lunedì 30 novembre 2009

35 Anni di Testimonianza ...


Carissimi Mamma e Babbo,
auguri per il vostro 35mo anniversario di matrimonio.

Mi spiace non poter essere li con voi a festeggiare ma gioisco al ripensare a cosa abbia voluto dire per me il SI che voi avete detto davanti a Cristo e ai vostri amici 35 anni fa'.

Quel SI ha generato non solo me, ma tutti e 5 i miei fratelli (quasi 6 :-) ).

Quel SI non e' mai stato un ricordo lontano, un SI ripetuto ogni giorno, un SI sicuro e allo stesso tempo pieno di dramma.

Per gli scorsi 35 anni, mi avete testimoniato l'importanza di vivere il presente, di vivere il quotidiano.

A volte penso avranno dovuto lasciare da parte i loro sogni? E so che la risposta e' si, ed e' questo che per 34 dei miei anni mi avete insegnato.

I sogni sono importanti, a volte ti aiutano anche, ma la vera sfida, il vero dramma, la vera vita e' il presente, sono le circostanze che ci vengono messe davanti, sono circostanze piene di dramma che richiedono risposte vere, che richiedono il nostro SI.

Il presente a volta fa arrabbiare, a volte sembra incomprensibile, a volte crea incomprensioni ma un presente che voi avete sempre saputo o voluto accogliere.

I sogni e il futuro vivono nella nostra immaginazione e quindi possono essere malleati a nostro piacimento e non sono percio' drammatici, non richiedono alcuno sforzo ma non danno niente indietro.

Il vostro amore per me e' sempre stato preferenziale, e penso che gli altri fratelli potrebbero dire la stessa cosa pensando a se stessi. Ognuno di noi e' stato amato fino in fondo.

Il vostro SI, ogni giorno, per gli ultimi 35 anni ha toccato migliaia di persone direttamente ed indirettamente e son sicuro che il vostro amore per il quotidiano e' stato quello che ha sempre interessato gli altri, alcuni increduli, alcuni gelosi ed alcuni mendicanti della stessa posizione di fronte al reale.

Il vostro SI, ogni giorno, per gli ultimi 35 anni continua a generare, Io ed Ale ci avviciniamo al nostro nono anno di matrimonio ed e' nostra speranza di poter passare ai nostri figli lo stesso amore per il presente che voi continuate a testimoniarci.

Il vostro SI, ogni giorno, per gli ultimi 35 anni e' continua testimonianza che la vera sfida e' il reale.

Auguri Mamma e Babbo
Francesco

Auguri Tiziana e Claudio
Alessandra

Auguri Nonna e Nonno
Michele, Anna e Paolo

domenica 29 novembre 2009

GLI SCRITTI DI DON GIUSSANI IN RETE

sabato, 28 novembre 2009
Gli scritti di don Giussani in rete!
Tracce ci dà questa utilissima notizia:

Ci sono voluti sei anni di lavoro, che hanno coinvolto una decina persone. E finalmente è decollato il sito che permette di consultare in rete l’opera omnia di don Luigi Giussani. Su www.scritti.luigigiussani.org, sono disponibili tutti i suoi libri pubblicati in italiano - 57 volumi in edizione definitiva -, più alcune edizioni inglesi. Non solo: ogni testo è affiancato da una scheda che ne ripercorre la storia editoriale, fornendo le informazioni bibliografiche essenziali.
Un’idea che prende spunto dal desiderio di facilitare la lettura delle opere legate alla storia del movimento. Mettendo a disposizione di tutti, e in particolare dei ricercatori, alcuni strumenti essenziali per lo studio di don Giussani.
Qualche dettaglio tecnico: il sito conta oltre 3mila pagine, dove sono schedate circa 2mila voci bibliografiche tra libri, articoli e interviste nelle varie lingue. L’accesso è completamente libero e gratuito, ma è necessario registrarsi per accedere ad alcuni servizi, come la ricerca nei testi o la possibilità di memorizzare le ricerche o le schede preferite. Il sito, che viene continuamente aggiornato con nuove schede, rappresenta quindi una vera e propria biblioteca virtuale.

Linda Stroppa

sabato 28 novembre 2009

COMMENTO

"COSA INSEGNA LA SCIENZA IL CASO DEL RISVEGLIATO DA...":

Avevo sentito questo"avvenimento" nel TG 5, non ero riuscita a capire bene il fatto, ma mi aveva colpito che nessun altro notiziario in seratal'avesse dato,il giorno dopo sul quotidiano nazionale che leggo non c'era traccia. Scusate questa descrizione che può sembrare gratuita, ma è indicativa per capire come l'argomento della dignità della vita è legato alle "prestazioni". La scienza medica sembra non ammettere la categoria della possibilità e della speranza di fronte ad un organo complesso come il cervello. Questi fatti turbano l'iter culturale che si sta costruendo intorno al fine vita e pertanto vengono chiusi nell'ambito privato e affettivo della persona. Grazie a Marina Corradi che lo ha ripreso e ha dato la possibilità di capire che un' esperienza positiva è pedagogica per tutta la comunità o meglio la "cittadinanza"
Rita di Ostra

COSA INSEGNA LA SCIENZA IL CASO DEL RISVEGLIATO DAL COMA

giovedì, 26 novembre 2009

Da Avvenire un articolo di Marina Corradi:


L’umiltà di tornare al capezzale di malati etichettati come persi
Ventitré anni fa, dopo un incidente, i medici gli avevano diagnosticato uno stato vegetativo persistente. Tre anni fa Rom Houben, belga, è stato esaminato da un neurologo di fama internazionale. Con le tecniche di risonanza magnetica funzionale il professor Laureys dell’Università di Liegi ha accertato che l’uomo aveva attività cerebrale: un caso particolare di "sindrome locked-in", è la diagnosi, lo stato di chi dopo un trauma è paralizzato e "chiuso dentro" di sé. Oggi Houben riesce a comunicare indicando le lettere su una tastiera, e può leggere. Racconta come un incubo i ventitré anni di silenzio. Quando per i medici la sua attività cerebrale era "estinta".

