venerdì 30 settembre 2011

MI PRESENTO SONO CRISTOFER E BETTI E' LA MIA NONNA


BENVENUTO CRISTOFER!

giovedì 29 settembre 2011

Il discorso pronunciato questo giovedì pomeriggio da Benedetto XVI durante la visita al Parlamento Federale nel Reichstag di Berlino


....Al giovane re Salomone, nell’ora dell’assunzione del potere, è stata concessa una sua richiesta. Che cosa sarebbe se a noi, legislatori di oggi, venisse concesso di avanzare una richiesta? Che cosa chiederemmo? Penso che anche oggi, in ultima analisi, non potremmo desiderare altro che un cuore docile – la capacità di distinguere il bene dal male e di stabilire così un vero diritto, di servire la giustizia e la pace......



.... Nel Primo Libro dei Re si racconta che al giovane re Salomone, in occasione della sua intronizzazione, Dio concesse di avanzare una richiesta. Che cosa chiederà il giovane sovrano in questo momento importante? Successo, ricchezza, una lunga vita, l’eliminazione dei nemici? Nulla di tutto questo egli chiede. Domanda invece: "Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9). Con questo racconto la Bibbia vuole indicarci che cosa, in definitiva, deve essere importante per un politico. Il suo criterio ultimo e la motivazione per il suo lavoro come politico non deve essere il successo e tanto meno il profitto materiale. La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per l a pace.....


È per me un onore e una gioia parlare davanti a questa Camera alta – davanti al Parlamento della mia Patria tedesca, che si riunisce qui come rappresentanza del popolo, eletta democraticamente, per lavorare per il bene della Repubblica Federale della Germania. Vorrei ringraziare il Signor Presidente del Bundestag per il suo invito a tenere questo discorso, così come per le gentili parole di benvenuto e di apprezzamento con cui mi ha accolto. In questa ora mi rivolgo a Voi, stimati Signori e Signore – certamente anche come connazionale che si sa legato per tutta la vita alle sue origini e segue con partecipazione le vicende della Patria tedesca.


MARTEDI' 27 BETTI E' DIVENTATA PER LA TERZA VOLTA NONNA

Dopo due femminucce Betti e' diventata nonna di Cristofer
Auguri ai nonni ai genitori e benvenuto al caro piccolo.

martedì 27 settembre 2011

PARCO FORMENTANO, COMUNE: NUOVA AREAL' GIOCO ACCESSIBILE AI BAMBINI CON DISABILITÀ

.....L'area gioco da realizzare dovrà avere i seguenti requisiti:essere accessibile tramite rampa e scala con apposito modulo di trasferimento; avere una doppia pista di scivolamento affiancate per permettere la socializzazione o l'accompagnamento; avere un'area di arrampicata in rete con diversi livelli di difficoltà, una zona gioco statico tramite pannelli sensoriali sempre accessibili, un gioco in movimento (tipo altalena a doppia seduta) e una struttura gioco che fornisca stimoli sensoriali e di manipolazione con pannelli sonori e tattili. La realizzazione dovrà comprendere, oltre alla progettazione, la fornitura e posa di percorsi tattili, mappe tattili, supporti a leggio; attrezzature ludiche; - pavimentazione antitrauma; recinzione perimetrale dell'area giochi con funzione di linea guida naturale percepibile dai non vedenti; recinzione e messa in sicurezza durante i lavori.......



NUOVA AREA GIOCO ACCESSIBILE AI BAMBINI CON DISABILITÀ

.....L'area gioco da realizzare dovrà avere i seguenti requisiti:essere accessibile tramite rampa e scala con apposito modulo di trasferimento; avere una doppia pista di scivolamento affiancate per permettere la socializzazione o l'accompagnamento; avere un'area di arrampicata in rete con diversi livelli di difficoltà, una zona gioco statico tramite pannelli sensoriali sempre accessibili, un gioco in movimento (tipo altalena a doppia seduta) e una struttura gioco che fornisca stimoli sensoriali e di manipolazione con pannelli sonori e tattili. La realizzazione dovrà comprendere, oltre alla progettazione, la fornitura e posa di percorsi tattili, mappe tattili, supporti a leggio; attrezzature ludiche; - pavimentazione antitrauma; recinzione perimetrale dell'area giochi con funzione di linea guida naturale percepibile dai non vedenti; recinzione e messa in sicurezza durante i lavori.......

tratto da" La repubblica"
L'area gioco sarà accessibile a tutti. Ai piccoli non vedenti che troveranno un percorso tattile per condurli all'interno. A chi si muove su una carrozzina e potrà contare su una rampa d'ingresso.

lunedì 26 settembre 2011

Benedetto XVI: «Cristo è venuto per i peccatori, non per i sani»


.....Secondo Benedetto XVI, il cristianesimo non è definito da un agenda di valori su cui si determina un certo consenso. Il cristianesimo non si fonda su certe opinioni, idee, morali, quand’anche esse siano espresse da coloro che si dicono cristiani. Cristianesimo è l’appartenenza a Cristo «in senso biologico» e storico. «Gesù non dice: “Voi siete la vite”, ma: “Io sono la vite, voi i tralci” (Gv 15,5)......




