mercoledì 8 settembre 2010

IL SENSO DELLA VITA DON CAMISASCA "L'UOMO E'LIBERO DI RIBELLARSI AL MALE"

....È un mistero che ci obbliga ad andare al di là. Claudel ha scritto che Gesù non è venuto a spiegare la croce, ma a di­stendersi sulla croce. La risposta di Dio al male provocato dalla libertà dell’uomo non è una teoria, ma il Figlio che ha sofferto e si è donato per noi: con lui e in lui non siamo più soli di fronte alla drammatica domanda sul male".....


di Andrea Tornielli

Stephen Hawking e la sua tesi che "cancella" Dio dal­l’origine dell’universo? "Lo scienziato dovrebbe de­cidersi: o si occupa di scienza, o fa il teologo. Trovo curioso che l’integralismo di cui veniva accusata la Chiesa dei secoli passati oggi riviva capovolto e ci siano uomini di scienza che pretendono di negare Dio...". Don Massimo Camisasca, superiore della Fraternità sacerdota­le San Carlo, ha insegnato filosofia nei licei, alla Cattolica di Milano e alla Lateranense a Roma, ed è autore di numerosi saggi e di una storia del movimento di Comunione e Libera­zione.






La scienza si occupa del "come", non del "perché". Davanti a certi fatti di cronaca, davanti al dolore innocente, sembra però non esserci alcun perché.
"Il male e il dolore innocente rappresenta­no la più grande difficoltà dal punto di vista esistenziale alla fede nell’esistenza di Dio.
Se Dio esiste, perché c’è il male?

È la domanda più radicale che l’uomo possa farsi e la ragio­ne da sola non basta per rispondere. Avvertia­mo la drammaticità di questa domanda per­ché siamo fatti per la felicità e subiamo come un’ingiustizia il limite, la morte, il dolore in­nocente".

Un suicida cade dal 39ºpiano e si salva,mentre un ragazzo viene assassinato dall’auto pirata: Dio è indifferente?

"È una risposta che viene data: Dio ha dato inizio al mondo ma poi se n’è disinteressato. Ma già dal punto di vista razionale questa te­si, pur emotivamente comprensibile, non tie­ne perché è contraria all’idea stessa di Dio. Soprattutto, la cieca malvagità del caso non è una risposta che possa soddisfare il cuore del­l’uomo, che si ribella, come scrive Pascoli, ad essere soltanto un po’ di polvere nell’univer­so".

E allora, qual è la risposta?

"La tradizione ebraico-cristiana ci parla di un Dio buono, che ha voluto e creato il mondo e che vuole il nostro bene...".
Ma se Dio è buono come si spiega il dolore innocente?

"Dio ha creato il mondo, ma la creazione non è intera­mente compiuta perché Dio ha voluto l’uomo libero e parte­cipe della sua creazione. La libertà dell’uomo è un grande mistero. L’uomo è libero, può rifiutare il bene e non possia­mo dimenticare che oltre a Dio e l’uomo, la cui natura è ferita dal peccato originale, c’è un terzo attore, il Maligno".

Perché Dio non ha salvato il ragazzo in motorino?

"In quel caso siamo di fronte a qualcuno che ha provoca­to la sua morte guidando in stato di ubriachezza. Ma questo non basta. Non c’è risposta razionalmente soddisfacente da dare a un genitore, non c’è risposta alla domanda sulla sofferenza dei bambini, anche se molte volte il loro dolore è causato da un uso bestiale della libertà da parte dei grandi. È un mistero che ci obbliga ad andare al di là. Claudel ha scritto che Gesù non è venuto a spiegare la croce, ma a di­stendersi sulla croce. La risposta di Dio al male provocato dalla libertà dell’uomo non è una teoria, ma il Figlio che ha sofferto e si è donato per noi: con lui e in lui non siamo più soli di fronte alla drammatica domanda sul male".
© Copyright Il Giornale, 4 settembre 2010


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