venerdì 29 ottobre 2010

IO CERCATORE DI FRONTE A QUESTO LIBBRO

....la centralità della questione di Cristo va di pari passo con la centralità della questione dell’uomo. È questo che diventa appassionante, è questo che riesce a parlare non solo alle generazioni di allora, ma io ritengo che riesca a parlare ancora alle generazioni di oggi. Cioè la questione di Cristo non è una questione di qualche buonanima, la questione è dell’uomo, della sua vita, della sua felicità, della sua salvezza, del suo riscatto........


28/10/2010 - Al BergamoIncontra è stato presentato l'ultimo volume delle Equipe di don Giussani. Con un relatore d'eccellenza: monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo. Riportiamo il suo intervento
Intervento di monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, alla presentazione del volume di Luigi Giussani L'io rinasce in un incontro (Bergamo, 1 ottobre 2010)

Grazie della vostra accoglienza, un’accoglienza che è stata connotata dall’applauso che mi avete dedicato, che mi ha comunque un po’ imbarazzato, nel senso che l’applauso iniziale è molto gentile, ma l’applauso finale come sarà?

mercoledì 27 ottobre 2010

LUIGI E BRUNELLA SCRIVONO

Cara Tiziana ti volevamo ringraziare per lo spazio che hai dedicato alla nostra famiglia e alla festa. Siamo contenti che siate stati bene. Come sta Giovanni adesso?

Giovanni sta abbastanza bene.
Ci hanno telefonato dal filo d'oro e ci hanno dato l'appuntamento per la settimana dall'8 al 13 novembre.
Penso che Osimo non sia molto lontano da voi magari ci possiamo vedere se non riusciamo in settimana quando ci dimettono veniamo a trovarvi.
Habib ha cominciato a stare nella nuova famiglia ti racconteremo i particolari a voce.
I servizi sono veramente una catastrofe e riescono a creare i problemi anche quando ci potrebbero non essere.
Questa sera comunque dopo un po' di fatica1!!!!!!l'abbiamo sentito per telefono (appuntamento telefonico su telefono dedicato!!!!!!!)
Appuntamento ore 19 siamo riusciti a contattarli dopo le venti(abbondanti)L'ho sentito bene anche se raffreddato,e imboccato nelle risposte.
Importante comunque e' che lui possa stare bene e sia voluto bene.
Noi adulti vaccinati possiamo essere trattati a pesci in faccia ma per figli e nipoti questo ed altro (solo le mamme possono comprendere!!!!)Nonostante le assistenti sociali o meglio grazie alla loro goffaggine stiamo recuperando un migliore rapporto con Simona.
Il limite spesso aiuta anche se ti fa venire un po' di mal di fegato!!!!ah !ah! ah!visto che carina si e' fatta?


Festa di Giovanni

MOMENTI DI FESTE CONDIVISE MESE OTTOBRE

Una bellissima festa !una cena che dalle nostre parti ce la possiamo scordare,un clima familiare amichevole gioioso,canti ,musica,balli.

E' stata per noi una grande gioia poter condividere con loro questa festa.

Giovanni si e' trovato non bene benissimo e come tutti ha tirato le tre di notte gioiendo con tutti loro

Brunella e Luigi festeggiano a Monte San Giusto il loro 25 anno di matrimonio

I genitori di Brunella felici per la figlia festeggiano


Anche la figlia Giulia,la primogenita festeggia con il fidanzato Massimo


La figlia Barbara festeggia con il fidanzato Marco


La piccola Silvia per una sera lascia che i protagonisti siano mamma e papa'

REGOLE, HA RAGIONE BENEDETTO XVI IL MULTICULTURALISMO HA FALLITO




VENEZIA - «Come sempre le parole del Papa sono parole sagge e lungimiranti. Chi decide di vivere sul nostro territorio deve anche conoscerne le leggi, i valori, la cultura, la lingua, la fede e rispettarli». Lo rileva il presidente del Veneto Luca Zaia dopo il messaggio di Benedetto XVI sul tema «Una sola famiglia umana», per la 97esima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata domenica 16 gennaio 2011. «Nascondere o mettere da parte la propria identità e la propria storia - come qualcuno vorrebbe - per dialogare con le comunità di immigrati nel nostro Paese - ha aggiunto Zaia - servirebbe soltanto ad alimentare le ingiustizie e ad allontanare ogni possibilità di confronto».

martedì 26 ottobre 2010

BENEDETTO XVI, ANGELUS: IL COMPITO MISSIONARIO È TRASFIGURARE IL MONDO

“.....Il compito missionario – ha chiarito il Pontefice - non è rivoluzionare il mondo, ma trasfigurarlo, attingendo la forza da Gesù Cristo”. Anche i cristiani di oggi, come è scritto nella lettera A Diogneto, ha continuato “mostrano come sia meravigliosa e … straordinaria la loro vita associata. Trascorrono l’esistenza sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma con il loro modo di vivere oltrepassano le leggi … Sono condannati a morte, e da essa traggono vita......

25/10/2010 - 09:15 -

Due eventi, che hanno caratterizzato la domenica di ieri, ha voluto ricordare Benedetto XVI, ieri mattina, prima di guidare la recita dell’Angelus da piazza San Pietro: la conclusione del Sinodo dei Vescovi del Medio Oriente e la Giornata missionaria mondiale. I temi di entrambi, richiamando l’importanza della comunione, “invitano a guardare alla Chiesa come mistero di comunione che, per sua natura, è destinato a tutto l’uomo e a tutti gli uomini”,

UN VESCOVO ATTACCA L'ISLAM:VINCE CON LA VIOLENZA

Per il libanese Beylouni «il Corano ordina di imporre la religione con la spada e dà il diritto di uccidere i cristiani» L’«Osservatore Romano» purga i passaggi più accesi del documento. Musulmani divisi: c’è anche chi concorda
di Andrea Tornielli
Tratto da Il Giornale del 24 ottobre 2010
«Il Corano ordina di imporre la religione con la spada e dà al musulmano il diritto di uccidere i cristiani con la guerra santa». A scrivere queste parole è monsignor Raboula Antoine Beylouni, vescovo di Curia di Antiochia dei Siri, in Libano, nell’intervento consegnato al Sinodo sul Medio Oriente ormai alle ultime battute in Vaticano. Parole dure, quelle del vescovo libanese, che devono aver creato qualche imbarazzo Oltretevere, dato che l’intervento è stato prima pubblicato integralmente sul Bollettino del Sinodo diffuso ieri mattina dalla Sala Stampa vaticana, ma la sintesi messa poi in pagina da L’Osservatore Romano è risultata purgata proprio dei passaggi più accesi. Parole, e anche questo è significativo, che hanno provocato da parte islamica sia reazioni negative dell’Ucoii e dell’università Al Azhar del Cairo, sia la comprensione del movimento dei musulmani moderati.


IL DEMONIO OGGI SI CHIAMA IDEOLOGIA

....«Come sono possibili simili incongruità? Nel nostro così civilizzato e mediatizzato ventunesimo secolo?». Il ritorno tossico, cupido, stupido o guerriero di un Mefisto dai mille volti ottunde chi voglia ignorare che il caro scomparso non ha mai smesso di starci alle calcagna.......


André Glucksmann e la sfida al male contemporaneo • Per il filosofo francese abbiamo archiviato troppo presto la categoria del diabolico. Invece resistere al Maligno costituisce ancora la sfida più profonda della condizione umana
di André Glucksmann
Tratto da Avvenire del 24 ottobre 2010

SUOR MARCELLA SCRIVE

....Si segnalano casi di morte in 24 ore quindi sembra essere una cosa incontenibile, quasi già sfuggita al controllo prima ancora di essere scoperta….. ci hanno messo troppi giorni a confermarla!!!......


vi mando una lettera di suor Marcella che da anni lavora ad Haiti.
La situazione laggiù sta diventando un inferno per via del colera. A nove mesi dal terremoto, quando tutti si stavano dimenticando, Haiti continua a far parlare di sè nonostante il silenzio dei telegiornali.
Vi chiedo una preghiera per quel popolo e per tutti quelli, come l'amica suor Marcella, sono ancora laggiù ad aiutare.
Un abbraccio,
padre Mauro

Carissimi amici, le notizie che leggete e sentite sono purtroppo vere.
Ad Haiti è scoppiato il colera. Si era temuto nei mesi passati ed è arrivato ora quando tanti stavano abbassando la guardia dentro la ripresa di una “normalità” di situazione di un popolo che ha ricominciato a vivere nel nuovo quadro post terremoto: tende, baracche, macerie ovunque….
ed invece eccoci davanti ad una nuova emergenza; forse

sabato 23 ottobre 2010

SCUOLA DI COMUNITA DI CARRON

......amo di non perdere il nocciolo della questione. Guardate che non ha raccontato un fatto
eclatante… Che cosa ha determinato questo cambiamento?
Il fatto di poter guardare la circostanza come amica.
Punto. Capite? Punto! Che qualcuno mi apra alla possibilità di guardare la realtà non secondo la miamisura, e questo può essere un punto di maturità per te; è un’ipotesi che uno prende quando è alle
strette perché uno è più bisognoso, e quindi meno presuntuoso. Questo introduce uno spalancare laragione in modo tale che io posso incominciare a percepire la realtà, anche quella in cui sono
bloccato, come un’occasione per la mia vita. Guardate che non occorrono cose assolutamenteeccezionali, come tante volte ci aspettiamo che succeda non so che cosa: basta semplicemente che
noi siamo leali con questo uso vero della ragione come categoria della possibilità che introduce unAltro, e questo ha un effetto immediato: scompare la paura, la realtà diventa amica e tutto
incomincia ad acquistare un altro volto. Occorre semplicemente essere aperti, anche minimamente,a questo. E sono stupito, perché ogni volta me ne date più testimonianza....
Appunti dalla Scuola di comunità con Julián Carrón Milano, 20 ottobre 2010 Pubblicato ilottobre 22, 2010 dalugopress