Il Papa ha rispedito al mittente le polemiche e le rivendicazioni antiromane che hanno occupato il dibattito mediatico alla vigilia del suo viaggio in Germania. Un discorso forte, appassionate, vibrante che mette nell’angolo chi vorrebbe ridurre la Chiesa a una sorta di Onu religioso
Di Luigi Amicone
23 Set 2011

domenica 25 settembre 2011

MICHELE NUMERO 37 BOSTON


ANNA ASPETTAVO LA TUA FOTO CON GLI ORECCHINI !!!
CIAO MICHELE FORZA GIOCA BENE ED INSEGNA AI TUOI AMICI COME SI GIOCA:!!

sabato 24 settembre 2011

BUON COMPLEANNO ALESSANDRO 2 ANNI


AUGURI TESORO! HAI VISTO CHE BEL REGALO TI HA PORTATO A CASA MAMMA!
UN BACIONE DAI NONNI DAGLI ZII E DAI CUGINETTI

venerdì 23 settembre 2011

SCRIVONO

complimenti nonni
un caro saluto Paola
Foto del profilo di Andrea Soranno
Andrea Soranno - WOW! Evviva! Complimenti!
21/set/2011
Foto del profilo di Claudio Caggioni
Claudio Caggioni - Complimenti e auguri a tutti.
Speriamo di vedervi presto
Claudio
Ieri alle ore 03:23
Foto del profilo di Luca Gallazzi
Luca Gallazzi - grande!
ma a che numero sei? ho perso il conto...
Ieri alle ore 08:31
Foto del profilo di Tiziana Caggioni
Tiziana Caggioni - CONGRATULAZIONI!!!SIETE BELLISSIMI
Ieri alle ore 15:05 - Modifica
Foto del profilo di Domenico Salerno
Domenico Salerno - Grande Caggio salutavi tanto la Simo

PADRE MAURO SCRIVE

Carissimi,
grazie per la bella notizia!
Nella Santa Messa ricorderò Davide e la sua famiglia!
Mauro

mercoledì 21 settembre 2011

GLI AMICI SCRIVONO

TANTISSIMI AUGURI A TUTTI VOI!!!!!!!!!! E CHE DIO VI BENEDICA!!!!!
UN ABBRACCIO
ESTERINA STEFANO E DAVIDE

augurissimi a mamma e papà , e ai nonni ( assomiglia tutto a nonna Tiziana ?)
Ciao Paolo e Anna
Auguri ai nonni!
E a Davide!
Giorgio

Ciao,
la vostra è una famiglia meravigliosa, tanti tanti auguri.
Un abbraccio in Cristo
Augusta e Gigi

Evviva evviva, ben arrivato Davide!
Margeh

Supernonna Tizianaaaaa ciao!!!!
Resto a bocca aperta Stralunato.... ma come fanno con tutti gli impegni che hanno??? Sono fantastici e
bellissimi!!! Grazie della bella notizia, la vita va avanti soprattutto per chi ci crede e ci mette
tutto l'impegno!
Sono molto felice per loro e per il loro esempio che danno.
Un grande abbraccio a tutti voi
ciao
Dorita

Bellissima notizia!!!! WW Simona! WW Marco! Ben arrivato Davide A tutti un grande abbraccio affettuoso
I Pinetti

DAVIDE

BENVENUTO DAVIDE

SIMONA


Grazie! Ci. Sentiamo presto!che gioia! e' davvero la gloria di Dio!

OGGI SAN MATTEO


AUGURI MATTEO (QUELLO A SINISTRA A DESTRA TOMMASO)
BUON ONOMASTICO E CONGRATULAZIONI PER IL FRATELLINO DAVIDE

E' NATO DAVIDE CONGRATULAZIONE SIMONA E MARCO

20 Settembre
SIMONA E MARCO
CON TOMMASO,MATTEO,ALESSANDRO
ANNUNCIANO LA NASCITA DI DAVIDE

Anche i nonni Tiziana e Claudio
Bruno e dal paradiso Angela
gli zii:Francesco con Alessandra,Lorenzo con Sabina,
Simona con Murad,Antonio con Valentina ,Giovanni
I cugini:Michele,Anna ,Paolo.Habib,Scherin,Giacomo
Sono felici di aver appreso la notizia e condividono con voi questa grande gioia

sabato 17 settembre 2011

VITTORINO SCRIVE

Cara Tiziana
 riguardo al tuo desiderio di mamma e al tuo sfogo ,immagino per la difficoltà di 'integrare a scuola' Giovannisono d'accordo con te sul fatto che non esistono i disabili, ma Giovanni , Emanuele , andrea ecc. e quindi ogni integrazione deve essere personalizzata altrimenti non è integrazione vera.Sul tuo rammarico che la legge 104 siano a volte solo belle parole posso essere d'accordo, ma il punto come poi prosegui è un altro .Non basta lamentarsi occorre costruire, magari col cuore sanguinante, ma costruire . E allora dialoghiamo a oltranza con tutti , dai dirigenti scolastici ai 'bidelli' dagli insegnanti di sostegno agli assistenti sociali ecc.Dialoghiamo anche per far capire che la presenza dei disabili è una ricchezza per tutti oltre che una fatica e che se un ragazzo incontra qualcuno che gli fa capire questo valore, avrà più attenzione per tutti e magari non tirerà i sassi come dice lo scritto precedente al tuo... non c'è peggior sordo...Solo in un incontro vero tra abili e disabili, tra genitori e maestri , tra insegnanti e ragazzii 'discoli' si può costruire , non nascondendo le difficoltà ma affrontandole con verità e carità.Ciao Vittorino

