venerdì 29 febbraio 2008

BENEDETTO XII AI VESCOVI DI EL SALVATOR IN VISITA "AD LIMINA"

. Cari fratelli, al termine del nostro incontro vi ringrazio di nuovo per la vostra dedizione generosa alla Chiesa e vi accompagno con la mia preghiera, affinché in tutte le vostre sfide pastorali vi colmino di speranza e vi incoraggino le parole del Signore Gesù: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Matteo, 28, 20).


La famiglia è fattore di pace
contro la violenza e le piaghe sociali
28 FEBBRAIO 2008
Promuovere la riconciliazione e la pace per superare i dolorosi eventi del passato: è la consegna affidata dal Papa ai vescovi di El Salvador, ricevuti giovedì 28 febbraio, in occasione della visita "ad limina Apostolorum".

BENEDETTO XVI UDIENZA GENERALE

...... Preghiamo dunque che nella nostra vita ci sia ogni giorno concesso di seguire l’esempio di questo grande convertito, incontrando come lui in ogni momento della nostra vita il Signore Gesù, l’unico che ci salva, ci purifica e ci da la vera gioia, la vera gioia, la vera vita...


Aula Paolo VI
Mercoledì, 27 febbraio 2008

Saluto ai pellegrini presenti nella Basilica Vaticana:
Sono lieto di salutare cordialmente tutti voi, cari pellegrini provenienti da varie parti d’Italia. Vi incoraggio a crescere nella carità mediante concreti gesti di solidarietà verso le persone più deboli e bisognose, il cui volto è immagine di quello di Cristo. Quanto di materiale doniamo agli altri, è segno del dono più grande che possiamo offrire ai fratelli con l’annuncio e la testimonianza del Vangelo. Questo tempo di Quaresima sia caratterizzato da uno sforzo personale e comunitario di adesione a Cristo per essere testimoni del suo amore.

PIO XII E FATIMA " HO RIVISTO IL MIRACOLO"


di Andrea Tornelli
IL GIORNALE 28 FEBBRAIO 2008
«Ho visto» il miracolo del sole, «questa è la pura verità». Nel 1950, poco prima di proclamare il dogma dell’Assunta, Pio XII mentre passeggiava nei giardini vaticani assistette più volte allo stesso fenomeno verificatosi nel 1917 al termine delle apparizioni di Fatima e lo considerò una conferma celeste di quanto stava per compiere. Una circostanza fino ad oggi nota solo grazie alla testimonianza indiretta del cardinale Federico Tedeschini che ne parlò durante un’omelia.

TRA LIBRI E GIORNALI LA PARROCCHIA EDUCA DA LUGO DI ROMAGNA

....Leggere forma e fa crescere in umanità. Il dramma di oggi è che si vive di immagini finalizzate solo alla cattura dell’attenzione, senza lasciare il tempo di giudicare e riflettere. E così lo scopo dell’immagine consumistica rimane solo il puro divertimento. Si legge poco e quel poco non è certo edificante, in funzione di un’evasione dalla realtà......


AVVENIRE 27 febbraio 2008
QUINTO CAPPELLI
La chiave di lettura per fare cultura in parrocchia è la presentazione e lettura di un libro del mese. La proposta arriva dalla comunità collegiata di Lugo di Romagna, un centro di 30mila abitanti in provincia di Ravenna e in diocesi di Imola.
Spiega l’ideatore don Leonardo Poli, 49 anni, coparroco della collegiata: «Nella società attuale un libro al mese può avere la forza di illuminare la fede e la ragione.

I TORMENTI DI FERRARA

Giuliano Ferrara fa trapelare un piccolo ma significativo dubbio: nell’editoriale di ieri che apriva Il Foglio ha chiesto ad amici e adepti cosa pensino della battaglia cui ha pensato di partecipare esponendosi in prima persona. Non è semplice vezzo: da giorni ormai il quotidiano annega tra le missive di incitamento e quelle (poche) di critica.


«Sono angosciato, ditemi se fare la lista»Il direttore del Foglio in un editoriale confessa i suoi dubbi sulla corsa alle urne
da Roma
IL GIORNALE 28 FEBBRAIO 2008
Ancora due notti di poco sonno e, stando all’interessato, pure zeppe di «angoscia». L’Elefantino sfoglia la Margherita e chiede ai suoi cultori e naturalmente anche ai nuovi amici anti-abortisti cosa pensino della lista per la moratoria. Presentarla o no?

INTERVISTA BARBARICA: GIULIANO FERRARA



Ferrara e la Bignardi (DAL BLOG DI LUCACICCA)25 Feb, 2008 diritti umani, politica, tv

Chi segue questo blog(DI LUCACICCA) sa quanto io diffidi della crociata di Ferrara contro l’aborto.
Devo però dire che nel confronto di Venerdì scorso con Daria Bignardi, a me pare che ne sia uscito assolutamente vincitore.

La Bignardi è brava, è brillante ed intelligente, ma tende ad essere un po’ banale e piaciona.
Il confronto con Ferrara l’ha perso, soprattutto quando lui l’ha accusata di vedere il mondo come lo vede una milanese con i tacchi alti.Lei ha confermato in pieno questo giudizio quando ha detto che le giovani donne immigrate abortiscono perché vogliono far carriera ed sviluppare le loro potenzialità di donne.
Non lo so, ma temo che non sia così.

Quello tra Ferrara e la Bignardi è un confronto che abbiamo visto ripetersi mille volte ed è un confronto che non ha soluzione per un motivo semplice: le due persone che si confrontano partono da un presupposto diverso.
Ferrara parte dal presupposto che un embrione sia un essere vivente (anche se dal punto di vista scientifico non lo è) ed in quanto essere umano deve veder riconosciuti i suoi diritti, a partire da quello alla vita.
La Bignardi ritiene che un essere umano sia tale soltanto dopo la nascita.

Il grande confronto ideologico è tutto qui.
E’ una questione filosofica, non scientifica.
Ed è un confronto che non ha prospettive di soluzione.

Nessuna legge, che sia la 194 o la 40, riuscirà mai a dipanare questa frattura.
A me, a volte, viene il dubbio che forse varrebbe la pena starsene più zitti.
Luca


giovedì 28 febbraio 2008

GIORNATA DEL PESSIMISMO.CHE FARE? FATECI SAPERE

Pensieri di un impolitico

Dal Foglio Online. Per scrivere (incoraggiandolo) al Direttore: ildirettore@ilfoglio.it

sotto, una delle variabili di cui tenere conto.



Ho già detto che se anche andasse male non importa, perché è già andata bene. E che esitare genera malessere. Però un po’ esito, e ci dormo poco e un po’ mi angoscio, in mezzo a pressioni pubbliche e private, preoccupazioni motivate sulla difficoltà di tradurre in voto politico la riscoperta di una antica sapienza: liberi di scegliere, si deve scegliere contro la tristezza e la comodità del desiderio che si fa diritto in modo dispotico verso il diritto altrui.

mercoledì 27 febbraio 2008

NOI MEDICI SIAMO AMATI PERCHE' RISPETTIAMO LA VITA

Il giuramento di Ippocrate e le vicende di una professione
di Carlo Bellieni


Tratto da AVVENIRE del 27 febbraio 2008

È interessante parlare con Robert De Jong, neurochirurgo olandese, come mi è accaduto di fare ieri al termine della sua lezione all’assemblea della Pontificia Accademia pro Vita nella quale con candore ha smontato punto per punto il famigerato «Protocollo di Groningen» che teorizza e giustifica l’eutanasia pediatrica.


De Jong aveva già pubblicato le sue critiche in un’importante rivista medica, spiegando – da esperto qual è – come non sia vero che i bambini con spina bifida avvertano dolori insopportabili, che siano destinati a un’esistenza senza prospettive, o che sperimentino una scarsa qualità della vita.

Tutto falso.
Eppure è a questi malati che il Protocollo primariamente si applica. De Jong non è cristiano: è semplicemente realista. Dice : «Mi batto perché rispetto la vita. E la verità».

IL PAPA SUL RISPETTO DELLA VITA INDIVIDUALE

Non è forse l’uomo reale quello che siamo e incontriamo ogni giorno, quello che viene concepito, nasce, cresce, studia e lavora, ama la propria moglie o il proprio marito, mette al mondo i figli e li educa, spende ogni giorno la propria vita per qualcuno o qualcosa, si ammala, soffre e muore?

Strano il discorso sull’uomo che non parte dall’uomo
Avvenire 26 febbraio 2008
ROBERTO COLOMBO

I GIOVANI EMO E TAGLIA ZERO.COSA POSSONO DARE I RAGAZZI CRESCIUTI SENZA UN PADRE?

....D’altra parte, per dare energia maschile bisogna averla anche ricevuta. Come si confidavano i due protagonisti di Fight club, film di culto di qualche anno fa: «Siamo cresciuti senza padri, cosa possiamo dare?». Emotional, è già qualcosa....Claudio Risé
Tratto da Il Mattino di Napoli del 25 febbraio 2008

Qualche mese fa era di moda il tipo «emo», da emotional, emotivo, sensibile. Spalle tenute strette, come a riparare il torace già smilzo, frangetta lunga su un occhio, l’altro un po’ sgranato a scrutare il mondo, con aria tra l’annoiato e lo stupito.

