stessi, una “zona” sacra perché abitata da una presenza misteriosa e immensa: Dio.....


Antonio Socci
da Libero, 11 luglio 2010

Siamo tutti in cerca del paradiso perduto. Anche se non lo sappiamo. E l’estate, la vacanza, è specialmente il tempo di questa ricerca dell’Eden. Avremmo una mappa per questa caccia al tesoro, per questa ricerca, ma non la sappiamo leggere.

Così ci accontentiamo di paradisi artificiali, a portata di mano e per tutti i portafogli. Eden di plastica. Può essere il surrogato “tutto compreso” dell’Agenzia di viaggi che ti spedisce a Sharm el sheik o il fai-da-te giovanilistico che si inebria nel chiassoso divertimentificio di Ibiza o della costa romagnola.

CIAO BELLISSIMI!

Ciao divertitevi e....aspettate il postino che vi consegnera' il regalo dei tre santi estivi S.Tommaso 3 luglio S.Alessandro 26 agosto S.Matteo 21 settembre

Un bacione dai nonni e dagli zii.

martedì 20 luglio 2010

OMELIA REDENTORE

....Eliminare la castità significa ridurre l’amore ad una meccanica abilità sessuale, veicolata da una sottocultura delle relazioni umane che si fonda su un grave equivoco e cioè sull’idea che nell’uomo esista un istinto sessuale. Non è vero, come dimostra certa psicanalisi: anche nel nostro inconscio più profondo niente si gioca senza un coinvolgimento dell’io. Il sacrificio ed il distacco richiesti dalla castità non sono fine a se stessi. Nessun uomo cerca il sacrificio per il sacrificio. Il sacrificio è solo una condizione. È quella condizione che non annulla il possesso, ma anzi lo potenzia. I dottori della Chiesa parlavano in proposito di gaudium (godimento). Il piacere, che per sua natura finisce subito, chiede di essere inserito nel godimento, perché se resta chiuso in se stesso lentamente avvizzisce il possesso, lo intristisce, lo deprime. Mi colpisce il fatto che quando dico queste cose ai giovani incontro più sorpresa ed interesse che obiezione.....



– Qui di seguito il testo dell’omelia pronunciata dal Patriarca durante la celebrazione di domenica 18 luglio nella Basilica del Santissimo Redentore a Venezia:
1. «Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla» (Sal 22,1). Il versetto del Salmo esprime la nostra soddisfazione piena. Dio è presente nella nostra vita. Si prende cura di noi. Lo fa con un amore personale («Io passerò in rassegna le mie pecore» Ez 4,12b). Lo fa con una fedeltà indomabile. «Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia» (Ez 34,16).

TEMPO DI VACANZA


.....Dalla vita e dal crescere non c'è vacanza. Quindi per il periodo particolare dell'estate sottolineiamo due punti.La nostra è eminentemente una vita, quindi non si tratta di momenti staccati, che possono anche colpirci e impressionarci fortemente, ma che non ci richiamano, non ci introducono, non si risolvono in una vita.Sono due le caratteristiche particolari della vita d'estate:1) la coscienza. La vacanza è il momento in cui più liberamente e tranquillamente si può prendere coscienza. Ci accorgeremo di vivere la nostra libertà, infatti, se avremo coscienza. Momento di libertà è quando più facilmente si può entrare in noi stessi;2) la compagnia. Essere intransigenti nell'impostare la nostra compagnia. Guardiamo all'espressione chiara e netta per giudicare la compagnia. E per mantenere questo, continuiamo il riferimento con la comunità.....

ACCETTIAMO LA VITA PERCHE' TENDIAMO ALLA FELICITA'

......Da che cosa è segnato il cammino nostro perché, in noi, tutti i giorni, ci sia quel respiro che tu hai documentato, indiziato, che è il respiro di quel punto in cui il cosmo diventa cosciente di sé? Da che cosa è segnato il cammino che dobbiamo fare, ognuno di noi e insieme?

Io credo che sia la lealtà e la sincerità e la semplicità con cui siamo fedeli e tenaci nel corrispondere, come regole della vita, al cuore nostro. Allora quella compagnia che è stata resa possibile da questa fedeltà al cuore dell'uomo, al nostro cuore, questa compagnia diventa carica di significato, di affetto amicale, di aiuto condividente i bisogni gli uni degli altri, cioè il cristianesimo in atto. Perciò è un'obbedienza, un'obbedienza a quello contro cui non possiamo avere nessun motivo reale, se non un preconcetto. Per abbandonare la compagnia o non seguire le indicazioni della compagnia - l'iter che chi è più adulto nella compagnia ha già percorso, su cui ha già scommesso, cui è stato fedele per tanti anni - bisogna proprio essere travolti da un preconcetto. La compagnia e l'obbedienza in essa, dunque, perché l'obbedienza è lo strutturarsi dell'ipotesi di lavoro più ragionevole che noi possiamo far emergere dall'esperienza. Anche l'amicizia fra me e te e fra me e lui nasce così, è nata così e può andare avanti solo così.
(don GIUSSANI)

L'ASSOCIAZIONE CULTURALE GALILEO HA DETTO

vacanze estreme è una bella idea.molti disabili hanno semplicemente voglia di "fare" in questa società che solo a parole dice di volerli integrare,simili situazioni sono non solo auspicabili ma da favorire con ogni mezzo.
luigi,www.associazioneculturalegalilea.blogspot.com
aspetto altri giudizi grazie

lunedì 19 luglio 2010

VACANZE ALL'INSEGNA DI SPORT ESTREMI PER DISABILI

VI propongo quest'articolo perche' mi piacerebbe approffondire meglio l'idea della vacanza unitaria.

Ritengo che tanti sforzi vengono fatti in Italia per l'integrazione scolastica poi man mano che i ragazzi disabili crescono vengono lasciati all'angolo.

Ogni famiglia e' lasciata sola nel decidere e troppo spesso viene spinta a far si che il proprio figlio faccia vacanza con gruppi di disabili.

Mi piacerebbe che i lettori incominciassero a scrivere il loro parere e potesse nascere una discussione.

L'altro giorno ci sono venuti a trovare due famiglie di Ancona.