IL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO

Ciao Michele Anna e Paolo
speriamo di potervi abbracciare presto!




martedì 24 novembre 2009

L'UNIVERSITA' CHE ODIA I RAGAZZI DI CL

In questi giorni a Milano si stanno palesando due Italie, anzi tre. La prima Italia è quella di alcuni studenti (di Comunione e Liberazione) dell’Università Statale di Milano. Raccontiamo cosa fanno. Lo fanno da tanti anni, dagli anni ’70. Invece di bruciare ciò che non gli va, costruiscono qualcosa. Studiano, sostengono i loro compagni di studi, aprono cooperative librarie, trovano appartamenti per i fuori sede, sono molto uniti, fanno anche politica, il tutto in nome di un ideale cristiano molto concreto. Lo dicono, ma si vede anche. Questo cattura fiducia, e anche molti risentimenti, c'est la vie. Fanno anche un’altra cosa: le prendono. Nel senso che sin da quarant’anni fa il metodo insegnato da don Giussani (essere presenti, essere se stessi, condividere i bisogni del prossimo) fa girare le scatole ai compagni, che menano. Spranghe eccetera. C’è stato qualche anno di tregua. Ma ora l’odio è ritornato, un odio tronfio, da picchiatori matricolati. Questa Italia numero 1 ha il sostegno del popolo che lavora, delle famiglie che fanno fatica a mandare i loro ragazzi a studiare, magari senza neanche troppe prospettive. Questi ragazzi somigliano a quelli che aprono le piccole fabbriche artigiane al mattino presto, e cercano di inventare le strade di un certo benessere e di una vita buona. Drammatica come è drammatica la vita, ma buona. Con il desiderio di essere utili.
Passiamo alla seconda Italia. Questa Italia è quella degli sfaccendati, e siccome l’ozio è il padre dei vizi, loro li hanno tutti, in primis l’invidia, l’ira e l’accidia. Ma anche l’avarizia: gli altri lavorano, loro insaccocciano. In questo caso si dicono anarchici (figuriamoci) di un collettivo che si chiama «La ringhiera». Costoro giorni fa hanno praticato un esproprio proletario, il più cretino di tutti, perché non ha avuto per vittime le multinazionali del commercio, ma i loro colleghi che però hanno il difetto di alzarsi prima dell’alba e tirare su le saracinesche. Giovani che hanno il torto di darsi da fare e di non ringhiare. Tutto ciò è insopportabile per questi pirati urbani, i quali sono entrati nella cartolibreria chiamata Cusl (Cooperativa universitaria studio e lavoro), si sono fatti 800 fotocopie, e hanno preteso di pagare come a Chicago: con i cazzotti, sbraitando alla Al Capone. Erano convinti di farla franca. Sicuri di esercitare il potere della paura. Invece i ragazzi di Cielle hanno fatto quello che i cittadini debbono: denuncia. Nessuna omertà. La polizia ha verbalizzato, compresi i nomi dei denuncianti; e sono seguiti gli arresti, presto peraltro seguiti da scarcerazioni. Se rapini qualcuno, càpita persino in Italia di finire in galera.
Risultato: i cinque coraggiosi che hanno spezzato la catena di soprusi, peraltro tollerati dalle autorità accademiche, si sono ritrovati loro a essere trattati da banditi, circondati da manifesti e lenzuoli da Far West, con scritte tipo: wanted vivo o morto. Una vera taglia su di loro, considerati infami da estirpare dalla vita civile. Come se l’Università fosse Corleone sono apparsi striscioni dove quei ragazzi venivano indicati come gente che «nuoce gravemente alla libertà». Certo: alla libertà di rubare, alla libertà di essere violenti, e alla libertà di essere impuniti.

LE CHANCE DI UN CRISTIANESIMO VIVO OGGI

...Quali possibilità ha l’annuncio cristiano in un mondo che, per dirla con T.S. Eliot, avendo voltato le spalle alla Chiesa, «avanza all’indietro, progressivamente»? Detta in altri termini: come un cristiano di oggi può comunicare agli altri la propria identità?

....Lo può se sta nel reale fino in fondo e a 360 gradi, dentro tutti gli ambienti dell’umana esistenza, come colui che avendo avuto la grazia straordinaria di un incontro che gli permette di dare del tu a Cristo, lo comunica in tutta semplicità. Il resto è conseguenza. Non servono strategie e non servono progetti....


......Da dove ripartire per ricostituire un soggetto cristiano unito? Qui ritorniamo a quanto rilevato in precedenza: dato che nessuno si educa da sé - il discorso sull’auto-educazione è un discorso banale -, è necessario che qualcuno che già vive questa esperienza di unità si prenda cura dell’educando che gli è affidato. E questo generalmente può avvenire solo dentro comunità vitali. Per noi cristiani l’unità non è un traguardo da conquistare, ma il dono di un’Origine
(torniamo alla prima risposta) da riconoscere......


.....Non ci si può limitare a questo, che pur è una confortante occasione per la riscoperta del potente significato del Crocifisso per la cultura mondiale, ma ci si deve anche (e molto di più) interrogare sul bisogno di testimoni vitali del Crocifisso risorto e vivo come Salvatore, come Redentore, come compagnia guidata al destino dell’uomo. Il bisogno della testimonianza cristiana..
Alberto Savorana INT. Angelo Scola lunedì 23 novembre 2009

In questa intervista il patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, parla della situazione “precaria e traballante” in cui si trova l’uomo postmoderno e delle chances del cristianesimo. La sfida educativa, l’esperienza elementare, le neuroscienze, il crocifisso e il riaccadere dell’avvenimento cristiano dentro tutti gli ambiti dell’esistenza.

lunedì 23 novembre 2009

DAL BLOG DI BERLICCHE

Il cristianesimo è la religione più semplice che esista. Probabilmente perchè non è una religione, ma un avvenimento.
Non ci sono cose particolari da fare. Non ci sono cibi particolari da evitare o da mangiare. Non si devono avere comportamenti particolari, tagliarsi i capelli o lasciarseli crescere, indumenti da indossare o da non indossare, cosa da dire o da non dire. Non c'è niente di più semplice.