Testi di riferimento: «Vivere è la memoria di Me», Assemblea Internazionale Responsabili di

Comunione e Liberazione (La Thuile 2010), suppl. Tracce-Litterae Communionis, n. 8 (2010);

«…un dì si chiese chi era…», Giornata d’inizio anno degli adulti e degli studenti universitari di Cl
(Rho 2010), Tracce-Litterae Communionis, n. 9 (2010).
• Canto “Zachée”
• Canto “Al mattino”

venerdì 22 ottobre 2010

Presentazione della mostra e dell'Associazione EuresisRelatori: Davide Prosperi Elio Sindoni Paolo Tortora

24/08/1998 - "Pronti, partenza,... vita!"
Presentazione della mostra e dell'Associazione Euresis
Lunedì 24 agosto 1998, ore 18.30, Sala 3
Relatori: Davide Prosperi, Vice Presidente dell'Associazione Euresis;
Elio Sindoni, Ordinario di Fisica Generale presso l'Università degli Studi di Milano;
Paolo Tortora, Docente di Enzimologia e Chimica Biologica presso l'Università degli Studi di Milano


Davide Prosperi: Vorrei raccontare brevemente l'esperienza da cui nasce l'associazione Euresis.
Euresis raccoglie persone che lavorano nell'ambiente scientifico, di qualunque genere: dalla ricerca al lavoro tecnico. Il motivo per cui ci siamo trovati insieme è perché ci siamo resi conto che nell'ambiente culturale moderno, soprattutto scientifico, è sempre più evidente che sono presenti tendenze e giudizi di ogni tipo. Chiunque può dire qualunque cosa. Per questo noi, che veniamo da una esperienza ben precisa, l'esperienza cristiana, volevamo esprimere un nostro giudizio sulla realtà, in tutti i suoi ambiti, secondo il lavoro e l'impegno che ognuno di noi ha. Ci siamo ritrovati e abbiamo messo in piedi questa associazione che ha diverse attività; in particolare io, che sono legato all'ambiente della ricerca, partecipo a una serie di incontri di carattere scientifico, in cui si discute della nostra esperienza nel lavoro che facciamo, mettendo a tema la ricerca e soprattutto lo scopo e il senso di quello che si ricerca. Euresis significa ritrovamento: non tanto quindi l'idea del cercare, quanto una ricerca finalizzata allo scopo per cui si cerca.
Questa stessa mostra nasce dall'esperienza di Euresis.

Elio Sindoni: Dietro ad ogni pannello di questa mostra c'è un enorme lavoro; ogni pannello infatti ha richiesto un profondo studio, una profonda preparazione da parte di chi lo ha realizzato, ed infatti gli studenti che hanno preparato la mostra hanno lavorato otto mesi. I coordinatori hanno solo dato qualche idea, il lavoro lo hanno fatto gli studenti.
La mostra parte da quella che è la teoria attualmente più accreditata per l'origine dell'universo: quella dell'universo evolutivo, ovvero di un atto iniziale che ha dato origine allo spazio e al tempo. Si può così rispondere subito alle domanda che tutti fanno: cosa c'era prima, cosa c'era fuori? Prima non c'era niente perché non c'era il tempo, fuori non c'era niente perché non c'era lo spazio. Tutto è iniziato da una minuscola quantità di materia che dopo pochi, 10 alla meno 32 secondi dall'inizio - 32 zeri -, era grande come un pompelmo, e che adesso ha una dimensione di circa 18 miliardi di anni luce. Un anno luce corrisponde a 9600 miliardi di chilometri circa. Questa storia è iniziata 18 miliardi di anni fa, secondo questa teoria.
A vari istanti di tempo dopo l'inizio sono comparse le prime particelle - prima era tutta energia -, man mano che l'universo si raffreddava. Perché si raffreddava? Perché c'è stata questa esplosione, e a poco a poco la temperatura è diminuita. Quando la temperatura è arrivata intorno a 10 alla 10 gradi, quindi 10 miliardi di gradi, si sono formati i primi nuclei, i protoni e i neutroni. A questo punto la materia era carica, era materia formata da particelle, non da atomi neutri. Ad un certo punto si sono formati i primi atomi: deuterio, idrogeno e così via. Più del 70% dell'idrogeno che abbiamo attualmente nell'universo si è formato in questi primi istanti. Ed è successo un fatto incredibile: siccome si sono formati gli atomi, la luce che prima non riusciva ad uscire perché era praticamente imprigionata dalle particelle cariche, è uscita - fiat lux. A 300.000 anni dall'inizio arrivano le prime informazioni, essendosi separata la luce - le informazioni - dalla materia. A poco a poco poi si sono condensate le galassie, le stelle, è comparso il DNA e alla fine è arrivato l'osservatore intelligente, l'uomo.
È importante capire che tutto questo è stato necessario perché comparisse l'uomo: non è che ad un certo punto è successo che è comparso l'uomo, c'è stata invece una evoluzione necessaria di circa 18 miliardi di anni, che ha portato ad un certo punto alla comparsa di un essere intelligente, autocosciente, in grado di chiedersi dei perché. Quello che abbiamo cercato di far vedere nella mostra è proprio l'idea dell'evoluzione dell'universo, partendo dal primo pannello che rappresenta l'età dell'universo compressa in un anno. Abbiamo compresso 18 miliardi di anni in un anno; abbiamo posto il Big Bang il 1 gennaio e adesso è il 31 dicembre. Se il Big-Bang è il 1 gennaio, i primi ominidi sono comparsi alle 10 di sera del 31 dicembre. Gesù è nato alle 11,59,56 secondi, e l'uomo ha cominciato la conquista dello spazio 4 centesimi prima di mezzanotte. Quindi, noi siamo alla fine di un lungo processo evolutivo.
Per quanto riguarda l'età dell'universo - a volte si sente che è 15 e a volte 18 milioni di anni -, essa dipende dai nostri mezzi di osservazione, perché l'informazione, la luce, viaggia ad una velocità finita, 300.000 chilometri al secondo, e quindi noi riceviamo i segnali che sono partiti miliardi di anni fa. Così, gli oggetti più lontani che si siano mai osservati, che appaiono come puntini e che sono distanti anche otto miliardi di anni luce, sono delle galassie, e contengono in media da cento a quattrocento miliardi di stelle.
Un altro problema che emerge dalla mostra è il problema della definizione di vita. Una possibile definizione è "sistema autoregolabile ad alto contenuto informazionale, capace di riproduzione ed evoluzione": questo significa che c'è un progetto. La storia che porta al formarsi della vita parte dai primi atomi di idrogeno ed elio, a circa un milione di anni dall'inizio. Dopo cento milioni di anni questi gas si condensano in atomi, e per gravità si formano le galassie, i pianeti. Nel nucleo delle stelle si sono formati gli elementi più pesanti, per problemi di fusione nucleare, sino al ferro. Tutti i vari elementi si sono formati all'interno delle stelle per fusione nucleare; quando le stelle sono esplose e sono diventate supernove, si sono sparse in tutto l'universo, e hanno così costituito gli elementi che fanno parte della nostra vita. Il carbonio, l'elemento su cui si basa la nostra vita, è stato prodotto dall'urto simultaneo di tre atomi di elio; è un evento simultaneo avvenuto in 10 alla meno dodici secondi, e la probabilità che accada è estremamente bassa. Dopodiché si sono formate le molecole organiche precursori delle molecole - acqua, ammoniaca e così via - e poi tramite reazioni chimiche si sono formate le biomolecole, come gli amminoacidi e gli acidi nucleici. In seguito, si sono formati i procarioti in forma di microflora, che sono i batteri, ed infine tra 25 e 6 miliardi di anni fa si sono formati gli eucarioti, che saremmo noi.
Da tutti i pannelli risulterà, in maniera non plateale ma abbastanza evidente, che noi non siamo qui per caso: l'uomo è il progetto finale di un Architetto che ad un certo punto ha calibrato tutto l'universo. E anche la stella più lontana, la galassia più lontana, è importante ed ha un ruolo per il fatto che noi siamo qui adesso. Non è vero che siamo in un angolino disperso dell'universo e che non contiamo niente: tutto è stato calibrato e programmato perché ad un certo punto dovesse comparire un essere intelligente.