Anna era reduce da una vacanza a Corvara con due gruppi di associazioni diverse.

"E' stata una magnifica esperienza " "I nostri ragazzi hanno potuto partecipare a gite bellissime"

"Con fatica siamo riusciti a portare sopra i 2000 anche due ragazzi in sedia a rotelle!"

Le dolomiti sono affascinanti e soprattutto i ragazzi hanno fatto esperienza di autonomia.
Mi diceva" l'anno prossimo devi far partecipare anche Giovanni!"

Ora penso:perche'!perche' Giovanni che ha dodici anni non deve far vacanza come hanno fatto sempre i suoi fratelli alla sua eta'?

Perche' e' un piu' essere ghetizzati anziche' trascorrere vacanze con gli amici e

poter essere circondato da bambini e adulti che sempre piu', conoscendolo, aumentano la loro stima in lui.?

PARLIAMONE
Una vacanza ''Gaia:r.d.a.'' cioe' ''alla Riscoperta dell'Anima''. E' il titolo che l'associazione Blindsight Project ha scelto per la settimana di svago e divertimento promossa a Praia a Mare tra il 17 e il 24 luglio, con replica dal 24 al 31 luglio. Organizzatrice della prima edizione di queste vacanze speciali e' Laura Raffaeli, presidente dell'associazione che si sta battendo da anni per l'abbattimento delle barriere sensoriali. Non vedente da otto anni, quando un automobilista distratto l'ha investita mentre usciva in retromarcia da un parcheggio a Roma, Laura e' convinta che ''i disabili visivi possono fare tutte le cose che possono fare i normodotati, anche parapendio, rafting e gli sport estremi''. Infatti la settimana di vacanza promossa dalla Blindsight Project c'e' la possibilita' per i disabili di praticare queste discipline; per questo e' stata chiamata ''Hard Week''. Ma non si tratta di una vacanza per soli disabili. Anzi, vuole essere proprio il contrario. Laura Raffaeli tiene molto a precisare che ''tutti sono invitati, anche i normodotati. Solo cosi' si puo' raggiungere l'integrazione''. ''Le prime barriere da abbattere -spiega all'ADNKRONOS - sono quelle mentali. Poi quelle sensoriali e materiali. Vogliamo dimostrare che anche noi disabili possiamo fare tutto, solo con qualche accortezza in piu'. Ma vogliamo farlo insieme ai normodotati, non sentirci una cosa a parte''. E' la prima volta che viene organizzata una ''Hard Week''. Gli sport che disabili e normodotati potranno provare insieme sono parapendio, deltaplano, rafting, trekking, immersioni subacquee, canoa, equitazione, ciclismo (tandem compresi), vela e altro. Per chi ha voglia di cimentarsi in forti emozioni non resta, dunque, che accomodarsi. Per i non vedenti o disabili in genere ci sara' la possibilita' di avere un assistente qualificato, oltre all'istruttore. L'organizzazione ha inoltre pensato alla sistemazione in un hotel nel centro di Praia a Mare, sull'alto Tirreno cosentino. ''Una settimana di grande svago e divertimento, di relax al mare, nella natura semi incontaminata della Calabria per tutti, indistintamente. Sia per i disabili, insomma, sia per chi vuole abbandonare l'auto per una settimana'' dicono gli organizzatori. ''La vacanza -spiegano- spazia dal turismo normale a cui si e' abituati solitamente, a un esempio di turismo accessibile a tutti, dove anche le barriere sensoriali e quelle mentali saranno abbattute col solo sostegno della natura, dello sport, del divertimento, dello stare insieme, se si vuole, o in meditazione da soli su una spiaggia''. (adnkronos)

PADRE ALDO

Cari amici,
Che bello l'articolo di Carron apparso oggi sull'Osservatore Romano!
("Prima di tutto autenticamente uomini" ndr)
Mentre me la "divoravo" pensavo al dialogo avuto ieri sera con la mia figlioletta Veronica di 8 anni che mi avevo chiesto di parlarmi. Rimasto orfano perchè i genitori sono morti di AIDS nella mia clinica e prima di morire la mamma me la ha affidata come mia figlia.
Veronica é davanti a me seduta. Mi guarda con gli occhi umidi e mi dice: "Mi manca la mamma, sento la sua assenza. Sento di essere triste e non so perchè". Le chiedo di tentare lei a rispondere al "perchè". Dopo alcuni minuti, piangendo, mi disse: "perchè sento che mi manca qualcuno e non so chi è".

Lascio a voi immaginare la mia sorpresa e commozione. Solo il genio, solo il bambino giá provato de tanto dolore è capace di questa intuizione.
Che pugno nello stomaco per noi borghesi, anestetizzati dalla carriera, dall`esito, dal lavoro! Eppure Carron ci riconduce in ogni momento a Veronica, compresi noi preti che pensiamo di educare a forza di psicologia o di psicanalisi, o insistendo sulle conseguenze etiche invece di stare di fronte al Mistero come siamo stati provocati quest'anno rispetto il caso Eluana , il crocifisso, l'articolo di Natale e il bellisimo giudizio "Feriti torniamo a Cristo".
Senza questo giudizio saremmo stati terribilmente soli, vittime delle regole (sebbene importanti) e carichi di paura, specialmente noi che viviamo le 24 ore con i bambini. Peró Veronica con i suoi 8 anni mi ha fatto rivivire il percorso di quest`anno facendomi capire che o ritorniamo alla originalitá del nostro cuore o ci incontreremo tristi e perduti.
Con Marcos e Cleusa e i responsabili ultimi dell`America Latina ci siamo trovati a condividere alcuni giorni in Brasile. Una festa di cui il cuore é stato il dramma di Veronica, con le sue domande e che cosa significa seguire Carron. Cleusa diceva: “Solo se in noi c'è una cellula di Giussani, possiamo cogliere che cos'è il movimento e vivere come figli di Carron”.
Al contrario il movimento sará sempre qualcosa di efficace adesso che intristirá la vita, mettendoci nel gruppo degli ex-combattienti, dei pensionati... Magari con tante medaglie però tristi e nostalgici.
E' proprio bella la sfida.

