giovedì 30 aprile 2009

POSSIBILE AIUTO A VIVERE LE CIRCOSTANZE

Dopo la lettura dell'avviso qui sotto riportato e' giusto che ciascuno di noi decida se leggere o no gli appunti degli esercizi di fraternita' che compaiono all'interno.
Come detto sono appunti non rivisti dall'autore,quindi possono essere non precisi e non corrispondenti a cio' che il relatore puo' aver espresso.
A me sono utili perche' e' la modalita' per cominciare a lavorare e meditare su quanto detto.Il blog e' un diario personale reso pubblico e non intende assolutamente sovrapporsi alle iniziative pubbliche.

Negli anni passati ho potuto constatare che questa utilita' e' stata condivisa da molte persone per questo lascio a voi la possibilita' di decidere se utilizzarli o no.

mercoledì 29 aprile 2009

LA FEDE COME METODO PER L'ESISTENZA

martedì 28 aprile 2009 da AVVENIRE
Di Giorgio Paolucci
Carrón:


Oltre 26mila a Rimini per gli esercizi spirituali della Fraternità di Cl Rilanciata la sfida del Papa e di Giussani contro la separazione tra fede e ragione
« Professore, è inutile che venga qui a insegnarci religione e a parlare di fede. Per fare scuola bisogna ragiona­re, e la fede non c’entra niente con la ragione, sono due rette sghembe che non s’incontrano mai».

Nel 1954, ap­pena salito in cattedra per la sua pri­ma lezione al liceo Berchet di Milano, don Luigi Giussani era stato apostro­fato così da uno studente: mica male come inizio d’anno. E dalla decisione del giovane prete brianzolo di ri­spondere a quella sfida è nata l’espe­rienza di Comunione e liberazione, che scommette tutto sulla ragione­volezza della fede.



A distanza di cin­quant’anni quella sfida (che Giussa­ni aveva profeticamente intercettato in un’Italia formalmente cattolica ma già minata dall’avanzata del secolari­smo) si è fatta molto più acuta. E ri­comporre la separazione tra sapere e credere, è la battaglia più ardua con cui oggi la cristianità si cimenta. Og­gi che le antiche sicurezze religiose sono crollate, oggi che la fede è ridot­ta a sentimento, a presidio morale di valori sempre meno praticati, a di­mensione che nulla c’entra con la co­noscenza.
Per tre giorni, da venerdì a domenica, don Julián Carrón – guidando gli an­nuali esercizi spirituali della Frater­nità di Comunione e liberazione da­vanti a 26mila persone convenute a Rimini da tutta Italia e in collega­mento via satellite con 63 Paesi – ha rilanciato la scommessa di Giussani: «Dalla fede il metodo» è stato il titolo della tre giorni. Di fronte alle sfide del­la vita – la crisi economica, la trage­dia dell’Abruzzo, la vicenda di Eluana Englaro e dell’eutanasia – abbiamo tutti bisogno di incontrare una diver­sità umana, nella quale il cristianesi­mo si rende incontrabile come avve­nimento, qualcosa che ri-accade og­gi come risposta alla domanda di fe­licità che abita il cuore di ognuno. Co­me ha di recente detto Benedetto X­VI, i cui interventi sono più volte riecheggiati in questi giorni di lavoro e di preghiera: «Nel mi­stero dell’incarnazione del Verbo, nel fatto che Dio si è fatto uomo co­me noi, sta sia il conte­nuto che il metodo del­l’annuncio cristiano». La fedeltà a questo metodo scelto da Dio, argo­menta il presidente della Fraternità di Cl, rende testimoni della novità cri­stiana di fronte alla crisi generata dal­la frattura tra fede e ragione. E può rendere presente all’uomo di oggi – tanto apparentemente sicuro di sé nella rivendicazione della sua auto­nomia quanto smarrito e vittima di un’'anestesia dell’io', di una trascu­ratezza di sé – il volto misericordioso di Cristo.
La separazione tra il sapere e il crede­re, tra la ragione e la fede, non è frut­to soltanto di una dinamica esterna alla Chiesa. È un germe che si è insi­diosamente annidato nel suo stesso corpo, e ha reso il cristianesimo sem­pre più estraneo alle attese dell’uo­mo. Una realtà magari riconosciuta come fatto storico ma che non inci­de, non morde, in ultima analisi non conta. Carrón dice provocatoriamen­te che «è come se la fede avesse una data di scadenza». Cristo diventa un soprammobile da esporre nel salotto buono dei valori, piuttosto che una presenza viva incontrabile e a tutti proponibile. Un devoto ricordo, piut­tosto che una realtà che accade 'qui e ora'. Invece l’uomo ha bisogno di qualcosa che gli sia contemporaneo, che fondi la sua speranza. E per spe­rare, scrive Péguy, bisogna avere rice­vuto una grande grazia.
Perché il cristianesimo continui a es­sere un’attrattiva vivente servono te­stimoni credibili, gente che seguendo Gesù renda credibile che, come reci­ta il titolo del libro di Giussani che quest’anno guida la catechesi del Mo­vimento,
Si può vivere così. Il cardi­nale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, inter­venuto sabato alla celebrazione eu­caristica, ha rilanciato l’ammoni­mento di Benedetto XVI: «Il cristia­nesimo non può essere ridotto a una morale, cristiani si è solo se si incon­tra Cristo. Per questo servono testi­moni che lo rendano incontrabile, e voi oggi lo siete».
Avvenire - DI GIORGIO PAOLUCCI




AVVISO

Utilizzo di internet per la diffusione di informazioni e documentazione di informazioni e documentazione scritta audio e video su cl

Come e' noto il movimento mette tempestivamente sui propri siti quanto utile e necessario per l'educazione alla fede di quanti vi appartengono.
Sono dunque decisamente da sconsigliare analoghe iniziative di carattere privato come la pubblicazione su internet di appunti immagini e notizie riguardanti la vita di persone e gruppi cosi' come la trascrizione di incontri anche perche' tali notizie potrebbero essere utilizzate in modo del tutto improprio aldila' delle intenzioni di chi le mette in rete

domenica 26 aprile 2009

ALL'INVITO RISPONDONO

Per discrezione e su richiesta dello scrivente sono stati tolti i nomi e ogni riferimento.Ringrazio per la lettera rinnovo ancora l'invito e spero di poter rispondere personalmente al piu' presto.


"Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo - dice il Signore - progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza "(Geremia 29,11)


Carissimi Tiziana e Claudio,

sono p di V, sposo di L e papà di 1 2 3 bimbi
Da quando vi ho conosciuto durante .......................del 2008 leggo spesso il vostro blog.

“Alza lo sguardo” è un nome che mi piace. Mi da un respiro ampio, mi apre un orizzonte di infinito, mi spinge a tenere gli occhi puntati verso l’alto, verso Dio.

Anche in questo momento della mia vita, soprattutto in questi ultimi sei mesi, da quando cioè sappiamo che il nostro primogenito 1 è affetto da distrofia muscolare (non sembra essere la forma più grave, ma la mazzata è arrivata forte), e questo nuovo dolore si aggiunge a quello che provammo nei mesi e anche negl’anni seguenti alla nascita della nostra secondogenita 2 che adesso ha 9 anni ed è affetta da un ritardo motorio generalizzato e non diagnosticato.

Inizialmente la prima reazione è stata quella di incredulità, di smarrimento, di angoscia, di rifiuto e poi abbiamo cercato una spiegazione razionale, ma non ci sono parole che possono dare una spiegazione, un senso. Umanamente non lo trovo un senso. Devo dire che pensavo in cuor mio di aver già dato, che il peso che portiamo con .... già fosse sufficiente, invece la vita non fa sconti, non guarda in faccia, non esiste una giustizia, almeno così come la intendiamo noi. A chi tocca, tocca.

Che cosa è giusto? Chi può dire ciò che è giusto? Forse che il dolore di tanti papà e mamme che hanno sofferto o soffrono per la malattia, per la disabilità o per la scomparsa di un figlio, ha meno valore del nostro dolore? Non posso pensare questo. Non ho la presunzione di pensare questo. Noi non ci meritiamo nessun privilegio. Non esiste neanche un modello retributivo. Io mi comporto bene, sono un bravo uomo, sposo, padre e allora questo mi mette al riparo da delle disgrazie. Non funziona così. Ho già visto che non è così. La vita è bella ma è anche dura; accadono degli eventi e sotto il peso di questi eventi si può rimanere schiacciati.