Paolo Tortora:In questo intervento, devo relazionare su un aspetto della storia dell'universo per il quale le ipotesi disponibili presentano molte più incertezze che non l'aspetto astrofisico della storia stessa.
Esistono interrogativi estremamente importanti sui quali vi sono incertezze sostanziali: il problema dell'origine della vita, per quanto riguarda gli eventi accaduti sulla terra, è quanto mai aperto. Per impostare razionalmente questa parte di storia dell'universo, bisogna aver presente da un lato quello che è il punto di partenza e dall'altro il punto di arrivo di questo evento che è lo sviluppo che da composti organici semplici porta ai primi organismi. Le investigazioni svolte in questo ambito si sono dunque occupate di costruire le condizioni della terra primordiale e anche la scala cronologica dei tempi - di cui Sindoni ha parlato - e nel contempo di chiarire qual è il punto di partenza. Questo ultimamente si riconduce alla biologia nella sua interezza, dunque alla comprensione dell'intima essenza di un sistema vivente, anche di quelli apparentemente più semplici.
Quattro miliardi e mezzo di anni fa - è l'età attribuita alla terra ed è l'età in cui si consolidano le prime rocce - abbiamo le prime rocce databili. I primi organismi compaiono presumibilmente un miliardo di anni dopo, o forse in epoca più precoce, come viene attestato dai microfossili trovati su rocce che sono datate. A questo punto compaiono le prime cellule; in mezzo c'è quella che viene definita evoluzione chimica, il processo che dai composti organici semplici porta ai primi viventi.
Come era fatta la terra primitiva ed in particolare quali erano le condizioni chimico-fisiche in quella epoca primordiale? Sicuramente era più calda, come è intuibile, e aveva sicuramente anche un oceano. Aveva una consistenza diversa da quella attuale, anche se su un punto del genere, cruciale per capire come sono andate le cose, esistono a tutt'oggi delle importanti discordanze di visione. C'è chi pensa che l'atmosfera fosse ricca di ammoniaca, metano, idrogeno. I chimici sanno che questo vuol dire atmosfera riducente. Altre ipotesi propongono invece che i gas fossero azoto ed anidride carbonica. Quello che è sicuro è che non c'era ossigeno. Qualsiasi ipotesi o sperimentazione, volta a capire come sono andate le cose, deve tener conto di queste condizioni.
Anche per ciò che riguarda il luogo, l'ambito fisico in cui i primi organismi si possono essere formati, esistono discordanze. C'è una idea molto popolare che non è stata abbandonata pur essendo molto criticata, che è quella degli stagni caldi, piccole raccolte d'acqua collegate all'oceano in cui i composti organici hanno potuto concentrarsi, dare origine ai primi organismi viventi, in qualche modo che non sappiamo. Questa ipotesi è stata criticata e ne sono state proposte altre alternative. La critica fondamentale alla possibilità che la vita si sia sviluppata in raccolte d'acqua è che all'epoca un ambiente del genere era sicuramente molto inospitale; l'impatto con un asteroide, che all'epoca era molto frequente, avrebbe potuto portare ad ebollizione le acque superficiali, sterilizzando tutto quello che stava succedendo. Una ipotesi alternativa è che la vita si sia potuta originare a livello di bocche idrotermali, formazioni vulcaniche presenti lungo la linea di impatto delle zone continentali. Questo potrebbe essere un ambiente ideale, perché è più protetto e perché dispone dei due elementi fondamentali perché la vita possa svilupparsi: i composti chimici semplici e una fonte di energia.
Il punto di arrivo è un organismo semplice, sicuramente unicellulare. Abbiamo testimonianze degli organismi dei fossili, i primi organismi unicellulari. Per poter impostare il problema dell'evoluzione dall'inizio, dalla terra prebiotica, priva di organismi viventi, ai primi organismi, occorre però cogliere l'aspetto fondamentale di un sistema vivente. E un essere vivente è caratterizzato non solo dalla complessità, ma anche dal consistere di molte componenti che cooperano ad uno scopo definito. Questo vale per tutti gli organismi, anche i più elementari. Non si può comprendere come funziona un organismo vivente prendendo un pezzo per volta e in qualche modo analizzandolo, prescindendo da tutto quello che gli sta intorno. È invece una cooperazione di parti, e questo complica enormemente il problema della comprensione e del funzionamento; è un sistema ordinato ad uno scopo, e c'è un progetto contenuto in questo sistema. Questo progetto è contenuto nell'acido deossiribonucleico?
Il DNA, l'acido deossiribonucleico, è fatto di due filamenti in cui esiste una parte costante, una specie di scheletro di sostegno fatto di fosfati, e di uno zucchero, il deossiribosio (da cui il nome di acido deossiribonucleico), e una sequenza di quattro diversi tipi di basi azotate, timina, citosina, guanina, adenina. Il DNA di un organismo, anche il più semplice, come quello dei microorganismi più elementari, consiste di minimo qualche milione di basi. Noi abbiamo qualche miliardo di basi. E questo è un sistema di immagazzinamento delle informazioni, è una sorta di linguaggio a quattro lettere. Sequenze di basi di questo tipo immagazzinano qualsiasi tipo di informazioni. I due filamenti contengono informazioni complementari: dove c'è adenina su un filamento c'è timina sull'altro filamento, dove c'è citosina in un filamento c'è guanina nell'altro filamento. Questo implica che sulla base di sequenza di un filamento si può conoscere la sequenza dell'altro. Questo è il sistema di immagazzinamento delle informazioni.
I pezzi del macchinario che sostengono tutte le possibili funzioni sono molecole, che sono chiamate proteine. Le proteine sono assemblate secondo una modalità che ricorda quella del DNA, ovvero una molecola complessa può essere costruita a partire da pochi costituenti semplici, logica e criterio che d'altro canto valgono anche nei manufatti umani. I pezzi di cui consistono le proteine sono amminoacidi, di cui esistono venti tipi diversi. Sono molecole piccole, che sono fatte su una schema costruttivo comune ma hanno differenze importanti l'una dall'altra; una proteina sostanzialmente consiste dall'assemblaggio lineare di centinaia di amminoacidi, come una specie di filo su cui si infilano le perline di una collana. Le perline sono i singoli amminoacidi. Le proteine sono molecole in linea di principio lineari, ma che poi si raggomitolano e acquisiscono una struttura tridimensionale ben precisa. È possibile svolgere questa struttura che si è raggomitolata su se stessa, come un filo. Dalla sequenza degli aminoacidi dipende la struttura e dalla struttura dipende la funzione. Quindi questo assemblaggio apparentemente caotico risponde ad uno scopo funzionale ben preciso, che è la sua funzione. Tutte le funzioni sono sostenute da proteine.
Gli organismi, dai più semplici ai più complessi, hanno qualche migliaio di proteine. Ognuna di queste proteine sostiene una funzione biologica definita. Le proteine nel loro insieme rappresentano il progetto attuato. L'informazione che codifica per la sintesi per la produzione di una determinata proteina è contenuta nel DNA. Una sequenza definita di tre basi azotate di DNA istruisce per la sintesi di un determinato amminoacido. Il DNA contiene codificata l'istruzione per la produzione di tutte le possibili proteine. Attraverso un processo che si chiama trascrizione, vengono prodotte molecole di RNA, acido ribonucleico, strutturalmente simile al DNA, che trasporta l'informazione del DNA e che a sua volta istruisce la sintesi di proteine. Il processo di sintesi delle proteine viene chiamato anche traduzione, e in questo caso trascrizione, perché l'RNA sostanzialmente è simile al DNA in fatto di basi, ha piccole, ma importanti, differenze chimiche.
Le proteine sono dunque alla base di tutti i processi che portano non solo alla replicazione e quindi alla riproduzione dell'organismo, ma anche a quei processi che portano alla produzione dell'organismo stesso. Questo produce una interdipendenza ineliminabile, inestricabile tra le due classi fondamentali di molecole biologiche, le proteine e il DNA. Dobbiamo quindi assumere che proteine e DNA o acidi nucleici si siano formate ed evolute insieme, contemporaneamente, almeno per una certa parte del processo evolutivo.
Se questi sono il punto di partenza e il punto di arrivo, quali sono stati i tentativi di rendere conto di quello che è accaduto? Il primo esperimento risale al 1953, effettuato dall'allora giovane dottorando americano Stanley Miller. Egli, partendo dalla idea che nell'atmosfera primitiva fosse presente ammoniaca, metano, idrogeno, acqua, tenta di riprodurre il processo primordiale di sintesi di composti biologici. Produce in un alambicco questa atmosfera, crea un piccolo oceano in miniatura, e una fonte di energia sotto forma di scariche elettriche. I fulmini erano sicuramente frequenti nella condizione di allora. Lascia ciclare per qualche giorno questa miscela; analizzando quello che c'è nell'acqua e vede che si sono formati una serie di amminoacidi, componenti fondamentali delle proteine, ed anche altri composti biologici importanti. Questo esperimento ha avuto una portata culturale enorme, perché ha prodotto l'idea che, insistendo ancora, cambiando le condizioni, prima o poi si sarebbe arrivati ad assemblare anche le molecole più complesse e magari anche qualche piccola cellula.
Quello che viene fatto in seguito, fino più o meno agli anni '70, è di riprodurre gli esperimenti "alla Miller", secondo il medesimo schema, cambiando solo le condizioni sperimentali, come la fonte di energia o la composizione. In questo modo si ottengono molti altri composti biologici, tra cui le basi, quelle che compongono il DNA. Alla fine però ci si ferma a questo, oltre non si va. Questo tipo di sperimentazione oggi è sostanzialmente finita, nonostante le aspettative iniziali. L'aspetto interessante è che i composti di questo genere sono stati trovati anche in meteoriti e anche su per giù con lo stessa abbondanza relativa che ha ottenuto Miller nel suo esperimento. Questo significa che processi di chimica prebiotica, che preludono alla vita ma che non danno origine a essere viventi, avvengono sicuramente anche altrove nello spazio. Questo è avvalorato anche dalle analisi spettrali, che dimostrano la presenza nello spazio di composti semplici, importanti per la produzione di quei mattoni fondamentali come gli aminoacidi e le basi, per esempio l'ammoniaca, l'acqua, la forma aldeide. Dalla forma aldeide per condensazione possono formarsi zuccheri come il ribosio e altri ancora. In altre parole, noi abbiamo l'evidenza del fatto che processi di evoluzione chimica avvengono dappertutto, non solo sulla Terra, e una delle ipotesi che viene sostenuta da taluni è che, nella forma più riduttiva, i composti chimici di interesse biologico si siano raccolti sulla Terra proprio per l'apporto di meteoriti, comete e, nella forma più audace, che addirittura organismi viventi vengano dallo spazio.
Con Miller o con l'analisi dei contenuti delle meteoriti arriviamo alla soglia del vero passaggio, dal prebiotico alla vita, dalla chimica organica di composti biologici alla genesi di organismi viventi in senso stretto. Tutto quello che possiamo dire al riguardo sono ipotesi. Il primo ovvio tentativo di spiegazione è che a partire da composti semplici possa esserci stato un assemblaggio per puro caso: assumendo che basi o aminoacidi possano legarsi in condizioni opportune, formando delle sequenze di amminoacidi o proteine si può calcolare qual è la probabilità che si formino sequenze di acidi nucleici che hanno un senso nel linguaggio degli acidi nucleici o che hanno una funzione nel linguaggio delle proteine. È stato dimostrato che è assolutamente impossibile avere anche una piccola sequenza che abbia un significato: è stato calcolato che, se anche il brodo primordiale iniziale avesse avuto le dimensioni dell'intero universo, neppure in tutta la durata della vita dell'universo si sarebbe potuta formare una proteina con significato o una molecola di DNA con significato. Quindi, un assemblaggio casuale non può avvenire. Sono state dunque formulate altre spiegazioni.
Un esperimento interessante è stato fatto dall'americano Sidney Fox nel 1964, partendo dall'ipotesi che la vita si possa essere formata su coni vulcanici ad alta temperatura. Sfruttando il calore dei coni vulcanici, Fox prende amminoacidi, li porta ad alta temperatura e vede che si condensano molecole simili a proteine, che egli chiama proteinoidi, li mette in acqua e vede che si forma una sorta di cellulina. Ma in realtà questi aggregati non c'entrano niente con le cellule vere e proprie, perché hanno un contenuto proteico, ma senza alcun contenuto informazionale.
Esistono molti altri tentativi di questo genere, ma nessuno è riuscito realmente a ricostruire un processo plausibile, dati i presupposti da cui si è partiti. Il problema chiave a cui arriviamo adesso è un problema speculativo: date condizioni chimico-fisiche favorevoli nel contorno, la vita è un evento necessario oppure è qualcosa accaduta avendo contro di sé ogni calcolo delle probabilità? Onestamente, noi non sappiamo rispondere al momento a una o all'altra delle due possibilità; chi si occupa di questo argomento assume l'idea che la vita sia un evento necessario, se non altro perché questa ipotesi ha una valenza euristica, mette in moto in vista di qualche scoperta. Se al contrario si partisse dall'idea che la vita è un evento che è accaduto avendo contro di sé ogni calcolo delle probabilità, non si potrebbe indagare. Nessuno può dire quale delle due ipotesi sia vera, in un caso o nell'altro viene comunque suscitata una domanda chiave: se la vita aveva contro ogni calcolo delle probabilità, perché questo numero improbabilissimo alla lotteria è uscito? se invece la vita è un evento necessario, date le condizioni chimico-fisiche nel contorno favorevoli, chi ha "truccato" la materia per fare in modo tale che la materia stessa avesse inscritta questa irresistibile tendenza ad evolvere verso il vivente?
Per quanto infine riguarda le prospettive che ci sono oggi a riguardo di questo tipo di investigazione, ci sono due aspetti fecondi per la ricerca. In primo luogo, dato che gli esperimenti in laboratorio vanno avanti ancora ma non promettono di portare a scoperte clamorose, quello che può essere utile e interessante è l'approfondimento della comprensione dei sistemi biologici, di come funziona un organismo vivente. Il secondo aspetto che oggi va per la maggiore è quella che si chiama esobiologia: andare a cercare la vita su altri pianeti del sistema solare. Ci sono due pianeti che possono essere buoni candidati al riguardo, uno è Titano, satellite di Saturno, perché è molto freddo e ha una atmosfera che somiglia a quella che si ritiene fosse l'atmosfera primitiva. L'altro pianeta interessante è Europa, satellite di Giove, perché ha dell'acqua tenuta liquida dalle maree di Giove, quindi è un ambiente che ricorda il brodo primordiale.
Se si va a vedere cosa accade su questi pianeti è perché si sposa l'idea che la vita debba accadere necessariamente date le condizioni di contorno; e sia che non troviamo nulla sia che troviamo qualcosa, evidentemente possederemo un elemento in più per chiarirci le idee.