Ciao P. Aldo

TRATTO DAL BLOG "GLI AMICI DI SIMONE

CIAO ALESSANDRO SONO IN VACANZA E HO LETTO UN PO' DEL TUO BLOG.
TI SIAMO VICINI E COMPRENDIAMO BENE I TUOI SENTIMENTI.
IL VUOTO CHE HA CREATO SIMONE RIEMPIE LA VITA DI DOMANDE CHE CI AIUTANO A STARE SEMPRE PIU' ATTACCATI AL NOSTRO DESTINO. SPERIAMO DI VEDERCI PRESTO MAGARI AL MEETING!

Ne avevamo passate tante insieme. Ricoveri di mesi e mesi, operazioni, una devastante. Un tentativo malriuscito, un esperimento. Quello del giugno 2005 era il periodo più bello. Le prime camminate, le risate insieme, alla luce dei sei anni appena compiuti. Quando stava bene Simo era sempre allegro, pareva che gli strazi fisici fossero perle di una collana lucente da mostrare con gioia. Sembrava la quiete dopo la tempesta.Eppure il 30 giugno la morte. Inattesa, fulminante. I disperati tentativi di rianimarlo, le mie labbra serrate alle sue, già fredde, in un impossibile volontà di soffiargli la vita.Intravedo con gli occhi pieni di lacrime il suo viso, lo sguardo fisso sembra dirmi: -arrenditi papà, lasciami andare, lascia che si compia il mio destino.--Gesù non togliermelo, ti prego- ripeto per minuti interminabili.E invece Simo và. Incontro al Destino.Le sorelle, la mamma, tutti intorno a lui. Rimango li ad accarezzarlo per non so quanto. Vorrei sapere, vorrei capire. Vorrei riaverlo, non ho mai capito molto del "i figli vanno lasciati, accompagnati, sono dati, non si posseggono....", Simo è speciale non è la stessa cosa, cazzo. Non è la stessa cosa. Grido nel silenzio e pretendo. Ma è un silenzio pieno quello. Non è disperazione pura. E' li lo sento. Cristo è li. Ho l'illusione di non riconoscerlo, ma è impossibile. Non mi arrendo ma è lì per me non nonostante me.Dopo cinque anni non ho ancora capito, ma non importa. Un giorno tutto sarà chiaro. E' una Grazia averlo avuto, ne sono certo. Lo ripeto periodicamente, non come un disco incantato, io lo so perché. E' tutto per un disegno buono ma la mia natura di uomo meschino fa a pugni, non si arrende. Ancora oggi.A volte, mi sembra di non resistere, il cuore sembra lacerarsi ancora. Eppure mi viene da ringraziare di averlo avuto. Anche se mi sento sproporzionato, davanti alla Grazia mi sono sempre sentito sproporzionato.La certezza di rincontrare Simo mi dà un senso di tenera speranza. Mi fa sentire abbracciato.La mia perdurante, sciocca, ansia di sapere, di pretendere, di capire, almeno mi costringe a pensare a Cristo. A fare i conti con Lui. Non è forse una Grazia questa?Mi immagino Simo a ridere un po' del suo papà, lo faremo insieme
.

I SANTI NON MORMORAVANO

C’è una costante nelle vite dei grandi santi. Gente diversa, di ogni tipo. Con idee diverse su molte cose. Addirittura su fronti opposti in diatribe teologiche infuocate. O di diverse fedi politiche, metodi di azione, giri di amicizie e fortune (o sfortune) sociali. Ma tutti questi tipi diversi hanno una cosa in comune. Non sopportavano il lamento. San Francesco come san Benedetto. Santa Francesca Cabrini come Giovanni Bosco, san Bernardo come Madre Teresa. Non solo era gente che non si lamentava - della aria fetida di Bombay o del fetore che talvolta alligna anche nella Chiesa. Ma s’arrabbiava pure se i loro fratelli e figli spirituali si mettevano a mormorare per qualunque motivo. Ai mormoratori, molti santi, come pure la Bibbia, dedicano parole di fuoco. Eppure di motivi per lamentarsi ce ne sono a bizzeffe. Dentro e fuori la Chiesa. L’invito a non mormorare è un tipico consiglio pratico, non solo morale. Molto ebraico, in questo senso. Se si mormora si perde tempo, invece di cambiare le cose che si pensa non vadano bene. Insomma, un dispendio di energie inutile. Roba pratica. L’avversione al lamento, insomma, non viene da una specie di conservatorismo - moltissimi di questi santi hanno fatto parecchio sommovimento e prodotto cambiamenti e innovazioni radicali - ma da una consapevolezza che mormorare contro l’autorità è comodo, vile e inutile. Obbedire e cambiare. Due cose che sembrano inconciliabili, ma solo per chi non sa cosa è la Chiesa.
Davide Rondoni (tracce.it)

L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL MEETING EMILIA GUARNIERI A NEW YORK

VI RIPROPONGO ALCUNI PEZZI DELL'INCONTRO CHE MI SONO PARTICOLARMENTE PIACIUTI.
SPESSO E' DIFFICILE POTER LEGGERE TUTTO L'ARTICOLO SPERO QUINDI DI FARVI PIACERE METTENDO ALCUNE FRASI:


Il Meeting fin dai suoi inizi si è connotato come un avvenimento di amicizia. La parola “amicizia”, inserita nel titolo della manifestazione, Meeting per l’amicizia fra i popoli, esprime infatti la certezza che il dialogo, il pluralismo, temi molto di moda negli anni '80 e anche oggi, sono valori importanti, ma l’amicizia è qualcosa di più, viene prima, è una stima gratuita nei confronti della diversità dell’altro, è il riconoscimento che ciò che può fare incontrare gli uomini è innanzitutto ciò che essi hanno in comune: il desiderio di felicità e di bellezza, il gusto della verità e della positività del vivere, ciò che Giussani, e ormai tanti di noi, chiamano cuore.
Non è un caso che il titolo del prossimo Meeting sia “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”.
Ogni anno infatti il Meeting ha un titolo, una suggestione, una provocazione, con la quale coloro che partecipano sono in qualche modo chiamati a paragonare la loro esperienza. Noi stessi siamo provocati a fare esperienza di ciò che il titolo suggerisce, perché se non è vero in ogni istante, per noi che lavoriamo, che invitiamo e incontriamo gli ospiti, che ciò che ci definisce è questa tensione alle “cose grandi”, all’infinito, non siamo neppure in grado di testimoniare il contenuto della nostra proposta.