Oppure si può crescere e diventare più forti. Posso trasformare questo dolore assurdo, sterile in qualcosa di fecondo che porta vita. Non da solo, io da solo non ne sono capace.

Abbiamo già sperimentato che c’è una via di vita anche di fronte alla sofferenza. I primi anni di 2, che hanno coinciso anche con la morte di mia suocera, sono stati anni durissimi durante i quali anche la nostra coppia è stata messa a dura prova. Questo dolore lo abbiamo affrontato e allora, proprio grazie a S(e non nonostante) abbiamo incontrato il Signore Gesù e il suo Spirito, che Gesù stesso chiama il Consolatore. Lo abbiamo incontrato nelle persone, nei cammini di vita che abbiamo intrapreso, nei papà e nelle mamme di bimbi disabili che abbiamo incontrato, che si sono aperti con noi; lo abbiamo incontrato nella Chiesa che è Sposa e Madre, nelle coppie di fidanzati, nelle coppie di sposi (alcune in difficoltà) che sono passati dalla nostra casa. Lo abbiamo incontrato nell’Eucarestia domenicale condivisa con i fratelli, soprattutto con i più deboli e poveri. Abbiamo scoperto che la relazione con le persone è dono di Dio ed è l’unica cosa (sebbene faticosa) per cui vale la pena vivere.

Ora questo cammino che abbiamo fatto in questi anni, ciò che di noi stessi abbiamo donato agl’altri ci viene restituito e allora non passa settimana senza che qualcuno si faccia sentire, ci scriva, ci dica una parola di conforto, ci metta una mano sulla spalla o ci dia la sua spalla sulla quale piangere (non metaforicamente).

Noi vogliamo continuare a vivere così, in pienezza, stando vicini a Gesù perché abbiamo sperimentato, toccato con mano, che solo Lui da un senso al nostro andare, solo Gesù fa nuove tutte le cose. Questo non ci toglie la fatica e il dolore di certi momenti, perché come scrive C.S. Lewis (l’autore delle cronache di Narnia, scrittore cristiano) nel suo “Diario di un dolore” non è possibile cambiare il soffrire in non soffrire “Stringi i braccioli della poltrona del dentista o tieni le mani in grembo, la cosa non cambia. Il trapano continua a trapanare”. Questa frase, quando l’ho letta ho detto “ecco io sto proprio così, seduto sulla poltrona del dentista”; ma so che prima o poi il dentista terminerà il suo lavoro. Nel frattempo tengo alto lo sguardo su Gesù e traggo forza da Lui perché “tutto posso in Colui che mi da la forza” e so che niente mi separerà dal Suo Amore, ne la spada ne la tribolazione. Andiamo avanti gustando la vita, e da qualche sabato una bimba di 2 anni è con noi perché la mamma deve lavorare e fa i turni. Noi andiamo avanti.

Come sarà la vita di 1? Prima pensavamo di saperlo, ora non più. Credo però che nessuno possa dire o sapere come sarà la propria vita o quella del proprio figlio. Credo che quello che conterà veramente sarà quanto amore avrà ricevuto da noi e da chi sarà con lui. Questo amore saprà anche dargli la forza di affrontare la sua malattia. Questo è almeno quello che ci auguriamo e per cui prego ogni giorno.

E quando il dolore è forte (e lo è stato vi assicuro, tutt’ora lo è e penso che lo sarà per molto tempo davanti a me), io grido “Signore non mi abbandonare, parlami, perché se non mi parli io sono come chi scende nella fossa”. Io so poche cose, ma sono certo che Dio non ci abbandona, trasformerà anche questo male sterile e doloroso in un albero fecondo che porta vita.

Per esempio abbiamo fatto stampare il libro di filastrocche che 1e 2 hanno scritto in collaborazione con una amichetta, e per ogni copia venduta o regalata abbiamo deciso di donare 2 Euro per un progetto sulla ricerca delle malattie genetiche; di questo libro ne sono già state vendute/regalate oltre le 100 copie, molto più di quello che ci aspettavamo.

Anche la nostra 2 con la sua volontà e la sua forza è per noi un grande esempio: recentemente è stata ad una “due giorni” con gli scout, e se 7/8 anni fa qualcuno ci avesse detto che lei sarebbe stata in grado di stare via da sola una notte senza di noi, quella persona l’avremmo considerata pazza. Invece è accaduto e questo ci insegna che non possiamo mai sapere cosa succederà, nel male ma neanche nel bene. Noi confidiamo nel bene.

Concludo questa mia lettera con le parole di S. Paolo che si trovano nel capitolo 4 della 2a lettera ai Corinzi:

Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.

Io vi abbraccio, e con me L. Affidiamo la vostra famiglia al Signore Gesù e nella preghiera ricordiamo Giovanni nel giorno della sua Prima Comunione.
Con affetto

........



sabato 25 aprile 2009

25 APRILE CHE SIA FESTA PER TUTTI


"Viva il 25 aprile, viva la festa di tutti gli italiani, viva la festa di libertà riconquistata". Che Silvio Berlusconi volesse voltare pagina lo si era capito già dalla vigilia. Non aveva mai partecipato alla Festa del 25 aprile. La sua decisione di celebrare per la prima volta in quattordici anni la Liberazione faceva presupporre l'intenzione del premier di approfittare dell'occasione per lanciare un vero e proprio appello: "Superare ogni contrapposizione", andare al di là delle "polemiche" e "costruire un sentimento comune", una democrazia "finalmente pacificata".

IL CAMMINO AL VERO E' UN'ESPERIENZA


Giussani Luigi
Il cammino al vero è un'esperienza -

"Ai grandi che ci sanno parlare ai piccoli che ci sanno ascoltare"

Sono qui raccolti i tre scritti che diedero prima forma, organicamente espressa, a ciò che si viveva agli inizi dell’esperienza del movimento di Comunione e Liberazione (allora detto di “Gioventù Studentesca”): Gioventù studentesca. Riflessioni sopra un'esperienza, Tracce d'esperienza cristiana, Appunti di metodo cristiano.
Questi scritti sono «rifessioni sopra un’esperienza». Non a caso, questo è il titolo del primo fondamentale libretto qui riproposto. Allora come oggi, infatti, è evidente che la rifessione anche metodologica nasce dentro l’esperienza in cui si è coinvolti, un’esperienza di appartenenza all’avvenimento cristiano intelligente fino all’impegno affettivo.Tale esperienza è stata vissuta in modo esistenzialmente nuovo. Nuovo, infatti, si presenta il modo di proseguire ciò che è stato visto nella Scrittura, nell’insegnamento e nella testimonianza di alcuni maestri. Non si tratta di inventare, ma di scoprire come la tradizione riviva in una esperienza presente e adeguata ai giovani.
Le scoperte e le preoccupazioni educative di questi primi scritti hanno avuto coerente svolgimento in tutte le espressioni successive di Comunione e Liberazione e documentano le ragioni e le conseguenti notazioni metodologiche che accompagnarono il formarsi delle prime comunità d’ambiente.
Alla decisione nel gesto è dedicato il primo capitolo del primo testo; e la decisione che spinse a salire quei gradini del Liceo Berchet di Milano, nel 1954, fu quella di impegnarsi in un vero e proprio annuncio del fatto cristiano… L’essenza del fatto cristiano come proposta di vita.
La vivace e ricca storia del movimento lascia inalterato il valore metodologico di questi brevi scritti. La loro forma sintetica è derivata dalla necessità, propria di ogni esperienza, di fissare i giudizi e le intuizioni che da essa nascevano.

MIRACOLI

.....«Noi siamo in un tale degrado universale che non esiste più niente di ricettivo del cristianesimo se non la bruta realtà creaturale. Perciò è il momento degli inizi del cristianesimo, è il momento in cui il cristianesimo sorge, è il momento della resurrezione del cristianesimo. E la resurrezione del cristianesimo ha un grande unico strumento. Che cosa? Il miracolo. È il tempo del miracolo. Bisogna dire alla gente di invocare i santi perché sono fatti per questo».....