Appunti non rivisti dagli autori

domenica 17 ottobre 2010

IL CALCIATORE,IL SINDACALISTA E LE STORIE PIU' BELLE DEI 33 MINATORI CILENI

Occhiaie di riguardo - di Toni Capuozzo
Tratto da Il Foglio del 14 ottobre 2010

Sto seguendo le dirette delle tv americane sul recupero dei trentatré minatori cileni. Lo faccio dopo essere stato una settimana laggiù, ma senza rimpianti.
Le cose si vedono meglio sullo schermo, anche se mancano la notte fredda, la nebbia del mattino, la polvere del giorno del deserto di Atacama. Mi pare di conoscerli, quando escono, anche quando devo andare a vedere il quadernino su cui ho incollato le foto di ciascuno, e poche note biografiche, una Spoon River dei resuscitati. Provo ogni volta a immaginare la prima boccata d’aria fresca, e le prime parole. Tra quelli risaliti finora il più chiassoso è stato Mario Sepulveda.

sabato 16 ottobre 2010

A GIOVANNI

Auguri, Giovanni! STELLA

FESTA GIOVANNI


Oggi festeggiamo Giovanni .Insieme a noi ci saranno tutti quelli che gli vogliono bene anche quelli lontani che fisicamente non ci saranno.
Siete invitati a partecipare.Vi aspettiamo la festa inizia alle 15.30 ma prosegue fino a tardi.

NELLA FEDE DI QUEI MINATORI RIVEDO MIO PADRE

....Qualcosa della rudezza “cafona” degli uomini della miniera, per fortuna, mi resta addosso e – trovandomi a lavorare nel mondo finto degli intellettuali, delle televisioni, delle curie, dei salotti e dei moralisti farisei – c’è sempre un padre e un nonno minatore nel mio sangue che si ribella al conformismo, all’ingiustizia, all’ipocrisia e grida sbrigativamente: “ma andate a farvi fottere!”......
Dentro la miniera cilena, fra i sepolti vivi, e sopra la miniera, fra i familiari, all’accampamento Esperança, si sono viste per settimane immagini della Madonna (con una statuetta di padre Pio) e bandiere del Cile, perché tutto quel Paese ha pregato e tutto quel Paese sente che gli uomini della miniera sono l’orgoglio della nazione, la sua dignità e la sua forza.
Antonio Socci
Da “Libero”, 14 ottobre 2010

Conosco gli uomini della miniera. Per una volta il mondo si è accorto di loro, laggiù in Cile, e subito la tv ne s’è impossessata: “ma io sono e voglio restare un minatore. Non trasformateci in star”, ha detto sanamente Mario Sepulveda, uno dei primi a riemergere dalle viscere della terra.

Mario ha anche urlato: “Questi incidenti non devono più succedere!”. Finalmente un uomo autentico.

A GIOVANNI

Auguri da zia Flavia zio Emanuele con Paolo
Auguri da Greta
Auguri da zia Gabriella con Maurizio Beatrice e Giuditta
Auguri da zia Tiziana Giampaolo e le cugine Virginia Margherita e Michele
Auguri da Laura Gazzaniga
Auguri da Betti e Andrea con Laura
Auguri da Paolo Anna con Agnese
Auguri da Lorena Eugenio con Agnese
Auguri da Pietro Caggioni
Auguri da Nuccia

A GIOVANNI

Carissimipurtroppo tra una cosa e l'altra non riusciamo mai a trovarci.Noi stiamo abbastanza bene.Desideriamo augurare a Giovanni un caro buon compleanno ed un abbraccio ai suoi genitori ed ai suoi fratelli.
Con affetto Paolo e Barbara

venerdì 15 ottobre 2010

A GIOVANNI

tanti cari auguri al nostro ometto. zia Bruna e tutti i cugini.

A GIOVANNI

tantissimi auguri anche da noi:Luigi BrunellaGiulia Barbara Silva.un abbraccio a tutti

A GIOVANNI

Giovanni, tanti auguri dalla nostra famiglia (Rita Stefano Luigi e Carlo di Ostra), un abbraccio a Tiziana e Claudio la cui amicizia è la carezza del Nazareno che ci raggiunge.

