Con questo blog desidero dare la possibilita' a tutti di leggere articoli ,commenti ,interventi che mi aiutano a guardare la realta', a saperla leggere ed essere aiutati a vivere ogni circostanza positivamente. Mounier diceva "la vita e' arcigna con chi le mette il muso" (lettere sul dolore). E' importante saper abbracciare la realta' tutta per poter vivere la giornata con letizia.
lunedì 30 maggio 2011
L'URGENZA DEL GIUDIZIO
all’Equipe degli universitari di Comunione e Liberazione
Milano, 26 marzo 2011
Don Giussani ha colto il punto cruciale. «Perla mia formazione in famiglia e in seminario prima, per la mia meditazione dopo, mi ero profondamente persuaso che una fede che non potesse essere reperta e trovata nell’esperienza presente, confermata da essa, utile a rispondere alle sue esigenze, non sarebbe statauna fede in grado di resistere in un mondodove tutto, tutto, diceva e dice l’opposto» (Il
rischio educativo, Rizzoli, Milano 2005, p. 20).
APPUNTI SCUOLA DI COMUNITA' DON CARRON 25 MAGGIO
Testo di riferimento: «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova», suppl. a Tracce-Litterae
Communionis, n. 5 (2011), Società Coop. Ed. Nuovo Mondo, Milano 2011, pp. 12-26.
• La guerra
• Non son sincera
Gloria
Comincio leggendo una lettera che mi avete mandato: «Ti scrivo per chiederti un aiuto sulla questione del metodo, punto che per me si è rivelato ancora non chiaro. L’altro giorno, mentre mi esercitavo sul mio strumento – sono musicista –, mi è capitato di fare questa analogia: quando devo affrontare un passaggio virtuosistico molto veloce, difficile da intonare e in cui inciampo, cosa faccio? Mi fermo, lo rallento, lo spezzetto, lo analizzo, metto a fuoco il problema; insomma, lo
affronto con un metodo tecnico ben preciso. E a poco a poco è come se quelle note difficili si illuminassero, arrivando dopo questo percorso a una vera conoscenza di quella musica. E qui mi scatta questa domanda: “Ma io quando mi incastro nei passaggi virtuosistici della vita come mi muovo? Come li affronto? Ho una ipotesi di lavoro così?”. È inutile mentirmi, mi sono sentito spiazzato». Capite qual è il problema? Perché questo anche se dedica tanto tempo alla musica, sarà
sempre meno del tempo della vita (la musica è un pezzo della vita). Noi su certe attività abbiamo un metodo tale per cui riusciamo ad affrontarne i passaggi complicati, ma quando questo lo facciamo sulla vita siamo spiazzati, anche se abbiamo avuto molte più occasioni per imparare. Per questo quando Giussani insiste sul metodo non è per una fissazione, ma perché altrimenti, come testimonia
questo amico, non riusciamo a imparare, e dopo tanti tentativi uno è spiazzato.
IL CIELO IN UNA STANZA (CON SBARRE)
E' molto bello e vale veramente la pena leggerlo.
Solo un uomo visitato da un immenso dolore puo' cogliere con grande intensita' il bello della realta' che lo circonda senza lasciarsi schiacciare dalle notizie solo piene di angoscia che non aiutano a camminare.
.....Dietrich Bonhoeffer, un grande cristiano ucciso in un lager nazista, scriveva:
“Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro, sceglie una creatura umana come suo strumento e compie meraviglie lì dove uno meno se le aspetta.
Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono ‘perduto’, lì Egli dice ‘salvato’; dove gli uomini dicono ‘no!’, lì Egli dice ‘sì’! Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì Egli posa il Suo sguardo pieno di un amore ardente e incomparabile. (…).
Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, lì Egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il Suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del Suo amore, della Sua vicinanza e della Sua Grazia”.
Nulla è di ostacolo per lui: non certo i peccati e nemmeno i crimini....
Un albero che cade – com’è noto – fa più rumore di una foresta che cresce. I telegiornali sono pieni di alberi che cadono: lotte di potere, una serie infinita di omicidi, gli scandali sessuali, le guerre.
Ne viene fuori ogni giorno una rappresentazione mostruosa della realtà.
Una desertificazione umana dove sembra non ci sia più speranza. I media sono una fabbrica gigante di angoscia.