.....Il metodo che hanno usato per arrivare ai confini della terra – come aveva detto loro Gesù – è stato la testimonianza. Cosa vuol dire testimonianza? La testimonianza è una realtà umana nel senso totale e banale del termine – qualcosa che si vede, si ode, si tocca – contenuto di un’esperienza normale, ma che veicola, porta dentro di sé qualcosa che non è più normale […]. Questa eccezionalità in un comportamento normale coincide con quello che cristianamente si chiama miracolo. Il miracolo è una cosa che nei suoi aspetti immediati può essere normalissima, eppure ha dentro qualche cosa che mi richiama per forza a Dio. […] Gli avvenimenti di san Pampuri sono, per esempio, una grazia eccezionale. Ma di che grazia si tratta? Della grazia di Dio che ci costringe a capire che Lui è familiare! Perciò il miracolo non è una cosa strana: è una cosa normale! E non c’è niente che possa farci sentire investiti da un sentimento originalmente e tendenzialmente unitario, niente che possa farci sentire fratelli, fraternamente, come il fatto di questo Mistero che è tra noi, che, come tale, porta tra noi ogni giorno una sovrabbondante testimonianza di Sé, un sovrabbondante conforto di miracolo. […] San Pampuri è simile a pochi nella sua umiltà! Sì, perché, cosa faceva? Con grande meraviglia degli ammalati della clinica San Giuseppe, dava lui, medico, il “pappagallo” all’ammalato, al quale non ricordava di darlo neanche l’infermiere. Tutti erano colpiti da un medico che era più bravo, più buono, più umile, più servizievole di un infermiere». .....

TESTIMONIANZA DI FRANCO

Don Giorgio: Da che cosa capiamo che una pianta è viva?

Dai boccioli, altrimenti non potremmo mai capire che dentro quell’albero c’è vita!

Da che cosa capiamo che non stiamo parlando di cose inconsistenti?

Dai frutti, dai boccioli. L’espressione massima dei frutti è il miracolo, il cambiamento di sé. Dio fa i miracoli per dirti: vedi come sono capace di cambiare la vita? Vedi cosa sono capace di fare? Il vero miracolo è il cambiamento che vedi nel compagno che hai vicino. Come con il paralitico: Gesù gli dice che gli rimette i peccati, ma non Gli credevano, e visto che dubitavano lo fa alzare.

Ma il miracolo più grande è la remissione dei peccati, non quello che è accaduto un attimo dopo.

Ho invitato questi amici perché è la forza di un cambiamento che ci fa capire la vittoria che Cristo è sulla vita, la forza della Sua risurrezione. Altrimenti son solo storielle quelle che ci raccontiamo.

La testimonianza del cambiamento ci fa capire non solo che in quella pianta, che d’inverno sembrava morta, in realtà c’era la vita, ma anche che perché questa vita sbocci ci vuole una presenza misteriosa.

Cosa c’è di più grande e misterioso del cambiamento di uno di noi per capire la portata della potenza di Cristo?

La resurrezione di Cristo è espressa nel cambiamento del popolo. Li ho invitati per questo: perché uno, vedendo quei boccioli, sia più certo che c’è la vita.

Nicola: vi ringrazio di cuore e vi saluto uno ad uno. La prima cosa che vi dico è che io riconosco di non aver fatto niente, ma di essere stato soltanto voluto bene. Non serve che vi spieghi chi è Franco perché quando un’esperienza è vera non servono spiegazioni o mediazioni. Grazie a lui e ad altri “ladroni”, io ed i miei amici siamo stati sollecitati alla verità della nostra vita. Io e Franco siamo legati dallo stesso destino ed il grande dono è quello di riconoscerlo: ci si scopre amici e sembra di conoscersi da sempre. Com’è successo ieri alla Via Crucis o questa mattina qui con voi: ci sembra di conoscervi tutti perché quando tieni presente la domanda vera e cerchi lealmente la risposta, immediatamente sei insieme a chi ti è accanto perché è un Altro che risponde ad entrambi:

IL CANTO


Il canto La Massima Espressione
Scritto da Administrator
lunedì 03 settembre 2007
Nessuna espressione dei sentimenti umani è più grande della musica. Chi non è toccato da un concerto di archi, come si può essere insensibili dinanzi ai colori di una sonata per pianoforte? Sembra il massimo. Eppure, quando sento la voce umana... Non so se capita anche a voi: ma e ancora di più, e di più non si può. Davvero, non esiste un servizio alla comunità paragonabile al canto"

VOLANTONE PASQUA

La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro pesente: il presente, anche il presente più faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino. La presenza di Cristo non è soltanto una realtà attesa, ma una vera presenza.

Benedetto XVI

Noi diciamo quello che dovrebbe essere o quello che non va e non “si parte dall’affermazione che Cristo ha vinto”. Che Cristo ha vinto, che Cristo è risorto, significa che il senso della mia vita e del mondo è presente, è già presente, e il tempo è l’operazione profonda e misteriosa del suo manifestarsi.

Luigi Giussani




IL CUSTODE DELL'AMORE

L’opzione nichilista nega in definitiva la possibilità dell’amore, che Aelredo definisce «un sentimento dell’anima razionale per cui essa, spinta dal desiderio, cerca qualcosa e brama di goderne, ne gode con una certa dolcezza e soavità interiore, abbraccia poi l’oggetto di questa ricerca, e conserva quello che ha trovato». Per concludere che «l’amico è come un custode dell’amore».


Pigi Colognesi venerdì 24 aprile 2009
Qualche giorno fa, sul Corriere della Sera, lo scrittore Alessandro Piperno ha riproposto ai lettori il libro che un giovanissimo Samuel Beckett aveva dedicato a Marcel Proust. «Beckett – scrive Piperno – vede in Proust un uomo che non crede nella comunicazione tra gli esseri. Che si sente immerso in un irredimibile mare di egoismo. E che vive i rapporti umani come uno sconfortante nonché beffardo succedersi di fraintendimenti». A conferma di ciò, cita due frasi folgoranti del drammaturgo irlandese. La prima: «L’amicizia è la negazione di quella solitudine senza rimedio alla quale è condannato ogni essere umano».



mercoledì 22 aprile 2009

ALL'INVITO RISPONDONO

Ringraziamo di cuore per l'invito:purtroppo non potremo partecipare ma offriremo la S. Messa di quella stessa domenica per lui e per tutta la Vs. famiglia. Augurandovi dal Signore serenità e letizia Vi salutiamo Fernanda e Lucio

ALL'INVITO RISPONDONO

Carissimi Giovanni, Claudio e Tiziana ,
grazie per l'invito e soprattutto per la Partecipazione a tutti noi dell'evento della I comunione. Carlo, Luigi Stefano ed io vi siamo vicini con la preghiera e con la nostalgia di non poter essere presenti a un evento di così grande bellezza.
Rita


IL PAPA ANDRA' IN ABRUZZO

Tratto dal sito ZENIT,
Papa Benedetto XVI trascorrerà la mattina di martedì 28 aprile in visita alle zone colpite dal terremoto.

Secondo il programma ufficiale reso noto questo lunedì dalla Santa Sede, il Pontefice visiterà i luoghi più colpiti dal sisma, tra cui la località di Onna, praticamente distrutta, e la Casa dello Studente a L'Aquila, che è crollata provocando la morte di 8 giovani.

martedì 21 aprile 2009

ALL'INVITO RISPONDONO

Dimenticavo: Auguri, Giovanni!!!

Purtroppo non mi è posibile essere presente fisicamente ma lo sarò spiritualmente.Pregherò per Giovanni e per chi con lui vive questa situazione di sofferenza.
Un abbraccio, Marina


ALL'INVITO RISPONDONO

Cara Tiziana,
grazie dell'invito! Purtroppo il 3 maggio, Paty ed io siamo via e mi spiace davvero, ma non sapevamo di questo grande avvvenimento. Assicuriamo comunque le nostre preghiere a Gio e comunque come promesso veniamo a trovarti.....ma tutte le sere ce ne è sempre una. Vieni a Trivolzio!?