AVANTI INDIETRO DAL POZZO COME A SAMARIA

L’inedito evangelico di Dio è questo.Dio si fa incontro a noi chie­dendo per la sua sete, non afferrandoci alla gola per la nostra. Un unico Dio per tutti gli esseri umani, adorabile per chiunque, in spirito e verità. Un Dio che desidera essere amato, non subito. Un Dio che non compra e non vende, fi­nalmente. Un Dio che non si compra e non si vende. Un Dio che anche una sa­maritana può fronteggiare con le sue domande, senza essere inchiodata alle sue debolezze, senza essere imprigio­nata nella sua distanza. Nemmeno quel­la religiosa. Un Dio del quale anche una donna che nessuno considera può rice­vere la confidenza, scoprendo, con un’e­mozione che le ha cambiato la vita, che non era affatto semplicemente «il Dio di quegli altri». Era il Messia di Dio, in spirito e verità, ecco. Lo si capiva dal fat­to che sapeva tutto di te e non intende­va approfittarne neanche un po’. Era Dio, e chiedeva da bere. Quello che tutti i por­tatori d’acqua, al limite della rassegna­zione, aspettano. Finché c’è, un pozzo.

mar 26 feb
Dall’Angelus un’icona per noi
di Pierangelo Sequeri

Tratto da AVVENIRE del 26 febbraio 2008

FAMIGLIA E NO ALL'ABORTO PER NOI CATTOLICI SON VALORI IRRINUNCIABILI

Vian ricorda la Nota dottrinale del 2002 firmata da Ratzinger e Bertone: indica le esigenze etiche fondamentali sulle quali basare le scelte elettorali
di Andrea Tornielli

Tratto da IL GIORNALE del 26 febbraio 2008
«Il rifiuto dell’aborto e dell’eutanasia, la promozione della famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra uomo e donna, la tutela della vita fin dal concepimento, la libertà di educazione... sono valori irrinunciabili per un cattolico. E dunque anche per un cattolico impegnato in politica e per un cattolico chiamato alle urne».

L'IRRUZIONE DEI TEMI ETICI SPEZZA I FRAGILI EQUILIBRI LAICI-CATTOLICI

....Si tratta di un fatto senza precedenti. Lo si deve all'impegno della Chiesa ratzingeriana, che si conferma una Chiesa militante: poco propensa a rispettare le vecchie mediazioni politiche e decisa a farsi ascoltare sui principi essenziali. Ma non c'è dubbio che esiste anche un secondo livello ed è la campagna promossa da Giuliano Ferrara sulla liceità morale dell'aborto.....

mar 26 feb
il Punto di Stefano Folli
24 ORE

Qualcuno si domanda perché Walter Veltroni abbia voluto con tanta determinazione il Partito Radicale nelle liste del suo Pd.

La risposta più logica è che ha voluto rafforzare la sponda riformatrice del nuovo centro-sinistra affidandosi alle posizioni economiche, ultra-liberali e moderniz-zatrici, del partito di Marco Pannella ed Emma Bonino.

LO STRANO CASO DI CHI SI UCCIDE PER SENTIRSI VIVO

.....Spesso al letto del malato ci sentiamo interrogati in questo senso: chi è veramente l'uomo? Si è uomini veri perché "si decide" o perché "si accoglie"? La risposta di Paolo Caccone va in questa direzione: si è uomini completi, uomini vivi, quando si è capaci di "accogliere" e si è capaci di accogliere soltanto quando si è accolti.....

Troppo spesso l'efficientismo sanitario maschera l'incapacità di accogliere la morte con serenità
di Ferdinando Cancelli, Medico chirurgo

Tratto da L'Osservatore Romano del 26 febbraio 2008

QUANDO LA VERITA' NON VA IN PAGINA: E PREVALE L'IDEOLOGIA

Il giallo delle due versioni del Corriere della sera • La Stampa oscura nel titolo la notizia contenuta nell’articolo: l’ammissione del presidente della Fnomceo sul voto inesistente • Anche Repubblica censura la precisazione sulla votazione • Il Secolo XIX non si accoda al gregge
di Umberto Folena
AVVENIRE 26 febbraio 2008
Sul caso della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei medici, un giallo indiscutibilmente c’è.
Ma non è 'Il giallo del documento' (Corriere della sera) che, senza dubbio alcuno e per ammissione del presidente del Consiglio della Fnomceo, Amedeo Bianco, non è stato votato, esattamente come Avvenire ha scritto domenica.

martedì 26 febbraio 2008

ORA ANCHE I SORDI VOGLIONO BAMBINI SORDI






Siamo stati portati lontano dal nostro vero Bene.
Cosi' lontani e soli non riconosciamo piu' la realta' che ci circonda.
Ingannati da una scienza che non e' scienza.
Ingannati da una liberta' che non e' liberta'
Siamo arrivati a sentirci cosi' soli dentro nel mondo che la corporazione dei sordi desidera mettere al mondo figli sordi per poterli inserire meglio fra loro.
Questo desiderio di possesso del dono piu' grande che ci e' stato dato "la vita di un figlio"vuole essere manipolato da noi non si pensa piu' al figlio come persona che ci e' stata affidata per accompagnare al Destino,ognuno ormai lo vuole come lo vuole.Questa e' la grandezza del laico Ferrara "ESSERE ARRIVATO A COMPRENDERE CHE LA VITA E' UN VALORE INDIPENDEMENTEMENTE DAL PROPRIO CREDO"
Ferrara come il dottor House piace perche' butta in faccia la vera realta' senza mezzi termini libero dal suo vissuto."Ho considerato la vita anch'io,in altri tempi,un bene da non difendere,ho sbagliato ma ora che vedo non posso non mostrare a tutti la vera realta'"



Lui cosi' cinico cosa direbbe sulla liberta' di fare figli disabili?




La logica dell'eugenetica:
Al mercato del figlio su misura

...Quando la nascita di un figlio è subordinata ad una selezione genetica, indipendentemente dalle intenzioni di chi la pratica, per avere un figlio uguale o diverso da sé, è difficile poi, per non dire impossibile, venire a capo delle mille contraddizioni che inevitabilmente si presenteranno.....di Assuntina Morresi
L'Osservatore Romano - 24 febbraio 2008

GIOVANNI


Giovanni attende con babbo e mamma la visita in anestesia di settimana prossima.
Speriamo che la situazione sia buona.
Lui ora sta bene,non ha voglia di andare a scuola vuole le coccole,sa comunque orientarsi e camminare in casa in autonomia.
Chiedo ai lettori di starci accanto con la preghiera.

DAI VESCOVI DURO ATTACCO A WALTER

Dai vescovi duro attacco a Walter: sui temi etici non inganni gli elettori
«Avvenire» accusa: «Candidare i radicali e Veronesi, avrà inevitabili conseguenze sul programma».
Scontro con l’Ordine dei medici per il documento su 194 e pillola abortiva: un falso
di Maurizio Lupi
IL GIORNALE del 25 febbraio 2008











I vescovi rompono gli indugi e attraverso il quotidiano Avvenire lanciano un durissimo attacco a Walter Veltroni e alla sua scelta di candidare rappresentanti del Partito radicale ma soprattutto l'oncologo Umberto Veronesi, capolista in Lombardia.

L'INCONTRO FRA IL PAPA E L'ELEFANTINO DEVOTO

.....Ferrara semplicemente si è accorto che la sapienza della Chiesa, Agostino e Tommaso, Wojtyla e Ratzinger, ha spesso molte più cose interessanti da comunicare all'uomo (post)moderno - sull'amore umano, sulla nascita e la morte, fino al «supremo scandalo del nostro tempo»....

di Maurizio Crippa
IL GIORNALE del 25 febbraio 2008





E finalmente in una tiepida domenica mattina di febbraio si sono incontrati. Un semplice parrocchiano un po' speciale del Testaccio, il quartiere un tempo popolare e poi simbolo della Swinging Rome rutelliana, e il vescovo della città venuto in visita alla parrocchia di Santa Maria Liberatrice.

DON GIUSSANI E LA PASSIONE DI EDUCARE ALLA FEDE

Una chiara responsabilità per tutta Cl che è ben presente anche in una lettera inviata proprio nei giorni scorsi da don Carrón agli aderenti al movimento: "Noi siamo i primi a sentire il bisogno di un'educazione che ci consenta di conoscere la realtà fino in fondo, ad avvertire l'urgenza di cominciare un cammino di conoscenza che ci renda familiare il Mistero. A tre anni dalla sua morte, domandiamo a don Giussani di continuare a farci compagnia sulla strada che ha tracciato".


Il cardinale vicario Ruini a San Giovanni in Laterano
di Fabrizio Contessa
Tratto da L'Osservatore Romano del 24 febbraio 2008

SOGNO LA LISTA DELLA BELLEZZA

Eppure la Bellezza non è un lusso, è il pane dei poveri, la loro unica ricchezza. La Bellezza non è fatta di lustrini e veline, povere ombre effimere di un teatro di cannibali (il volto di Madre Teresa era bellissimo e quello di Karol Wojtyla più bello di qualunque attorucolo hollywoodiano). La Bellezza dà senso alla vita.

«Sappiate che l'umanità può fare a meno degli Inglesi, che può fare a meno della Germania, che niente è più facile per lei che fare a meno dei Russi, che per vivere non ha bisogno né di scienza né di pane, ma che soltanto la bellezza le è indispensabile, perché senza bellezza non ci sarà più niente da fare in questo mondo».

Vorrei sentir dire a qualcuno le parole di Robert Kennedy: «Il dramma della gioventù americana è che sa tutto eccetto una cosa. E questa cosa è l'essenziale».

"Fà che la vita sia per te ogni giorno, una meravigliosa sorpresa! LA VITA E' UN MIRACOLO! "

Ma mi chiedo se la vita e il destino di un popolo sia tutto e solo lì, nelle bollette. Oltretutto questo popolo non fa più figli, perché fare figli significa essere condannati alla povertà; perciò fra venti anni il popolo italiano sarà vicino all'estinzione. Senza speranza. Dicono certi sondaggi che quello italiano è un popolo triste e senza speranza. Nel dopoguerra eravamo molto più poveri, addirittura fra le macerie, un paese in ginocchio. Ma avevamo una grande risorsa che ha fatto "il miracolo". Qual era? Cosa abbiamo perduto? Perché nessuno sa dirlo? Beh, lo dirò io: la fede cristiana.