 Carissimo Vittorino
 grazie per aver risposto.Mi dispiace che tu possa pensare che possa essere un lamento.La difficolta' o meglio le difficolta' che stiamo incontrando erano da me attese perche' si ripresentano ogni anno.Quest'anno Giovanni compie 14 anni ha ancora 4 anni per poter lavorare all'interno della scuola poi c'e' il niente.Sono stati anni di lotta costante tesa alla collaborazione e al buon andamento.Abbiamo accettato tutti i consigli e le prove proposte da chi si ritiene esperto.Siamo arrivati ad avere Giovanni che ci vomitava 20 volte al giorno prima di arrivare a comprendere che ci urlava il suo disagio e che non aveva nulla di patologico.Ho compreso negli anni che il lavoro per l'inserimento e' per lui come certamente per tutti indispensabile.Il desiderio di costruire prevale in me certamente piu' di quello che chiami sentimento di lamentazione.Giovanni ha anche la fortuna di essere voluto bene da molti compagni e in questi anni e' riuscito,accompagnato dalla sua assistente ad instaurare anche dei bei rapporti di amicizia nonostante non utilizzi il canale della parola.Se prima di noi non ci fossero stati genitori capaci di lavorare per aprire la strada all'accoglienza dei nostri figli chissa' ora cosaavrebbero dovuto vivere i nostri figli.Abbiamo il dovere civile di lavorare per il benessere di tutti.Se ciascuno cerca di risolvere solo il suo problema senza metterlo in comune rischia davvero di cadere nella lamentazione.Tutti abbiamo bisogno di tutti e cominciare a cercare di far conoscere le proprie fatiche agli altri apre le premesse per suscitare il desiderio nelle persone di  un mutuo aiuto.Ciao Tiziana

venerdì 16 settembre 2011

INTEGRAZIONE


COSA DICI GIO' CE LA FARANNO I TUOI GENITORI !!!!!

Anche il pezzo piu' insignificante se manca lo notano tutti!


Integrazione…
Dal punto di vista etimologico integrare significa aggiungere ciò che manca all’intero.
In senso traslato è la possibilità di ogni individuo di partecipare, portando il suo contributo, all’intero sociale cui appartiene. L’integrazione viene intesa come comunione di più saperi e di più conoscenze.
Legge 5/2/92 n. 104 => legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale, e i diritti delle persone handicappate.


...."La scuola è una comunità educante, che accoglie ogni alunno nello sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche tali da consentirne il massimo sviluppo. Una scuola non solo per sapere dunque ma anche per crescere, attraverso l'acquisizione di conoscenze, competenze, abilità, autonomia, nei margini delle capacità individuali, mediante interventi specifici da attuare sullo sfondo costante e imprescindibile dell'istruzione e della socializzazione.
In questo senso si configura la norma costituzionale del diritto allo studio, interpretata alla luce della legge 59/1997 e del DPR 275/1999, da intendersi quindi come tutela soggettiva affinché le istituzioni scolastiche, nella loro autonomia funzionale e flessibilità organizzativa, predispongano le condizioni e realizzino le attività utili al raggiungimento del successo formativo di tutti gli alunni.( Belle parole peccato rimangano solo sulla carta!!!!!)  "

Ogni disabile essendo persona e' unica .(le mamme lo sanno le istituzioni meno)

Tutte le mamme sanno di amare ogni loro figlio ma sanno anche che ognuno di loro ha necessita'diverse.
Il cuore di una mamma si dilata non si divide.
Dilatandosi non sottrae nulla a nessuno (certamente spesso si sbaglia)(e' sempre disposta a rimettersi in gioco)non vuole che i suoi figli abbiano tutto in parti uguali ,desidera invece che ciascuno di loro possa raggiungere il suo destino.Desidera la loro felicita', non blocca le strade che vogliono percorrere anche se possono provocarle fatica e dolore.
Strategie e domande mettono in moto le mamme per accompagnare ciascuno,
Ogni figlio lo si ama perche' E'non per quello che vale o per quello che fa.
Impara, camminando, a perdere la faccia,ad essere giudicata e derisa ma la gioia che ogni figlio dona le permette di poter vivere in letizia nonostante le ferite che sanguinano e forse aiutano il cuore a dilatarsi.
ciao a tutte le mamme  Tiziana

NON C'E' PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE

.....Il Ministro Gelmini ha detto che "bisogna rilanciare un progetto educativo e nessuno si può chiamare fuori", come a dire educare e collaborare è opera di tutti, impegno irrinunciabile di quella solidarietà sociale che tiene insieme valori di riferimento quali libertà e giustizia

Il problema sta nel niente corposo che traveste di ordinario il quotidiano di tanti giovani, in quel nulla dalle tante maschere indossate a casaccio, il pericolo-pieno della violenza che lega insieme, e rimanda a una insoddisfazione malata dall'incapacità di parlare, di confrontrarsi, di comprendersi e comprendere l'altro.....