Un abbraccio,
Franco

ALL'INVITO RISPONDONO

Cara Tiziana,tantissimi auguri al tuo Giovanni e anche a te.Ieri,durante un incontro sulla trasmissione della fede ai figli, ho sentito una cosa che mi ha fatto riflettere e che mi permetto di "passarti".Il Papa ha detto recentemente che,considerando l'influsso che i santi hanno avuto sulla società del loro tempo,sono i santi i veri riformatori.Il relatore,con molta discrezione, diceva che ,per chi ha un figlio disabile, pensare che potrà essere un santo e influire sulla società più di uno scienziato o di un capo di stato è un gran sostegno nella quotidianità;citava l'esempio del Curato d'Ars che non era un uomo brillante(per es.non riuscì mai ad imparare il latino)ma influenzò la vita della Francia del suo tempo ben più di uomini più importanti.
Il mio primogenito è affetto da "sindrome da microdelezione del cromosoma 22 ",e mentre il relatore parlava ho pensato che in questi anni ho chiesto a Dio,con l'intercessione dei santi, miracoli di ogni tipo per lui (che imparasse a parlare correttamente,che non si ammalasse più gravemente,ecc..)e che spesso Dio mi ha concesso ciò che chiedevo, ma non avevo mai chiesto la santità.Da stamattina prego per lui,e anche per i suoi fratelli che di handicap non ne hanno ma sono costituiti dallo stesso bisogno,perchè siano santi e ,se tu me lo consenti,chiederò questo anche per il tuo Giovanni.
Un abbraccio fortissimo
Antonella

ALL'INVITO RISPONDONO

bellissimo. noi purtroppo siamo già alla cresima del fratello del ns. kevin e non possiamo mancare. che la presenza corporale di Gesù in giovanni possa portare i frutti che non osiamo sperare. silvio, roberta e kevin

ALL'INVITO RISPONDONO

Ciao Tiziana, è una bellissima notizia, mi fa piacere per voi e per il piccolo Giovanni.
Noi quella domenica saremo alla Cresima di Teodoro, il figlio di Cristina (figlia di mia sorella maggiore). Ma avremo modo di festeggiare Giovanni quando passerete da Varese, spero presto.
Un abbraccio
Marghe


GIANANDREA HA LASCIATO UN COMMENTO

La logistica (da Lipari mi risulta un po' difficile andare e tornare in giornata) mi impedisce la presenza fisica, ma l'amicizia(sia pur virtuale) e la preghiera mi consentono quella spirituale. Forza Giovanni, sono con te!


lunedì 20 aprile 2009

INVITO A TUTTI QUELLI CHE GLI VOGLIONO BENE

Claudio e Tiziana Caggioni


sono lieti di poter annunciare che

GIOVANNI
il 3 maggio
nella chiesa parrocchiale di Brusaporto
alle ore 11 ricevera' la sua
prima comunione



ps.dopo la cerimonia lo festeggeremo tutti insieme a Palosco presso la struttura "ok ci sono anch'io"Vi aspettiamo!

all'interno la mappa per raggiungere il posto dei festeggiamenti
(e' gradita la conferma)con mail a tiziana.caggioni@virgilio.it

L'EROICO QUOTIDIANO, ED IL QUOTIDIANO EROICO

Sì, hanno scritto proprio così: una morte eroica, quella di Roberta Tatafiore, perché il suicidio non era motivato da nessuna malattia inguaribile. Una testimonianza per una società che stenta a crescere su questi temi.
Ma, dico, io, siamo matti? Ma che stiamo dicendo? Di cosa stiamo parlando? Quale mefitico pifferaio maledetto stiamo inseguendo? Non vediamo l'abisso verso cui ci sta portando?

da sguardo leale
E' solo davanti alle sofferenze e alle difficoltà estreme che si riscopre il senso della vita. In Abruzzo ci sono fratelli feriti nel corpo e nell'anima, privati dei loro affetti, sono fratelli che pensano a vivere e non certo a come morire. "Neppure recisa mi arrendo": era questo il motto che campeggiava dietro l'altare del Venerdì Santo mentre 205 bare erano state allineate sul piazzale

domenica 19 aprile 2009

LA META O IL VIAGGIO?

.....Quella che non coincide con la tranquilla immobilità del «Sentirsi arrivati», ma neppure si soddisfa dei «Mettere tutto in discussione» (Cosa resterebbe? Il puro gusto solitario di muoversi per sentirsi vivi). Quella che non si confonde con le «Mille [parziali] risposte», ma accetta ogni imprevedibile «Domanda». Quell’unica meta che consenta di viaggiare senza affanno e senza distrazione.

Pigi Colognesi venerdì 17 aprile 2009
Pubblicità di un’auto di gran marca: il guidatore esce dalla città e si trova di fronte ad alcuni bivi con una strana segnaletica. Uno indica la scelta tra «Sentirsi arrivati» e «Mettere tutto in discussione». Va da sé che l’autista sceglie questa seconda opzione.

GLI SCAMPATI CHE ASPETTAVANO L'ALBA

Sotto il sole pieno, non ci si fa caso. Ma è nella notte buia, lunga, infinita, nella notte del dolore, che con ostinazione si domanda l’alba. Il suo primo avvento. Quell’incerto barlume all’orizzonte, che pure già allarga il cuore. Perché la notte è finita. E l’alleanza antica ritorna in quel chiarore.

Gli scampati che aspettavano l’alba
Anche la cattedrale di Chartres è tutta costruita perché lo sguardo cada, al mattino, sul raggio di sole che da est sorge e taglia e annienta il buio. Perché è nella notte buia e lunga del dolore, che con ostinazione si domanda la luce

di Marina Corradi

mercoledì 15 aprile 2009

ANNO ZERO IL SILENZIO E' LA MIGLIORE RISPOSTA A CERTE STUPIDITA'

....Mentre gli italiani si mobilitavano con soccorsi, raccolte fondi e preghiere (eh sì caro Santoro anche quelle servono), mentre migliaia di persone piangevano i loro cari morti, mentre la solidarietà era palpabile tra la gente e in questi giorni della settimana Santa la speranza veniva rinvigorita dalla Pasqua di Cristo, andava in onda un’indecente spettacolarizzazione del dolore con una cialtronesca trasmissione televisiva....






Gianni Foresti martedì 14 aprile 2009
La radicale Bonino e Giuseppe Giulietti ex giornalista Rai, nonché ex sindacalista e parlamentare DS ora passato con Di Pietro hanno espresso solidarietà a Santoro, Vauro e Travaglio. Per loro è i gioco la libertà d’informazione.

Ma dico siamo impazziti?


Aldo Grasso ha scritto di zizzania in tv, di abusi di libertà da parte di Santoro e della sua cricca. Mario Giordano, direttore de Il Giornale, ha scritto una doverosa lettera in cui tra le righe gli dà dell’incapace ed anche dello sciacallo.

RICOSTRUIRE PARTENDO DALL'EDUCAZIONE

....Così come per il terremoto in Friuli, anche in Abruzzo, dopo il terribile momento del terremoto materiale ci si trova davanti ad una cultura minacciata, ad un vero disastro spirituale. Aiutare a salvaguardarla e recuperarla è un vero compito ideale più impegnativo della ricostruzione materiale.....



In Abruzzo come trent’anni fa in Friuli
Maddalena Venzo mercoledì 15 aprile 2009
da il sussidiario

Le immagini e i racconti del terremoto in Abruzzo che abbiamo seguito durante questa settimana attraverso i giornali e la televisione mi hanno fatto rivivere e ritornare alla mente i luoghi, i volti, i fatti, l’esperienza che ho vissuto durante il terremoto in Friuli. Sembra impossibile, ma le esperienze forti si affievoliscono e quando meno te lo aspetti tornano fuori. E’ stato come il ripetersi di un film. Sono riaffiorate le sensazioni di paura e di angoscia che avevo vissuto e che ho rivisto nei volti della gente d’Abruzzo.