Cioè l'amore alla vita. «L'umanità è giunta a un punto vergognoso! Non siamo liberi da noi stessi. Io parlo perché tutti capiate che la vita è semplice e che per salvarvi, salvare voi stessi e salvare i vostri figli, la vostra discendenza, il vostro futuro, dovete ritornare al punto dove vi siete persi, dove avete imboccato la via sbagliata! Bisogna tornare al punto di prima, in-quel-punto dove voi avete imboccato la strada sbagliata». È il "folle di Dio", Domenico, nel film "Nostalghia" di Andrej Tarkovskij, che grida queste parole, poco prima di sacrificare se stesso sopra la statua del Marco Aurelio in Campidoglio. Ma in quale punto abbiamo "imboccato la via sbagliata"? A quale crocevia ci siamo smarriti? Sfogliando un libro di antiche icone russe, Alexander, il protagonista del "Sacrificio" (il successivo e ultimo film di Tarkovskij), si dice colpito da quelle splendide tavole per la «saggezza e spiritualità (...) profonda e virginale nello stesso tempo. Incredibile come una preghiera». Ma aggiunge, con sconcerto: «Tutto questo è andato perduto. Non siamo più neppure capaci di pregare».
LIBERO 24 FEBBRAIO 2008
di ANTONIO SOCCI

UDIENZA AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO INDETTO DALLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA SUL TEMA "ACCANTO AL MALATO INGUARIBILE E AL MORENTE"

....Quando, al momento della morte, la relazione con Dio si realizza pienamente nell’incontro con "Colui che non muore, che è la vita stessa e lo stesso Amore, allora siamo nella vita; allora viviamo" (Benedetto XVI, Spe salvi, 27).....

.....Un più grande rispetto della vita umana individuale passa inevitabilmente attraverso la solidarietà concreta di tutti e di ciascuno, costituendo una delle sfide più urgenti del nostro tempo.....

ORIENTAMENTI ETICI ED OPERATIVI
25.02.2008

lunedì 25 febbraio 2008

RITIRO DI QUARESIMA DELLA FRATERNITA' HAUTRIVE

16.2.08 – P. Mauro-G. Lepori
«Tutto a tutti»

Un tempo di conversione

Abbiamo cominciato un nuovo cammino di Quaresima. Siamo invitati a viverlo con speranza, perché la sua meta è la Pasqua di Cristo, un avvenimento che non dipende da noi, dai nostri sforzi, ma dalla gratuità senza limiti di Dio, la gratuità che si esplicita totalmente nella Passione e Morte del Signore, nel mistero della Croce che ci salva, che è sorgente di Vita.

IL CARDINALE RUINI COSI' RICORDA DON GIUSSANI

DON GUISSANI/ RUINI: CAPI' SEGNI DEI TEMPI,SUO INSEGNAMENTO ATTUALESua memoria ancora viva, figura straordinaria

Don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, "ha capito in anticipo i segni dei tempi" e "il suo insegnamento vale anche oggi". Con queste parole il cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa per la Diocesi di Roma, ha ricordato don Giussani nella celebrazione presieduta a San Giovanni in Laterano per il terzo anniversario della morte del fondatore di CL.

FORSE ERA MEGLIO LASCIARLO PARLARE

Gli ultimi saranno i primi
di Berlicche

Mio caro Malacoda, sono sull'orlo di una crisi di coscienza. Quell'uomo ha il potere di confondermi, ci sta rubando il mestiere. Non facesse il Papa potrebbe fare il pugile, negli ultimi dieci giorni ha finto di abbassare la guardia e poi è ripartito con tre colpi in rapida successione, tre diretti in pieno volto, e sul nostro terreno poi: laicità, comunicazione e scuola.

CESANA: TRE ANNI DOPO L'EREDITA' ANCORA VIVA DEL "GIUS"

Due uomini diversi, ma entram­bi profondamente cristiani e nel­lo stesso periodo storico. Ansiosi di fare ritrovare la speranza origi­naria. Quella di cui il poeta Jimé­nez scrisse: «Ora è vero. /Ma è sta­to così falso/ che ancora oggi sembra impossibile». Versi che Giussani in chiusura di quel libro commentava: «Quando uno in­tuisce il fatto cristiano come ve­ro, gli occorre ancora il coraggio di risentirlo possibile».


Comunione e Liberazione • Il leader di Cl ricorda la sua ansia radicale per un cristianesimo vivo «qui e ora» • «La speranza cristiana? Nasce dallo sperimentare un cambiamento che è già iniziato» • «Occorrono uomini che, come ha detto il Papa, rendano Dio credibile» • «Ha combattuto per la piena incidenza della fede nella realtà. Senza la quale il cristianesimo sarebbe un sogno»di Marina Corradi
Tratto da avvenire del 22 febbraio 2008

aborto

Aborto, le immigrate cinesi al «Buzzi» scelgono la vita

La difesa della vita

di Lucia Bellaspiga

Tratto da avvenire del 22 febbraio 2008

UDIENZA PER LA CONSEGNA ALLA DIOCESI DI ROMA DELLA LETTERA SUL COMPITO URGENTE DELL'EDUCAZIONE

Siamo qui, in concreto, perché intendiamo rispondere a quella domanda educativa che oggi avvertono dentro di sé i genitori, preoccupati per il futuro dei propri figli, gli insegnanti, che vivono dal di dentro la crisi della scuola, i sacerdoti e i catechisti che sanno per esperienza quanto sia difficile educare alla fede, gli stessi ragazzi, adolescenti e giovani, che non vogliono essere lasciati soli di fronte alle sfide della vita.


23 FEBBRAIO 2008
Alle ore 12 di oggi, in Piazza San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI presenta e consegna alla Diocesi di Roma la "Lettera sul compito urgente dell'educazione", firmata il 21 gennaio scorso (crf Boll N. 0048 del 23 gennaio 2008).
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Santo Padre rivolge ai fedeli convenuti in Piazza San Pietro:
DISCORSO DEL SANTO PADRE


LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

"....."Ho sete" (Gv 19,28). La sete di Cristo è una porta di accesso al mistero di Dio, che si è fatto assetato per dissetarci, così come si è fatto povero per arricchirci (cfr 2 Cor 8,9). Sì, Dio ha sete della nostra fede e del nostro amore. Come un padre buono e misericordioso desidera per noi tutto il bene possibile e questo bene è Lui stesso....."

S.S.BENEDETTO XVI :
ANGELUS , 24.02.2008

Di ritorno dalla visita pastorale alla parrocchia romana di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, a mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
PRIMA DELL’ANGELUS

S.S.BENEDETTO XVI :VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA SANTA MARIA LIBERATRICE A TESTACCIO

Attraverso il simbolo dell’acqua, che ritroviamo nella prima lettura e nel brano evangelico della Samaritana, la parola di Dio ci trasmette un messaggio sempre vivo e sempre attuale: Dio ha sete della nostra fede e vuole che troviamo in Lui la fonte della nostra autentica felicità.

Il popolo esige da Dio che venga incontro alle proprie attese ed esigenze, piuttosto che abbandonarsi fiducioso nelle sue mani, e nella prova perde la fiducia in Lui.

Sant’Agostino commenta: "Colui che domandava da bere, aveva sete della fede di quella donna" (In Io ev. Tract. XV,11: PL 35,1514).

Diceva sant’Agostino che Dio ha sete della nostra sete di Lui, desidera cioè di essere desiderato. Più l’essere umano si allontana da Dio più Egli lo insegue con il suo amore misericordioso.

24.02.2008

Alle ore 9 di questa mattina - III Domenica di Quaresima - il Santo Padre Benedetto XVI si reca in visita pastorale alla parrocchia di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, nel settore centro della diocesi di Roma, per la celebrazione della Santa Messa.

domenica 24 febbraio 2008

UN PO' CON I NIPOTINI


IL SENSO DEL BELLO IL SENSO DELLO STATO

...Come terzo punto, devo ora mantenere la promessa che ho
fatto all’inizio, quella di mostrare che il liberalismo di
Hume è, sui punti fondamentali, lo stesso liberalismo di
don Giussani e perciò che un terreno comune fra liberali
laici e liberali cattolici esiste ed è saldo.....


Rimini, Meeting dell’amicizia, 18 agosto 2002
1. Bellezza e stato: due tipi di connessione
Marcello Pera

UN PO' DI DON GIUSSANI

PERCHE' L'ATTENDONO COSI'?
"PERCHE' CREDONO IN QUELLO CHE DICO"(don Giussani)

QUESTO E BASTA? SI

SEMPRE SUL RISCHIO EDUCATIVO

...E' questa la sfida educativa che don Giussani ha lanciato al nostro tempo, non solo a coloro che lo hanno seguito e al cosiddetto «mondo cattolico»: una sfida laica di civiltà e di libertà, che invita a superare la parzialità delle ideologie e il fascino sottile del nichilismo gaio che sembra oggi dominare la scena, per lasciare entrare il richiamo del vero nella vita individuale, sociale, politica.....

il grande carisma di don Giussani: la capacità di saper riproporre l'avvenimento cristiano non come una dottrina astratta e slegata dall'esperienza quotidiana di ciascuno, ma come l'incontro tra la domanda di verità e di bellezza dell'uomo e il mistero dell'incarnazione di Dio in Gesù Cristo. Perciò educare, per don Giussani, significa innanzitutto aiutare la persona a prendere coscienza di quelli che sono i suoi elementi costitutivi, le sue esigenze fondamentali, le domande più profonde e radicali che riguardano il senso del vivere e del morire.
Gianteo BORDERO
Il «rischio educativo», la sfida di libertà di don Giussani
tratto da: Ragionpolitica.it, 22.2.2006.

IL RISCHIO EDUCATIVO UNA SFIDA PER LA NOSTRA SOCIETA'

Nel libro di Giussani la fede cristiana è pertinente con le esigenze della vita e costituisce un’esaltazione della razionalità. Giussani non mette in opposizione fede e ragione; anzi: con la ragione si arriva alla fede e, viceversa, è la fede (o meglio: è Dio) che ci dà la ragione. Grazie alla ragione noi possiamo poi confrontarci con le conoscenze che ci sono trasmesse.
Il rischio educativo, una sfida per la società
Paru dans Il Giornale del Popolo le 17 novembre 2006
di ANDREA FAZIOLI

sabato 23 febbraio 2008

IL CREDENTE E IL PECCATO

Quando cadiamo nel peccato, dobbiamo confessarlo.