Vittime predestinate di un nomadismo dell'errore privo di uno sbocco, ripetuto sino alla nausea, straripa il dolore che non ce la fa più a rimanere pancia a terra, e sebbene da sempre si verifichino atteggiamenti- comportamenti aggressivi e poi violenti, occorre riprendere in mano il bandolo della matassa, bisogna rifarlo ogni volta che serve, non avere timore delle risposte che urtano alla nostra porta di genitori, è urgente chiederci: ma se non si diventa bulli, violenti, criminali all'improvviso, come è potuto accadere che nostro figlio...


di Vincenzo Andraous
Sassate dalle finestre, passanti presi di mira, automobili rigate, docenti passati al setaccio dai pugni, nell'ostentazione di una prepotenza che non conosce la vergogna della sanzione.

Bullismo, prevaricazione, violenza, è pratica fino all'ultimo giorno di scuola, come a voler significare che abbiamo iniziato l'anno scolastico male e lo abbiamo concluso anche peggio.

E' il caso di continuare a puntare il dito sui ragazzini delle elementari, delle medie inferiori e superiori, accusandoli di essere i dispensatori di sofferenze e dolori, indicandoli come i devastatori delle dimore del sapere?


DUE ANGELI E IL SERPENTE

DA l'eco di Bergamo
8. 19 Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero,
8. 20 ché 'l velo è ora ben tanto sottile,
8. 21 certo che 'l trapassar dentro è leggero.

8. 22 Io vidi quello essercito gentile
8. 23 tacito poscia riguardare in sùe
8. 24 quasi aspettando, palido e umìle;

8. 25 e vidi uscir de l'alto e scender giùe
8. 26 due angeli con due spade affocate,
8. 27 tronche e private de le punte sue.

8. 28 Verdi come fogliette pur mo nate
8. 29 erano in veste, che da verdi penne
8. 30 percosse traean dietro e ventilate.

8. 31 L'un poco sovra noi a star si venne,
8. 32 e l'altro scese in l'opposita sponda,
8. 33 sì che la gente in mezzo si contenne.

Dopo la preghiera corale delle anime, Dante introduce un appello al lettore: è un segnale di attenzione a non passare oltre con leggerezza perché sta accadendo qualcosa di importante. Le anime, definite “esercito gentile”, guardano verso l'alto in umile attesa. Ed ecco scendere dal cielo due angeli con ali e vesti verdi - il verde è simbolo della rigenerazione e della speranza - armati di spade affocate ma senza punta. I due angeli, dirà Sordello, scendono direttamente “dal grembo di Maria”, si collocano alle due estremità della valletta a protezione delle anime espianti. Attendono vigili l'arrivo di una biscia, il serpente antico del libro della Genesi, rimando esplicito all'episodio della tentazione di Adamo ed Eva.

Dopo averlo messo in fuga, i due angeli riprendono le loro posizioni iniziali. Si tratta di una vera e propria “sacra rappresentazione”, un rito memoriale che si ripete ogni sera allo scopo di ricordare ai principi negligenti - ma anche a noi - che la provvidenza divina ha posto un rimedio al peccato ma che la tentazione è sempre in agguato e per questo occorre vigilare. Chi, come questi “prìncipi”, riveste oggi incarichi di responsabilità si trova spesso in situazioni rischiose e delicate nelle quali non è facile tener fede ai valori dell'onestà, l'umana probitate del canto VII.


UN SALUTO A TUTTI GLI AMICI INCONTRATI IN CAMPEGGIO


CIAO A TUTTI

martedì 13 settembre 2011

«L'aborto non può esser terapeutico»




di Raffaella Frullone07-09-2011
«Bisogna esser franchi: scientificamente è impossibile dire, osservando un feto da ecografia, che il bimbo sarà sicuramente sanissimo o avrà dei problemi molto gravi. Impossibile dire che le cose saranno tutte nella norma, oppure che non lo saranno, o in che misura. Possiamo avere delle proiezioni, bisogna essere onesti e dire queste cose: dall’ecografia non possiamo in alcun modo avere certezze di quello che sarà».

Non usa mezze misure Bernard Dan, neurologo pediatrico, capo del dipartimento di neurologia e direttore medico associato del Hôpital Universitaire des Enfants Reine Fabiola, nonché professore ordinario di neurologia e neurofisica dello sviluppo all’Université Libre de Bruxelles. «Questo non significa che non sia utile conoscere le proiezioni – ha sottolineato il professore intervenendo ad un incontro all’ultima edizione del Meeting di Rimini a fine agosto – è sempre funzionale farsi un’idea, per capire cosa possiamo aspettarci, ma l’avvenire non lo conosciamo realmente se non quando ci si presenta, e le condizioni di un bambino le conosciamo realmente solo quando nasce».