A GIOVANNI

Buon Compleanno Gio!!!
Un bacione da tutti a Boston.Francesco, Ale, Michele, Anna e Paolo

OGGI COMPLEANNO DI GIOVANNI 13 ANNI


Auguri tesoro!
Buon compleanno!Domani ti festeggiamo e ci troviamo al centro sportivo alle 15.30.Se fra i lettori qualcuno vuol partecipare e' il benvenuto.
Oggi, Santa Teresa di Gesù (d'Avila), Vergine e dottore della Chiesa.
Oggi ricordiamo anche la nascita di don Giussani.
".....La questione centrale non è essere capaci di fare così e così, rispettare le leggi così e così, ma è l' affezione a Cristo. Allora sì, non c' è più ambiguità e non ci si crede a posto perché si fanno le cose che ci vanno a genio, non si riduce più la nostra moralità alle cose che siamo capaci di fare, mentre sulle altre chiudiamo un occhio. No! L' affezione a Cristo non lascia tregua mai, è una guerra, è una inquietudine che è piena di pace, di letizia (...) "
Grazie Giovanni con la tua presenza ci hai donato serieta' e letizia,ci aiuti a fissare ogni giorno le nostre radici nella terra buona libera da pregiudizi e moralismi.
Il tuo sorriso,la tua gioia di vivere ci aiutano ad affrontare meglio il quotidiano e a vivere anche situazioni dolorose senza lasciarci prendere dallo sconforto.
Ci aiuta ad aggrapparci ogni giorno di piu' a Cristo e non ai nostri progetti.
BUON COMPLEANNO DA:mamma e babbo
BUON COMPLEANNO DA:Francesco ,Simona ,Marco ,Lorenzo ,Antonio
BUON COMPLEANNO DA:Alessandra,Karin,Simona,Sabina,Valentina
BUON COMPLEANNO DA:Michele,Anna,Paolo,Habib,Scherin,Tommaso,Matteo,Alessandro,Giacomo

giovedì 14 ottobre 2010

NON CE LA FACCIO

da clandestino

“Non ce la faccio a stare con mio figlio”… “Non ce la fa, poveretta non riesce proprio a starci davanti”… Sempre più spesso sento frasi di questo genere (se non peggio) e mi chiedo come poter aiutare quel povero bambino che ha un genitore che “non ce la fa”.
Vorrei abbracciarlo e tranquillizzarlo: “Coraggio, non sei tu che non vai bene è solo un momento di fatica della mamma.”.
Che fatica guardare i propri figli pensandoli nell’istante e aspettando con pazienza il futuro.
Guardarli come sono veramente e non come vorremmo. Quanto c’è in più in quello che sono loro! Tutto è pieno di fantasia, colori accessi, sfumature, poesia, prati … e non biancoenero come il bel progettino di bambino che abbiamo in testa.
Basterebbe pochissimo per farci rendere conto che il nostro progetto non vale niente: basterebbe che per un attimo il figlio diventasse come il nostro progetto. Onestamente, amici genitori, provate a pensarci. Basterebbe solo un attimo… Eccolo il vostro figlio come lo volete… bravo educato attento…così perfettamente anonimo, piatto, uguale. Che sconfinato squallore, che gigantesca tristezza!Il mondo gli chiede uno standard, non facciamolo anche noi. Guardiamo dov’è e chiediamogli il passo che la sua gamba può fare. Scopriremo infiniti talenti, suoi, tutti suoi! Che gusto!

QUEI MINATORI EROI CI RACCONTANO IL SENSO DELLA VITA

...Mario Sepulveda, uno dei minatori, quando lo hanno tirato fuori ha detto: “stavo con Dio e con il diavolo. Hanno lottato per avermi ed ha vinto Dio, mi ha afferrato, in nessun momento ho dubitato che Dio mi avrebbe tirato fuori di là”…

....«Non si possono far i conti con questa storia senza imbattersi in una grande manifestazione di fede, di speranza, di convinzione nella gente che la tecnologia e la volontà degli uomini possono fare moltissimo, ma non tutto. E allora, come a San Josè, quello che ti accompagna è la fede. Fin dai gesti più semplici. È impossibile raccontare questa grande storia solo come un’avventura semplicemente umana e di tecnologia, perché dappertutto, nell’accampamento, c’è sempre qualcosa che rimanda alla fede di quegli uomini»....


CILE/ Capuozzo (Tg5): Toni Capuozzo giovedì 14 ottobre 2010
Uno a uno, a partire dalla notte di martedì, i minatori intrappolati dal 5 agosto a meno 700 metri nella miniera cilena di San José, nel deserto di Atacama, sono stati lentamente riportati allo scoperto. Mentre parliamo con Toni Capuozzo, che è stato sul posto una settimana e offre le sue impressioni, le operazioni sono in corso, seguite in diretta dalle testate di tutto il mondo.

JULIAN CARRON ALLA GIORNATA D'INIZIO IN SPAGNA

......Per questo dico che il cristianesimo, quando succede, ti sorprende nel quotidiano, nel modo di affrontare ogni giornata, nel modo di insegnare… Avevo già letto qualche testo di don Giussani, ero pienamente d’accordo con lui, ma non vedevo nessuna particolare novità. È stata invece la partecipazione alla vita del Movimento, la lettura dei suoi scritti dall’interno che mi ha permesso di avere un’esperienza della vita come quella che sto descrivendo… Succede lo stesso con qualsiasi testo letterario. Come spiegavo ai miei alunni, non è sufficiente possedere strumenti letterari (un dizionario, la metrica dei versi…), occorre un’esperienza che ti possa permettere di capire una poesia d’amore… Anche per questo si deve leggere la Scrittura a partire dalla Tradizione, da un’esperienza che permette di captare tutta la sua densità.......




SPAGNA Improvvisamente, Cristodi Alfonso Simón e Ricardo Benjumea www.tracce.it

13/10/2010 – A venticinque anni dall’adesione di Nueva Tierra a Cl, don Julián Carrón ripercorre i passi di quella storia. Pubblichiamo l’intervista del settimanale spagnolo “Alfa y Omega”
Sono passati 25 anni da un evento fondamentale per la crescita di Comunione e Liberazione in Spagna: l’adesione al Movimento di molti di coloro che a Madrid seguivano, insieme con un gruppo di giovani sacerdoti, l’esperienza dell’associazione Nueva Tierra. Tra di essi era presente il sacerdote che don Giussani avrebbe indicato come suo successore: don Julián Carrón. È stato proprio lui a inaugurare il nuovo anno di Cl in Spagna.

COSI' L'EUROPA DEL SILENZIO HA SCONFITTO GLI ABORTISTI

...C’è un’altra Europa, che non dà per scontato che il mondo scivoli inesorabilmente verso il nichilismo. Se ne sono accorti in Francia, in Gran Bretagna. In Polonia i deputati sono rientrati e hanno indetto manifestazioni per contrastare l’inerzia del dissolvimento di una tradizione. In Spagna, la risoluzione è già usata contro le leggi liberticide di Zapatero. In Russia il Patriarcato di Mosca guarda con stupore felice. Da noi: zero, nessuna dichiarazione, solo Avvenire dà spazio. Il resto della politica si ferma al reciproco addentare i polpacci......


Renato Farina lunedì 11 ottobre 2010

Questa è una storia bellissima e impossibile. Ha una forza simbolica eccezionale. Può essere tutto: che finisca così, con una gloria effimera. Oppure può essere un punto di partenza. Qui proviamo a evitare che sia insabbiata, dimenticata oppure travisata, ridotta a un incidente folcloristico, devoto, consolatorio.

martedì 12 ottobre 2010

APPUNTI SCUOLA DI COMUNITA DON CARRON 6 OTTOBRE 2010

martedì 12 ottobre 2010

Testi di riferimento: «Vivere è la memoria di Me», Assemblea Internazionale Responsabili di Comunione e Liberazione (La Thuile 2010), suppl. Tracce-Litterae Communionis, n. 8 (2010);
«…un dì si chiese chi era…», Giornata d’inizio anno degli adulti e degli studenti universitari di Cl
(Rho 2010), Tracce-Litterae Communionis, n. 9 (2010).
• Canto “Il monologo di Giuda”
• Canto “Amazing Grace”
Riprendiamo il nostro cammino dopo l’estate. Vi dico solo una parola per incominciare.
Il tentativo
che facciamo in questa Scuola di comunità in collegamento video è soltanto di offrire un’occasione per cercare di imparare un metodo di lavoro sul testo e sulla vita, che ci aiuti a giudicare
l’esperienza che facciamo perché – come abbiamo detto tante volte – non c’è esperienza senza giudizio, e senza esperienza noi non impariamo dalle cose che accadono, sono vane per la vita, sono
inutili, non lasciano traccia. Tante cose ci capitano, ma non lasciano traccia perché – come ci ha insegnato sempre don Giussani –l’io cresce soltanto vivendo un’esperienza, e l’esperienza non può
essere soltanto provare una reazione, un sentimento, uno spunto, ma è un giudizio. E questo è decisivo per capire il testo, perché non si capisce il testo, come a volte si pensa, soltanto combinando le parole; si capisce il testo paragonandolo con un’esperienza, perché il testo che propone il don Gius è la comunicazione diun’esperienza, e la capisce soltanto chi fa esperienza. E
questo è quello che deve emergere nel lavoro insieme durante la Scuola di comunità:
non riflessioni in astratto, perché tutti possiamo farne tantissime e non servono, ma testimonianze reali di che cosa abbiamo imparato dall’esperienza per capire il testo e dal testo per capire l’esperienza. Per questo, ripeto, per aiutarci tutti, per non perdere tempo (perché il tempo si fa breve), occorre essere precisi.
Ricordo a quanti interverranno di fare interventi brevi, di essere precisi – come dicevo –, di non dilungarsi troppo, di andare all’essenziale in modo tale che possiate essere compresi da tutti. Se uno ha voglia di intervenire, si prepari bene perché questo fa parte del lavoro: capire l’esperienza che uno ha fatto e quindi saperla esprimere adeguatamente fa parte di questo lavoro. Non veniamo qua a dilungarci senza capo né coda, perché questo vuol dire che non abbiamo fatto il lavoro, che stiamo improvvisando. E questo non ci serve. Allora, si incomincia.