Riconoscerlo e confessarlo assumendosene ogni personale la responsabilità.
Il peccato, infatti, per essere tale deve essere una scelta compiuta in piena avvertenza e consenso deliberato.
Quindi, quando un credente commette il peccato, ha bisogno di riconoscerlo e confessarlo, chiedendone perdono per mezzo del sacrificio che Gesù Cristo ha compiuto per noi sulla croce.



ven 22 feb
di mons. Tommaso Stenico

Sono molti oggi a ritenere lungimirante e profetico ciò che aveva affermato fin dal 1954 il papa Pio XII: “il peccato più grave dell'uomo contemporaneo è che l’uomo ha perso il senso del peccato”.

Il tempo di Quaresima è tempo favorevole e opportuno per riflettere sul senso e la realtà del peccato, che rallenta o addirittura impedisce il processo della conversione che caratterizza, appunto, la Quaresima.

Per capire il peccato, occorre considerarne la gravità, sia per arrivare alla salvezza, sia per comportarsi come figli di Dio.
Non è facile comprenderlo. Il mondo contemporaneo non solo non comprende la gravità del peccato, ma neppure il senso del peccato.

CLAUDIO RISE' DA TEMPI

21 febbraio 2008,

Ora che il carnevale, ed anche il governo “Prodi horror picture show” sono finiti, e la Quaresima cominciata, spero in una campagna elettorale quaresimale. Spero che, insomma, si possano fare le due cose insieme, seguire la campagna, e vivere la Quaresima.
Spero che sia una campagna sufficientemente penitenziale, e riflessiva, da non disturbare il riconoscimento delle colpe, e la meditazione, che ispirano questo periodo dell’anno. Un atteggiamento naturalmente indispensabile in ogni campo della vita umana, per poter cercare di purificarsi, e rinascere nella Pasqua.

SE CI FOSSE UN'EDUCAZIONE DEL POPOLO TUTTI STAREBBERO MEGLIO

Il testo dell'appello
L’Italia è attraversata da una grande emergenza. Non è innanzitutto quella politica e neppure quella economica - a cui tutti, dalla destra alla sinistra, legano la possibilità di “ripresa” del Paese -, ma qualcosa da cui dipendono anche la politica e l’economia. Si chiama “educazione”. Riguarda ciascuno di noi, ad ogni età, perché attraverso l’educazione si costruisce la persona, e quindi la società.

Non è solo un problema di istruzione o di avviamento al lavoro.

Sta accadendo una cosa che non era mai accaduta prima: è in crisi la capacità di una generazione di adulti di educare i propri figli.

RISE' UN TEMA SUPERPOLITICO

Metto l'intervista a Rise'.

"Non voglio continuamente ripetermi ma credo sia necessario.

Sono d'accordo su quanto ci fa riflettere Claudio in questa intervista meno se la loro lista vuole correre da sola.

Certamente e' politica ma o si abbracciano tutti i problemi o ci troveremo nuovamente fermi .

La chiesa,attraverso i suoi maestri ,ha sempre richiamato gli uomini al rispetto della vita.

Quando i vari papi richiamavano i loro fedeli a seguire gli insegnamenti di Cristo e non del mondo ci dicevano e ci dicono che seguire Cristo e' per un bene piu' grande.

La societa' gli intellettuali per primi hanno sempre cercato di far tacere.

La chiesa era ed e' retrogada ,dicevano,e dicono,e con tante belle parole hanno messo in confusione la mente del popolo.

Non e' vero che i cristiani non si sono mossi in questi anni,dov'erano gli intellettuali quando alcuni medici sono stati indagati perche' volevano far sapere cosa succedeva negli ospedali?

Come venivano considerate le persone che cercavano di aiutare le donne perse nella grande decisione?

La dott Molla Beretta non e' forse stata portata alla santita' per aiutare la gente a comprendere meglio il significato della vita?
Non raccontiamoci piu' belle favole!


"La lezione politica è: i soggetti politici collettivi, in
particolare i partiti, non devono stendere progetti di società,
perché ogni progetto siffatto cozzerebbe contro il primato
della società civile. “Un partito che soffocasse, che non
favorisse o non difendesse questa ricca creatività sociale -
scrive don Giussani - contribuirebbe a creare o a
mantenere uno stato prepotente della società” (ivi, p.169).
Inoltre, la politica non deve “decidere se favorire la società
esclusivamente come strumento, manipolazione di uno
stato e del suo potere” (ivi, 170); la politica deve piuttosto
lasciare più libera possibile la società civile e le sue opere.
17
Queste due lezioni di don Giussani sono le stesse che si
ricavano dalla tradizione di Rosmini, don Sturzo, De
Gasperi. Sono lezioni liberali che un liberale accetta perché
contengono i suoi principali temi preferiti: la libertà
individuale, la creatività sociale, la spontaneità delle
istituzioni, il primato della società civile, il ruolo delle
comunità intermedie, il valore strumentale dello stato, la
natura non pedagogica ma vigilante e servente della
politica "(Marcello Pera
Il senso del bello. Il senso dello stato)

Risé: «Un tema super politico»
Politica - ven 22 feb
Per la moratoria - Aborto? No, grazie
Intervista a Claudio Risé

IL FOGLIO 20 febbraio 2008

BIOETICA

Bioetica, il Vaticano ribadisce: “Rifiutare l'accanimento terapeutico non significa accettare l'eutanasia”
Eutanasia - ven 22 feb

CITTA’ DEL VATICANO - Il paziente terminale ''non solo ha il diritto di rifiutare l'accanimento terapeutico'', ma in certi casi questo rifiuto ''e' doveroso'': in ogni caso, rinunciare all'eccesso terapeutico ''non costituisce di per se' una forma di eutanasia''.

venerdì 22 febbraio 2008

LAURA GAZZANIGA SCRIVE

Il 22 febbraio 2008 è mancato Elia, un mio ex allievo di 15 anni ammalato di leucemia da 13. Molti lo conoscono attraverso me e molti hanno pregato per lui in questi anni. Speravo in un miracolo. Chiedo ai lettori del blog di Tiziana di ricordarlo nelle loro preghiere e di pregare anche per la sua mamma e i suoi fratelli.Ora non riesco a dire altro. Grazie a tutti.

L'UTOPIA (DISUMANA)DEL FIGLIO SANO AD OGNI COSTO

di Francesca Lozito (avvenire)

Ascol­tare la don­na e l’uomo e soste­nerli nei nove mesi che li vedranno diventare genitori.


Non allarmarli con facili preoccupazioni, ma informarli in maniera onesta e corretta.

Valorizzare il rapporto umano che devono imparare ad avere da subito con il figlio che nascerà. Perché non sarà importante quanto riusciranno a dargli, ma l’intensità con cui lo faranno.


OGGI 22 FEBBRAIO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DON GIUSSANI


Oggi riucordiamo il nostro grande maestro don Giussani.
Insieme a lui chiedo ai nostri lettori di pregare per il figlio di nostri cari amici Amos Alimonti.
Amos (34 anni)padre di 4 figli e' morto mentre si recava in moto al lavoro.
Oggi a Bagnatica c'e' il funerale.(era cresciuto a Brusaporto)
Amos il secondo di sei figli ha lasciato tutti nel dolore,chiedo ai lettori di accompagnarlo con le preghiere.

ELEZIONI 4 PUNTI PER LA DIFESA DELLA VITA






"Tutto e' politica,

speriamo pero' che i programmi elettorali non si fermino solo sul problema della moratoria.
Il nostro paese ha bisogno di essere nuovamente governato e i nostri politici devono essere in grado di rilanciare la nostra povera Italia.
E' necessario guardare a 360 gradi e non contendersi ora il cavallo vincente.
I nostri figli (i miei l'hanno gia' fatto)per poter creare una famiglia (se non hanno alle spalle chi li aiuta)devono fare la valigia e andare in paesi che danno la possibilita' di dare anche da mangiare ai bimbi che nascono.
Queste scelte sono faticose,richiedono sacrificio,non tutti sono disposti a farlo.
Cerchiamo di aiutarci a ridare alla nostra povera Italia dignita'.
Dobbiamo anche capire che la parola sacrificio deve essere ripresa da tutti noi. "

Verso il 13 aprile • Il movimento guidato da Carlo Casini chiama allo scoperto tutte le forze politiche • Il Mpv: rivisitazione della 194 e difesa della legge 40, impegno sulla moratoria all'Onu e riconoscimento dei diritti del concepito
di Salvatore Mazza

Tratto da AVVENIRE del 21 febbraio 2008

INCONTRO CON SCINTILLE DI DUE GRANDI INTELLETTUALI

Il fatto importante però è che due importanti intellettuali si ritrovano d’accordo, finalmente, su un punto che per dirla fino in fondo, era già chiaro a mia nonna Peppa e a mia figlia di dieci anni Carlotta. Insomma, gli intellettuali tornano alla realtà? Da percorsi diversissimi, il cattolico di sinistra Magris, e il berluscones ex comunista Ferrara arrivano negli stessi giorni a dare le ragioni di quell’atteggiamento di rispetto per la vita, per i nati di ogni genere e per i nascituri, che nel nostro popolo era diffusissimo, ed elementare, e che fu intorbidato proprio dagli intellettuali e dai giornalisti.