Ma allora cosa cambia tra l'essere cristiano e il non esserlo? Perchè allora farsi cristiano? In che modo cambia la vita?

Ve lo dirò.
Cambia la vita perchè quello che si fa assume senso e gusto, un senso e un gusto più grandi di quello che da soli potremmo immaginare.
E' la stessa differenza che c'è tra raccogliere un fiore e raccogliere un fiore per la persona amata.
E' la stessa differenza che c'è tra pulire escrementi e pulire gli escrementi di tuo figlio.
E' l'amore a Dio, che si riflette nell'amore a chi ti sta davanti, che si riflette in ogni cosa fai o non fai.

Mi ci è voluto un po' a capirlo. L'uomo cerca sempre manuali che gli insegnino cosa fare, libretti d'istruzioni che gli dicano come comportarsi. Tanto ha paura a guardare dentro a sè e capirsi, e cambiarsi.
Nel cristianesimo i precetti, l'ubbidienza sono il desiderare la persona amata, il cercarla, il seguirla, ascoltare quello che ci dice.

Ecco la differenza tra una religione e un avvenimento. La prima descrive delle regole, la seconda è la realtà che accade, una persona che impari a conoscere, un cuore che ama.

SDC CARRON APPUNTI

Appunti dalla Scuola di comunità con Julián Carrón
Milano, 18 novembre 2009
Testo di riferimento: L. Giussani, Si può vivere così?, Rizzoli, Milano 2007, pp. 271-277 e 255-259
• Canto “Mare nostre”
• Canto “Liberazione n.2”
Come ci siamo detti la volta scorsa, riprendiamo il testo Si può vivere così? a partire dal percorso dalla fede alla libertà che abbiamo indicato e l’inizio della povertà. Insieme a questo è successo qualcosa: abbiamo davanti a noi anche la vicenda dei crocifissi e il volantino pubblico che abbiamo fatto. Anche questa è un’occasione di verificare qual è stata l’esperienza, perché prima di arrivare al
volantino si era già scatenata la bagarre e ciascuno si è mosso in qualche modo. Che contraccolpo ha prodotto il volantino? Qual è la differenza di atteggiamento rispetto alla mentalità comune? Qual è la ragione della differenza che il volantino porta dentro e come l’abbiamo usato? Che cosa è successo quando l’abbiamo giocato nel reale?

PADRE ALDO

....Cara F., incontrando Cristo ho incontrato la positività della realtà, della creazione che, come afferma san Paolo: «Geme interiormente aspettando la resurrezione dei figli di Dio». Che una persona, sposata o no, prete o no, possa innamorarsi è qualcosa che sta dentro la natura umana, forma parte dell’umano. Di conseguenza anestetizzare, condannare, tagliare, fuggire, censurare qualsiasi desiderio umano è un tentativo di eliminare l’umano, l’uomo. Il problema è, al contrario, assumere tutto l’umano e in questo caso la situazione nuova che si presenta nella tua vita, e andare a fondo della questione, prendere sul serio il tuo cuore.....



Aldo Trento: Lettera a F.
Cara F., Gesù ti ha fatto innamorare di un altro uomo perché vuole che diventi una donna matura. Cioè finalmente SuaTEMPI 17 Novembre 2009
di Aldo Trento

giovedì 19 novembre 2009

CATTOLICI FUORI DAL GUSCIO

.....Questo emendamento ha soddisfatto le richieste della Conferenza dei vescovi cattolici e convinto un numero sufficiente di deputati democratici conservatori a votare il progetto di legge, approvato con soli cinque voti di scarto, 220 contro 215. È evidente che la legge non sarebbe passata senza l’emendamento Stupak appoggiato dai vescovi.....

Lorenzo Albacete giovedì 19 novembre 2009

Qualche commentatore ha osservato questa settimana che il Partito Repubblicano è stato scosso da una rivolta dei conservatori contro i moderati, ma che anche il Partito Democratico si è dovuto confrontare al suo interno con una battaglia ideologica, avente per oggetto la presenza dell’aborto nella legge sulla riforma sanitaria. Da una parte si sono schierati i “progressisti” e i sostenitori dell’aborto (la base del partito), dall’altra i moderati e conservatori guidati dai vescovi cattolici.

domenica 15 novembre 2009

IO COME IL PAPA FIERO NOSTALGICO DI UNA "BATTAGLIA PERDUTA"

.......Forse qualcuno ricorderà che in Italia la storia del Banco Alimentare inizia vent’anni fa dall’incontro tra don Giussani e il dottor Fossati, patron della Star. Niente di speciale, nessun progetto, nessuna grande analisi, nessuna manifestazione di piazza. Niente, solo “radici cristiane” vissute ciascuno entro la propria vita personale. L’uno da educatore, l’altro da imprenditore. Si sono messi insieme, Giussani e Fossati, e hanno fatto della loro amicizia un volano che si è moltiplicato per amicizie e che ora raggiunge materialmente, molto materialmente, milioni di esseri umani come noi. Uomini, donne, bambini, che sono state raggiunti da cosa, se non da un cambiamento così visibile e reale da dar letteralmente da mangiare, bere, sopravvivere, a un milione e mezzo di persone?.....


TEMPI/ Amicone: io, come il Papa, fiero nostalgico di una "battaglia perduta"



Chissà perché il Papa continua a ritornare sul tema delle radici cristiane dell’Europa. E chissà perché è normale che gli si faccia spallucce, anche se con il rispetto dovuto all’autorità dei suoi 83 anni. Si corre il rischio di essere un po’ naif, ingenui a dire certe cose. E se parli ancora di radici cristiane, più che ingenuo sembri fuori dal mondo.