Non siamo migliori degli altri, siamo persone che ogni giorno combattono contro la tentazione dell’individualismo, del proprio interesse, perché, come diceva recentemente Carrón “questa tentazione è sempre in agguato”. Ma siamo anche persone che hanno incontrato, cito ancora Carrón “un affetto più soddisfacente di qualsiasi individualismo, Gesù, il Mistero diventato carne. Solo chi ha avuto la grazia di incontrare un dono così, può capire cos’è quella soddisfazione che consente di sostenere tutta la vita”.


È veramente un gran colpo di fortuna quello che ci è successo! Incontrare CL è proprio una fortuna, perché una esperienza umana così intensa, così bella, così ricca non me la sarei immaginata. Neanche a 15 anni, quando mi commuovevo leggendo nel diario di Anna Frank “sento il rombo del cannone che ucciderà noi pure, ma non posso rinunciare a sperare che quello che desidero possa realizzarsi” e mi chiedevo, affascinata ed incredula, come si potesse avere una certezza così incrollabile.
Oggi capisco che il desiderio del cuore non si ferma neppure di fronte al rombo del cannone.
Lo capisco perché ho visto accadere nella mia vita un gusto per la realtà, una passione per gli uomini, un interesse per il mondo, un fascino per la bellezza, che non mi sarei mai immaginata. E ho visto e incontrato tanti uomini animati dalla stessa passione, mossi dallo stesso impeto, commossi dallo stesso struggente bisogno di infinito.

VACANZE

Le bolle di sapone non sono una cosa semplice da fare ma prima o poi riusciro' a realizzare le bolle giganti.

In campeggio a volte puo' essere difficile portare avanti con i propri bimbi cio' che ci sta piu' a cuore ma questo permette di continuare a mettersi in gioco e a poter dare delle spiegazioni sulle scelte che si fanno.



La vacanza e' un momento particolare dell'anno.
Penso che per ciascuno di noi ci sia una modalita' differente.
Credo che l'importante sia che ciascuno di noi possa in questo periodo vivere con maggior intensita' il suo rapporto con il Destino

L'UOMO E LA FEDE

......Eppure in quante occasioni siamo tentati di guardare l' umanità concreta che ci troviamo addosso - per esempio, il disagio, l' insoddisfazione, la tristezza, la noia - come un ostacolo, una complicazione, un intralcio alla realizzazione di ciò che desideriamo. E così ci arrabbiamo con noi stessi e con la realtà, soccombendo sotto il peso delle circostanze, nell' illusione di andare avanti tagliando via qualche pezzo di noi. Ma disagio, insoddisfazione, tristezza, noia non sono sintomi di una malattia su cui intervenire coi farmaci, come accade sempre più spesso in una società che confonde l' inquietudine del cuore col panico e con l' ansia. Sono piuttosto segni di quale sia la natura dell' io. Il nostro desiderio è più grande di tutto l' universo. La percezione del vuoto in noi e attorno a noi di cui parla Leopardi («mancamento e voto») e la noia di cui parla Heidegger sono la prova dell' inesorabilità del nostro cuore, del carattere smisurato del nostro desiderio - niente è in grado di darci soddisfazione e pace -;........



Ripropongo questo scritto di don Carron pubblicato il 24 Dicembre del 2009 perche'
penso sia sempre attuale

Quella nostalgia verso l' infinito

Caro Direttore, c' è una frase di Dostoevskij che mi accompagna in questi tempi, dovendo parlare del Cristianesimo alle persone più diverse in Italia e all' estero: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?». Questa domanda suona come una sfida a ciascuno di noi. È precisamente dalla risposta ad essa che dipende la possibilità di successo della fede oggi. In un discorso del 1996, l' allora cardinale Ratzinger rispose che la fede può sperare questo «perché essa trova corrispondenza nella natura dell' uomo. Nell' uomo vi è un' inestinguibile aspirazione nostalgica verso l' infinito».

domenica 18 luglio 2010

SABATO ABBIAMO FESTEGGIATO CARLO CHE HA COMPIUTO 6 ANNI

Tutti insieme abbiamo festeggiato il compleanno di Carlo.

Torta fatta in tenda ,di alta pasticceria

Palloncini festoni e tanta voglia di condividere con Carlo e la sua famiglia un momento di grande festa

GIOVEDI'

Oggi siamo andati a messa a Civitanova con la gente del movimento poi cena al cityper

venerdì 16 luglio 2010

QUELLA NATURA CHE CI SPINGE A DESIDERARE COSE GRANDI E' IL CUORE

.....Il Meeting cercherà di documentare come nella realtà di oggi sia innanzitutto necessario partire dall’umanità di ogni persona, facendo dei bisogni e dei desideri degli uomini l’anima delle scelte grandi e di quelle quotidiane. Anche perché solo questo è il punto che accomuna tutti gli uomini ed è pertanto l’inizio anche di un reale dialogo tra i popoli......



domenica 22 agosto 2010 - sabato 28 agosto 2010

“Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore” è il titolo della XXXI edizione del Meeting. Parole che riecheggiano quelle che Albert Camus fa pronunciare all’imperatore Caligola nel suo celebre dramma: “ho provato semplicemente una improvvisa sete di impossibile… ho bisogno della luna, o della felicità, o dell’immortalità”. In ogni uomo, di qualsiasi razza, cultura, religione, tradizione alberga questo desiderio di cose grandi, di qualcosa di infinito. Un’aspirazione che l’uomo in tante occasioni tende a trascurare e a dimenticare, complice innanzitutto una certa mentalità che lo considera solo come il risultato di una casualità chimico-biologica o al limite di un processo evolutivo.

giovedì 15 luglio 2010

CRONACA ITALIANA


.......Poi, dopo mesi di buio, Caterina si risveglia all’improvviso. Succede in ospedale, mentre la mamma le legge un passo dal “Giovane Holden” di Salinger. Deve essere stato un brano comico, perchè Caterina si lascia andare a una risata gioiosa e liberatoria. Da allora la sua vita riprende. E così suo padre decide di raccontare la sua esperienza in un libro, per testimoniare “ciò che mi ha sostenuto finora, che mi ha dato conforto, coraggio, forza e anche gioia pur fra le lacrime” dice Socci che ha già condiviso la sua esperienza con i lettori, quelli del suo blog, nel quale ha descritto passo per passo la sua vicenda.......