Eppure c’è anche altro. C’è molto altro. C’è l’eroismo quotidiano della gente semplice, di tantissimi padri e di madri, c’è la grandezza di persone che portano amore e speranza, ci sono vite che cambiano e che – magari dall’abisso – ritrovano significato e verità, uomini che rinascono, il Male che batte in ritirata.
PADRE ALDO
Padre Aldo è stato in questi giorni in Italia a trovare gli amici e, al suo ritorno in Paraguay, ha scritto:
Cari amici, di ritorno dall´Italia, ringrazio di cuore tutte le persone incontrate e in particolare i tanti, tantissimi testimoni della Resurrezione di Cristo, sia ammalati che in altre condizioni difficili.
Davvero, come ci ricordava Carrón, citando S. Paolo, “nessun dono di Grazia piú vi manca”
LA PRIMA POLITICA E' VIVERE
....Perché il cuore ci muove tutti. Quando a questo nostro cuore non viene data risposta, finisce che incolpiamo qualcuno: politici, musulmani, americani, comunisti, Berlusconi. Rimossi i quali tutto sarebbe perfetto. Si scende in trincea, si indossa l'elmetto, si spara sul nemico.....
...Anche se si vincesse, sarei felice? E, anche si vincesse, il mondo sarebbe salvato dal male? La vittoria sul male non può arrivare da una analisi corretta. Poi ben venga, ci sia la segnalazione, la discussione, il confronto, ma è qualcosa che viene dopo e, Dio mi salvi, mi sto rendendo sempre più conto dopo anni di trincea che la verità non può essere un’arma da brandire, ma solamente un uomo da incontrare.....
L'editoriale di SamizdatOnLine:
In qualsiasi competizione non solo sportiva ma anche politica l'obiettivo è vincere - e non solo partecipare come diceva De Coubertin - ma prima di vincere è importante vivere partendo da un incontro reale, umano, che faccia sorgere il desiderio di costruire qualcosa di vero e utile per tutti.
"Questo «qualcosa» è un’esperienza, ha faccia e corpo. Si esprime anche in realtà che vanno difese, proprio perché offrono a tutti la possibilità di vincere sullo scetticismo.
sabato 28 maggio 2011
COMMENTO CHI PUO' SPIEGARE IL SACRIFICIO DI ELENA E IL PERDONO DELLA MADRE...
Sono totalmente d'accordo con te Tiziana,hai messo in parole il mio pensiero.Provo una grande commozione soprattutto per questo padre e prego per lui affinchè non resti imprigionato nel rimorso per la morte della piccola Elena e riesca a proseguire nella vita nonostante questo evento affidandosi al Padre misericordioso che è sempre pronto ad abbracciarci
giovedì 26 maggio 2011
CHI PUO' SPIEGARE IL SACRIFICIO DI ELENA E IL PERDONO DI SUA MADRE?
....E qual’è il senso atroce di questa piccola vita di 22 mesi stroncata in modo così assurdo, inimmaginabile? Un senso ce l’avrà pure. E del resto, qual è il senso di ogni dolore, di ogni assurdo, se non un Mistero, quello stesso che ci ha creato, che non può volerci male, per averci creati. Che non può non prendere con sé la piccola Elena, che ha tanto voluto, consolare la mamma, abbracciare il papà......
.....Invece capita, ogni anno capita. Perché è umano sbagliare, ma è disumano correre, sempre. E’ disumano essere soli, ad affrontare una fatica troppo grande, che non riusciamo a portare. Cos’aveva di più urgente e non rimandabile quel padre, per abbandonare la figlia su un seggiolino, al sole? Cos’aveva per la testa, cos’abbiamo per la testa, ogni giorno, di cosa consistiamo, cosa ci rende felici, cosa desideriamo per esserlo? Che si può volere di più, che una bimbetta da portare all’asilo e un altro che sta arrivando, e una moglie che ti ama, ti ama pazzamente, tano da difenderti, distrutta dalle lacrime, da una ferita al cuore che non può lasciare esplodere, perché sa che il suo bimbo, quello che porta in sé, ha bisogno che la mamma stia in piedi, che ce la faccia, che si sforzi di pensare a lui.....
di Monica Mondo
Tratto da Il Sussidiario.net il 24 maggio 2011
La piccola Elena non voleva mai andare all’asilo. Si attaccava ogni mattina alle gonne di mamma, faceva a papà gli occhi dolci – un’attrice provetta – come tutti i bambini.