VIA CRUCIS NEW YORK

....Seguendo quella croce, accompagnati da quella gente si puo' arrivare fino a Ground Zero senza dover dimenticare il dolore passato, e si puo' guardare al futuro con speranza, perche' si segue Colui - l'unico - che ha saputo sconfiggere la morte. La Way of the Cross over the Brooklyn Bridge cresce ogni anno, ogni anno diventa piu' "bella", come succede a cio' che e' vivo e vero, ma questo accade solo perche' ognuno - ciascuno secondo il suo cuore e la sua liberta' - decide di seguire quell'Amore che si e' donato totalmente perche' tutto sia salvato.


in tremila ricordano la Passione nella “città che non dorme mai”
da il sussidiario

La "Way of the Cross over the Brooklyn Bridge" è diventata una vera tradizione in una città che solitamente brucia e dimentica tutto molto in fretta. Anche quest'anno, per la quattordicesima volta, un popolo di fedeli ha seguito la croce di Nostro Signore attraversando il Ponte di Brooklyn e giungendo fino a Ground Zero.

VIA CRUCIS

....Il cammino è piuttosto accidentato, gli organizzatori sono stati ottimisti sulle nostre capacità, ma il tempo ci ha aiutato. Se invece che avere un pomeriggio di sole fosse piovuto, non so. Comunque, siamo insieme, tutti percorrendo la strada della Croce. Nemmeno a pensarlo di essere all'altezza di quella presenza, ma basta seguire.....

Abruzzo: dai canti della tradizione a Péguy il senso della nostra fragilità
da il sussidiario
La comunità di Comunione e liberazione ha organizzato la Via Crucis di quest'anno a Santa Maria di Ronzano sulla Val Vomano, una chiesa romanica del ‘400 adagiata su un prato mosso da un vento leggero, alle pendici del Gran Sasso. La chiesa però è chiusa, come tanti edifici da queste parti, perché ha bisogno di una verifica tecnica. Siamo rimasti perciò nel prato e abbiamo portato la Croce nelle campagne intorno.

DIARIO DA L'AQUILA

....Un abbraccio d’amore, come quello di due bambini, in una tendopoli di un paesino di montagna, dove faceva veramente freddo. Due cuginetti che si sono reincontrati il giorno di Pasquetta dopo aver vissuto giorni in due tendopoli diverse. Due bambini che parlavano di terremoto come due adulti. «Ho avuto paurissima», ha detto il primo. «Io no - ha ribattuto il secondo - il mio papà è forte mi ha preso in braccio e mi ha portato sul prato». È sempre l’abbraccio di un padre che salva.....


Pasquetta, la giornata più brutta
tratto da il sussidiario
Un’altra giornata strana quella di oggi. La classica gita di Pasquetta per gli aquilani è un lontano ricordo. E proprio le montagne abruzzesi, la catena del Gran Sasso, che il Lunedì di Pasqua erano punto di riferimento di famiglie, gruppi di amici, con improvvisati fuochi per cucinare la carne, spiazzi per giocare a pallone, erano la conferma che il dramma rimane dentro gli abruzzesi.

VENERDI' SANTO

Venerdi' santo
Il nonno Claudio a Cincinnati con Matteo e Tommaso.


Scrivi qui il riassunto del POST

sabato 11 aprile 2009

AUGURI A TUTTI I LETTORI

MAI, COME QUEST'ANNO, GLI AUGURI PASQUALI HANNO AVUTO LA STESSA CONSISTENZA.
IN QUESTI GIORNI DI PANICO ,DI LUTTO, DI DOLORE, CRISTO RISORTO DONA LA SPERANZA AD OGNI UOMO.
GIORNI IN CUI GLI UOMINI, TUTTI NOI,STIAMO SPERIMENTANDO LA DIPENDENZA E IL LIMITE.
FINO AD IERI SI DISCUTEVA DI ELUANA, OGNUNO METTEVA DEL SUO, OGGI NON SI PUO' CHE ALZARE GLI OCCHI E DOMANDARE A DIO CHE CI HA DATO TUTTO LA FORZA DI CONTINUARE.
CRISTO HA VINTO LA MORTE E CON IL DOLORE NEL CUORE,LO STRAZIO PER I TANTI MORTI NON POSSIAMO CHE INGINOCCHIARCI DAVANTI ALLA CROCE ABBRACCIANDO MARIA E RIDICENDO IL NOSTRO SI LIBERO A DIO.
"DONNA NON PIANGERE "QUESTA FRASE POSSIAMO ORA PRONUNCIARLA PERCHE' LA MORTE NON E' LA FINE DI TUTTO.
LA MADRE CHIESA CI ACCOMPAGNA SEMPRE, CON COSTANZA E MISERICORDIA, IN QUESTO CAMMINO. L'AUGURIO E' CHE OGNI GIORNO DI PIU' CRESCA IN NOI LA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE DI CRISTO.
AIUTATI DAI VOLTI DEI TERREMOTATI, FESTEGGIAMO LA SANTA PASQUA.
AUGURI TIZIANA


venerdì 10 aprile 2009

PASSIONE DELL' UOMO PASSIONE DI CRISTO

......La compagnia di Cristo - che è all’origine dell’amore all’uomo proprio del nostro popolo - si rivela ancora una volta decisiva nella nostra storia: una compagnia che dà senso alla vita e alla morte, alle vittime, ai sopravvissuti e a noi stessi, e sostiene la speranza.....


Ancora una volta siamo stati feriti nell’intimo del nostro essere da un evento sconvolgente. Così sconvolgente che è difficile sottrarsi alla domanda circa il suo significato, talmente supera la nostra capacità di comprensione.

La questione è tanto radicale quanto scomoda. Non possiamo cercare di chiuderla in fretta, desiderando di voltare pagina quanto prima per dimenticare. Non è ragionevole restare prigionieri di una emotività che ci soffoca, tanto meno spostare l’attenzione su eventuali responsabili.

La carità sterminata, che si è documentata in questi giorni come moto spontaneo e che sarà necessaria soprattutto nei prossimi mesi quando ci sarà più bisogno di aiuto, indica che la dimenticanza non è l’unica strada. Eppure neanche questa mossa è in grado di esaurire l’urgenza della domanda, suscitata dall’esperienza della nostra impotenza di fronte al terremoto.

Eventi come questo ci mettono davanti al mistero dell’esistenza, provocando la nostra ragione e la nostra libertà di uomini. Sprecare l’occasione di guardarlo in faccia ci lascerebbe ancora più smarriti e scettici. Ma per stare davanti al mistero dell’esistenza abbiamo bisogno di qualcosa di più della nostra pur giusta solidarietà. Da soli non possiamo.

La compagnia di Cristo - che è all’origine dell’amore all’uomo proprio del nostro popolo - si rivela ancora una volta decisiva nella nostra storia: una compagnia che dà senso alla vita e alla morte, alle vittime, ai sopravvissuti e a noi stessi, e sostiene la speranza.

L’imminenza della Pasqua acquista, allora, una nuova luce. «Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?» (Rm 8,32).

Comunione e Liberazione

AL DI LA' DELLA CRONACA

Marina Corradi per Avvenire dell'8 aprile:

C'è qualcosa,nelle cronache di dolore dall'Abruzzo, che si insinua come tra le righe. Qualcosa come una nota diversa in tanta morte, in tanta devastazione. Improvvisamente, qui e là, fra le parole gettate concitatamente nei microfoni dagli scampati, una nota che stona nella desolazione, è quando una mamma racconta come è stata salvata la sua bambina da dei vicini sconosciuti che si sono arrampicati sui cornicioni per arrivare a quella stanza. La bambina è salva, dorme. La madre non si capacita:Hanno dei figli anche loro, e hanno rischiato la vita per la mia. Angeli sono, come devo chiamarli?

IL GALLO CANTO' GESU' NON ERA PIU' LI'

.....Non c’era altro che lo sguardo di Gesù, e in questo sguardo, alla luce di questo sguardo, Pietro rivide tutto quello che aveva vissuto col Maestro: il lago, la barca, la prima pesca, risentì tutte le parole del Signore e le sue a Lui: “ prendi il largo”; “ Ma sulla tua parola…” ; “ allontanati da me che sono un peccatore!”; “ D’ora in poi sarai pescatore di uomini”; “ ti chiamerai Cefa”; “Comanda che io venga da te sulle acque”; “ Signore, salvami!” ; “ Tu sei il Cristo il figlio del Dio vivente”; “ beato te Simone…”; ”lungi da me Satana!”; “ E’ bello per noi stare qui”; “ per me e per te”; “quante volte dovrò perdonare?” ; “ “Signore, da chi andremo?”; “ non mi laverai mai i piedi!”; “ darò la mia vita per te”; “ restate qui e vegliate con me”; “ Simone, dormi?”; “ rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?”; “ non canterà il gallo, prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte!”…..