PADRE ALDO

Cari amici

Mi ha detto un ammalato di cancro: "la gente dice: la salute è tutto. Padre questo è paganesimo. Solo Cristo è tutto. Non si può confondere la salute con la salvezza. La salute è un aspetto, ma solo Cristo la salvezza è tutto"

Il fine della mia clinica è solo questo, per questo la malattia non è un meno ma una grazia, perchè ci permette riconoscere che Cristo è tutto.

Con affetto

UNA PRESENZA IRRIDUCIBILE

La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo contro i crocifissi nelle aule scolastiche ha suscitato una vasta eco di proteste: giustamente quasi
tutti gli italiani - l’84% secondo un sondaggio del Corriere della Sera - si sono
scandalizzati della decisione.
«E voi chi dite che io sia?». Questa domanda di Gesù ai discepoli ci raggiunge
dal passato e ci sfida ora.
Quel Cristo sul crocifisso non è un cimelio della pietà popolare per il quale
si può nutrire, al massimo, un devoto ricordo.
Non è neppure un generico simbolo della nostra tradizione sociale e culturale.
Cristo è un uomo vivo, che ha portato nelmondo un giudizio, una esperienza
nuova, che c’entra con tutto: con lo studio e il lavoro, con gli affetti
e i desideri, con la vita e la morte. Un’esperienza di umanità compiuta.
I crocifissi si possono togliere, ma non si può togliere dalla realtà un
uomo vivo. Tranne che lo ammazzino, come è accaduto: ma allora è più vivo di prima!
Si illudono coloro che vogliono togliere i crocifissi, se pensano di contribuire
così a cancellare dallo “spazio pubblico” il cristianesimo come esperienza
e giudizio: se è in loro potere -ma è ancora tutto da verificare e noi
confidiamo che siano smentiti - abolire i crocifissi, non è nelle loro mani togliere
dei cristiani vivi dal reale.
Ma c’è un inconveniente: che noi cristiani possiamo non essere noi stessi,
dimenticando che cos’è il cristianesimo; allora difendere il crocifisso sarebbe
una battaglia persa, perché quell’uomo non direbbe più nulla alla nostra vita.
La sentenza europea è una sfida per la nostra fede. Per questo non possiamo
tornare con tranquillità alle cose solite, dopo avere protestato scandalizzati,
evitando la questione fondamentale: crocifisso sì, crocifisso no, dov’è
l’avvenimento di Cristo oggi? O, detto con le parole diDostoevskij: «Un
uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla
divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?».
Comunione e Liberazione
Novembre 2009

sabato 14 novembre 2009

NONNA ANGELA

Carissima Tiziana,in questi giorni non avuto tanto tempo di leggere il tuo blog e ho solo saputo da ieri che è morta la tua consuocera . Mi è dispiaciuto moltissimo,ti penso tanto; un grande abbraccio a voi tutti e sentite condoglianze
Brunella e company

mercoledì 11 novembre 2009

APPUNTI DELLA SCUOLA DI COMUNITA' DI DON CARRON DEL 4 NOVEMBRE

. .......Noi pensiamo di cavarcela sempre ripetendo. Ma se vogliamo che il
carisma continui a essere vivo, dobbiamo “reinventarlo” in continuazione (nel senso in cui don Giussani diceva che la Chiesa deve essere sempre reinventata quotidianamente e personalmente, se non vuole diventare uno stereotipo e uno schema), dobbiamo “rigenerarlo” costantemente, come figli e non come ripetitori! Allora ciascuno di noi, in ogni situazione come quella che mi hai
raccontato, inizi a vedere come porsi, immedesimandosi con la creatività che abbiamo visto in chi ci ha generato mettendoci in moto. L’alternativa è: proclamo all’altro la cosa giusta, mi arrabbio perché non la accetta, e poi vado tranquillo a dormire perché ho fatto quello che dovevo fare. Un cavolo! Se don Giussani avesse fatto così con noi, nessuno di noi sarebbe qua. Allora, pensa che razza di novità occorre per incominciare a interloquire con tante persone che adesso ci incontrano; e
poi prossimamente ce lo racconti, così impariamo anche noi......




Appunti dalla Scuola di comunità con Julián Carrón
Milano, 4 novembre 2009
Testo di riferimento: J. Carrón, «Esperienza: lo strumento per un cammino umano», Assemblea
Internazionale Responsabili di Comunione e Liberazione, La Thuile, agosto 2009, suppl. a Tracce,
• Canto “Non c’è nessuno”
• Canto “Over in the glory land”

NONNA ANGELA

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CIAO NONNA ANGELA SEI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI

PADRE ALDO

......Quei defunti che hanno preso sul serio la loro umanità, il loro cuore, inteso non come metro di misura del mondo, ma come finestra aperta sulla realtà. I santi sono coloro che hanno raggiunto, superando la barriera della morte, la visione piena di Dio, che nel vecchio catechismo si chiamava paradiso. La Chiesa attraverso questa doppia festività vuole ricordarci, e risvegliare in ciascuno di noi, il destino. La Chiesa, nella sua vocazione divina, è chiamata a dirci che la morte restituisce all’essere umano la verità della vita, il destino ultimo per cui siamo stati creati......

........Per questo la morte porta in sé un giudizio su ciò che realmente vale e su ciò che è inutile, e questo è l’ultimo gesto di amicizia che una persona che se ne va ci offre. È come se dicesse a tutti: «Attenzione, tutto ciò che non supera questa barriera non vale, non serve». Pertanto la morte è l’invito più potente che il Mistero può porgerci per vivere di fronte all’eterno. Possiamo scegliere di guardare alla morte come a una disgrazia, invece è la porta che ci apre definitivamente all’incontro con l’Amato, con l’oggetto unico al quale aspira e anela il nostro cuore......