Socci racconta il dramma della figlia Caterina: “E’ uscita dal coma ridendo”
Un dramma arrivato all’improvviso e inaspettato, al quale un padre non riesce a dare un senso: una ragazza solare, sana, che a 24 anni viene colpita da un arresto cardiaco. Sopravvive, ma piomba in un coma lungo mesi: è successo a Caterina Socci, figlia del giornalista Antonio. La storia di Caterina è diventata un libro: “Caterina, storia di un padre nella tempesta”.

lunedì 12 luglio 2010

ANGELUS DOMENICA 11 LUGLIO

.....Cari amici, desidero anche ricordare che oggi la Chiesa fa memoria di san Benedetto da Norcia - il grande Patrono del mio Pontificato - padre e legislatore del monachesimo occidentale. Egli, come narra san Gregorio Magno, “fu un uomo di vita santa … di nome e per grazia” (Dialogi, II, 1: Bibliotheca Gregorii Magni IV, Roma 2000, p. 136). “Scrisse una Regola per i monaci… specchio di un magistero incarnato nella sua persona: infatti il santo non poté nel modo più assoluto insegnare diversamente da come visse” (Ivi, II, XXXVI: cit., p. 208)......


Cari fratelli e sorelle,

Da qualche giorno - come vedete - ho lasciato Roma per il soggiorno estivo di Castel Gandolfo. Ringrazio Dio che mi offre questa possibilità di riposo. Ai cari abitanti di questa bella cittadina, dove torno sempre volentieri, rivolgo il mio cordiale saluto. Il Vangelo di questa domenica si apre con la domanda che un dottore della Legge pone a Gesù: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?»

domenica 11 luglio 2010

LIBRI CONSIGLIATI PER CONTINUARE IL NOSTRO CAMMINO

1)Gilbert Keith Chesterton, Uomo vivo, Morganti Editori 2009, pp. 256, € 15
Le avventure del debordante Innocent Smith, che in un caldo pomeriggio d’estate piomba nel giardino di Casa Beacon. Dove, a causa del modo di fare, viene visto come un pericolo dai suoi abitanti. Fino a subire un bizzarro “processo casalingo”... Con la sua ventata di novità, Smith mostra che la vita, pur conservando gli stessi fattori, può cambiare. Per l’esperienza di un uomo che ha nel cuore e negli occhi l’unico orizzonte in cui tutto conta per davvero, in cui le cose emergono con una luce nuova, infinitamente più affascinante. Come scriverà lo stesso Chesterton nella sua Autobiografia: «La vera difficoltà dell’uomo non è di godere i lampioni o i panorami, non di godere i denti-di-leone o le braciole, ma di godere il godimento, di mantenersi capace di farsi piacere ciò che gli piace»...

LA GRANDE INTERVISTA - CARLO CASTAGNA

...Non ho deciso io di perdonare. Sono un poveraccio, che perdono potrei mai concedere io? Carlo Castagna, per come è fatto, quel giorno avrebbe imbracciato un fucile per sistemare le cose. Invece è stata una grazia, non è andata così. Mi ha aiutato mamma Lidia, la madre di Paola. Appena successo il fatto, corro da lei. Sa già tutto, i nipoti l’hanno informata. Così mi abbraccia e mi dice: «Carlo, Carlo... Dobbiamo chiedere al Signore il coraggio di distenderci anche noi sulla Croce». Ecco, il perdono nasce da lì. Potevo covare odio tutta la vita, cercare la vendetta. Eppure sono misero anch’io, sbaglio anch’io. Ma, come dice mamma Lidia, come avrei potuto recitare ancora il Padre nostro senza aver perdonato gli assassini?.....



Così ho scoperto la forza del perdono
Maria Acqua Simi
La moglie, Paola. La figlia, Raffaella. E il nipotino, Youssef. CARLO CASTAGNA li ha persi una sera del 2006, vittime della follia dei vicini di casa. Gli abbiamo chiesto cosa è cambiato da allora. Ci ha risposto parlando di fede, lavoro, preghiera. E di una gioia inattesa, più forte della disperazione. «Perché dove abbonda il dolore sovrabbonda la grazia. E io l’ho visto...»

L'UNICA VERA URGENZA

........ L’unica, vera urgenza. Riguarda tutti, noi per primi, come si vede nella “Pagina Uno” che trovate a metà giornale. E il bello è che non è un richiamo generico. Si declina nel particolare. Si vede nell’istante, nella circostanza che hai davanti, dove guardi. Chi guardi.
È una novità continua, la conversione. La scoperta di Cristo nella realtà che hai di fronte prende forme diverse. Arriva a chiarire i criteri con cui fai politica. O affronti la perdita del lavoro. O dai battaglia per difendere l’uomo e la Chiesa. Ma rende limpido anche il modo con cui guardi tua moglie, i figli, gli amici… Persino le vacanze. Perché anche questa è un’occasione. Ogni istante, dal più apparentemente svagato al più intenso, ha dentro la grande opportunità: «Rimanere con Lui». Seguire Lui. La conversione.....



Per carità, non chiamiamoli «bilanci»: è una parola fredda, abusata. Porta fuori strada. E poi tutti ne straparlano più avanti, a dicembre, come un rito dovuto quando svolta il calendario. Però è vero che a un certo punto di un lavoro si ha voglia di fermarsi un attimo e guardare indietro. Serve a vedere quanto si è cresciuti. Quali passi si sono fatti. E di solito, se ci pensate bene, il momento vero è questo: l’estate. L’“anno sociale” rallenta. C’è più tempo, anche per riflettere. Può aiutare a giudicare.