Al Meeting Dan è arrivato per raccontare la storia di Giulia, la bambina che non doveva nascere. Ai suoi genitori infatti nel 2002 era stato consigliato l’aborto terapeutico poiché un’ecografia aveva rilevato delle anomalie. «Vostra figlia sarà un vegetale» aveva detto il medico a Mariangela Fontanini e Riccardo Ribera D’Alcalà, ma ai due, usciti dallo studio medico, basta uno sguardo di intesa per dirsi che la bambina sarebbe nata. Giulia oggi è tutt’altro che un vegetale. Certo non cammina e non parla, ma capisce due lingue, si muove, mangia, piange quando è triste, ride quando è contenta, ha una memoria incredibile per i volti.

«Giulia è arrivata da me con i suoi genitori perché aveva problemi di sviluppo, problemi conseguenti ad una malformazione celebrale. Mariangela e Ricardo non avevano un buon rapporto con i medici poiché ancora fortemente scottati dalla "terapia" che era stata loro proposta durante la gravidanza, ossia l’aborto. Erano rimasti sconcertati dal fatto che non fosse stata presentata loro un'alternativa. Così ho dovuto prima ricostruire un rapporto con loro e poi cercare di entrare in relazione con Giulia – spiega Dan Bernard, che lo scorso anno è stato anche Presidente dell’accademia europea per la disabilità infantile - L’errore più comune, in presenza di un bambino affetto da handicap, è quello di concentrarsi sulle abilità che non possie: non parla, non cammina, ecc. Invece il nostro compito è quello di guardare la persona nella sua totalità, osservando quello che fa, come lo fa e perché lo fa e Giulia è capace davvero di tantissime cose. Questo percorso ci conduce verso la conoscenza reale della bambina. Se all’inizio erano state dette cose negative, per avere un’immagine completa e reale dobbiamo riconoscere le cose positive, è innegabile che quello che vediamo oggi è di una ricchezza molto più grande di quello che potevamo immaginare prima conoscendo l’immagine di Giulia solo attraverso l’ecografia».

Eppure ai genitori era stato proposto un aborto terapeutico… «Aborto terapeutico è un’espressione grottesca, quello che dobbiamo aspettarci dalla medicina è migliorare la conoscenza che abbiamo, migliorare la condizione dell’uomo e della sua libertà, alleviare i sintomi, proporre terapie. Se un feto presenta delle gravi anomalie, la medicina non può dire che presenta una terapia suggerendo un aborto. Il mio è un discorso umiltà ed etica responsabile».

Il professor Dan in sostanza sostiene la necessità di creare uno staff per l’accompagnamento dello sviluppo dei ragazzi affetti da handicap. La chiama «la rete protettiva», una trama di rapporti sociali, famigliari e affettivi che non solo aiutano la famiglia ad affrontare la situazione, ma contribuiscono in maniera decisiva al miglioramento psicofisico del paziente, il calore umano secondo il neuropsichiatra, sarebbe una terapia insostituibile e straordinariamente efficace.

Diverse testate hanno parlato di Dan Bernard come il “il professore ateo”, ma lui sottolinea «Non mi definirei esattamente ateo, ma certo non ho difficoltà a dire che i miei discorsi medici e scientifici sono atei nella sostanza perché non hanno bisogno di riferirsi a Dio per stare in piedi. L'investimento nel mio lavoro è dovuto ai miei valori, che sono quelli della famiglia, e al mio ruolo di padre. Non c’è soddisfazione maggiore che entrare in comunicazione con un bambino che apparentemente non comunica. Quando mi inginocchio per parlare con loro, èil momento in cui mi sento il più grande tra gli uomini».

Il commento dell’Associazione Medicina e Persona del Piemonte e Valle d’Aosta


Perché ci interessa il libro "Vivi"?

Medicina e Persona è un’associazione di operatori e ne rappresenta la volontà di essere presenti, di giocare la propria identità nel mondo sanitario. Medicina e Persona non è un gruppo di interesse, anche se rappresenta le posizioni di quanti lavorano in sanità; non nasce in contrapposizione al mondo dei pazienti, ma parte da una posizione umana che ritiene che operatori e persone assistite abbiano lo stesso bisogno. E il primo bisogno è il bisogno di significato, il bisogno di essere voluti bene con gratuità. Di fronte agli egoismi che emergono in tante manifestazioni della vita quotidiana, di fronte ad una società che si fonda su una visione di breve respiro, che rifiuta la sfida del dolore e della diversità e tende a ricercare il benessere e l’edonismo ad ogni costo, le storie di vita raccontate da Cavallari ci testimoniano una bellezza e una ricchezza di umanità, di significato, di positività di cui non possiamo fare a meno. Infatti, rinunciare a questa ricchezza è rinunciare ad un di più per tutti gli uomini, senza questi esempi la società diventa fredda, cinica, si culla nel suo egoismo e nel suo edonismo; senza di essi non può sussistere la società stessa. Questi episodi di vita ci ricordano per cosa è fatto l’uomo, e che si è veramente uomini quando si accetta, si condivide l’umano in tutti i suoi aspetti, non per obbedienza a regole imposte dall’esterno. Queste persone, queste famiglie (senza queste famiglie, senza queste madri e questi padri nulla di ciò vi sarebbe) rivelano l’eroismo del quotidiano, ma dentro una grande dignità e dentro l’obbedienza, l’amore, a quello che il reale, la condizione esistenziale comportano. Pertanto, dobbiamo essere grati a queste persone perché il loro atteggiamento, la loro posizione umana sono di richiamo a tutti noi ad una società più civile, ad una società della condivisione e della fraternità.