Poi invece stava benissimo, giocava con la terra, faceva le smorfie agli altri bambini, mangiava di gusto. Solo che lasciare la mamma, così indaffarata, così distratta, ultimamente, le pesava un po’. Si dice che i bambini piccoli non capiscono, e invece capiva benissimo, Elena, che stava capitando qualcosa di nuovo, di strano, alla sua mamma. Anche papà era più stanco e svagato, il suo papà, che la faceva saltare in aria quando tornava a casa la sera. Ecco, quella mattina all’asilo al solito non ci voleva andare. Poi s’era accucciata sul seggiolino posteriore (ma perché li mettono sul seggiolino posteriore, i bambini?
LA REGIONE LOMBARDIA RIPRISTINA I FONDI
A pochi giorni dalla grande manifestazione promossa da LEDHA, il presidente Formigoni mantiene le promesse e ripristina i fondi sociali tagliati dal governo
Più 30 milioni di Euro per il Fondo Sociale Regionale. Più 40 milioni di Euro per l’Assistenza Domiciliare. Fondi garantiti anche per i progetti delle associazioni in favore delle famiglie e per altri diversi interventi in ambito sociale.
Roberto Formigoni a seguito di un incontro con LEDHA, ANCI, CISL e diversi soggetti del terzo settore annuncia in una conferenza stampa che, per il 2011 la spesa sociale in Lombardia rimarrà invariata, anzi leggermente incrementata.
“Abbiamo deciso di incrementare le risorse destinate alle politiche sociali per l’anno 2011 – ha iniziato il presidente di Regione Lombardia - decisione che abbiamo voluto condividere con alcuni tra i nostri interlocutori principali per definirne le modalità e la ripartizione”.
“Come avevo promesso alle oltre mille persone con disabilità presenti il 19 maggio in Piazza Duca D’Aosta ho scritto al Ministro Sacconi - ha continuato poi il Presidente – chiedendo di annullare i tagli dei fondi per le politiche sociali e per la non autosufficienza che, troppo duramente, hanno colpito Regione Lombardia”.
“Tagli iniqui – anche secondo Giulio Boscagli, Assessore all'Integrazione e alla Solidarietà Sociale della Regione Lombardia – che non hanno tenuto conto della diversità di esigenze, di presenze e di realtà della nostra Regione.”
“Ringraziamo Regione Lombardia – ha poi dichiarato Fulvio Santagostini, Presidente LEDHA – per aver accolto in concreto le nostre richieste e soprattutto per aver riconosciuto la dignità delle richieste delle persone con disabilità che hanno manifestato contro i tagli alle politiche sociali. Le spese sociali non possono più essere considerate dei costi improduttivi ma investimenti nella qualità della vita dei cittadini e nello sviluppo sociale che, alla lunga daranno anche un riscontro economico: meno assistenza più inclusione sociale”.
Alla conferenza stampa sono poi intervenuti altri rappresentanti di associazioni e organizzazioni coinvolte nella ridefinizione dei fondi per il Welfare. Presente, oltre al Presidente Formigoni ed all’Assessore Boscagli, anche Mario Melazzini , Presidente AISLA e collaboratore della Assessorato Alla Famiglia e Solidarietà sociale che ha ricordato come questo importante intervento sulle politiche sociali della Regione è coerente con il Piano d’azione sulla disabilità da non molto approvato dalla Regione Llombardia
LEDHA ringrazia tutte le persone con disabilità, le famiglie, gli operatori e le Organizzazioni del terzo settore, i Sindacati, i Rappresentanti dei molti Comuni lombardi che hanno contribuito all’importante e decisivo risultato della manifestazione del 19 maggio. Un particolare ringraziamento a tutte le nostre Associazioni a partire da ANFFAS e a tutte le altre: Abbiamo vinto, è stata una vittoria di Tutti.