Scrivi qui il riassunto del POST

OGGI NELLA FESTA DI SAN BENEDETTO,L'ANGELUS DEL PAPA A CASTEL GALDOLFO

...Il Papa indica San Benedetto “come una luce per il nostro cammino … un vero maestro alla cui scuola possiamo imparare l’arte di vivere l’umanesimo vero”. Vissuto a cavallo tra il V e il VI secolo, in un’epoca in cui il mondo era sconvolto da una tremenda crisi di valori e di istituzioni, causata dal crollo dell’Impero Romano, dall’invasione dei nuovi popoli e dalla decadenza dei costumi, il giovane San Benedetto si ritira per tre anni in una grotta nei pressi di Subiaco. Questo periodo di solitudine con Dio, fu per Benedetto un tempo di maturazione:
“Qui doveva sopportare e superare le tre tentazioni fondamentali di ogni essere umano: la tentazione dell’autoaffermazione e del desiderio di porre se stesso al centro, la tentazione della sensualità e, infine, la tentazione dell’ira e della vendetta. Era infatti convinzione di Benedetto che, solo dopo aver vinto queste tentazioni, egli avrebbe potuto dire agli altri una parola utile per le loro situazioni di bisogno. E così, riappacificata la sua anima, era in grado di controllare pienamente le pulsioni dell’io, per essere così un creatore di pace intorno a sé”. (Udienza generale, 9 aprile 2008)......




OGGI a mezzogiorno, nella festa di San Benedetto, patrono d’Europa,
il Papa guiderà la preghiera mariana dell’Angelus nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, dove si è trasferito mercoledì scorso per un periodo di riposo. Il Santo di Norcia, fondatore del monachesimo occidentale che ha avuto un influsso fondamentale sullo sviluppo della civiltà europea, è anche il patrono del Pontificato di Benedetto XVI che gli ha dedicato numerosi interventi e una catechesi specifica all’udienza generale. Ce ne parla Sergio Centofanti:

sabato 10 luglio 2010

ALESSANDRA SCRIVE

ciao non sono riuscita a postare un messaggio sul blog. volevo comunque ringraziarvi tutti. ci siamo trovati benissimo e sono state due belle settimane, intense e belle. Sono contenta che una cosi bella esperienza possa rimanere nel cuore di Michele Anna e Paolo, o come si dice in inglese "create memories". oggi sono tutti un po stanchi, Paolo e' piu di 3 ore che dorme, Michele ha la febbre, speriamo si riprendano alla svelta. Tiziana, Claudio, Giovanni e Habib ciao e grazie
. Alessandra

Grazie anche noi siamo stati molto contenti speriamo che Michele si rimetta presto.
Domani viene a trovarvi anche Antonio.
Ciao Tiziana

QUALCOSA MUORE NELL'ANIMA


Algo se muere en el alma (Qualcosa muore nell'anima).....
Ve la ripropongo
perchè descrive la dinamica della nostalgia dolcissima e triste per l'amico che
se ne va ma è anche l'inverso di quel che accade nel Cristianesimo, come spiega
questo bellissimo passo tratto da una conversazione di don Giussani, che parte
appunto da La Sevillanas del Adiòs:


«Qualcosa muore nell’anima quando se ne va l’amico.Quando l’amico se ne va e va lasciando una traccia che non si può cancellare.Non andartene, ancora;non andartene, per favore,perché anche la mia chitarra piange quando dice addio.Un fazzoletto di silenzio al momento della partenza.
Al momento della partenza,perché hai parole che feriscono e non si possono dire.La barca, ecco, si va facendo piccola quando s’allontana sul mare.Quando si allontana sul mare e quando si va perdendo,che grande è la solitudine!Questo vuoto che lascia l’amico che se ne va.L’amico che se ne va è come un pozzo senza fondo,che non si può più riempire»

"La barca che si allontana e che porta l'amico diventa un punto sempre più piccolo, un punto lontanissimo all'orizzonte. Finché scompare. Ma quel punto va verso il suo destino, va verso la sua felicità. Noi siamo sulla riva, e non riusciamo a contenere lo struggimento che ci gonfia il cuore per l'amico che se ne va e che non potremo più stringere a noi. Ma lui va verso l'infinito. E questo è l'unico nostro conforto. Io non so dirti come questo accada, ma capisco che, qualche volta, non siamo noi che possiamo decidere il bene dell'amato. Dobbiamo essere sereni, pur nel dolore dello strappo, quando sappiamo che la persona che amiamo è felice. Per il cristiano quella linea d'orizzonte è come il mistero […] è una terra ignota, da cui deve arrivare a lui uno che porta una ricchezza inimmaginabile. Eppure il cuore, che non riesce a immaginare questa ricchezza, questa giustizia, questo amore, questa verità, questa felicità, il cuore che non riesce a immaginarla, ne ha però struggente bisogno. È da quell'orizzonte che deve venire. E, infatti, a un certo momento, appare un punto all'orizzonte, sulla linea dell'orizzonte: è questa barca. Questo barquiňo, che è un punto, diventa sempre più grande, sempre più grande […] finché si vede un uomo, il barcaiolo, seduto dentro. La barca si avvicina alla riva, attracca, e l'uomo che stava aspettando abbraccia l'uomo che arriva. Il cristianesimo nasce così, come l'uomo che aspetta, che abbraccia l'uomo che arriva dall'altrimenti enigmatico e prima ignoto orizzonte".
L. Giussani - Realtà e giovinezza. La sfida