(da Simone chiamato Pietro, P.Mauro Giuseppe Lepori, pag 100-102)
“Pietro si sentì perduto.
Tremava e guardava ciascuno di coloro che venivano a scrutarlo da vicino puntando le loro dita accusatrici contro di lui.
Disperato urlò e giurò: “ Non sono dei suoi! Non sono quello che dite! Non conosco quell’uomo!”

MEDITAZIONE

MEDITAZIONE
Cari fratelli e sorelle, siamo venuti a cantare insieme un "inno di speranza". Vogliamo dire a noi stessi che tutto non è perduto nei momenti di difficoltà. Quando le cattive notizie si susseguono, siamo oppressi dall’ansia. Quando la disgrazia ci colpisce più da vicino, ci scoraggiamo. Quando una calamità fa di noi le sue vittime, la fiducia in noi stessi è del tutto scossa e la nostra fede è
messa alla prova. Ma non tutto è ancora perduto. Come Giobbe, siamo alla ricerca di senso.(1)

TERREMOTO:CHE SENSO HA?

....in Irpinia del 1980, Giovanni Paolo II si è recato personalmente sul posto. Anche lui attonito di fronte alla tragedia: «Ecco i sentimenti, le espressioni che mi vengono dal cuore. Come vedete, vengono con difficoltà, perché la commozione è maggiore della possibilità di parlare e di formulare bene le idee». Ma anche lui carico di speranza: «Io vengo, carissimi fratelli e sorelle, per dirvi che siamo vicino a voi per darvi un segno di quella speranza, che per l’uomo deve essere l’altro uomo. Per l’uomo sofferente, l’uomo sano; per un ferito, un medico, un assistente, un infermiere; per un cristiano, un sacerdote. Così un uomo per un altro uomo. E quando soffrono tanti uomini ci vogliono tanti uomini, molti uomini, per essere accanto a quelli che soffrono. Non posso portarvi niente più di questa presenza; ma con questa presenza si esprime tutto». Con essa, infatti, «si realizza la presenza di Cristo.....



Pigi Colognesi martedì 7 aprile 2009
«Oh! Noi non vogliamo dire di più davanti ai lutti e alle rovine dalle dimensioni tragiche, che sembrano superare ogni misura e rifiutare ogni conforto. Vogliamo comprendere e raccogliere in silenzio riverente il grido ineffabile di questa acerbissima pena. Ma una parola non possiamo tacere per i cuori forti, per gli animi buoni: niente disperazione! Niente cecità del fato!

DA UOMO E GIORNALISTA LA MIA SPERANZA TRA LE MACERIE

.....Invece il dramma qui è di ciascuno, la solidarietà verso tutti. L’emozione è forte quando vedo nel buio della notte un padre scavare a mani nude tra le macerie. Urla “Benedetta”, il nome di sua figlia, un’invocazione. Benedetta è persa tra le macerie e ripenso ai miei figli e lì capisco che proprio miei non sono fino in fondo: c’è un destino, a volte amaro per ciascuno di noi. Mi emoziono e sento il bisogno di pregare per i miei, per le persone a cui voglio bene. Al diavolo il mestiere del giornalista, ma bisogna ricominciare a raccogliere notizie quasi cinicamente, perché alla fine bisogna scrivere i numeri, le statistiche.....


Da il sussidiario (Fabio Capolla, Giornalista de Il Tempo)
Fu un boato lungo che pareva interminabile. Ti svegli all’improvviso alle 3:30 di notte, anche mia figlia che alla mattina quando deve andare a scuola aspetta l’ultimo secondo per alzarsi. Attimi di paura e la mia mente è subito corsa all’Aquila dove lavoro, dove dal dicembre scorso si convive con continue scosse di terremoto più o meno forti, che lasciavano presagire la botta forte. Tanto è stato; tempo di infilarmi una maglia ed ero in autostrada per correre al lavoro

giovedì 9 aprile 2009

COMUNIONE E LIBERAZIONE PER L’EMERGENZA TERREMOTO IN ABRUZZO

Abbiamo ritenuto di promuovere nell’ambito del Movimento una raccolta straordinaria di fondi per sovvenire, nella misura del possibile, alle tante necessità – che hanno colpito anche molti nostri amici – conseguenti al sisma del 6 aprile.

Alle più immediate urgenze provvederemo con il Fondo Comune della Fraternità.

Quanto raccoglierete andrà versato esclusivamente su:
c/c bancario intestato a: Fraternità di C.L. – Emergenza Terremoto
IBAN: IT 48 Z0351201614000000008561
presso il Credito Artigiano SpA Sede di Milano Stelline

(per versamenti dall’estero: BIC SWIFT ARTIITM2)

GIANANDREA HA LASCIATO UN COMMENTO

Ti ringrazio del post. Ho avuto modo, essendo concittadino e coetaneo dei genitori di Tommi di conoscerli e frequentarli per diverso tempo. Posso garantire che vederti venire incontro sorridente Tommaso quando arrivavi a casa loro era una grande gioia e una commovente bellezza, così come era educativo vedere l'attenzione che i fratelli (sia quelli più grandi che quelli più piccoli) avevano per lui. L'uso del tempo passato è dovuto solo al fatto che, per vari motivi ho cambiato città e quindi ho perso la possibilità di frequentare con assiduità la loro casa.
Grazie GIANANDREA
domenica siamo stati da loro con un po' di amici e abbiamo trascorso una giornata in letizia.

ABRUZZO VISITATO DAL MISTERO NEI GIORNI DELLA CROCE IL CRISTIANO FA DOMANDE IN FACCIA A DIO

Il dolore tende a far calare le tenebre sullo sguardo e siamo portati a vedere solo la nostra pena. È naturale, è umano che sia così. E a veder le case, quelle costruite magari con pena e sudore di anni chiudersi addosso agli abitanti, ai ragazzi, ai piccoli traditi nel sonno lo sguardo si appanna.
Viene quasi da pensare che se si abitava ancora in capanne, meno agi meno morte... Ma sono pensieri inutili. Vani.


Può non essere uno scandalo solo fissando la croce e i segni del bene. Può essere ragionevole e umano, tra le macerie, affidarsi a un Dio buono.
Dall’Abruzzo visitato dal Mistero, terra ferita e splendida, dove dimorano le ossa dell’apostolo Tommaso e i segni di tanti miracoli, può venire a tutti noi, così vacui e distratti troppe volte, un richiamo potente. Ed estremo. A essere uomini.