mercoledì 25 maggio 2011
DALLA CHIESA I CRITERI PER VOTARE OLTRE LE ANTIPATIE
.....L’evoluzione della politica italiana seguirà comunque il suo corso e la Chiesa continuerà a indicare a tutti ciò che conta senza dover dire per chi votare. Ricordo ad esempio nel 1968 i distinguo di un certo mondo cattolico contro l’Humanae Vitae di Paolo VI. “È matto - dicevano - c’è il boom demografico, non bisogna favorire le nascite”. Il Papa tenne duro e la storia gli diede ragione, perché ragionava secondo il Vangelo. D’altronde l’uomo vive nelle cose di tutti i giorni, ma la Chiesa vede più lontano. Spetta alla libertà di ciascuno decidere se ascoltarla. Uno può anche decidere di fare il “cattolico adulto” e disobbedire: la coscienza è sua…
.....Parlo di quei “valori non negoziabili” indicati più volte da Papa Benedetto XVI e dalla Conferenza Episcopale Italiana come prioritari: la difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale, la difesa della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, la difesa della libertà di educazione e della libertà religiosa. Non sono temi che la Chiesa sceglie a caso, c’è una ragione precisa.....
Gheddo: dalla Chiesa i criteri per votare, oltre le antipatie
Da Il Suissidiario un'intervista a P. Gheddo (intervista utile anche per le altre città in cui avverrà il ballottaggio)
A pochi giorni dal ballottaggio milanese, che vede contrapposti Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, sui giornali si torna a discutere di voto cattolico. «Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano e della progettualità sembrano cadere nel vuoto», ha dichiarato pochi giorni fa il Cardinale Angelo Bagnasco, criticando una politica troppo spesso ridotta a “litigio perenne”.
Aletti (ginecologo): la Ru486 HA UCCISO, MA PERCHE' L'ITALIA NON LA RITIRA?
....Secondo lei, di fronte a tale estensione, qual è, ad oggi, l’atteggiamento dei medici?
Non ne possono più. Dopo decenni di applicazioni delle leggi abortistiche in Italia, i medici ginecologi obiettori sono l’80 per cento, più del 50 gli anestesisti. Vuol dire che queste leggi devono essere riviste.....
.....Quali sono, invece, secondo lei, le ragioni culturali per le quali ci si ostina a usare la Ru486?
C’è una mentalità di fondo, che la televisione e i media hanno contribuito a diffondere, addormentando le coscienze; è l’idea trionfante del relativismo, secondo il quale non possano esserci valori di riferimento certi se non la certezza che l’uomo è padrone della propria vita.....
intervista a Leo Aletti
Tratto da Il Sussidiario.net il 23 maggio 2011
La storia, seppur - in generale - non abbia trovato particolare spazio sui media, è ormai tristemente nota: una ragazzina sedicenne è morta perché voleva abortire la creatura che aspettava in grembo. Ha perso la vita in seguito all’assunzione della pillola abortiva Ru486. La morte, in particolare, è sopravvenuta dopo che la ragazzina ha subito uno shock settico da Clostridium Sordellii. Un’infezione che, fino ad oggi, negli Stati Uniti, ha provocato otto casi di decessi
lunedì 23 maggio 2011
venerdì 20 maggio 2011
VITE PER LA VITA
Ringrazio quindi Alessandro e colgo l'occasione per salutarlo.
Ci sono vite per la Vita. La assistono, la sostengono, passo dopo passo, respiro dopo respiro, dall’inizio alla fine. Il volontario che trascorre le sue ore accanto ai malati di Alzheimer, o con i disabili; lo studente che passa qualche ora, ogni giorno, con un anziano costretto a letto; il personale medico e sanitario che non perde la speranza, che sorride nonostante tutto, che stringe forte le mani, accarezza i volti. E poi, a Genova, nel cuore dimenticato del vecchio quartiere di periferia Paverano, tra le mura del Piccolo Cottolengo Don Orione, ci sono Anna e Concettina. Vite segnate dal dolore, dalla deformità, dal rifiuto delle famiglie: Concettina abbandonata su un treno a cinque anni, per "salvarla" dalla cattiveria di un paesino nella provincia dell’Aquila dove il nanismo era mostruosità inconcepibile. Anna portata al Cottolengo a otto anni da una maestra, perché la poliomelite la costringeva a camminare su mani e piedi («a quattro zampe come un gattino», dice lei), nel 1941 le stampelle erano un lusso a lei non concesso e a scuola quell’alunna proprio non sapevano dove metterla. Anna e Concettina sono donne che alla vita degli altri, nonostante la propria malattia, hanno dato tutto. E che dei malati, dei sofferenti, dei bisognosi, hanno fatto la propria "ragione".
mercoledì 18 maggio 2011
TURISMO MORTE ZURIGO VA AVANTI.