ED E' ARRIVATO IL GIORNO DELLA PARTENZA

LA SERA PRIMA DELLA PARTENZA


AL MARE ABBIAMO FATTO ANCHE MOLTI LAVORETTI




mercoledì 7 luglio 2010

AUGURI BABBO E NONNO CLAUDIO BUON ONOMASTICO

LA VACANZA CONTINUA


CI VOLEVA PROPRIO UNA BELLA VACANZA CON I NIPOTINI!
IL NONNO SI E' RIPRESO E' CONTENTO E MI PERMETTE DI GODERE I BIMBI.
CON GIOVANNI STIAMO RIUSCENDO A FARGLI VIVERE UNA BELLA ESPERIENZA SENZA FARLO INGELOSIRE:
MICHELE ED ANNA SONO ECCEZIONALI CON LUI ,GLI VOGLIONO BENE E TUTTO QUESTO GLI PERMETTE DI ESSERE SERENO E DI RIUSCIRE A RAPPORTARSI CON LORO.
CERTAMENTE UNA VACANZA ANCORA PIU' BELLA DI QUANTO CI SI POTESSE IMMAGINARE!IN QUESTI GIORNI POI ANCHE LA PRESENZA DI BEATRICE ED ANNA
AIUTA AD ORGANIZZARCI MEGLIO.
OGGI ARRIVA LA ZIA LELLA CON GIUDITTA.
ANCHE LORO NON VEDONO L'ORA DI VEDERE I BIMBI.

lunedì 5 luglio 2010

5 LUGLIO


OGGI POCHE FOTO.
ALESSANDRA E SUOCERA HANNO GIRATO PER SPACCI PER L'ACQUISTO DI SCARPE
FOTO QUINDI SERALI.
ANNA NON SI TROVAVA IN ZONA E NEMMENO HABIB QUINDI MANCANO AL COLLAGE

LA CHIESA TORNI ALL'ESSENZIALE O SARA' UN GRUPPO COME TANTI

....«È chiaro che stiamo vivendo un momento difficile. Però la cosa bella è che la crisi fa diventare di nuovo progettuali». E qual è, il progetto? «Tornare all’essenziale: mettere al centro l’annuncio di Gesù. Vede, l’eclissi diffusa del senso di Dio ha portato anche noi uomini di Chiesa a smarrirci in un labirinto che in alcuni ha fatto perdere di vista l’obiettivo principale: dobbiamo recuperare la missione della Chiesa, che è appunto l’evangelizzazione»......




di Gian Guido Vecchi. Corriere della sera, 1.7.10

L’arcivescovo Fisichella guiderà la “nuova evangelizzazione”

Città del Vaticano - «Mi viene in mente una frase di Dostoevskij che dice più che mai la questione cruciale della fede oggi: "Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del Figlio di Dio, Gesù Cristo?"». L’arcivescovo Rino Fisichella sa di non avere davanti a sé un compito facile, «ma è una sfida che va raccolta come nei primi tempi della Chiesa e negli altri momenti di crisi nel corso della storia». Nel giorno in cui diventa ufficiale la scelta del Papa di affidargli una novità decisiva del suo pontificato, il Consiglio per «nuova evangelizzazione» dell’Occidente, monsignor Fisichella è tempestato di congratulazioni, compresi i messaggi dei presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, e le telefonate di parlamentari di tutti gli schieramenti. Dopo il pellegrinaggio con deputati e senatori a Mosca e San Pietroburgo, a settembre, lascerà tuttavia anche l’incarico di «cappellano» della Camera, come già quelli di rettore della Lateranense e di presidente della pontifica Accademia per la Vita, «per forza, non potrò dedicarmi ad altro...».


CHIEDERE PERDONO.E' UN SEGNO DI DEBOLEZZA E CEDEVOLEZZA O DI(UMANAMENTE) INSPIEGABILE FORZA?

....Il Papa è l’unico che non abbia parlato di complotti, ma anzi che abbia definito una “grazia” questa provvidenziale tempesta mediatica la quale impone una purificazione alla Chiesa. Bisogna riconoscere che quello che sta dicendo e facendo è così alto e profetico che lo stesso mondo clericale non capisce e fa resistenza. Ratzinger ha spiazzato sia i ratzingeriani che gli avversari. Ha capovolto il vecchio e sciocco stereotipo del “panzerkardinal”. E ha mostrato a tutti la grandezza e la forza dell’umiltà. Ha fatto vedere cos’è un padre che sa piangere con i suoi figli violati e sofferenti, abbracciandoli a nome del Nazareno.
Ha spiazzato anche l’idea che del suo pontificato si erano fatti Ferrara e tanti altri, secondo cui egli sarebbe il Nemico del relativismo che corrode e dissolve l’Occidente e capeggerebbe una Chiesa virilmente identitaria capace di far ritrovare all’Occidente solide radici ideologiche. A mio avviso basta aver letto i libri del cardinal Ratzinger e tanto più i testi di papa Ratzinger per capire che era un’idea infondata......





da Libero 27 giugno 2010
di Antonio Socci
Uno dei più acuti osservatori, leader intellettuale dei cosiddetti ratzingeriani, Giuliano Ferrara, con doverosa autoironia, giorni fa, ha amabilmente rimproverato il pontefice di essere “fuori linea”, sulla storia dei preti pedofili, per (a suo avviso) eccessiva arrendevolezza. Poi il direttore del Foglio è tornato a lanciare l’allarme. Ha scritto infatti che “le autorità ecclesiastiche responsabili e i laici liberali, che dovrebbero avere a cuore la libertà della Chiesa (come pegno generale delle autonomie civili), non vogliono capire che la ‘trasparenza’, cioè la resa senza condizioni alla ossessiva campagna secolarista sulla pedofilia del clero, genera le condizioni per un vulnus simbolico drammatico nel corpo dell’istituzione”.



I SANTI E IL VATICANO

.....Ritengono, nella loro superbia, che la salvezza possa essere una questione personale, come se Cristo non avesse egli stesso voluto una chiesa, una compagnia, divina ed umana insieme. Cerco di spiegarmi meglio: da tanti anni, forse da sempre, si confrontano nella chiesa due anime. Una, diciamo così, tradizionalista, l'altra progressista. Entrambe partono da una idea: vorrebbero una chiesa più santa, benché sia ben diversa la santità cui si riferiscono. Gli uni, i primi, denunciano quindi la perdita di senso di sacro, il carrierismo di tanti vescovi, la simonia, la "sporcizia" che c'è nella chiesa. Ma vi rimangono attaccati, come a uno scoglio, perché sanno di non poter solcare, da soli, i mari della salvezza. Perché sanno che lo Spirito Santo è stato promesso a Pietro, e che, nonostante tutto, "le porte dell'inferno non prevarranno mai". I Siri, gli Ottaviani, i Ruffini, i Bacci, anche i Lefebvre, non hanno mai criticato la chiesa come chiesa, il Papa in quanto Papa....