DAVIDE RONDONI
Avvenire, 7 aprile 2009

Quando accade un terremoto il Mistero prende posto tra gli uomini. O meglio, rivela d’essere tra gli uomini. Perché il Mistero, se avessimo gli occhi e il cuore aperti, lo vedremmo tra noi anche in ogni nascita di bambino o di foglia, in ogni evento minimo che procura gioia o stupore. Ma quando il petto ci viene così scosso allora siamo tutti disposti a riconoscere la sua presenza. Siamo tutti richiamati. E in questi casi alziamo gli occhi per vedere se questo Mistero che ci tiene in mano ha gli occhi o è cieco. Se ha le orbite vuote, piene di buio, o se ha un volto buono. Se fa le cose a caso.
O se ci guarda con predilezione. Nel dolore è più difficile guardare. Lo sappiamo, è più difficile.

martedì 7 aprile 2009

TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL SANTO PADRE PER LE VITTIME DEL TERREMOTO A L’AQUILA E IN ABRUZZO

Pubblichiamo di seguito il telegramma di cordoglio per le vittime del terremoto che ha colpito alle prime ore di questa mattina la città de L’ Aquila e l’Abruzzo, inviato dal Santo Padre Benedetto XVI all’Arcivescovo de L’Aquila, S.E. Mons. Giuseppe Molinari, tramite il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone:

TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE

ECC.MO MONSIGNOR GIUSEPPE MOLINARI
ARCIVESCOVO DE L’AQUILA

DRAMMATICA NOTIZIA VIOLENTO TERREMOTO CHE HA SCOSSO TERRITORIO CODESTA ARCIDIOCESI HA RIEMPITO DI COSTERNAZIONE ANIMO SOMMO PONTEFICE IL QUALE INCARICA VOSTRA ECCELLENZA TRASMETTERE ESPRESSIONE SUA VIVA PARTECIPAZIONE AT DOLORE CARE POPOLAZIONI COLPITE DA TRAGICO EVENTO (.) NELL’ASSICURARE FERVIDE PREGHIERE PER VITTIME IN PARTICOLARE PER BAMBINI SUA SANTITA’ INVOCA DAL SIGNORE CONFORTO PER LORO FAMILIARI ET MENTRE RIVOLGE AFFETTUOSA PAROLA DI INCORAGGIAMENTO AT SUPERSTITI ET QUANTI IN VARIO MODO SI PRODIGANO NELLE OPERAZIONI DI SOCCORSO INVIA A TUTTI SPECIALE BENEDIZIONE APOSTOLICA
CARDINALE TARCISIO BERTONE
SEGRETARIO DI STATO DI SUA SANTITÀ


lunedì 6 aprile 2009

TOMMI

Il Resto del Carlino del 28-02-2009

Il prossimo anno scolastico, non avrebbe avuto l'insegnante di sostegno
...

BIBBIANO. Il prossimo anno scolastico, non avrebbe avuto l'insegnante di sostegno, ma una gara di solidarietà tra compagni di scuola, genitori, insegnanti potranno garantire la presenza di un insegnante. Questa toccante vicenda accade a Bibbiano. Dice Donatella, la madre del bimbo: "Ringrazio il Signore per avermi fatto questo dono. Tempo fa mi sentivo in imbarazzo quando andavo a chiedere aiuto, ma da quando ho superato questo ostacolo ho capito che Tommi era troppo importante per gli altri". E' proprio un cambiamento e un percorso di crescita "nuovo" quello che si è verificato in questi anni nel cuore dei 17 bambini che dalla prima elementare sono in classe con Tommi all'Istituto "Maria Ausiliatrice" di Bibbiano; i bimbi, ormai arrivati alla quinta, lo hanno accolto e accompagnato dal primissimo giorno di scuola, con una sensibilità e un'attenzione a detta di tutti provvidenziale. Quest'anno però, si è davvero raggiunto il massimo nella collaborazione tra le famiglie della classe per il bene di questo bimbo. Si prospettava per Tommi una difficoltà nel poter passare alla scuola media dell'istituto "Maria Ausiliatrice" in quanto non è previsto, per le scuole medie paritarie, che lo Stato fornisca i fondi per le insegnanti di sostegno, se non per 3 ore alla settimana. E' fondamentale che Tommi possa rimanere nella scuola di Don Bosco per continuare a vivere insieme ai suoi compagni, in un ambiente dove "ragione, religione e amorevolezza" hanno saputo creare per lui un terreno di crescita vitale. Così la scuola ha elaborato un progetto per ottenere finanziamenti, rivolto in particolare al comune di Bibbiano. L'ufficio scuola, ha manifestato la propria disponibilità; il resto dei fondi, e qui sta il vero lieto fine, la stanno raccogliendo la mamma e il papà, i genitori dei compagni di classe, attraverso iniziative o donazioni che verranno utilizzate per pagare l'insegnante di sostegno alla scuola media. La volontà dei compagni è stata contagiosa anche per le loro famiglie: si sono inventati di tutto per Tommi, fino ad arrivare a due giornate di lavoro frenetico per produrre ben 50 chili di cappelletti per racimolare qualche soldo in più. Chi volesse contribuire a questa raccolta fondi si può rivolgere di persona direttamente all'economa dell'Istituto "Maria Ausiliatrice" di Bibbiano o telefonando al numero 0522.88 11 63.

di Nina Reverberi

domenica 5 aprile 2009

AUGURI NONNA DA CINCINNATI

ciao nonna noi soffiamo sulle candeline con te da qui!

grazie tesori vi mando un bacione speriamo di poterci vedere prima o poi.

sabato 4 aprile 2009

COMMENTO

"Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi" La Chiesa soffre ancora persecuzioni, è la storia della Chiesa, dei Santi...Vieni a vedere il mio blog, mi farebbe piacere!Buona settimana santa!incontro alla luce

GIOVANNI


Giovanni e' a casa e' stato operato e per ora sta bene.
Dovra' passare un po' di tempo prima di sapere se l'intervento ha avuto su di lui un buon esito.
Chiedo ai miei lettori di ricordarlo sempre nelle preghiere.

INSTILLO' IL GUSTO DELLA FELICITA' A UNA GENERAZIONE DI GIOVANI

..... «Ogni persona umana è inevitabilmente limitata: anche nel matrimonio più riuscito, non si può non mettere in conto una certa misura di delusione». Insomma, «Solo Gesù […] è in grado di soddisfare le aspirazioni più profonde del cuore umano». Ebbene, già nell’Eucaristia e nella vita di fede abbiamo l’anticipo parziale di quella comunione totale che è rimandata alla vita eterna. E Cristo «ama ciascuno di noi in maniera personale ed unica nella vita concreta di ogni giorno: nella famiglia, tra gli amici, nello studio e nel lavoro, nel riposo e nello svago.....


Quattro anni dalla morte del papa che ci fu padre
di Giacomo Samek Lodovici
Tratto da Avvenire del 2 aprile 2009

PRESIDENTE FINI E' PROPRIO SICURO?

Da "IL FOGLIO" di venerdì 3 aprile 2009

Presidente Fini, e proprio sicuro? Salute della donna e salvaguardia dell`embrione non si possono separare in attesa di conoscerne pienamente le motivazioni, la sentenza della Corte costituzionale che elimina il limite massimo di tre embrioni da produrre per ogni ciclo di fecondazione artificiale non appare affatto l`arma definitiva di demolizione della legge 40, sebbene il vulnus sia consistente. La decisione della Consulta (ieri elogiata anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha detto che "la sentenza rende giustizia alle donne italiane") apre la possibilità di importanti divergenze interpretative, rese più complicate dalla tenuta di alcuni aspetti della legge.

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

....la nostra decisa volontà di seguire Cristo, certi che Egli è la nostra salvezza. Questo, in fondo, è il messaggio che ci ripete questa sera il caro Papa Giovanni Paolo II. Mentre affidiamo la sua anima eletta alla materna intercessione della Vergine Maria che ha sempre amato teneramente, speriamo vivamente che dal Cielo non cessi di accompagnarci e di intercedere per noi. Aiuti ciascuno di noi a vivere, come lui ha fatto, ripetendo giorno dopo giorno a Dio, per mezzo di Maria con piena fiducia: Totus tuus. Amen!....


Basilica Vaticana
Giovedì, 2 aprile 2009
Cari fratelli e sorelle!

Quattro anni or sono, proprio in questo giorno, l’amato mio Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, concludeva il suo pellegrinaggio terreno, dopo un non breve periodo di grande sofferenza. Celebriamo la Santa Eucaristia in suffragio della sua anima, mentre ringraziamo il Signore di averlo dato alla Chiesa, per tanti anni, come zelante e generoso Pastore.

venerdì 3 aprile 2009

IN CINA E' PERSECUZIONE

In Cina è persecuzione. Incontro in Vaticano

di Bernardo Cervellera
“Dolore” del Vaticano per l’arresto di mons. Jia Zhiguo.

di Bernardo Cervellera

Pubblicato il comunicato sui lavori svolti dalla Commissione vaticana per la Chiesa in Cina. Per la prima volta dopo anni si citano nomi e situazioni di persecuzione. Si sono affrontati i problemi legati alla formazione di sacerdoti, seminaristi, personale religioso in Cina, per aiutarli ad essere “discepoli di Cristo” ed “esemplari cittadini”. Una spinta verso la missione.

