giovedì 31 maggio 2018

OMELIA FUNERALE DOTT ALIVERTI


varese 3 aprile 2018 don carlo garavaglia 

La Pasqua che abbiamo celebrato e l'Eucaristia che stiamo celebrando, sono il segno della vittoria di Cristo: la morte non è più l'ultima parola sulla nostra vita. Non andiamo verso il nulla,ma verso una pienezza che colma il desiderio infinito e l'attesa del nostro cuore.

Questa pienezza ,Nietta l 'ha incominciata a percepire a 17 anni attraverso l'incontro con il Movimento di Comunione e liberazione; in  una realtà umana precisa,Cristo le è venuto incontro con una promessa di felicità per la sua vita: " Chi segue me ha la vita eterna e il centuplo quaggiù ".Fin  dall'inizio di questa storia particolare aveva intuito che quella promessa di pienezza era per tutti.

Raccontava in una intervista: "quando ho incontrato della gente con handicap psico - fisici gravi,che la società considerava irrecuperabili,li ho vissuti come una sfida;sembravano la negazione della pienezza di vita in cui credevo per l'incontro con Cristo.

L'impatto con questa circostanza della vita che sembrava contraddire quella promessa è diventato invece il luogo della verifica,attraverso la sua professione,di come,davvero, il cuore di ognuno è fatto per questa pienezza e tutti ne possono fare esperienza.



Ciò che muoveva la sua vita, la tensione alla pienezza,attraverso la sua intelligenza e genialità è diventato un metodo, una strada,l'inizio di un rapporto dove la persona nella sua globalità, nella sua domanda di relazione, nella sua storia, è al centro come una risorsa,come una ricchezza.  Per questo, si nota leggendo i suoi testi, come anche la competenza non è una specializzazione, ma "un giudizio che non conosce gradi", cioè lo strumento per una amicizia, che permette anche al più lontano od estraneo di percepire che ogni uomo è stato creato ad immagine e somiglianza 
di Dio,e che "qualunque cosa avete fatto ad uno di questi miei fratelli, che per il mondo non sembrano comprendere, lo avete fatto a Me".
In particolare è attraverso la costruzione di un luogo,cioè una trama di rapporti tra persone,colmi di questa stima e di questi contenuti,dove  incomincia a diventare esperienza per tutti,la pienezza di vita che Nietta aveva incontrato nell'avvenimento di Cristo.
Nasce "l'Anaconda ",  e per anni ne accompagna la crescita.
Coraggiosa e tenace,Nietta,è sta una donna di una fede viva e profonda: viva perché radicata in una Presenza così reale e contemporanea,da cambiare la vita; profonda perché disponibile a lasciare abbracciare il propio io nella sua totalità, come ci ricordava il Vangelo: "Ti rendo lode o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli" , Nietta era una persona intelligente, ma che nella semplicità del suo cuore ha riconosciuto Cristo,come il punto sorgivo di uno sguardo vero alla realtà.
Nella ultima tappa della sua vita, Nietta, ha dovuto attraversare la valle oscura della malattia, dell’infermità, del dolore, della sofferenza... Ma lei cercava un volto,il volto di Carlo, di Giacomo,delle persone care e degli amici che andavano a trovarla,ricordo anch'io quegli occhi, ma anche qui il suo sguardo era fissato su Gesù: era Lui che cercava nei nostri volti.Come dice il Salmo: anche attraversando questa valle, «non temo alcun male perché so che Tu sei con me e abiterò nella casa del Padre». 
Questa era la sua grande forza: sapere che «Tu sei con me».

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