......In questo mondo la giustizia divina si chiama misericordia, dopo la morte si chiama semplicemente giustizia. Vale a dire che ognuno ha quel che si merita. E vale ancora l’antico detto: «Memorare novissima et in aeternum non pecabis» (ricorda le verità ultime della vita – morte, giudizio, inferno, paradiso – e non peccherai mai). Nei miei quasi quarant’anni di sacerdozio non ho visto nessuno, neanche tra gli orgogliosi atei (si definiscono così mentre hanno la pancia piena e tutto funziona molto bene a livello materiale, però poi…), che accostandosi alla morte non abbia tremato davanti a ciò che essa è e significa......


Aldo Trento: Commemorare i santi e i defunti è una prova di ragioneSolo l’ubriaco dimentica che «verrà la morte e avrà i tuoi occhi»di Aldo Trento


PADRE ALDO

.......“la realtà è il corpo di Cristo” e poi ci sono tante piccole foto abbracciate da un grande albero pieno di fiori. Le piccole foto sono di una donna che pulisce il pavimento, di un uomo che chiude la porta accompagnandola e non sbattendola, un water del bagno, una scarpa, un altare con il prete che celebra la messa e un letto ben ordinato.
Uno ci sbatte
il naso e sì o sì deve decidere: o stare davanti alla realtà con la coscienza che tutto ciò è dentro il Mistero che lo fa o scappare nelle immagini che ha di Cristo che gli permettono di fregarsi di tutto con le conseguenze che possiamo immaginare.
Per questo è stato commovente quando l’agnostico ebreo, Rubin, il giornalista più famoso e intelligente del Paraguay è venuto a visitare la clinica facendo un ora di servizio televisivo in diretta, alla fine ha detto:
“Se ciò che ho visto è Dio allora ci posso credere anch’io”......


10 NOVEMBRE 2009
Carissimi amici,
l’altro giorno dicevo ad alcuni amici in Brasile, nel nostro consueto incontro con gli Zerbini, Julian, etc. che l’unica “cosa prevista nella mia vita è l’imprevisto” e questo mi rende come le sentinelle d’Assisi della canzone.
L’origine della drammaticità che, per pura grazia, caratterizza la mia vita consiste proprio in questo durante le 24 ore del giorno che “l’
unica cosa prevista è l’imprevisto” che da sempre è il modo con cui mi tiene sveglio. E il luogo dove questo accade ad ogni istante è la realtà. È lei a indicarmi il cammino instante per instante… e lascio a voi immaginare come lei mi “organizza” il tempo o come mette la mia libertà in condizione di dire sempre sì.

NONNA ANGELA

Laura Gazzaniga scrive

Partecipo al dolore di Simona e dei suoi cari per la perdita della mamma. Ho
conosciuto Angela due anni fa a Bologna, accompagnando là con Tiziana: Simona,Marco
e Tommaso. Mi ha accolto con grande cordialità e simpatia e il suo ricordo è vivo in me. Legata da particolare affetto a tutta la famiglia di Tiziana esprimo sentite condoglianze e ricordo nella preghiera.

martedì 10 novembre 2009

AI LETTORI

Tutti coloro che desiderano partecipare al lutto per la morte di Angela possono mandare una mail che sara' pubblicata

CIAO ANGELA


Marco,oggi impossibilitato a partecipare al funerale della sua cara suocera,e' spiritualmente accanto a Bruno alla moglie Simona, ai figli: Alessandro Matteo Tommaso,ai nipoti:Nazareno e Guglielmo e ai loro genitori.
Domenica la famiglia si potra' riunire .

NONNA ANGELA



Simona con Scherin e' vicina a sua cognata Simona

NONNA ANGELA


Lorenzo e Sabina con Giacomo pregano per nonna Angela e sono Vicini a Simona in questo triste momento

CIAO ANGELA













Francesco e Alessandra con Michele Anna e Paolo da Boston pregano per tutta la famiglia Ferioli e sono particolarmente vicini a Simona

CONDOGLIANZE CARA SIMONA

Claudio Tiziana con Antonio Giovanni e Habib sono vicini alla loro carissima Nuora Simona e al suo caro babbo Bruno e li sostengono con le preghiere.

CIAO NONNA


CIAO NONNA
noi preghiamo per te e tu proteggici dal cielo
un bacione Tommaso Matteo Alessandro

LA NOSTRA CARA ANGELA CI HA LASCIATO


Tutti i Santi della Chiesa di Bologna 8 novembre
....Si ricordano oggi i Servi e le Serve di Dio, che nel corso dei secoli hanno testimoniato, in modo segreto o palese, la fede battesimale nello spirito delle beatitudini evangeliche. La città di Bologna insieme al contado è ricca di testimonianze di santi che il nostro popolo ha venerato e invocato dedicando loro strade, quartieri, oppure eleggendoli come patroni delle corporazioni e compagnie laicali......


Domenica alle due e venti Angela Ferioli mamma di Simona e Alessandro e nonna di
Tommaso Matteo Alessandro;Nazareno e Guglielmo e' salita al cielo nel giorno in cui a Bologna si ricordano tutti i servi di DIO.
La sua vita e' stata testimonianza silenziosa.
Dedita alla famiglia si e' sempre prodigata per il suo caro nipote Nazareno,aiutando i genitori a reggere una circostanza faticosa.
Con amore ha sempre seguito il marito Bruno che dopo un grave incidente ha continuato ad avere necessita' di particolari attenzioni.
Ha amato con gran intensita' sua figlia Simona nata a grande distanza dal suo primo figlio.
Proprio per questo grande amore e' riuscita ad andare per ben due volte a Cincinnati ad aiutarla,con suo marito Bruno,dopo la nascita dei primi due nipotini.
Ha saputo della sua malattia pochi giorni prima di apprendere che era in arrivo il terzo.
Simona glielo ha annunciato solo un mese prima della nascita cosi' e' riuscita ad attendere Alessandro,a riabbracciare Simona e poi in pochissimi giorni si e' spenta.
Non voleva che Simona stesse troppo lontana dai primi due figli che per necessita' sono a Bergamo.
Venerdi' siamo stati da lei con i bimbi e Tommaso e Matteo l'hanno salutata per l'ultima volta.
Ora dal cielo nonna Angela veglia su tutti noi e accompagna tutti con grande amore.
Tutti noi la sentiamo presente anche se il dolore dello strappo e' molto forte.
Oggi a Bologna ci sono i funerali chiedo di pregare per lei e per tutti i suoi cari.