Incontro con scintille dei due grandi intellettuali

Magris e Ferrara a proposito di aborto • Pur beccandosi, si trovano d'accordo E si affiancano a un sentimento popolaredi Davide Rondoni

Tratto da AVVENIRE del 21 febbraio 2008

VISITA OCULISTICA


CIAO A TUTTI





ieri sono stato dal prof. Seidenari,la visita non e' durata molto perche' e' arrivato in mio aiuto l'anestesista dott Magni.
Gia' l'unedi' mi avevano martoriato a Niguarda per riuscire a fotografare la parte bassa della mia retina.
Volevano evitarmi un'anestesia,il loro intento era buono.
Hanno lasciato anche che mi accompagnasse la mamma in sala operatoria e l'hanno lasciata sempre con me.
Sono riusciti a vedere la retina ma non a fotografarla.
Hanno deciso cosi' di guardarmi il 7 febbraio in anestesia cosi' controllano anche la cicatrizzazione.
Voi statemi sempre vicino con le preghiere.
Dovro' , se tutto e' andato bene, essere sottoposto ad un altro intervento per togliermi l'olio di silicone (mi fa bene per una cosa ma complica il glaucoma.)
Questa e' la mia quaresima poi arrivera' anche per me la pasqua.

giovedì 21 febbraio 2008

IL 2 FEBBRAIO IL FOGLIO HA PUBBLICATO UNA MIA LETTERA


Sono la mamma di Giovanni Paolo,Luigi il mio 6 figlio.
Mi sono ritrovata a 45 anni ad attendere questa nuova creatura .
Per me era anche il mio 5 cesareo.
Sono Varesina ho abitato 10 anni a Gubbio e ora abito a Brusaporto in provincia di Bergamo.
Da subito ho compreso che dovevo cercare un ginecologo che condividesse le mie idee.
Cosi' dopo il primo sconcertante incontro a bergamo ho incontrato la dott.Vergani che lavora all'ospedale vecchio di Monza.
Anche lei come noi fa parte del movimento di comunione e liberazione.
Cosi' e' nato Giovanni un bellissimo bimbo biondo down e con cataratta bilaterale .
Questa misteriosa nascita (dopo il primo sconcerto) ha portato nella nostra famiglia tanta letizia.

COMMENTO ALL'ARTICOLO "FERRARA"DI RINO CAMILLERI

Questa notte ho messo l'articolo senza commentarlo.
Lemming mi ha ripreso dicendomi che un articolo cosi' non puo' essere senza commento perche' anziche' aiutare manda in confusione le persone.
Sono d'accordo.
Questa volta Rino Camilleri ,da non confondere con Cammilleri non mi sembra che abbia trattato seriamente i suoi lettori.
In un momento cosi' tragico per la nostra nazione non e' possibile pensare di scherzare e guardare la realta' frammentariamente.Siamo di fronte ad un popolo che si aspetta di essere governato e rappresentato in tutti i suoi bisogni.
Ciascuno di noi desidera poter vivere con dignita',lavorare ,pagare le tasse ma anche riuscire a mantenere la propria famiglia e riuscire a terminare il mese senza indebitarsi.
La moratoria di Ferrara e' certamente degna di ascolto e di sostegno ma non e' possibile che Ferrara corra da solo disperdendo cosi' tanti voti.
Vogliamo tornare ad essere governati da politici che nella camera dei deputati riescono anche a creare risse?
Come si puo' pensare di voler risolvere dei problemi seri se nemmeno piu' si e' capaci di ascoltarsi vicendevolmente senza ricorrere a improperi e vere lotte fisiche?
Che testimonianza ci danno questi politici che si perdono in litigi e non sanno rinunciare a nulla volendosi solo imporre sull'altro.
I politici sono lo specchio della nostra societa' siamo un popolo che sta andando alla deriva che in tutti questi anni ha voluto cancellare ogni radice ogni valore in nome di una falsa liberta',di un'autonomia impossibile governata da leggi contro natura.
La moratoria dell'aborto non fa che far venire a galla il vero problema dell'uomo contemporaneo.
MANCA UN'EDUCAZIONE DEL POPOLO.
Tutti i pilastri che reggevano il grande edificio si stanno sgretolando lasciando il vuoto il nulla.


CIAO
oggi con babbo e mamma vado dal prof.Seidenari a controllare il mio occhietto.
Statemi vicino con le vostre preghiere

LA DONNA E IL DRAGO.


Don Giussani, in un libro che raccoglie alcuni suoi dialoghi, diceva: “Che cos’è il peccato originale? Che cos’è l’orgoglio del peccato originale? E’ l’affermazione di sé prima che della realtà”. L’uomo, tagliato il rapporto con Dio, non vede altro che se stesso. “Quando l'uomo o la donna pretendono di essere autonomi e totalmente auto-sufficienti, rischiano di restare rinchiusi in un'auto-realizzazione che considera come conquista di libertà il superamento di ogni vincolo naturale, sociale o religioso, ma che di fatto li riduce a una solitudine opprimente” (Benedetto XVI, Udienza ai partecipanti al Convegno internazionale "Donna e uomo, l'humanum nella sua interezza).

L'aborto, Maria e la vita. Immagini attuali e risonanze bibliche

di don Antonello Iapicca,

La liturgia del giorno

Giovedì 21 Febbraio
II Settimana del Tempo di Quaresima
Colore lit.: viola
Letture: Ger 17, 5-10; Sal.1; Lc 16, 19-31.
Commento: I beni eterni.
Santi: San Pietro Damiani


QUEL TOCCO DI GESU'

Ecco, il mio approfondimento è tutto quì: in quel "toccatili"; un gesto che, pur venendo dal Figlio di Dio Uno e Trino, non poteva essere più umano di così, nella sua bonaria e fraterna semplicità. Un gesto che rivela la tenerezza immensa di Gesù sulla quale forse non ci si sofferma mai abbastanza. Gesù non si limita a quelle parole pur così regali e rassicuranti, "alzatevi e non temete", ma le accompagna con un gesto di fratellanza e di intimità tutta umana verso i suoi discepoli. Si direbbe che pur nel momento della sua gloria, del suo splendore divino, della sua investitura celeste, resta profondamente uomo tra gli uomini e teneramente vicino ad essi ed alle loro paure.

CITTA’ DEL VATICANO - In tanti, meglio di me, avranno meditato sulla pagina del Vangelo di Matteo che descrive la trasfigurazione di Gesù.
di Sergio Rolando

FERRARA

di Rino Camilleri

Tratto dal sito Antidoti | RinoCamilleri.it il 19 febbraio 2008

E’ incredibile la vera e propria gara che tutti stanno facendo per dissuadere Ferrara dal presentare alle elezioni una sua lista «di scopo», cioè esclusivamente contro l’aborto.

CARO MAGRIS NON SIAMO MAI ANDATI D'ACCORDO. MA IO HO CAMBIATO PELLE

SOLO QUI di Giuliano Ferrara

Tratto da IL FOGLIO del 19 febbraio 2008

Con Magris non siamo mai andati d’accordo. Questione di pelle. Ma io ho cambiato pelle. Non m’importa che abbia messo nel suo fondo sul Corriere un giudizio aspro e indiretto su un Giuliano Ferrara che non esiste, uno scalmanato adoratore delle piazze e della rissa.

S.S.BENEDETTO XVI UDIENZA GENERALE 20 FEBBRAIO

.....Confessiones indica, in primo luogo, la confessione delle proprie debolezze, della miseria dei peccati;

ma, allo stesso tempo, confessiones significa lode di Dio, riconoscimento a Dio.

Vedere la propria miseria nella luce di Dio diventa lode a Dio e ringraziamento perché Dio ci ama e ci accetta, ci trasforma e ci eleva verso se stesso......

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta in due momenti distinti: alle ore 10.30, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i singoli fedeli, che non hanno trovato posto nell’Aula delle Udienze; successivamente, nell’Aula Paolo VI, ha tenuto la catechesi e salutato i diversi gruppi di pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

IL BLITZ CHE NON C'E' STATO SCATENA LE DONNE DEL CSM

di RENATO FARINA
LIBERO 20 FEBBRAIO 2008
Aborto. Anzi due aborti. Due notizie solo apparentemente in antitesi. Ma sono in fondo facce di una tragedia che ci riguarda. Che cos'è o chi è la creatura che una donna ha in sé? Da cui altre domande in fondo minori, ma importanti: la legge 194 (...) (...) è applicata davvero - come recita il titolo - per la "tutela della maternità"? Combatte sul serio la clandestinità dei ferri da calza?

mercoledì 20 febbraio 2008

RISPONDO ALL'ANONIMO

Carissimo anonimo
non si gioca a rimpiattino.
A ciascuno e' dato un nome e un cognome e quando uno decide di intervenire con un commento ritengo conveniente che abbia il coraggio di presentarsi.
(....Svegliatevi vi prego...vi parlano di satana per distrarvi da tutte le altre schifezze!.....)
Penso di essere bella sveglia e di sapere cosa metto sul blog.
Ogni articolo e' sempre letto da me e se condiviso lo condivido volentieri con tutti.
Che interesse c'e' da parte del Papa a richiamare i suoi fedeli alla presenza del demonio?
Ci guadagna forse qualche cosa?
Credo che questo nostro modernismo,questa voglia di ritenerci superiori a tutto e a tutti faccia proprio il gioco del diavolo.
Vogliamo camminare sulla strada del nulla?
Io voglio seguire colui che ritengo un Maestro di vita.
So benissimo che l'uomo e' pieno di limiti che io sono piena di limiti.
Quando Cristo ha affidato la sua chiesa a Pietro sapeva di lasciarla in mano ad un amico che presto lo avrebbe tradito.
La perfezione non e' di questa terra e' importante saper riconoscere gli errori.
Il PAPA ha proprio chiesto recentemente a tutto il popolo cristiano di pregare per la santita' dei preti.


"L’ottimo lavoro e il generoso impegno della grande maggioranza dei sacerdoti e dei religiosi in Irlanda non devono essere oscurati dalle trasgressioni di alcuni loro fratelli";

Deus "charitas" est ... non "Deus caritas est"!!!
MESSAGGIO EU-ANGELICO E TRADIMENTO STRUTTURALE DELLA FIDUCIA. Benedetto XVI ai vescovi d’Irlanda, sulla pedofilia: gli abusi sessuali sui minori sono "crimini abnormi"!!!
mercoledì 25 luglio 2007.