...."Uccidere non è un diritto, ma un delitto. Il risultato del referendum in Svizzera incentiva una pratica che in altri paesi, compresa l'Italia, è considerata un delitto. Per capirci, è come se si incentivasse la fuga di capitali o il riciclaggio di denaro sporco. Ma il delitto è molto più grave. Questa è complicità al male". È la valutazione che il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, dà del risultato del referendum con cui il Cantone di Zurigo ha detto sì all'assistenza al suicidio anche per i non residenti. "Non so giudicare l'esito di questo risultato referendario dal punto di vista della coerenza con il diritto internazionale - ha detto Sgreccia - ma dal punto di vista morale è un incentivo, un incoraggiamento a far sì che la legge di altri paesi, compresa quella italiana, sia trasgredita e la legge morale sia calpestata, visto che l'Italia.....
Sgreccia: ma uccidere è un delitto
Tratto da Avvenire del 16 maggio 2011
Il cantone di Zurigo, il più popoloso della Svizzera, ha respinto in due referendum il tentativo di due partiti cristiani di vietare o limitare il suicidio assistito.
La pratica è legale nel Paese dal 1941. Negli ultimi anni ha generato il "turismo della morte", da parte di cittadini di altri Paesi europei. Gli abitanti di Zurigo hanno rigettato con una percentuale dell'80% entrambi i quesiti referendari, che avevano l'intento di fissare dei paletti per impedire a cittadini non residenti di essere "aiutati" a morire in Svizzera.
martedì 17 maggio 2011
I TEST INVALSI I NORMODOTATI ILLUMINATI E LE AULE TAIGETO
BRUNELLA SCRIVE
quest' anno avendo due bambini in quinta mi sono trovata molto a disagio
con quanto scritto nella normativa degli invalsi relativamente ai bambini
diversamente abili;quello che più mi ha sconvolto è stato
l'atteggiamento delle mie colleghe che sembravano non capire il mio
disagio.Finalmente ho trovato un articolo che spiega grosso modo il mio
pensiero, grazie se lo pubblichi!!
17/05/2011 di Tiziano Marelli
I test Invalsi, i normodotati illuminati e le aule Taigeto
Si sono svolte nei giorni scorsi - fra molte proteste di insegnanti, studenti e famiglie - le prove per verificare il livello di apprendimento degli studenti italiani, con una sorpresa dell’ultimo momento: l’esclusione generalizzata, di fatto e anche “fisica”, dei ragazzi diversamente abili dai test. Ne consegue un consiglio “datato”, che riporta all’antica Grecia e che forse può tornare utile per la disposizione logistico-scolastica prossima ventura.
lunedì 16 maggio 2011
IL DESERTO CHE AVANZA
.....Così siamo divenuti una dimora disabitata, estranea a noi stessi. Per questo la nostra generazione trova così arduo accompagnare i propri figli in quella fondamentale avventura che è la conoscenza di sé e l’esplorazione del mistero dell’esistenza.
E siccome però esplode da ogni fibra del nostro essere il bisogno di ritrovarci, di scoprire la nostra anima, siccome non possiamo sfuggire alla “nostalgia del totalmente altro”, allora l’industria delle parole ci rifila sui suoi scaffali i “prodotti spirituali”, i Mancuso, i Galimberti e perfino gli Scalfari…
....Cosicché Eliot poteva scrivere: “Conoscenza del linguaggio, ma non del silenzio/ Conoscenza delle parole e ignoranza del Verbo/…/ Dov’è la vita che abbiamo perduto vivendo?/ Dov’è la sapienza che abbiamo perduto nell’informazione?”.....
SOCCI:
Uno tsunami di chiacchiere, un’alluvione di sciocchezze e pure idiozie, una tracimazione di banali o ridicoli “secondo me” che pretenziosi sentenziano su tutto e tutti…
Come difendersi da questo assordante assedio di tv, internet e altri media che ci fanno perdere di vista la realtà e perfino la cognizione di noi stessi (e che forse proprio per far perdere la cognizione del dolore vengono fatti dilagare)?
Queste formidabili armi di “distrazione” di massa riescono a far credere ad alcuni miliardi di abitanti del pianeta, per giorni, che il matrimonio di due bamboccioni di buona famiglia a Londra sia “la” notizia da diffondere in mondovisione per ore e che debba elettrizzare l’umanità, che sia la notizia importante per la nostra vita.