sabato 7 novembre 2009

PADRE ALDO TRENTI

.....Vi auguro solo di essere semplici e di non avere paura della vostra umanità. E non cercate mai i mediocri, gli “intellettuali”, gli “esperti” cioè quelli che vi ricevono solo su appuntamento per darvi consigli… Cercate uomini veri. Non dite: è difficile, perché tutto dipende dalle domande che uno ha. Domande piccole, risposte piccole, uomini piccoli. Quando uno sta male, cerca il meglio per guarire.
Grazie a tutti per l’amicizia che mi testimoniate.......


Cari amici che mi scrivete il vostro “male di vivere”, quello di cui noi disperati abbiamo bisogno non è un esperto, ma un uomo vero
di Aldo Trento

Sono ogni giorno più sorpreso per un popolo che il Signore ha fatto sorgere, dopo quelle povere ma sincere parole dette al Meeting di Rimini del 2008 intorno alla mia insignificante persona. Un popolo che è aumentato in queste settimane, dopo l’incontro all’ultimo Meeting, in cui mi è stato chiesto di raccontare l’esperienza dei gesuiti, quando, 400 anni fa, hanno dato origine alle “riduzioni”.

LO SCANDALO DI CRISTO

Don Giorgio Pontiggia: Lo scandalo di Cristo
«L’idea di Dio non è Dio. Invece, quel bambino che piange e che fa tutto quello che i bambini si fanno addosso, quello lì è Dio». L’ultima lezione di don Giorgio Pontiggia
Negli anni scolastici 2007-2008 e 2008-2009, don Giorgio Pontiggia ha svolto lezione di Religione agli studenti degli ultimi tre anni dell’Istituto tecnico e del Liceo scientifico al Collegio della Guastalla di Monza. Questi sono gli appunti della sua ultima lezione, che si è svolta il 29 aprile 2009.

PADRE ALDO TRENTI

Aldo Trento: Così Jessica è tornata ad essere Ruben
Non c’è vita disgraziata che non si possa salvare in un abbraccio carico di verità.

di Aldo Trento
L’uomo non è, non sarà mai il frutto dei suoi antecedenti biologici, psicologici o delle circostanze, fossero anche le peggiori. Se fosse così non esisterebbe la libertà. L’uomo è relazione con l’infinito. “Io sono tu che mi fai”: questo è l’essere umano. La testimonianza di Ruben, un tempo Jessica, ci racconta come non ci sia perversione che incontrando questa certezza, grazie ad un abbraccio umano carico di questa verità, non possa trasformarsi in una umanità nuova piena di gusto per la vita.

CASO MARAZZO PERCHE' NON PUO' FARLO?

.....E cadono come tutti col naso nel rigagnolo, direbbe Victor Hugo, per “colpa di Voltaire”. Perché? Perché, oltre la fissa antiberlusconiana, l’altra pista seguita dagli ultimi quindici anni del partito degli onesti è che la modernizzazione, il progresso, il secolarismo non si discutono, ci sono e basta. Non si giudicano le forze misteriose della storia. Si cavalcano. Gli esseri umani? Si devono adattare. Stop. La “facoltà del giudizio” come la chiamava Hannah Arendt? Sì vabbè. Però quel che conta è l’adattamento. Il progressista, il manipulitista, l’onesto è questo: colui che ha dismesso la sensibilità alla verità, a meno che essa non sia relativa. Apice pubblico di questa posizione è la famosa frase che puntualmente ritorna ad ogni dibattito per esempio eticamente sensibile in cui si chiede all’interlocutore: «Scusa, ma se tu non lo fai, perché devi impedirlo a me?»......


La domandina moralmente superiore mancata a Repubblica sul caso Marrazzo

di Tempi
Ancora qualche giorno fa, Mario Pirani vaneggiava intorno al caso Marrazzo propinando al povero lettore la solita manfrina della superiorità morale di casa Repubblica. Il che non è soltanto segno di mancanza del senso del ridicolo, ma è specialmente sintomo di una mancata elaborazione del lutto. Di riffa o di raffa, gli italiani hanno infatti capito che coloro che da trent’anni agitano la “questione morale”, sia pure a corrente alternata (ciò che vale per il governo di Silvio non vale per quello di Romano), non hanno nessuna morale.

venerdì 6 novembre 2009

UN LETTORE HA CHIESTO:MA CHI E' CONGON?

Ma in che senso si può parlare dell’arte di Congdon come di una «avventura dello sguardo»? Ovviamente lo spazio non mi consente di trattare l’argomento in tutta la sua vastità.


.......Cosa guarda lo sguardo dell’artista?

La risposta di Bill era sempre categorica: «Io guardo quello che c’è». Non le proprie reazioni, non le immaginazioni, i sogni, le concezioni della realtà, ma la realtà tout court. Certo, l’occhio dell’artista non è una pellicola fotografica che registra passivamente ciò che la impressiona. L’occhio dell’artista è spinto a cogliere il segreto della realtà cui si trova di fronte, a tentare di svelare il mistero del suo stesso esserci invece che essere niente. Per questo nei quadri di Bill troviamo sempre degli oggetti (anche nelle opere apparentemente astratte), ma quegli oggetti sono trasfigurati in immagini, cioè in qualche modo mostrati nella loro struttura ultima, nel loro essere eterno.......