[...] "Nell’esercizio del vostro ministero pastorale, negli ultimi anni avete dovuto rispondere a molti casi dolorosi di abusi sessuali su minori. Questi sono ancora più tragici quando a compierli è un ecclesiastico. Le ferite causate da simili atti sono profonde, ed è urgente il compito di ristabilire la confidenza e la fiducia quando queste sono state lese. Nei vostri sforzi continui di affrontare in modo efficace questo problema, è importante stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi" [...]IL DISCORSO DI BENEDETTO XVI AI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DI IRLANDA RICEVUTI IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"

Giovanni continua la sua convalescenza.
E' un tesoro sopporta ogni cosa e dona serenita' a chi gli sta accanto.
La scienza dice che la sua vista sara' ancora piu' compromessa ma noi speriamo nei Beati certamente ci sara' qualcuno che desidera la santita'.
Domenica e' venuto a trovarlo il suo fratellone Francesco


PER CONTESTARE LA CONTESTAZIONE MI FECI PRETE

giovedì 14 febbraio 2008, 07:00
«L’incontro con don Giussani - mi racconta questo prete contento di essere prete - è stata l’esperienza che mi ha aiutato a recuperare anche tutta la grandezza della tradizione religiosa in cui ero stato educato, consentendomi di riscoprirne il valore nel presente. Mi ha insegnato a vivere la fede nella vita, senza nessuna separazione tra la vita e la fede. Dentro questa esperienza di totale corrispondenza tra l’avvenimento cristiano e il desiderio di felicità che mi portavo dentro, tutto il resto è venuto di conseguenza».

martedì 19 febbraio 2008

PICCOLO COMMENTO

Ho ascoltato l'intervista fatta su rai 3 a Giuliano Ferrara.
Mi e' piaciuta,soprattutto spero che l'intento di non camminare solo si possa realizzare.
Ferrara non teme di dichiarare i suoi limiti.
Non ha timore di gridare che lui stesso ha voltato le spalle a ben tre vite.
Non teme il giudizio,sa bene che ogni uomo porta il suo fardello di errori e che nessuno potrebbe lanciare la pietra.
L'intervistatrice e' molto imbarazzata,ha di fronte per la prima volta un uomo capace di tale nome.
Vorrebbe portarlo alla contraddizione ma lui stesso ammette che l'uomo e' contraddizione.Solo riconoscendosi incapaci,peccatori si impara a guardare la realta' in modo piu' vero.
Le sue parole non distruggono nessuno ma esaltano un grande Maestro per i credenti e non credenti,il nostro grande BENEDETTO.
Benedetto il grande successore di Giovanni Paolo che non teme il giudizio dell'uomo ed incoraggia i vescovi a mettere in ogni diocesi un prete esorcista.
Si il DIAVOLO e' per il Papa il vero nemico dell'uomo.
Oggi ancor piu' nemico perche' gli uomini vivono non riconoscendo piu' la sua presenza.
Cosi' il suo lavoro di creare discordia riesce bene.
Dobbiamo puntare tutto sull'unita'. Puntiamo sull'unita' dobbiamo aiutarci a riprendere in mano i veri valori della vita.
Giuliano Ferrara e' certo di poter trovare l'appoggio di una gran porzione di popolo.
Se cammina solo non condivido la strada ma se si unisce ad altri sono anch'io convinta che molti(compresa anch'io)lo voteranno.
Le donne,se sanno ascoltarlo potranno comprendere che Ferrara non le giudica ma desidera aiutarle a riprendere in mano la vera liberta'.
Se chi sta correndo per poter governarci lavorera' sull'unita' e testimoniera' la possibilita' di far trionfare il bene comune piuttosto che la propria idea aiutera' nel tempo l'uomo a ritrovare la strada del vero Bene.
All'interno inserisco un intervista fatta a Cesana comparsa sul foglio nel 2006
intitolata Ragioni per amare le ragioni


Società - mar 22 ago '06

Contro l’intellettualismo dei chierici clericali e dei chierici relativisti • Cesana al Meeting
di Giancarlo Cesana

Tratto da IL FOGLIO del 22 agosto 2006

Trascrizione dell'intervento di Giancarlo Cesana, responsabile di Comunione e liberazione, al Meeting di Rimini. Lunedì 21 agosto 2006.

Il presidente del Senato Marini ieri ha espresso una tensione all’unità dei cattolici, che per i giornali ha fatto emergere subito la paura del ritorno della Dc.

Io non l’ho sentita così, solo in termini politici, ma come esigenza che nasceva da una radice di appartenenza, dalla storia della sua famiglia, dalla sua parrocchia.

Ma l’unità tra gli uomini, questo obiettivo che tutti gli uomini cercano (siamo in tempi di guerra, non dimentichiamolo), non si realizza né sul sentimento, né sulla volontà; non che questi non siano necessari, ma non sono sufficienti, soprattutto la volontà. La volontà è una condizione necessaria dell’agire umano, ma non è sufficiente, non basta, perché troppo grandi sono i tradimenti e le contraddizioni che ciascuno vive. Troppo fragile è il nostro voler essere diversi domani. L’unità si realizza su qualcosa che è più forte della volontà, su una concezione di sé e del mondo; ma una concezione si basa o su una filosofia o, più laicamente, su un’esperienza.

Dico più “laicamente” perché – come suggerisce la radice greca laos, che vuol dire popolo – l’esperienza è qualcosa di possibile a tutti.

Una concezione che si basa sull’esperienza è possibile per tutti, anche per quelli che non hanno studiato; mentre, una concezione che si basa su una filosofia è possibile solo per coloro che hanno studiato, che sanno veramente interpretare la realtà, che spiegano agli altri come vanno le cose.

Infatti, il contrario dell’essere clericale non è l’essere cattolico, o cristiano, o credente: il contrario del clericalismo è l’intellettualismo. La nostra è una società di chierici perché dominata da un intellettualismo acido, che impedisce agli altri di entrare.

Quindi, l’unità, la tensione che l’uomo ha all’amicizia, cioè quello che ciascuno di noi cerca, si realizza su una concezione come approssimazione, che si fonda sull’esperienza. E l’esperienza non è solo provare le cose, ma è provare le cose trattenendone il valore; «Vagliate tutto e trattenete il valore», diceva San Paolo (è la definizione più bella di cultura, commentava don Giussani).

L’unità si realizza sull’esperienza della propria umanità, di che cosa significa essere uomo o donna; ma l’umanità di che cosa è fatta? Di libertà (Meeting dell’anno scorso), di ragione (Meeting di quest’anno) e anche di esperienza.

Ciò di cui vi parlo, io non sono un filosofo, è appunto, della mia esperienza. E l’appello che faccio è alla vostra esperienza.

Nella nostra esperienza, che cosa significa che la ragione sia esigenza di infinito? Dove vediamo questa esigenza di infinito? La vediamo nel rapporto che abbiamo con la realtà. Nel rapporto con la realtà – sia quando la realtà si manifesta a noi positivamente; sia, ancora di più ovviamente, quando la realtà si manifesta negativamente, quando ci viene incontro facendoci male – manca sempre qualcosa. Come dice la parola stessa – dal latino satis facere, fare abbastanza – il soddisfacimento è, appunto, abbastanza, non è mai tutto.


La percezione dell’infinito, per un uomo che abbia una sensibilità, nasce come malinconia. Scrive Giussani in Realtà e giovinezza. La sfida: « Io, in quella prima liceo, nel canto di Tito Schipa avevo proprio percepito il brivido di qualche cosa che mancava; qualcosa che mancava non al canto bellissimo della romanza di Donizetti, ma alla mia vita: qualcosa che mancava e che non avrebbe trovato soddisfazione, appoggio, compiutezza, risposta, da nessuna parte. (…)


C’è come un punto di fuga, c’è qualcosa che sfonda l’oggetto che afferriamo, per cui non lo prendiamo mai a sufficienza e per cui c’è sempre come un’intollerabile ingiustizia, che cerchiamo di celare a noi stessi, distraendoci. Il buttarsi nell’istinto è il modo più bieco di chiudersi a questa apertura che tutte le cose reclamano, cui tutte le cose spingono».

Don Giussani mi raccontava che, vivendo questa esperienza, aveva per la prima volta capito chi potesse essere veramente Dio. Era già in seminario e questa non è una notazione secondaria proprio perché la percezione di Dio non è un fenomeno intellettualistico, ma proviene da una “fame”, nel senso che capisce molto di più il valore del cibo l’affamato, piuttosto che l’esperto di cucina. Anche se l’affamato in genere mangia peggio, tuttavia il valore del cibo lo capisce di più. Le cose si capiscono quando si va verso di esse con una tensione. E’ la malinconia della vita (viviamo al sabato, non la domenica); è la tristezza di Dostoevskij, quella tristezza che si prova nel rapporto non compiuto con la persona che si ama di più, perché io non sono capace, perché lei non è capace: questo è il sospiro. La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro.


Quando c’è un giudizio sulle cose; quando si vive; quando non si è distratti, quando non ci si butta nell’istinto; quando si mantiene il giudizio, cioè quando la ragione è presente, quando io sono presente: la caratteristica più umana della vita quotidiana è questo sospiro, la coscienza dell’incompiutezza, dell’attesa perenne che è la vita.

Come diceva Cesare Pavese ne “Il Mestiere di vivere”: «Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo? ». D’altra parte non si può attendere qualcosa che non c’è: se fosse così, se sentissimo che la nostra attesa è verso qualcosa che non c’è, saremmo presi dalla paura dell’ignoto (è il richiamo di u altro titolo del Meeting). L’ignoto è il buio oltre il quale non c’è niente, il contrario del mistero che, invece, è la manifestazione di ciò che c’è,


anche se non siamo capaci di prenderlo pienamente. Come diceva Melany Kleim, una psicanalista che ha studiato l’insorgere della paranoia come fenomeno psicotico nei bambini, l’assenza diventa una presenza cattiva. Ma se guardiamo alla nostra esperienza, non è così: la nostra attesa non è paura.