Altri due aspetti importanti per gli operatori sanitari emergono da ‘Vivi’: il primo è che non bisogna mai negare la speranza all’ammalato, fatto che si traduce sia nel prendersi cura, nel non abbandonare l’ammalato anche quando sembra non esserci una cura, sia nell’essere aperti a vedere possibilità di recupero anche dove non sembrano esserci; il secondo aspetto è che il rapporto tra operatore e paziente è fonte di conoscenza, non solo umana, ma anche tecnica, perché si impara a conoscere meglio la malattia, a trovare nuove terapie e nuove modalità di cura.

UNA MAMMA SCRIVE

La storia di Giulia continua,in tanti scrivono di lei e continueranno a farlo,perchè il suo esempio sta facendo riflettere centinaia di persone,credenti e non.La sua storia tocca anche i cuori più duri ed è in grado di convertire le persone.è un esempio di vita meraviglioso1Grazie Giulia

lunedì 12 settembre 2011

L'INNO ALLA VITA DI GIULIA

segnalato da Renata
La storia, raccontata dall'Eco di Bergamo, della ragazza scomparsa a 14 anni la sera della via crucis della Gmg. "Non ho paura. Vado incontro al Signore: un bel finale".
02/09/2011
Giulia Gabrieli
Per gentile concessione dell'Eco di Bergamo, pubblichiamo la straordinaria vicenda di Giulia Gabrieli, che ha commosso un'intera comunità.

Questa è la storia di Giulia Gabrieli, 14 anni, malata di tumore. Sappiate fin da subito che Giulia ce l'ha fatta. È vero, non è guarita: è morta la sera del 19 agosto, a casa sua, nel quartiere di San Tomaso de' Calvi, a Bergamo, proprio mentre alla Gmg di Madrid si concludeva la Via Crucis dei giovani. Eppure ce l'ha fatta. Ha trasformato i suoi due anni di malattia in un inno alla vita, in un crescendo spirituale che l'ha portata a dialogare con la sua morte: «Io ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali. L'importante è che, come dice la beata Chiara Luce, sia fatta la volontà di Dio».

sabato 10 settembre 2011

VENIRE AL MONDO PER MORIRE

.....E sono vissute, fragilmente vive, come qualunque bambino, benché nato sanissimo, al primo alito di vento, al primo abbandono di sua madre. Quanti sono i bambini che ci lasciano presto, troppo presto: negli ospedali, ogni giorno; in paesi lontani, dove riuscire ad afferrare la vita è un traguardo, e ogni giorno una benedizione. Quanti padri e madri si sentono dire: non è possibile, non riusciremo a salvarlo, a salvarla. Che baratro del cuore, o che supplica perché l’assurdo abbia senso e porti benedizione, ci cambi.....


il grande “perché” di Rebecca e Lucia

di Monica Mondo
Tratto da Il Sussidiario.net l'8 settembre 2011

Non ce l'hanno fatta Lucia e Rebecca, le gemelline siamesi ricoverate al Sant'Orsola di Bologna, unite dalla nascita per l'addome, con un solo cuore e un solo fegato in comune.

Cuore, fegato, dove da sempre fin dall’antichità l’uomo ha riconosciuto le sedi dello spirito vitale. Non bastavano a tutt’e due, non era possibile, oltreché doloroso, farli pulsare per una sola creatura. La storia così rara e sconcertante ha commosso e fatto discutere il Paese, ed è un bene, che ragione e sentimento siano spronati a domandare, a brancolare nel mistero della vita, a piegarsi davanti al limite, così umanamente inaccettabile, così liberante. Si sono interrogati i migliori chirurghi, i comitati di bioetica, e noi tutti.


giovedì 8 settembre 2011

QUANDO UN GIOCO SI TRASFORMA IN UN GESTO PIU' GRANDE




Michele e Anna che vendono la limonata a Lexington dove c'e' una pista ciclabile grossa, hanno raccolto $50 da dare all' avsi (guadagno non ricavo)
erano contentissimi

Un desiderio che il padre Francesco coltivava dall'infanzia.
Vendere limonata sulla strada!Ai bambini piace imitare i grandi e hanno grande soddisfazione quando riescono a svolgere queste iniziative dall'inizio alla fine.
A mamma Alessandra e' piaciuta l'iniziativa ma ha voluto riempirla di senso.
"per voi un gioco,la possibilita' di trascorrere qualche ora con vostro padre,di stare all'aria aperta e.....perche' non utilizzate questo tempo per aiutare a srar bene altri bimbi?
Insieme hanno pensato e poi hanno deciso:il guadagnato lo diamo in beneficenza.
A mamma Alessandra poteva stare bene ma non le sembrava sufficiente.
Pensiamo ancora un po?ha chiesto ai suoi bimbi e a Francesco.
L'AVSI e' un'iniziativa che moltissimi non conosco soprattutto a Boston.
OK lavoriamo allora per la preparazione della limonata ma anche dei cartelloni .
La gente assetata berra' e i loro occhi saranno incuriositi dal cartello.
Cosi' qualche persona in piu' conoscerra' questa grande iniziativa.
Tutti contenti anche mamma Alessandra che e' stata a casa con il piccolo Paolo.