S.O.S INTEGRALISMO ISLAMICO


I "capitali anonimi" che "schiavizzano" gli uomini e il terrorismo ideologico sono solo alcune delle "false divinità che distruggono il mondo". E' un Papa deciso, netto, quasi aggressivo nella critica agli aspetti più disumani del capitalismo e del radicalismo islamico quello che apre a Roma il Sinodo sul Medio Oriente.

In un discorso a braccio, pronunciato con la voce leggermente arrochita, il pontefice si è soffermato sul libro dell'Apocalisse, evocando la "sofferenza dei testimoni del Cristo" e "il sangue dei martiri, il dolore del grido della Madre Chiesa che fa cadere, trasforma il mondo" e "non assorbe i falsi idoli".

SEMPRE E DOVUNQUE

...Costituire un nuovo dicastero e stabilirne il ruolo, infatti, non è stato semplice, dato che si sarebbero andate a toccare competenze di altri organismi, come ad esempio la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, la Congregazione per l’educazione cattolica e il Pontificio consiglio per la cultura. Il motu proprio, un testo relativamente breve, di poche pagine, è stato limato fino all’ultimo dal Pontificio consiglio per i testi legislativi e non contiene organigrammi. I locali del dicastero per la nuova evangelizzazione sono stati predisposti durante l’estate all’inizio di via della Conciliazione....


Il Papa chiede a Fisichella di trovare nuovi cristiani

di Andrea Tornielli
Tratto da Il Giornale del 10 ottobre 2010
«Ubicumque et semper», cioè «sempre e dovunque»: è questo il titolo del motu proprio di Benedetto XVI che istituisce il Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, affidato alla guida dell’arcivescovo Rino Fisichella.

LA CHIESA HA MOLTI NEMICI

......Il Papa è consapevole di questi attacchi, è anche abbastanza interessato alle nuove tecnologie e alla necessità di migliorare le strategie di comunicazione della Santa Sede. Però anche in questo caso ribadisce che bisogna affidarsi comunque alla fedeltà alla preghiera, alla meditazione, al Cristo crocefisso. Conclude Introvigne: "È probabile che abbia ragione non solo, com'è ovvio, sul piano spirituale ma anche su quello culturale e sociologico, dove alla Chiesa non si chiede d'imitare i modelli dominanti ma di essere se stessa. Non tutti, anche tra i cattolici, sembrano averlo compreso".


di Domenico Bonvegna
C'è una amara verità, non nascondiamola: la Chiesa ha molti nemici, lo ha scritto recentemente Giampaolo Barra, direttore responsabile del mensile Il Timone, lo sostengono anche Andrea Tornielli e Paolo Rodari in Attacco a Ratzinger, sottotitolo, Accuse e scandali, profezie e complotti contro Benedetto XVI, un pamphlet edito da Piemme.

UN PAESE DI ORFANI

Propongo quest'articolo comparso su TEMPI l'aprile scorso.
Anche la nostra Italia e i nostri figli,o nipoti si troveranno a dover affrontare la stessa realta' dei loro coetani Americani ?Ascoltando in questi giorni la televisione,e leggendo i giornali con rammarico credo che gia' ci siamo messi su questa identica strada.


Dopo dieci anni di martellante scandalismo antipedofilo (e di campagna contro la Chiesa cattolica) l’America marcia verso una società senza padri. Ecco cosa significa educare quando gli insegnanti, i preti e ormai persino i genitori sono tutti orchi fino a prova contraria

di Benedetta Frigerio
Anche senza aver visto L’uomo senza volto, il film in cui Mel Gibson prefigura l’ondata sessuofoba che si è abbattuta sull’America sotto la pressione dello scandalo pedofilia, Monica sentiva che c’era qualcosa che non andava in quella serata di dopocinema trascorsa in compagnia dei suoi insegnanti e amici di scuola. «Vista l’ora tarda, i prof che ci avevano invitato al cineforum si chiedevano se fosse opportuno accompagnare a casa un ragazzo o se lasciarlo tornare da solo, pur essendo rischioso. Il problema era che per accompagnare il mio compagno a casa, all’altro capo della città, occorreva che non uno, ma almeno due insegnanti prendessero posto con lui in macchina».

lunedì 11 ottobre 2010

NON CONSUMATE GLI EVENTI COME FOSSERO SPETTACOLI


.....il Papa prosegue e sembra addirittura alludere a quanto avvenuto in Tv a Chi l'ha visto?: «La ripresa di un evento, lieto o triste, può essere consumata come spettacolo e non come occasione di riflessione», e così la ricerca delle vie per aiutare l'uomo «passano in secondo piano». Perché quel che importa è presentare l'evento «per suscitare emozioni». E così non ci si chiede più il perché dei fatti.
Benedetto XVI ai giornalisti:
Il discorso al Congresso mondiale sulla stampa cattolica. Sembrava quasi rivolgersi al caso Sarah Scazzi e a Chi l'ha visto?..


di Benedetta Frigerio
Mentre Benedetto XVI stava parlando ieri ai giornalisti di tutto il mondo - durante il Congresso mondiale sulla stampa cattolica - giornali, blog e televisioni davano notizia del ritrovamento in diretta Tv del cadavere di Sarah Scazzi.

L'ORRORE CHE CHIEDE DI DIRE GRAZIE


DA CLANDESTINO
E' davanti al viso di Sarah uccisa, violentata e gettata nella cisterna che dobbiamo ricomporre la nostra umanità. E vedere se un filo lega il cuore, la voce, il silenzio, il pianto e la luce. E' davanti, è insieme a queste cose che si deve alzare, se si alza, il nostro gloria patri. E' insieme alla carne cieca, violenta, livida di una insensato uomo perduto anche lui in quella cisterna. Insieme alla nostra dura, porca, e poverissima smarrita umanità.
Insieme. Senza dimenticare chi siamo. E di cosa siamo capaci. Perché li senti quelli, i buoni cristiani, quelli contro l'individualismo che dicono che ci si salva tutti insieme, con i rom con gli immigrati etc etc. E se è vero allora ci si salva anche insieme con lo zio maledetto, con le giornaliste che fanno orridi zabaioni di dolore e tv.
O forse no, non è vero. Non ci si salva insieme. Ognuno si salva o si danna da solo. Non c'è la classe umana che va in paradiso. Si va da soli. Ogni singola anima. In gloria patri o in nientissimo inferno. Ma il gloria qui, la lode per il vivente, lo sperdutissimo grazie di esistere, lo si pronuncia tenendo conto di tutto, Insieme a tutto, Di fronte a tutto. Al viso di lei rapita ai quindici anni dalla assassina cupidigia dello zio, alla bocca della cisterna odiosa dove ha perso la sua giovinezza. Per questo non può che essere un grazie sommesso o gridato, un grazie pronunciato non per così dire educatamente da uno che si sente fortunato, ma da un cuore che si strappa, e geme e desidera. E inquietamente cammina tra le cose degli uomini, non tra gli affari suoi.

dr

HANNO VINTO LA MALATTIA


Credo che parlare della difesa della vita sia oggi un dovere civile”. “Sui temi eticamente sensibili – ha detto Cavallari – si è molto discusso, ma in maniera astratta. Con questo libro ho inteso focalizzare l’attenzione sulle tante persone che di fronte alla malattia hanno scelto la vita, dando voce a chi in genere non ce l’ha perché vivere non fa notizia”.


La Prealpina – domenica 10 ottobre 2010
Bisuschio – Ha voluto raccontare la storia di persone e famiglie, che do fronte alla malattia, hanno deciso di lottare per la vita. Sono numerose, non fanno notizia. Fabio Cavallari, giornalista che collabora con il settimanale “Tempi”, ha raccontato le testimonianze in un libro: “Vivi – Storie di uomini e donne più forti della malattia”, in uscita il 21 ottobre per le edizioni Lindau e che venerdì sera, su invito del parroco don Silvano Lucioni, è stato presentato a Bisuschio, nel salone del cinema San Giorgio.
Di: Roberto Sala


venerdì 8 ottobre 2010

LA STORIA DI SARAH VIOLENTATA DALL'ORCO E DAI MEDIA

Alessandro Banfi venerdì 8 ottobre 2010
Sarah Scazzi è stata due volte vittima. Due volte perché oltre alla ferocia di uno zio mostro che l’ha uccisa e stuprata, c’è stata la continua morbosa attenzione dei mass media, durata 42 giorni. Ogni tanto la Cronaca è un luogo di terribili nefandezze, in cui il nostro mestiere mostra il suo lato più osceno. E la cosa si scatena soprattutto quando soggetti dei grandi fatti di cronaca sono persone deboli, culturalmente soprattutto. Incapaci di difendersi.

giovedì 7 ottobre 2010

"UN'ESPERIENZA STRAORDINARIA CHE CI HA ARRICCHITO"

«Due momenti emozionanti – continuano nel loro racconto – che condivideremo con gli altri ragazzi del nostro gruppo che non sono potuti venire a Palarmo, in particolare quello pomeridiano, quando il Santo Padre incontrandoci ci ha dato quella spinta e quel coraggio di fede, oggi sempre più necessari per affrontare i problemi che la nostra generazione sta vivendo, ad iniziare dal lavoro che manca, dall’incertezza di programmare un futuro.