Il cuore arde nel petto, come dicevano i discepoli di Emmaus accompagnati da colui che non avevamo riconosciuto, ma era Cristo risorto. Il cuore arde nel petto, perché la promessa c’è nella realtà e bisogna stare a questa promessa, a questo presentimento – ecco l’altro termine che definisce la tensione della ragione all’infinito –: a questo sentimento che viene prima di tutto perché, anche quando la palpebra si chiude nell’ultimo atto della vita, la realtà, tutto il bene che c’è non può essere negato.

L’essere c’è e, anche se la vita ti azzoppa, non puoi negare il braccio che ti sostiene; anzi, se non ci fosse questo braccio che ti sostiene, la vita non ci sarebbe più. L’essere c’è. Sempre nel testo che citavo prima e anche nel capitolo decimo de “Il senso religioso” (a cui è dedicata una mostra di quest’anno), don Giussani dice: immaginate di uscire dalla pancia della vostra mamma con la testa che avete oggi; il primo moto dello sguardo sarebbe di stupore per tutto quello che c’è, perché si sentirebbe che tutto è fatto per me.

Poi, magari, la realtà ti viene contro come un camion che deraglia sulla strada e allora il problema è che devi decidere con la ragione: qual è il senso della realtà? Il positivo che originalmente avverti, che pre–senti, l’essere che c’è; o il negativo che ti schiaccia? Se fosse questo secondo, sarebbe inutile vivere; sarebbe inutile qualsiasi azione, qualsiasi pensiero. Allora la vita non può che affermare la sua positività, cercare il suo senso.


Ma rifacciamoci ancora alla nostra esperienza: quando noi facciamo l’esperienza di questo presentimento, di questo sentimento che viene prima di tutto a riguardo della positività dell’essere, della positività di ciò che c’è? Quando si fa questa esperienza? Quando abbiamo bisogno: quando quella mancanza, che è malinconia, la sentiamo prorompere come ricerca di ciò che ci può rispondere: l’infinito si presenta sempre quando insorge il bisogno di qualcosa di finito.

Qualunque cosa: non solo i soldi, ma anche un gesto d’amicizia, una possibilità, qualcosa che si cerca nella vita.

Gesù ha detto che la vita è dei poveri, proprio perché se non hai bisogno non ti accorgi. E per questo don Giussani diceva che la vita è domanda. Una volta ho detto al mio parroco in confessione: «Io prego male»; e lui ha risposto: «Nel Vangelo non c’è scritto che bisogna pregare bene. C’è scritto che bisogna pregare sempre».

Cioè, come diceva don Giussani, la vita è domanda. Domanda di qualcosa di finito. Sempre don Giussani, ne “L’io, il potere, le opere”: «I desideri che partono veramente dal cuore, quelli veramente costitutivi, sono desideri senza limite, hanno un orizzonte che è come un angolo aperto all’infinito, perché mirano, partendo da un qualsiasi punto, alla realizzazione della persona intera». Qualsiasi punto – il bambino che vuole il trenino, tu che vuoi passare l’esame, che vuoi la ragazza – se il desiderio è sincero. Che il desiderio è sincero significa che deve essere deciso, cioè espresso e, in secondo luogo, bisogna riconoscere che la sua realizzazione non dipende da te, altrimenti non è un desiderio.

Il Foglio ultimamente sta raccogliendo una serie di saggi sulla concupiscenza: la concupiscenza non è il desiderio in questo senso,


ma è il desiderio che prende; è l’uomo che mangia la mela per mangiare tutto; è la ragione misura di tutte le cose, l’esatto contrario della ragione come tensione all’infinito.

Partendo da un qualsiasi punto, il desiderio tende alla realizzazione della persona intera. Don Giussani ci ha educati, ha tirato su questo movimento perché – mi permetto di dirlo – contrariamente a molti altri preti, non ha avuto paura dei desideri, cioè non ha avuto paura di mischiare la ragione al desiderio, perché non c’è una ragione senza desiderio.

L’infinto non è una cosa più un’altra, più un’altra, più un’altra; non è un insieme infinito di cose. L’infinito è un’altra cosa. È qualcosa di più grande, è un’altra dimensione. Nella realizzazione del desiderio l’infinito si manifesta come imprevisto; quello descritto da Montale: ho preparato tutto per il viaggio, ma mi dicono che è un imprevisto che cambia la vita e mi dicono anche che non vale la pena parlarne.


Che il desiderio introduca all’infinito lo spiego con un esempio banale: quando un ragazzo prende trenta, perché è contento? Perché capisce che non dipende tutto da lui, che c’è, appunto, qualcosa di imprevisto oltre allo studio. La vita è dominata dall’imprevisto.


Eugenio Borgna, a un incontro del Centro Culturale di Milano di quest’anno, significativamente intitolato “La sconfitta del razionalismo”, diceva: «La ragione conosce la realtà se si trasforma in passione». Alla ragione oggi non mancano i neuroni, i neuroni ci sono come ieri; manca l’affetto, manca la passione, perché la ragione senza affetto non sussiste. Noi non siamo un computer, un circuito elettrico. Ci vuole l’affetto, ma l’affetto non dipende da noi; dal latino affectus, colpito, l’essere colpiti non dipende da noi, ma dipende da un incontro.

La ragione si fa con un incontro che introduce all’infinito di cui sopra. Marco Bona Castellotti all’incontro con i volontari del Meeting, ha richiamato l’intervento che Giussani fece nel 1987 ai responsabili di Comunione e Liberazione in università, dove diceva che i giovani di oggi, rispetto a quelli di ieri, eravamo nel 1987, era come se fossero stati esposti alla radiazione di Chernobil: uguali fisicamente, ma malati dentro, senza capacità di affezione. Come si può fare per uscirne? Con un incontro. Devi trovare un altro che ti colpisca; devi trovare un’attrattiva, altrimenti la ragione è fredda, non si attacca a niente e, in effetti, non capisce niente.


E’ diverso pensare all’amore di una donna in generale rispetto all’essere innamorati di una donna precisa: è molto più ragionevole la seconda posizione, anche se ardi di passione tanto fa fare delle scempiaggini. Perché gli uomini hanno i desideri? Perché noi non ci facciamo da soli; il mio io non è una monade, è un rapporto. L’io, per essere, ha bisogno di un altro; il bambino, per nascere, ha bisogno della sua mamma. Vedo mia figlia che ha il bambinetto piccolo e deve tenerlo in braccio tutto il giorno: l’io non esiste senza l’altro, senza riconoscere la necessità dell’altro.

Senza passione e senza attaccamento, la ragione è una presa in giro, è appunto il discorso clericale dei chierici, che ti dicono che devi ragionare come loro per essere a posto. La ragione cerca il senso e il senso è rapporto che le cose hanno tra di loro e con tutto.

Quando don Giussani diceva che l’educazione è introduzione alla realtà totale non voleva dire che bisogna spiegare tutta la realtà, tutte le cose che ci sono nella realtà, perché non si riesce. Voleva dire che un particolare introduce al tutto, cioè fa cogliere i nessi con tutto; sono state fatte le università – uni–versitas, verso l’uno – per affermare che la conoscenza del particolare è qualcosa che introduce al tutto. Altro che la laurea specialistica.

La ragione degna di questo nome è tensione all’infinito perché capisce che questo senso ultimamente sfugge; la fede cioè non è una specie di fortuna – beato te che ce l’hai – ma è una necessità, perché capisci così tanto che non ti fai da solo, che devi affidarti a qualcuno.


Come suggeriva Chesterton, gli atei non sono quelli che non credono a niente, ma quelli che credono a tutto. Il compimento del desiderio dipende dell’effettiva presenza di un Altro da te che ti introduca al senso delle cose. Perché ti sposi? Perché riconosci questo altro da te fondamentale per tutta la vita. Perché ti parla di Dio, del senso. L’io dipende da altro ed è in un Altro che trova soddisfazione.

E’ l’amore: io vivo se rendo felice te. Questo Altro non è un Altro generale, è un Altro particolare: mia moglie, i miei figli, i miei amici, le persone che mi sono vicine; è un altro particolare che, però, ti mette in rapporto con tutto. Cristo è il nome di questo altro che mette in rapporto con tutto il resto. L’Innominato diceva e lo ripeto anch’io: «Dio, se ci sei, rivelati a me»; lo ripeto anch’io perché, se non ci fosse Dio, il mio nome non servirebbe a niente, anch’io sarei un innominato. Cristo è l’Altro per eccellenza di cui abbiamo bisogno perché ha vinto la morte. La morte è ciò che nega il rapporto, è ciò che nega il senso, è l’assenza. La presenza cattiva, il diavolo, il salario del peccato, come dice la Bibbia.

Abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a sconfiggere questo. La nostra fede nasce perché abbiamo incontrato qualcuno che ci ha parlato di questa presenza. Voi capite quanto questo sia legato alla ragione, al rapporto con la realtà! Perché la ragione serve per entrare in rapporto con la realtà; che uno sia ragionevole anziché folle lo si capisce dal fatto che ha un rapporto adeguato con la realtà. Quello in cui noi siamo stati coinvolti, il cristianesimo, è una sequela, è andar dietro a qualcuno, come facevano gli apostoli che andavano dietro a Cristo e poi, improvvisamente, quando erano sulla barca e Lui aveva calmato le acque, lo conoscevano già da tre anni, eppure domandarono: ma chi è questo qua? Questo è il cristianesimo: seguire questa presenza, seguire questa domanda che è la domanda della vita.