A dieci anni dalla morte di William Congdon, “l’avventura dello sguardo”

di Pigi Colognesi

La vicenda artistica di William Cogdon (1912-1988) può essere sinteticamente definita (sono parole spesso usate da lui stesso) una «avventura dello sguardo». Ed è proprio questo il titolo che la Fondazione a lui intitolata e il Centro Culturale di Milano hanno scelto per l’incontro di questa sera (Milano, Salone d’Onore della Triennale, ore 18.15) a dieci anni dalla scomparsa del grande pittore americano.

giovedì 5 novembre 2009

BETTI

OGGI COMPLEANNO DELLA GRANDE BETTI

MERINI


L'AMORE UMANO NON BASTA
Maddalena Bertolini Fanton martedì 3 novembre 2009
La Merini invoca un Dio materno e plurimo , afferma «ogni cosa bella diventa peritura nelle mani degli uomini, ma ogni cosa bella baciata da Dio diventa una rosa rossa piena di sangue» (da Corpo d’amore). Questo padre, distante e imperante, è tuttavia amoroso in quanto ha mandato un Uomo, Cristo, ad amarci con le mani e lo spiro. Perché Gesù è soprattutto uomo, il suo divino si scrive con la minuscola, lui ama sua mamma con un amore d’amante, lui dona il suo sangue e la sua carne dolorosamente, il sacrificio è prevalente, il dolore è grande, la comunione cioè il suo corpo-pane si spezza sanguinando; e la sua magnifica madre, la donna amata, è cieca e muta davanti a Dio che per questo la possiede, la usa, la feconda.

ANCHE QUEST'ANNO LA COLLETTA ALIMENTARE



....E invece no. In quel sabato di fine novembre - e in ciò che porta a galla - c’è molto di più. C’è tutto. Perché basta grattare via la patina degli stereotipi sulla crisi e i “nuovi poveri” per trovare quello che un recente rapporto della Fondazione Sussidiarietà afferma con numeri e cifre e che lo stesso Benedetto XVI ha fissato in un passo della Caritas in veritate: «Una delle più profonde povertà che l’uomo può sperimentare è la solitudine. A ben vedere anche le altre povertà, comprese quelle materiali, nascono dall’isolamento, dal non essere amati o dalla difficoltà di amare
«Una delle più profonde povertà che l’uomo può sperimentare è la solitudine. A ben vedere anche le altre povertà, comprese quelle materiali, nascono dall’isolamento, dal non essere amati o dalla difficoltà di amare»....


L'editoriale di TRACCE di Ottobre:
Al di là del cerchio
C'è un avvenimento imponente che da qualche anno segna il mese di novembre. In Italia ma, ormai, non solo, visto che un po’ alla volta sta diventando globale, con ricadute in Europa e Sudamerica. È la Colletta, la giornata organizzata dal Banco Alimentare (quest’anno cade il 28) per raccogliere da chi fa la spesa cibo da donare ai poveri. È il momento culminante di un lavoro che dura tutto l’anno, visto che il Banco assiste costantemente ottomila enti e associazioni (primi fra tutti, i Banchi di Solidarietà). Nel 2008 ha mobilitato più di centomila volontari, stavolta è probabile che si vada oltre. Un gesto di popolo, insomma. Che però, per paradosso, si porta dentro un rischio. Non è tanto - o non solo - l’abitudine, la possibilità di dare per scontato che accada una cosa del genere (ormai è l’edizione numero dodici). È qualcosa d’altro, di più sottile. Qualcosa che, stranamente, si annida nella semplicità stessa del gesto.

MARIO MAURO APPENDE NEL PARLAMENTO EUROPEO IL CROCIFISSO DI CONGON


Dopo la decisione della Corte di Strasburgo di condannare lo Stato italiano a un risarcimento danni per la presenza dei Crocifissi nelle aule delle scuole italiane, l’europarlamentare Mario Mauro in segno di protesta ha tappezzato i muri del Parlamento europeo con le immagini del Crocifisso 2 di William Congdon.
Le immagini della Crocefissione sono state appese in luoghi di passaggio, come gli ingressi, gi ascensori, la mensa, e anche davanti alla sala plenaria.

mercoledì 4 novembre 2009

PADRE ALDO TRENTI

Amici, Dio voglio che comprendiamo quanto Giussani e Carron ci ripetano e lavorando, vedete che cosa accade.

la lettera di Carron, o meglio, la omelia in occasione del funerale di Pontiggia, assieme al messaggio pervenutoci quando le condizioni del caro amico si aggravarono, mi stanno, ci stanno accompagnando come una Grazia eccezionale.

Il messaggio parlava della consegna alla modalitá con cui il Mistero ci indica la meta, il destino.

L´omelia, con quelle tre domande iniziali, ci ha fatto vibrare fino alle lacrime. La parte finale, dove parla della morte, mi ha riempito di allegria, perché mi rimanda alla veritá della vita. Se vivessimo ogni attimo con la consapevolezza che Carron ha del senso della vita e del vero destino anche il Liceo Berchet tornerebbe quello di Giussani. Non posso non nascondere il dolore provato nel ricevere la notizia di quanto accaduto al Berchet, ma non per il risultato delle votazioni, ma perché ho come la percezione di una assenza, della mancanza di quella umanitá, di quella drammaticitá, di quella passione per Cristo, per il destino dell´uomo che vibrava in Giussani, in don Giorgio, don Danilo e oggi in modo spettacolare e profondo Carron ci testimonia sfidandoci nell´umano. È l´umano che manca, ci diceva Carron.