Il gruppo canicattinese domenica scorsa presente a Palermo
Il "Canicattini 1" da papa Benedetto XVI
"Un'esperienza che ci ha arricchiti"

di Gaetano Guzzardo
Mercoledì 06 Ottobre 2010 - 23:22
Canicattini - «Un’esperienza straordinaria, che ci ha arricchito tantissimo spiritualmente. Condividere con migliaia di altri giovani la preghiera con il Santo Padre Benedetto XVI è qualcosa che, come credenti e come cattolici, ci rafforza nella fede e nel nostro percorso scout».

LA VERA SCIENZA E’ PER TUTTI GLI UOMINI,NON PER ALCUNI A DANNO DI ALTRI

....“Accettare tutto questo – conclude il Prof. Noia – ed assistere in silenzio a questo scempio è ancora più grave ove si tenga conto che risultati migliori già si ottengono fra le coppie apparentemente sterili – anche tra quelle che hanno tentato senza successo la “fivet” – imparando semplicemente a riconoscere la loro fertilità di coppia e che risultati sempre più incoraggianti si possono ottenere con correzioni chirurgiche di alcuni fattori anatomici concomitanti. Una vera scienza deve guardare a tutta la persona, a tutto l’uomo e non può riconoscere un successo clinico di alcuni esseri umani a scapito di altri”......

PROF. NOIA: La riflessione dell’Associazione Ginecologi e Ostetrici Cattolici sul Premio Nobel per la Medicina 2010 al padre della fecondazione “in vitro”
LA VERA SCIENZA E’ PER TUTTI GLI UOMINI,NON PER ALCUNI A DANNO DI ALTRI
Roma – “Di fronte all’entusiasmo ed all’esultanza suscitati in ambito ostetrico-ginecologico dalla notizia dell’assegnazione del premio Nobel al Prof. Edwards, che ha il “merito” di aver utilizzato una tecnica veterinaria già in uso per riprodurre anche gli esseri umani, ci sembra doveroso ricordare ai colleghi esultanti ed a tutti i cittadini l’altissimo costo in vite umane innocenti che la fecondazione in vitro anche a distanza di più di 32 anni dalla nascita di Louise Brown comporta” – è quanto dichiara oggi in una nota il Prof. Giuseppe Noia, Presidente dell’Associazione Ginecologici e Ostetrici Cattolici (AIGOC).

“I dati forniti dall’ultima relazione del Ministro della Salute sulla legge 40/2004 - dichiara Noia – dimostrano chiaramente che nel 2008 solo 7.855 degli 85.113 embrioni trasferiti in utero sono nati vivi e che solo 6.245 delle 40.574 coppie che si sono sottoposte alla fecondazione in vitro hanno avuto la possibilità di avere uno o più figli in braccio. Se, dunque, è bene gioire per i 4,5 milioni di bambini che sono nati in questi 32 anni grazie alla fecondazione in vitro bisogna anche avere il coraggio di piangere amaramente i 41,535 milioni che sono stati coscientemente e volontariamente esposti a morte per poter far nascere i 4,5 milioni di bambini!”



PADRE ALDO

....L’annuncio come unico programma
È stato impressionante vedere Marcos camminare a piedi, sotto la pioggia, coi piedi nel fango, e Cleuza che con le amiche preparava 600 piatti al giorno perché i pellegrini non si perdessero d’animo durante il cammino. Un’amicizia che abbraccia tutto il continente che vuole accompagnare Marcos in una grande campagna di evangelizzazione. Perché solo in questo modo la machû paraguayana conoscerà la sua dignità, ritroverà la sua libertà e i bambini avranno un futuro migliore. Per Marcos e Cleuza il punto è chiarissimo: o la politica stessa è un luogo privilegiato per annunciare concretamente che Cristo è resuscitato, o altrimenti diventa nemica dell’uomo.....


PADRE ALDO TRENTO Perfino i cani sono più umani di noi uomini senza Cristo

Donne schiave e bebè abbandonati
di Aldo Trento tempi 21 settembre 2010
“Tutta la vita grida la verità”. Vale a dire, grida Cristo. Come vorrei che tutti gli uomini potessero sperimentare la dolcezza del vivere con Cristo, stare davanti a Lui, la bellezza della Sua familiarità. Che senso avrebbe tutto se uno alzandosi la mattina non potesse dire, aprendo gli occhi: “Tu, o Cristo mio”? Quanto dolore mi provoca vedere tanti amici, di questi tempi, entusiasmarsi più per una vacanza al mare o in montagna, o per come una squadra di calcio ha giocato i Mondiali, che per Cristo.

mercoledì 6 ottobre 2010

PADRE ALDO TRENTO

....La tua lettera mi ha fatto piangere caro amico e compagno d’avventura in questa valle di lacrime. La mia prima reazione, nel leggere tutto ciò che la vita ti ha “regalato”, è stata quella di Gesù nel Getsemani: «Padre, se puoi allontana da questo amico un calice amaro e pieno di dolore, e dagli l’energia di respirare, dagli la dolcezza della tua compagnia, che necessita come l’aria che respira. Signore, io ti offro la mia vita, quella dei miei pazienti, se può servire ad alleviare la pesante croce che hai posto sulle sue spalle». Caro amico, raramente ho sentito una storia tragica come la tua, e poche volte ho incontrato persone che, pur vivendo la disperazione più profonda, continuano a lottare perché aggrappati a un punto fermo.....


....Di fronte al dolore abbiamo due possibilità: o dare le spalle a ciò che il cuore chiede e rimanere bloccati nell’oscurità delle tenebre, o dare le spalle all’oscurità e guardare quei raggi di sole che stanno albeggiando, proprio davanti ai nostri occhi. Sei grande, caro amico, quando scrivi: «… però c’è anche qualcosa di buono nella mia vita…». Don Giussani ci parlava spesso di un fatto successo agli apostoli. Camminando con Gesù si imbatterono nella carcassa putrida di un cane. Al disgusto e alla nausea che suscitava negli apostoli quella vista, si contrappose Gesù con una frase carica di stupore: «Guardate che belli i denti bianchi di questo cane imputridito». Gesù indicò la positività della realtà, così come tu, nel tuo immenso dolore, sostenuto dagli amici, stai sperimentando. «Esiste anche qualcosa di buono».......



Il nostro compito è gridare a Dio di rivelarsi
Ogni circostanza è un dono
di Aldo Trento
TEMPI 30 SETTEMBRE 2010
Padre Aldo,
ho 43 anni e vivo in una comunità terapeutica. Leggo i tuoi articoli su Tempi, a volte su Tracce e ho ascoltato il tuo intervento al Meeting. Da molti anni prendo degli psicofarmaci:

ANONIMO SCRIVE

Grazie x questa testimonianza di Mauro...vi chiedo di pregare x lui,di pregare affinché ,come mi ha detto poco fa,impariamo a donare tutta la nostra vita a Lui,a vivere ogni rapporto tenendo presente che si è insieme per un Altro...Grazie Mauro per la paternità che ci hai mostrato in questi anni...e anche se più distanti,come mi hai detto tu,il modo di vedersi lo si trova!!...a presto,buon pellegrinaggio in terra Santa e ...stammi bene!!

Grazie per il commento. Don Mauro ha il sostegno di moltissimi amici e soprattutto la vicinanza degli "amici di Giovanni"Faremo pregare per lui i nostri bimbi che sono gia' molto vicini a Gesu' perche' da quando sono nati stanno portando la croce con LUI

martedì 5 ottobre 2010

IL LIMITE COME CONDIZIONE DI OGNI UOMO

Domenica don Mauro ha salutato la comunita' di Crema.
Metto un intervento di don Mauro fatto ad un incontro con "gli amici di Giovanni"e chiedo a tutti i lettori di stargli accanto con la preghiera
Bergamo 17 aprile 2004
Don Mauro Inzoli :