Questa domanda è proprio l’anima di quello che siamo ed è il fattore centrale dell’incontro, di ciò che ci parla del senso delle cose, di Dio. Come mi diceva don Giussani poco prima di morire «Non si può amare gli uomini se non si ama Dio e non si può amare Dio, se non si amano gli uomini ». Per noi Cristo è la presenza particolare che ci mette in rapporto con tutti.

Quando il Papa parla della Chiesa e dice che la Chiesa è una grande amicizia, indica che è la presenza particolare dei volti dei nostri amici che ci mettono in rapporto con tutti, cioè potenziano la ragione perché la mettono in condizioni di cercare fiduciosa un senso, di percepire la positività che c’è, di percepire che tutto è dato per me. Non c’è nulla a cui io sono estraneo. Come quando un ragazzo si innamora, la prova che il rapporto è vero, non è che il ragazzo abbia il desiderio di stare sempre e solo con la sua ragazza, ma che gli cresca il desiderio di stare con tutti.

All’inizio dicevo che siamo in tempo di guerra. Quanto ho detto fin qui non riguarda solo un giudizio privato, sulla propria vita. E’ un giudizio che riguarda la storia, riguarda la nostra condizione umana, riguarda la giustizia, riguarda la pace; la pace che deve essere per tutti, per tutti! E, permettetemi di dire, soprattutto per Israele.




UN GRAZIE A DON GIUSSANI "PRESENZA INVISIBILE MA VERA"

anniversario
Messa di Tettamanzi Duomo gremito per il fondatore di Cl a tre anni dalla morte
DI ANNALISA GUGLIELMINO
I mpossibile dimenticarlo.
Impossibile non sentire la sua «presenza invisibile, ma vera e profonda», per l’arcivescovo, sopra le teste di quelle diecimila persone che ieri sera riempivano il Duomo fino all’ultimo metro quadrato. Giovani in gruppo. Adulti arrivati in metropolitana da ogni parte della città, intere famiglie. Pregando di «rimanere fedeli a quel carisma che ci ha cambiato la vita». Il carisma del “Gius”. La preghiera di poter restare fedeli all’insegnamento di don Luigi Giussani, a distanza di tre anni dalla sua morte, è arrivata alla fine della Messa di suffragio celebrata dall’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, nelle parole di don Julián Carrón, che ha ereditato la guida di Comunione e liberazione. E dal cardinale Tettamanzi alla folla che gremiva il Duomo è andato «il grazie, come vescovo, di tutta la Chiesa ambrosiana al suo prete e a quanto voi siete e fate nella Chiesa di Milano».

VERSO LE ELEZIONI UNA RIFLESSIONE DELLA COMPAGNIA DELLE OPERE

Non c’è bene comune senza tensione al Bene
La caduta del Governo Prodi ci consegna la fotografia di un Paese che negli ultimi due anni
ha fatto più passi all’indietro che in avanti.
Nella primavera del 2006 esprimevamo la nostra posizione sulle elezioni politiche parlando di
correnti radicali e massimaliste, che rischiavano di mettere a tacere le posizioni moderate, e
di uno “statalismo rigido” che avrebbero causato gravi danni sui temi dell’economia, della

SULLA PILLOLA DEL GIORNO DOPO INTOLLERANZA VERSO I MEDICI OBIETTORI

Intervista al dottor Renzo Puccetti

di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 18 febbraio 2008 (ZENIT.org).- In una intervista concessa a ZENIT, il dottor Renzo Puccetti, ha definito come intollerante e antiscientifico un eventuale accordo Stato-Regioni per impedire ai medici la libertà di obiezione di coscienza nel prescrivere pillole abortive.
Il dottor Renzo Puccetti è socio fondatore della Società Medico Scientifica interdisciplinare Promed Galileo.

Il Ministro della Salute Livia Turco ha annunciato che sta per concludersi un accordo Stato-Regioni che prevederebbe, tra l’altro, che il medico non possa
essere obiettore rispetto alla prescrizione di farmaci, con la possibilità da parte del medico di vedersi denunciato all’ASL. Ci può fornire un commento?


MASSIMO CI SCRIVE

Carissimi
una breve premessa e poi l’invito.
Come forse sapete, da circa un anno e mezzo insieme ad alcuni amici abbiamo costituito un’Associazione che si chiama “Sostieni il Sostegno ONLUS”
(ha come scopo quello di sostenere le famiglie con bambini disabili nell’affrontare i vari problemi legati al sostegno scolastico, inteso sia come accoglienza di questi bimbi nelle strutture scolastiche, sia copertura economica dei costi che devono essere sostenuti per le insegnanti di sostegno nelle scuole parificate.)
Lo scopo dell’Associazione, quindi, è sia culturale (condividere con la scuola il problema dell’accoglienza di questi bambini e della loro educazione, e aiutarsi nel dare forma alle risposte),
sia economico (cercare di garantire alle famiglie una effettiva libertà di scelta su dove mandare i propri figli, visto che nelle scuole parificate esiste un problema di copertura economica del sostegno).

Per raccogliere fondi, ma anche per farci conoscere sempre di più, anche quest’anno organizziamo un musical.

In particolare, grazie all’amicizia con un regista della Compagnia della Rancia
(la più importante compagnia italiana nel genere musical), ci è stata offerta la possibilità di devolvere l’incasso di una serata del musical “HIGH SCHOOL MUSICAL”, trasposizione teatrale dell’omonima rappresentazione televisiva.

lunedì 18 febbraio 2008

IL PAPA DICHIARA GUERRA AL DIAVOLO

CONTRO SATANA
Papa Benedetto XVI
L'ordine di Ratzinger ai vescovi:
almeno un esorcista per diocesi

GIACOMO GALEAZZI

CITTA' DEL VATICANO
Decine di vescovi vivono sotto peccato mortale perché non delegano i propri sacerdoti ad effettuare esorcismi». Parola di padre Gabriele Amorth, il decano degli esorcisti italiani. Ora padre Amorth torna alla carica annunciando, attraverso il sito cattolico «Petrus», che Benedetto XVI sta lavorando ad una «istruzione» per obbligare i vescovi, non solo italiani ma di tutto il mondo, ad istituire in ogni diocesi un numero stabile di esorcisti per controbattere la presenza di Satana.

8 MARZO TUTTI A ROMA (PROPONE FERRARA)

18 febbraio 2008

L’Otto marzo tutte e tutti a Roma: per le donne e per la vita.
L’Otto marzo tutte e tutti a Roma: per le donne e per la vita. Chiederò a Giovanni Lindo Ferretti di suonare e cantare come sa. A Paola Bonzi di raccontare che cosa significa combattere la solitudine di una donna di fronte al rifiuto di maternità, di fronte all’abbandono maschile e all’indifferenza sociale. Chiederò a Mario Melazzini di dirci perché i malati vogliono essere aiutati a vivere e aiutarsi a vivere, perché non sono particolarmente interessati al diritto di morire, che tutti abbiamo già. Come dice Agostino la vita è vita morente, e in questo sta la sua finita allegria piena di speranza. Come dice Don Chisciotte siamo nati per vivere morendo, e in questa saggezza e follia sta il meraviglioso della vita. Chiederò ad Agnese Pellegrini, una donna minuta e bella che ho appena conosciuto, di leggere brani della splendida lettera alle donne, mea culpa compreso, di Giovanni Paolo II, che mi ha inviato ieri sera per posta. E chiederò alle suore di farsi avanti e parlare, chissà. Ce ne è una radiosa che ho incontrato a Nomadelfia, nel corso di una stupenda assemblea pro life, e mi ha detto: grazie, eravamo considerate delle bacchettone, e lei fa di noi un simbolo di libertà.

Bisogna trovare un teatro o una piazza abbastanza grandi, e prenotare i treni. La manifestazione è già fatta, è già riuscita. E’ il bello della democrazia, quando libertà e vita camminano insieme come grandi alleate.

LA BIBBIA ALFABETO COLORATO DELL'ARTE HA DATO ALL'EUROPA CRISTIANA PAROLE SINGOLE VOCI E LOCUZIONI IDIOMATICHE

Da un lato, l'arte giunge ad espletare una funzione kerigmatica, diventa cioè un annuncio del messaggio spirituale, come suggeriva un grande cultore delle immagini sacre, san Giovanni Damasceno, nell'Vlll secolo: "Se un pagano viene e ti dice: "Mostrami la tua fede", tu portalo in chiesa e mostra a lui la decorazione di cui essa è ornata e spiegagli la serie dei quadri sacri". D'altro lato, l'arte illuminata e sostanziata dall'iconografia biblica diventa essa stessa catechesi per i fedeli, come già sosteneva san Gregorio Magno nel VI secolo invitando qui litteras nesciunt (...) ut in parietibus videndo legant. L'arte è, quindi, la Parola divenuta immagine, è il codex in pariete e, come si leggeva negli Statuti d'arte dei pittori senesi del Trecento: "Noi (gli artisti) siamo manifestatori, agli uomini che non sanno lettura, delle cose miracolose operate per virtù della fede".
È la lingua materna dell'Occidente e si esprime anche in forme semplici e quotidiane che attingono al dettato e all'immaginario della Parola sacra
di Gianfranco Ravasi
L'Osservatore Romano - 17 febbraio 2008

ANGELUS

...."Considerati insieme, entrambi gli episodi anticipano il mistero pasquale: la lotta di Gesù col tentatore prelude al grande duello finale della Passione, mentre la luce del suo Corpo trasfigurato anticipa la gloria della Risurrezione. Da una parte vediamo Gesù pienamente uomo, che condivide con noi persino la tentazione; dall’altra lo contempliamo Figlio di Dio, che divinizza la nostra umanità. In tal modo, potremmo dire che queste due domeniche fungono da pilastri su cui poggia tutto l’edificio della Quaresima fino alla Pasqua, ed anzi l’intera struttura della vita cristiana, che consiste essenzialmente nel dinamismo pasquale: dalla morte alla vita".....

S.S.BENEDETTO XVI
ANGELUS , 17.02.2008
Cari fratelli e sorelle,