GOMME TAGLIATE PER QUATTRO VOLTE PREGIUDIZI CONTRO LA MIA REBECCA

.....Sono le rampe che mancano quasi sempre, anche nelle scuole e negli asili. Sono la maestra di sostegno e gli assistenti che ci sono, forse, non sempre, non per tutto il tempo scuola («A noi è successo, un giorno ci hanno comunicato che la nostra maestra era da "condividere"»). I De Luca non mollano. Elena e Luca quando la loro bambina non aveva ancora un anno hanno fondato Smarathon, per la raccolta fondi. Rebecca è più di una testimonial. «Abbiamo comprato il dual sky per la scuola sci di Predazzo, per far sciare i bambini come me - spiega -. Poi facciamo la maratona e i soldi ci servono per trovare la cura della mia malattia»......




La mamma della piccola tetraplegica: parcheggiano sul mio posto riservato e se chiamo i vigili si vendicano


Il posto auto riservato sotto casa di Rebecca in via Stoppani (Sioli) MILANO - Via Stoppani 15. I copertoni tagliati, due gomme a terra. Niente asilo, oggi. Rebecca non perde il sorriso, gira la sua Pegasus, la carrozzina elettrica rosa fucsia che guida con un joystick pieno di «appiccichini», e punta al portone di casa. Ormai sa come va a finire in questi casi. È la quarta volta che succede in pochi mesi. Mamma trova occupato il «suo» posto invalidi numerato, è costretta a chiamare i vigili e il carro attrezzi per farlo liberare e il giorno dopo, l'incredibile vendetta. Gomme a terra, auto rigata sulle due fiancate. Rebecca bloccata a casa. Giornata persa anche per la mamma. Oltre alla spesa e al tempo necessari per la riparazione. Il contraccolpo più pesante è «la cattiveria dei milanesi». «L'ho scoperta con la malattia di Rebecca. La gente ha paura della sofferenza. E se ne frega degli altri. Milano è intollerante. Oltre che poco attrezzata per i disabili», è lo sfogo legittimo di Elena Muserra, pierre di moda, moglie di Luca, private banker, e mamma di una bimba con un dono speciale, un sorriso travolgente, e poi lo sguardo dolcissimo, e tutta la grinta che le serve.


Rebecca all'incontro con Pisapia (foto Barbaglia)Racconta Elena: «Rebecca è nata perfettamente sana, ha sgambettato fino a cinque mesi, poi sembrava impigrita. La diagnosi è arrivata subito, violenta: "sma2", atrofia muscolare spinale. È una malattia genetica, grave e rara, blocca i movimenti. Oggi ha cinque anni Rebecca, fa la vita che fanno i suoi coetanei, a parte la fisioterapia del mercoledì. Il suo problema è solo motorio, in altre città, più attrezzate per i disabili, la sua e la nostra vita sarebbe meno complicata». Martedì pomeriggio Rebecca è venuta al Corriere della Sera, il sindaco incontrava i milanesi, lei ha chiesto di partecipare. Quando le hanno avvicinato il microfono ha chiesto decisa a Giuliano Pisapia che cosa intendesse fare per superare il problema delle barriere architettoniche «non solo per me, per tutti i bambini in carrozzella».


CACCIA A CHI RUBA IL PARCHEGGIO AI DISABILI

Scatta il controllo fiscale
Il Comune di Milano annuncia nuove misure contro i «furbi» del parcheggio, come a Londra si fa da anni


(Fotogramma) MILANO - Il Comune di Milano annuncia controlli fiscali per chi parcheggia abusivamente negli spazi riservati ai portatori di handicap. Fa bene, fa male? Be', è semplice. Farebbe male se, tra i diritti dell'uomo, ci fosse quello di rubare i posteggi ai disabili. Poiché non è così, fa bene: avanti coi controlli fiscali per i furbastri. E magari qualche pomeriggio ad accompagnare anziani su e giù dal metrò, quando l'Atm si dimentica di aggiustare le scale mobili. Sottrarre il posteggio ai disabili è uno dei comportamenti più odiosi. Accettarlo e rassegnarsi sarebbe il marchio di una società fallita. Stato orwelliano? Macché: Stato vigliacco, invece, quello che lascia correre certe cose. La nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri, ci insegnavano da bambini. E la libertà di chi è debole è particolarmente importante. A Milano accade spesso, a Londra non succede più da tempo: perché la polizia ti fa passare la voglia. La segnalazione al fisco (e non solo), lassù la praticano da anni. E ha fornito risultati interessanti. Chi viene pescato a parcheggiare abusivamente nei posti per disabili si rivela, spesso, un farabutto. È come se si autodenunciasse: eccomi, sono capace di fare questo e molto peggio!

venerdì 2 settembre 2011

IO DICO



E' difficile rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco.

Come tutto in Italia abbiamo delle buone leggi e cattive interpretazioni.

Sono poche le persone che lavorano con vera passione!