"IL PROTAGONISTA DELLA STORIA NASCITA E NATURA DEL CRISTIANESIMO "

“Origini storiche del cristianesimo”, presso la facoltà di Storia dell’Università Complutense di Madrid. Una monografia, dunque, scritta per credenti ma anche per atei o agnostici, che con rigore e metodo prende in rassegna le principali fonti storiche e le esamina “alla luce della ragione scientifica”.



di José Miguel García
464 pp. BUR, euro 11
"Gli uomini raramente imparano ciò che credono già di sapere”, affermava la scrittrice inglese Barbara Ward. E uno dei temi su cui la stragrande maggioranza delle persone crede già di sapere è chi sia veramente Gesù Cristo, e in cosa consista il cristianesimo.

GIOVANNI PAOLO II QUEL TESTIMONE CHE HA SAPUTO PARLARE AD OGNI UOMO

www.ilsussidiario.net
Mons. Massimo Camisasca
giovedì 2 aprile 2009

Sono passati soltanto quattro anni dalla scomparsa di Giovanni Paolo II. Eppure è già possibile una impressione più distaccata, consapevole, del peso che il suo lungo pontificato ha avuto nella storia della Chiesa. Un pontificato che, per estensione, ha coperto un numero di anni secondo soltanto a quello di Pio IX.
Iniziato negli anni del terrorismo italiano, è terminato dopo la fine della guerra fredda, nell’epoca delle guerre americane contro il terrorismo internazionale. Un lunghissimo periodo anche per la storia della Chiesa: ancora segnata dalle profonde difficoltà del post-Concilio, è stata percorsa in lungo e il largo da Giovanni Paolo II attraverso le sue centinaia e centinaia di viaggi, per portare ad ogni continente, ad ogni popolo, la certezza di una fede che sembrava smarrita, coniugata con la difesa dei diritti degli uomini e dei popoli.

IL DESTINO DI ESSERE PRETI QUEI VOLTI LASCIANO TRASPARIRE UN ALTRO VOLTO

....Non sapienza o raffinata dottrina e nemmeno solo opere di carità, o umana compagnia: ciò che davvero gli uomini, anche oggi, cercano in un prete, è Dio.
Monito forte, e radicalmente esigente. Ma quasi, si direbbe, angolato nella prospettiva dei fedeli, immedesimato nell’animo di chi entra, o vorrebbe entrare, in una chiesa, o si inginocchia in un confessionale: ricordatevi, dice il Papa, che in voi cercano Dio – nulla di meno. Non a caso quest’anno sacerdotale nasce nella memoria del curato d’Ars, uno che nella cura dei fedeli si sfiniva: dieci, quindici ore al giorno in confessionale, conscio che la sua gente domandava a lui, povero prete cresciuto in campagna, il segno di un’altra misericordia.....


MARINA CORRADI
Avvenire, 17 marzo 2009

«Dio è la sola ricchezza che, in definitiva, gli uomini desiderano trovare in un sacerdote».
Nelle parole con cui il Papa ha annunciato alla Congregazione per il Clero l’ «anno sacerdotale» che inizierà a giugno, c’è questo passaggio perentorio.
Quasi un «memento» ai suoi, con l’autorevolezza del successore di Pietro: Dio, è la sola ricchezza che gli uomini cercano in voi.

AUGURI ANTONIO

AUGURI ANTONIO!
BUON COMPLEANNO
MAMMA BABBO CON GIOVANNI E HABIB

MARTINO HA LASCIATO UN COMMENTO"FINALMENTE UN PARTITO LIBERO DA QUEL RICATTO EUROP...":

Ho notato da tempo che questo blog sta imboccando una strada che lo porta ad assumere posizione sempre più estremiste, rifuggendo al dialogo per limitarsi ad arroccarsi sulle proprie opinioni. Noto anche che la "moderazione dei commenti" viene usata in modo strumentale, cassando ogni commento che non sia perfettamente ortodosso con le tesi degli articoli. Non è così che un blog dovrebbe comportarsi, pertanto vi invito ad essere più pluralisti e meno dogmatici nell'atteggiamento con la realtà che vi circonda: ne benificerebbero tutti, voi per primi.

Carissimo Martino
i commenti non vengono mai censurati.
Metto in risalto alcuni commenti.
I tuoi sono sempre stati pubblicati e messi in risalto e sempre accompagnati da una risposta.
Il blog e' un diario personale e reso pubblico.
Quando leggo il giornale mi soffermo su alcuni articoli non li leggo tutti.
Alcuni articoli mi aiutano nella mia quotidianita' quindi li pubblico.
Non capisco perche' un blog non debba essere di parte.
Il mio e' di parte lo dice anche il nome "Alza lo sguardo"


giovedì 2 aprile 2009

AUGURI FRANCA

Auguri buon compleanno.
Ti siamo tutti vicini nel giorno del tuo compleanno

Tiziana

FINALMENTE UN PARTITO LIBERO DA QUEL RICATTO EUROPEO CHE CONDANNA I CATTOLICI DEL PD(E FINI) A VOTARE LAICISTA

.....Questo tuttavia non basterà a convincere la Caritas e Famiglia Cristiana che la maggioranza guidata da Silvio Berlusconi sostiene la posizione della Chiesa in Italia e anche fuori d’Italia, cosa che dimostra come la linea di governo della Santa Sede, che più volte si è dissociata dalle critiche all’esecutivo, non faccia il pieno ai livelli alti del mondo cattolico italiano.
L’Italia rappresenta così un’eccezione nel concerto europeo, dove invece il laicismo è prevalente e la Chiesa è emarginata. In nessun altro paese, infatti, la gerarchia cattolica può conseguire i suoi obiettivi come accade in Italia....


L’approvazione della legge sul fine vita auspicata dai vescovi indica da parte della maggioranza del Pdl la scelta politica di riconoscere il ruolo che la Chiesa svolge nella società

di Gianni Baget Bozzo
La maggioranza berlusconiana si è comportata come nessuna maggioranza democristiana si era comportata: nella battaglia della legge sul fine vita ha preferito appoggiare la posizione sostenuta dalla Chiesa cattolica e non quella avanzata dalla cultura laica.
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha avuto partita vinta. E questo è avvenuto a opera di una maggioranza non confessionale e composta in gran parte di uomini che non sono passati per le parrocchie, le sacrestie e i movimenti. Indica la scelta politica di riconoscere il ruolo che la Chiesa svolge nella società italiana.

USATE L'INTELLIGENZA

....Confermo. Ho subito ritenuto e anche detto in alcune sedi che questa lettera passerà alla storia come la cifra di un Papa e di un papato. Di un Papa che non ha niente da nascondere di proprio e quindi non ha paura di presentarsi ai suoi confratelli nell’episcopato, alla Chiesa e al mondo intero con una straordinaria, grandiosa umiltà. In questo quadro di estrema trasparenza e umiltà disarmante il Santo Padre ha dato la corretta interpretazione del suo Pontificato e del servizio petrino.......



«Certi ambienti laicisti sono spiazzati da un capo della Chiesa che parla della fede secondo ragione. Per questo lo aggrediscono». Intervista esclusiva ad Angelo Bagnasco

di Luigi Amicone

Se per una volta trovassero la strada della considerazione spassionata di ciò che ascoltano, se non proiettassero su ciò che ascoltano l’amor proprio e l’interesse dell’approvazione luogocomunista, perfino il Manifesto avrebbe capito tutto.

IL MIRACOLO NELLA QUETE DEI CAMPI

Ars è il più normale dei piccoli paesi del mondo. Eppure ancora oggi ogni anno arrivano qui 400 mila pellegrini. Tutto, nel borgo di san Giovanni Vianney, racconta di uno “straordinario” invisibile, sepolto nelle cose quotidiane


di Marina Corradi
Giovanni Maria Vianney, il curato d’Ars, verrà proclamato quest’anno dal Papa patrono di tutti i sacerdoti. Nato tre anni prima della Rivoluzione, figlio di contadini, comunicato in un granaio da un prete clandestino, il curato d’Ars oggi sembra una sfida: nel parroco di campagna che confessava quindici ore al giorno, il simbolo di un sacerdozio povero e audace.