Questa mattina sentivo cantare ad un matrimonio " vorrei volerti bene come ti ama Dio, con la stessa tenerezza, con la stessa passione, con la stessa forza che non ho io…" e sentivo queste parole non come una dichiarazione di impotenza di disfatta, ma come l’unica condizione perché un uomo possa amare una donna per sempre e viceversa; non c’è nessuno che non debba in qualche modo dire a se stesso: non posso dire a un altro ti voglio bene per sempre, se sapesse di poter contare solo su di sé ; è così evidente ai nostri occhi che già nel dire ti voglio bene c’è qualcosa non torna ; nei momenti più puri in cui una persona può dire ad un’altra ti voglio bene, c’è già dentro qualcosa…lasciatemi dire questa parola…di velenoso, che non si avverte subito come cattivo, ma un velenoso dolce…che è quella tensione nascosta che si infiltra nei rapporti; il tentativo di possedere di imporre, magari avendo in mente cose grandiose.
Stamattina, sapendo di venire qui oggi e sentendo questo canto, ho pensato che solo un uomo che non dimentica chi è…mi è molto piaciuto che Agnese prima continuasse a dire: sono, sono, sono…questo sono, in un modo o nell’altro dice di chi sono, infatti nessuno può dire sono, senza affermare di chi è.
Allora, io vorrei volerti bene come ti ama Dio, è l’unica vera possibilità data a ciascuno….se voi qui presenti foste tutte persone che si dichiarassero atee, tutte quante…io direi esattamente lo stesso senza timore…perché sono sicuro che mi capireste di più, non che bisogna essere atei per capire questo, ma mi capireste di più almeno come dramma , perché un uomo che non avesse anche questo punto oggettivo di paragone…..
Un’altra parola importante ha detto Agnese : io mi sono sentita accolta ! alla faccia di tutto ! Mi verrebbe da dire che il limite, come quello del capaneo dantesco che avverte tutto il suo limite…è incatenato! E il limite è come sentirsi legati, è come uno che ha dentro una voglia grandiosa, perché questo è il desiderio, capite? Che non è mai legabile a niente, piegabile a niente, il desiderio è il desiderio, è la struttura profonda del nostro essere…
e il limite è come la condizione in cui il desiderio è dentro e invece che amarlo, guardarlo come la possibilità attraverso cui si realizza il desiderio l’uomo lo bestemmia : è una questione che riguarda qualcun altro….
E’ che uno si accorge di essere accolto, perché in qualche maniera deve essere accaduto qualcosa che ti ha cominciato ad aprire gli occhi su di te e tu sperimenti di essere voluto bene, è una cosa stranissima, è come qualcosa che comincia a svelare te a te stesso; diceva Giovanni Paolo II nella Redentor Ominis, anticipato dalla Gaudium et Spes, nella quale, del resto aveva messo mano anche lui , per cui si capisce benissimo come mai ci sia questa sintonia così profonda, anche dal punto di vista linguistico….. L’uomo non saprebbe chi è, solo l’amore svela l’uomo all’uomo, cioè solo Cristo.
Se tu accetti di portare la croce, la croce porterà te ! mi ha molto colpito nel film di Gibson la figura del Cireneo e del suo incontro con la croce di Cristo, sembrava un abbraccio in cui non si capiva più chi portava il peso, chi sosteneva……
Le diversità sono segno di quella ferita che ogni uomo porta con se’ (peccato originale) per cui quanta carità dobbiamo esercitare verso noi stessi e gli altri !
LA TUA AMICIZIA E’ DIVENTATA PREZIOSO DONO….che bello riconoscere ciò e saperlo dire……Quello che ho di più caro siete voi !
Per il mondo il limite è sconfitta. Pensate ai medici, che non riescono a superare il limite, a guarirlo. Quando devono dire :"Non c’è più niente da fare".
Spesso il medico non ha più la coscienza per capire quando è giunto il momento di pregare, come faceva un tempo la famiglia attorno al morente.
Pensate agli uomini e alle donne del medioevo che vivevano tutto, le fatiche e le gioie dentro la coscienza quotidiana del loro rapporto con Dio creatore.
Non possiamo eliminare il limite, dobbiamo imparare ad amarlo e abbracciandolo saremo aiutati dal Padre, che ha sostenuto suo Figlio, a portare tutto il peso del nostro.
Dio c’entra con il limite dell’uomo, anche con il limite ultimo che è la morte.
Fossimo tutti atei, varrebbe lo stesso la pena di affermare ciò.
Dobbiamo essere consapevoli della dignità civile della nostra testimonianza nella società che tende ad eliminare il limite e chi lo porta, perché chi porta il limite, ricorda a tutti il limite che siamo.
Noi invece prendiamoci per mano e andiamo verso Colui che rende il nostro limite una creatività che solo Lui conosce.
Siamo anticipo di una civiltà nuova, brandelli di umanità ferita, ma vera, che si realizza come hanno fatto i monaci benedettini, che allora non si rendevano conto della grandezza del loro lavoro.

SIAMO VICINI A DON MAURO INZOLI E SPERIAMO CHE CONTINUI AD AIUTARCI NEL NOSTRO CAMMINO DI VITA


Don Mauro Inzoli lascia Crema


lun 4 ottobre 2010
CREMA - «Ho nel cuore la speranza che accoglierete chi prenderà il mio posto come è stato per me. Io ho solo da ringraziare». Con queste parole don Mauro Inzoli, parrocco della Santissima Trinità e leader di Comunione e Liberazione nazionale, ha annunciato davanti a una folla di fedeli commossi la sua decisione di lasciare Crema. Non ha comunicato la sua destinazione. Dovrebbe partire per Haiti dove rimarrà per un anno. Il suo brevissimo commiato è arrivato al termine della messa delle 11, davanti ad una chiesa gremita di fedeli. Un applauso spontaneo ha salutato il sacerdote, presidente del Banco alimentare, mentre lasciava l’altare per rientrare in sacrestia. Molti dei presenti non hanno trattenuto le lacrime e una lunga processione di giovani, anziani e famiglie ha voluto salutare personalmente don Inzoli. (4 ottobre 2010)


SOPRAVVISSUTA ALL'ABORTO



Ora metto solo i video e se riuscite guardateli.

Vado a Milano con il mio Giovanni appena ho un po' di tempo metto in evidenza alcune frasi che questa ragazza Americana dice e che non possiamo perdercele.Ciao



EMERGENZA IN SALA PARTO O SCANDALISMO A USO POLITICO?

.....“La pretesa che la medicina possa garantire uno stato di benessere psico-fisico che supera ogni desiderio nella società dei diritti insaziabili” mentre “il numero di contenziosi in area medica è cresciuto del 200% dal 1994 al 2007” (Frigerio). Questi sono i problemi in corsia abilmente aggirati dallo scandalismo confezionato ad arte, per creare “notizia”, shock emotivo, sfiducia nelle istituzioni e negli operatori sanitari. Il tutto, per amore della salute e della vita di donne e bambini o per quel frutto di albero giustizialista di cui abbiamo ascoltato la sequela di ingiurie in Parlamento?.....


Caso della neonata cieca di Bergamo: c’è una regia nelle cronache che falsificano i dati di realtà e alimentano la sfiducia nei medici?

di Luigi Amicone
tempi 30 settembre 2010
Occhio alle date, ai fatti e alla seguente insinuazione che a noi pare suffragata da date e fatti che qui di seguito proviamo a circostanziare: il giustizialismo fa un salto nell’abiezione e il circuito mediatico ci sguazza senza vergogna.


40 RAGAZZE,MARTIRI SCONOSCIUTE A BOLOGNA

......Perché la presenza della suore e più ampiamente la presenza della Chiesa accanto ai sofferenti, per portare loro la carezza del Nazareno e per alleviare i loro dolori, è una storia immensa e tuttora misconosciuta.Eppure parla, anzi grida più di tante parole. Annuncia al mondo quello che ogni essere umano cerca e aspetta: un amore incondizionato, gratuito e totale. Come dice una nota preghiera: “Tutta la terra desidera il Tuo volto”.......
..Quale amore, si chiede il dottor Rossini? Suor Arcangela Casarotti risponde: “Le suore inviate al ‘Pizzardi’ di Bologna avevano ben scolpito nella mente l’insegnamento dei Fondatori: ‘Se nei casi di epidemia… fosse necessario mettere in pericolo anche la vita, io mi immagino che anche al presente, com’è successo in altri tempi, le Suore del nostro istituto andrebbero a gara per offrirsi vittime della carità. Memori delle parole del Divino Maestro: Non v’è maggior carità che di dare la vita per i propri fratelli’ ”......



40 ragazze, martiri sconosciute a Bologna
Antonio Socci

Libero 3 ottobre 2010

Questa è la storia di quaranta ragazze, fra i 25 e i 35 anni, che hanno consapevolmente accettato di morire – per di più con atroci sofferenze – per poter curare e (letteralmente) servire degli ammalati gravi che neanche conoscevano. Finora questo loro eroismo e il loro martirio, consapevolmente accettato, sono rimasti nell’ombra.



lunedì 4 ottobre 2010

4 OTTOBRE SAN FRANCESCO


AUGURI FRANCESCO BUON ONOMASTICO

COSI' SI PUO' PERDONARE

.....«Si è trattato di perdonare e abbracciare la diversità attraverso cui la verità mi veniva incontro. Ma questo sacrificio è possibile solo se la fede è un’attrattiva umana. Se uno vede brani di umanità nuova allora affronta l’avventura della realtà che avanza nella diversità»......

Forlì
Gemma Capra e Mario Dupuis:
così si può perdonare

«Che cosa lasciamo ai nostri figli?».
A questa provocazione il 30 settembre a Forlì, in un incontro organizzato, tra gli altri, dall’associazione genitori La Cometa, il centro La Bottega dell’Orefice e le scuole La Nave, hanno cercato di rispondere Gemma Capra (vedova del commissario Luigi Calabresi, assassinato nel 1972) e Mario Dupuis (fondatore del Centro di accoglienza per minori “Ca’ Edimar” di Padova). «Riassumo nella parola “fede” l’origine di questo atteggiamento positivo - ha risposto Gemma Capra, che alla morte del marito aveva 25 anni ed era in attesa del terzo figlio -. La fede è stata un dono di quel momento tragico.

"VIVI"di Fabio Cavallari

Venerdi' 8 ottobre al cineteatro San Giorgio Via della repubblica 25 Bisuschio Varese alle ore 21 ci sara' la presentazione del libro di Fabio Cavallari"Vivi" storie di uomini e donne piu' forti della malattia.
Vi aspetto!