di Francesco Agnoli, IL FOGLIO 2.7.10

Quali sono le due anime che bisticciano tra loro nella nuova chiesa di Ratzinger
L'articolo di Vito Mancuso sulla questione Sodano-Schönborn e Benedetto XVI tira sempre nella stessa direzione: una critica totale, assoluta, alla chiesa come istituzione. Come al solito si scorge molto bene una cosa: non è la lotta alla pedofilia che interessa, ma l'utilizzazione delle colpe degli uomini di chiesa per proporre una critica radicale, distruttiva.
Il Papa deve smettere di fare il Papa, i cardinali i cardinali e la chiesa deve autosciogliersi, perché il peccato è alla radice, nella sua struttura, non nei suoi uomini. Questo è quello che chiede Repubblica, e lo fa attraverso le parole di un teologo laico che spende la sua vita in istituzioni cattoliche: Vito Mancuso. I Mancuso e tanti altri spregiatori della chiesa come Istituzione stanno all'interno della chiesa, ma come confessava il sacerdote modernista Ernesto Buonaiuti, al solo scopo di distruggerla, di stravolgerla dall'interno (Buonaiuti fu d'altra parte uno studioso di grande valore, che per le sue posizioni di ricerca fu perseguitato dal regime fascista in intesa concordataria con la curia vaticana).

PER I CRISTIANI E' L'ORA DELL'UMILIAZIONE

....Sì, è l’ora di scegliere il silenzio per discernere la parola, è ora di ricominciare con la grammatica della pazienza, è l’ora di accettare offese e tradimenti senza cessare di credere agli uomini, è l’ora di temere senza avere paura...

di Enzo Bianchi, La Stampa, 4 luglio 2010

Per i cattolici e per la loro chiesa questa è un’ora segnata da fatica e sofferenza. Se negli anni del postconcilio era sembrato che tra chiesa e mondo non cristiano – nella sua pluralità di espressioni religiose, filosofiche, ideologiche ed etiche – fosse finalmente sbocciato il dialogo e fosse possibile un ascolto reciproco nel rispetto e nell’accoglienza, ora invece dobbiamo costatare la contrapposizione, spesso la sordità e a volte l’inimicizia. Molti non credenti, che sembravano aver accettato un dialogo franco con i cattolici, ora delegittimano la chiesa non riconoscendole neppure la capacità di stare nello spazio democratico delle nostre società.

domenica 4 luglio 2010

4 LUGLIO INDIPENDENCE DAY

Il giorno dell'Indipendenza degli Stati Uniti, noto anche come il 4 luglio, è la festa nazionale degli Stati Uniti d'America che commemora l'adozione della Dichiarazione di indipendenza il 4 luglio 1776, con la quale le Tredici Colonie si distaccarono dal Regno Unito di Gran Bretagna. I festeggiamenti vengono svolti solitamente attraverso fuochi d'artificio, parate, barbecue, picnic, concerti, partite di baseball, discorsi politici, cerimonie ed altri eventi pubblici e privati che celebrano la storia, il governo e le tradizioni degli Stati Uniti.

UNA FESTA COSI' IMPORTANTE NON SI POTEVA TRASCURARE

Il babbo lontano,Michele ha preso in mano la situazione.
Con Luigi e Natale e' andato a prendere le cozze,non in un negozio ma sugli scogli nel mare con il gommone.
Cosi' a pranzo,grazie all'intervento di Luigi e Michele senior,abbiamo mangiato una spaghettata buonissima.
Potete vedere dalle foto.
Ha anche pescato un po' di pesci e poi con mamma li ha puliti.


Il pomeriggio poi grande riposo e rilassamento.


La sera sempre grazie all'intervento di Luigi grande grigliata e dopo una buona macedonia e un buon gelato.
Dopo un po' di giri con moto e bici.......tutti a nanna!


E PAOLETTO?
Lui mangia, dorme, gioca, ride, si scoccola con la sua mamma e comincia a stare un po' anche con nonna e nonno.


Ieri e' arrivata anche Beatrice con una sua amica cosi' questa sera hanno portato i bimbi un po' a passeggio.

3 LUGLIO


Questa mattina Michele ed Anna con il nonno e Luigi sono andati a prendere le cozze .Nel pomeriggio tutti in piscina tranne Habib che ha un po' di febbre!!Michele quando e' in piscina e' difficile reperirlo quindi niente foto

Scrivi qui il riassunto del POST

CANADA E IL GIUDICE DISSE AL MINISTRO "SE SEI NEUTRALE NON EDUCHI"

.....Il giudice Gerard Dugré si è pronunciato - in ambito giuridico è ancora permesso - rispetto alla causa della scuola cattolica di Montréal, che aveva chiesto di riconsiderare il programma ERC, spiegando «cosa significasse richiedere a una scuola cattolica, come la Loyola high School, un atteggiamento neutrale». Dugré, «considerando il rispetto dei diritti fondamentali, le istanze di tolleranza e di multiculturalismo», si è detto «molto stupito» dalle idee del Ministro. «Lo Stato», ha affermato il giudice, «non può in alcun modo obbligare un istituto religioso a insegnare secondo una prospettiva neutrale». Ma poi si è spinto oltre. «Durante il suo intervento», racconta John, «ha ribadito che il fondamento stesso dello Stato canadese si trova "in principi che riconoscono il primato di Dio e lo Stato di diritto" (Charter of Rights and Freedoms)»... ....




di Linda Stroppa
23/06/2010 - Ricordate? Giusto un anno fa vi abbiamo raccontato il ricorso di un padre contro l'insegnamento dell'Etica al posto della Religione. Ora, il Tribunale del Québec gli dà ragione: «Perché pluralismo non significa libertà»
«Ce l’abbiamo fatta». Sorride John, abbracciando la moglie sui gradini del tribunale. «È passato un anno, ma abbiamo vinto». John Zucchi, professore di Storia alla McGill University di Montréal, nel giugno 2009 «si è ritrovato davanti a un giudice contro il Ministero dell’Istruzione del Québec, come coattore insieme alla Loyola high School di Montréal»