Ormai c'e' un appiattimento generale e come sempre tutti si adattano meglio sul livello piu' basso.Il lavoro che ora viene svolto meglio? Quello di cercare con l'aborto e ora anche con l'eutanasia di eliminare le persone scomode.

La scusa qual'e'?Risparmio economico.

Studi americani hanno dimostrato che il costo di mantenimento dei disabili e' inferiore a quello della loro eliminazione perche' per evitare queste nascite si devoo sottoporre tutte le gestanti ad esami molto cari.

E' chiaro allora che non ci si possa aspettare dalla scuola e dai suoi insegnanti un gran lavoro! E i centri? Con la carenza di lavoro sono una risorsa per gli operatori!

Perche' dovrebbero fuzionare bene loro ?Il ragazzo deve avere la possibilita' di giocarsi con i suoi coetani e noi genitori essere piu' certi delle potenzialita' dei nostri figli!!!





VITTORINO RISPONDE ALL'ISEGNANTE E MAMMA

Cara insegnante delle medie

a volte è giusto sfogarsi e gridare di fronte alle ingiustizie, ma poi bisogna fare i conti con la realtà.



Innanzittutto faccio mio l'appello che fai tu affinchè i ragazzi disabili possano frequentare davvero le medie e siano ben seguiti da insegnanti competenti.

Poi preciso velocemente qualche punto



1 la scuola media è meno adatta rispetto alle elementari ad accogliere i disabili, perchè i ragazzi crescono e fanno più difficioltà ad accettare le differenze,

e ci vogliono davvero insegnanti preparati per favr valorizzare a loro la presenza dei disabili.



2 i ragazzi disabili gravi o gravissimi che si fermano nelle elementari di solito sia fisicamente che mentalmente sono più simili ai ragazzini delle elementari



3 Non sarei così drastico coi cdd centri diurni disabili anche perchè attualmente c'è una maggior ricchezza di proposte educative per disabili rispetto a prima.



4 le scuole speciali sono state demonizzate e invece ci poteva essere uno spazio diverso anche per loro.

Chiudo con l'invito agli insengnati di sostegno e non ad avere il cuore e la passione educativa che dimostri tu nel tuo appello.

Vittorino

giovedì 1 settembre 2011

UNA MAMMA ISEGNANTE SCRIVE

CHI HA RUBATO I DISABILI DELLA SCUOLA MEDIA????



Le secondarie di I grado (familiarmente “medie”) sono piene di ragazzi con problemi, ragazzi che non ce la fanno, ragazzi deviati, ragazzi repressi o soppressi. Insomma: ragazzi in difficoltà. RAGAZZI NORMALI IN DIFFICOLTA’.



Non ragazzi neurotipici, magari, ma ragazzi neuro-atipici in maniera moderata e controllabile.



Perché non si vedono, se non in casi rarissimi, i tetraplegici, gli spastici, gli autistici gravi? Dove sono?



Ci sono i down, di solito, ma i down sono così carini e affettuosi. Così facilmente gestibili. O, meglio, quelli che frequentano la scuola media sono così cariiiiiniii.



Una spiegazione potrebbe essere: quando arrivano alle medie, i disabili gravi sono già vecchi.



Mi è stato raccontato di casi (estremi?) in cui bambini con grave ritardo mentale frequentano la quinta elementare a 15 anni. Se la scuola li ha devastati a tal punto e “fermati” fino all’inverosimile (ve lo immaginate un ragazzo di 15 anni in classe con un bambino di 10?), a 16 anni, quando l‘adolescente non più bambino verrà fuori dall’incubo della scuola primaria, i genitori decideranno di spegnerlo in un Centro Diurno.



Io, da insegnante di sostegno delle medie, dall’alto e dal basso (contemporaneamente) della mia esperienza, ho un dubbio atroce.



Ho il dubbio che le scuole speciali siano state chiuse perché costavano tanto. Che il mito dell’integrazione sia stato creato perché costava meno mettere i disabili nelle scuole pubbliche, ma che non sia stato fatto nessuno sforzo per adeguare le scuole alla nuova situazione!!!



Ho il dubbio che l’intento fosse – semplicemente – sostituire le Scuole Speciali con i Centri Diurni Disabili, luoghi con pochi operatori e pochi servizi (e quei pochi servizi di stampo mostruosamente psicodinamico), molto più economici di una scuola speciale efficiente.



Ho il dubbio che la grande idea dell’integrazione scolastica non sia venuta dall’alto, ma dal basso. Che l’intento di quei signori non fosse l’integrazione ma il risparmio. Risparmio da attuare dissuadendo i genitori dei disabili gravi e costringendoli a ricoverarli nei CDD invece che a iscriverli alle scuole pubbliche.



Per questo voglio gridarlo al tutto il mondo: CHI HA RUBATO I DISABILI DALLA SCUOLA MEDIA? GENITORI, TOGLIETELI DA QUEI CENTRI DIURNI DEL CAVOLO E PORTATELI A SCUOLA!!! E NON PERMETTETE ABOMINEVOLI DEPRAVAZIONI COME QUELLA DEL 14enne IN QUARTA ELEMENTARE!!!



E poi, quando li avete portati a scuola, andateci giù duro: alzate la voce, inveite, denunciate.



Dipende anche da voi rendere reale un ideale.



G.P.