APPELLO CARO SINDACO RENZI NON MERITA LA CITTADINANZA SOLO CHI DA' LA MORTE

.....Paola, Anna sono state una strada per conoscere il mistero della vita, come è accaduto allo scrittore e filosofo francese Emmanuel Mounier con la sua figlia Françoise, «che sembra continuare la sua esistenza con dei giorni privi di storia. Il primo sforzo è stato quello di superare la psicologia della sventura. Questo miracolo che un giorno si è spezzato, questa promessa su cui si è richiusa la lieve porta di un sorriso cancellato, di uno sguardo assente, di una mano senza progetti, no, non è possibile che ciò sia casuale, accidentale. “È toccata loro una grande disgrazia”. Invece non si tratta di una grande disgrazia: siamo stati visitati da qualcuno molto grande. Così non ci siamo fatti delle prediche. Non restava che fare silenzio dinanzi a questo nuovo mistero, che poco a poco ci ha pervaso della sua gioia. Per molti mesi, avevamo augurato a Françoise di morire, se doveva rimanere così com’era. Non è sentimentalismo borghese? Che significa per lei essere disgraziata? Chi può dire che essa lo sia?»......

.....Quello che mi accomuna alla famiglia Gorla è ciò che abbiamo potuto scoprire, incontrare, attraverso la malattia, il dolore delle nostre figlie, Paola e Anna: una cosa così grande e potente da far dire alla signora Anita: «Paola ci raccontava un nuovo capitolo di una storia che noi avremmo tanto voluto continuare a scrivere ancora per molto… l’amore per Paola non è stato vano; lei è stata il nostro ossigeno e la nostra ragione di vita»....

APPELLO/ Caro sindaco Renzi, non merita la cittadinanza solo chi dà la morte
Mario Dupuis lunedì 2 novembre 2009
Paola Gorla è nata nel 1972 e si è spenta lo scorso 11 ottobre. A soli quattro mesi, dopo la vaccinazione antipertosse trivalente, cade in stato vegetativo e vi resta per il resto della sua vita. Trentasette anni in cui i suoi genitori, Giorgio e Anita, la accudiscono amorevolmente costruendo anche una casa su misura per lei.

LA DECISIONE DELLA CORTE DI SRASBURGO SUSCITA AMAREZZAE NON POCHE PERPLESSITA'

La decisione della Corte di Strasburgo suscita amarezza e non poche perplessità. Fatto salvo il necessario approfondimento delle motivazioni, in base a una prima lettura, sembra possibile rilevare il sopravvento di una visione parziale e ideologica. Risulta ignorato o trascurato il molteplice significato del crocifisso, che non è solo simbolo religioso ma anche segno culturale. Non si tiene conto del fatto che, in realtà, nell’esperienza italiana l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici è in linea con il riconoscimento dei principi del cattolicesimo come “parte del patrimonio storico del popolo italiano”, ribadito dal Concordato del 1984.
In tal modo, si rischia di separare artificiosamente l’identità nazionale dalle sue matrici spirituali e culturali, mentre “non è certo espressione di laicità, ma sua degenerazione in laicismo, l'ostilità a ogni forma di rilevanza politica e culturale della religione; alla presenza, in particolare, di ogni simbolo religioso nelle istituzioni pubbliche. … ” (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al 56° Convegno nazionale dei Giuristi cattolici italiani, in Iustitia, 1/2007, pp. 6-7).

lunedì 2 novembre 2009

LA VERA QUESTIONE MORALE

La vera questione morale
Vorrei spendere anche io due parole sulle vicende che hanno colpito il governatore della regione Lazio in questi giorni

di Mario Mauro
Vorrei spendere anche io due parole sulle vicende che hanno colpito il governatore della regione Lazio in questi giorni; in tutto quello che è uscito sulla stampa non c’è stato nessun approccio cordiale al dramma di Marrazzo, nessuno sguardo pietoso verso le debolezze di una persona che ha visto non solo la propria dignità ma anche quella dei suoi familiari e delle persone vicine calpestate.

A BOGOTA" NEW YORK E ASCOLI LA SCUOLA C'E'

......la scuola hanno tutti mille attività, soprattutto perché a casa non c’è nessuno ad aspettarli. E poi, se sono particolarmente agitati o distratti, subito gli viene diagnosticata una sindrome da deficit di attenzione; così si comincia con gli psicofarmaci. Se un ragazzo un giorno è triste, come è normale nell’adolescenza, vuol dire che è depresso. Per questo ogni pomeriggio viene mandato da uno psicologo da 350 dollari a seduta. C’è insomma un modo molto borghese di risolvere dei finti problemi, di fatto senza affrontare la persona». Per questo all’inizio stabilire una connessione con questi ragazzi sembra un’impresa impossibile e deprimente. «Erano catatonici. Poi mi sono resa conto che forse erano semplicemente in attesa di qualcosa che li scuotesse dal torpore»......

A Bogotà, New York e Ascoli la scuola c’è
Dai figli dell’upper class statunitense ai niños sudamericani, passando per gli studenti di un ordinario liceo marchigiano. «Tutti attendono qualcosa che li scuota dal torpore»

di Chiara Sirianni
Manhattan e la gabbia dorata
Oggi non vorrebbe insegnare da nessun’altra parte. «Anche se questa è un’umanità ferita». Monica, 25 anni, da dieci residente negli Stati Uniti, è docente di fisica e biologia in una delle high school più esclusive di Manhattan. Una retta di 35 mila dollari l’anno che possono permettersi solo i figli dell’upper class, le classiche persone a cui non manca nulla.

N MIRACOLO DI BNTA'

E invece Elena era lì, come tra i fornelli di casa. Perché per lei Tempi non era solo un impiego, non era solo una prestazione lavorativa. Per lei Tempi era una cosa sua. In questa sua umiltà e grandezza umana stava la luce che irradiava intorno a sé. Si trattasse del mercatino di Natale a scuola o di una fideiussione bancaria, non riusciva proprio a non essere impegnata con la vita.



27 Ottobre 2009
Elena Rossi, un miracolo di bontà. Aveva fatto di Tempi un problema suo
È scomparsa improvvisamente il 24 ottobre l'amministratore delegato del nostro giornale

di Tempi