Assai più delle tragedie del mondo (perlopiù oscurate) e pure della nostra esistenza concreta, delle nostre difficoltà, delle nostre intime e brucianti domande, della nostra personale ricerca del senso della vita.
MORTE DOPO LA RU 486
ancora una morte dopo la Ru486
E’ morta una ragazzina portoghese di sedici anni dopo aver abortito con la Ru486. Ancora una volta, la notizia è stata sostanzialmente silenziata, fatta eccezione per Avvenire – e qui c’è il mio editoriale “Il dramma silenziato“ - che ha reso pubblico l’unico comunicato a proposito, quello di Eugenia Roccella, e del Foglio che ha inserito una nota nelle notizie dal mondo. C’è poi un’intervista a Francesco D’Agostino sul Sussidiario.
domenica 15 maggio 2011
sabato 14 maggio 2011
QUALE SESSUALITA'?
.....«L'unione in una sola carne - spiega Benedetto XVI - si fa allora unione di tutta la vita, finchè uomo e donna diventano anche un solo spirito». Per il Papa, «si apre così un cammino in cui il corpo ci insegna il valore del tempo, della lenta maturazione nell'amore». In questa luce, anche «la virtù della castità riceve nuovo senso»....
La sessualità che si realizza nell'unione coniugale non è una negazione dei piaceri e della gioia della vita, ma è anzi, anche nella virtù della castità, «un grande sì all'amore come comunicazione profonda tra le persone, che richiede il tempo e il rispetto, come cammino insieme verso la pienezza e come amore che diventa capace di generare vita e di accogliere generosamente la vita nuova che nasce»,evidenzia BenedettoXVI
AVVIENE A MILANO
«La comunità cristiana e la fede... non possono ritenersi estranei ai momenti in cui ....l'uomo decide di se stesso e del proprio futuro. Non perché la fede cristiana fornisca ricette politiche o amministrative, ma perché ritiene di aver qualcosa da dire sul senso comunitario della vita».
Crepaldi quindi non separa fede e vita, scongiura la scelta religiosa e sottolinea l'importanza dell'organizzazione, dell'occupazione, della città, dell'ambiente come servizio alla persona. Perché «noi non pensiamo che ci siano da un lato le questioni operative e materiali e dall'altra quelle morali o spirituali. L'uomo è un tutt'uno e la vita è sempre una sintesi». Crepaldi, inoltre, ricorda che se l'amministrazione di una città «deve essere senz'altro indipendente dal piano ecclesiastico della religione», non può però «slegarsi dall'etica, ossia dai principi morali legati al bene della persona e della comunità». Il vescovo sottolinea che «l'elettore sa bene che dovrà decidere non solo sul piano urbanistico o della viabilità, ma anche di grandi valori». E sottolinea chiaramente che «la Chiesa ha sempre insegnato che non è lecito al cristiano appoggiare partiti che su questioni etiche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all'insegnamento morale e sociale della Chiesa...
Sacerdoti della Curia milanese firmano appello per Pisapia contro la Moratti
Da Miradouro
Il volantino porta le firme di 219 cattolici. All'interno non si parla di reciprocità religiosa o valori non negoziabili ma si fa un grande attacco al sindaco uscente, candidato per il Pdl Letizia Moratti. Non c'è traccia di quello che la Chiesa insegna in fatto di criteri di scelta elettorale
di Da Benedetta Frigerio
Tratto da Tempi del 12 maggio 2011
giovedì 12 maggio 2011
S.S.BENEDETTO XVI: Udienza 11 maggio 2011
Cari fratelli e sorelle!
oggi vorrei continuare a riflettere su come la preghiera e il senso religioso facciano parte dell’uomo lungo tutta la sua storia.
Noi viviamo in un’epoca in cui sono evidenti i segni del secolarismo. Dio sembra sparito dall’orizzonte di varie persone o diventato una realtà verso la quale si rimane indifferenti.
Vediamo, però, allo stesso tempo, molti segni che ci indicano un risveglio del senso religioso, una riscoperta dell’importanza di Dio per la vita dell’uomo, un’esigenza di spiritualità, di superare una visione puramente orizzontale, materiale della vita umana. Guardando alla storia recente, è fallita la previsione di chi, dall’epoca dell’Illuminismo, preannunciava la scomparsa delle religioni ed esaltava una ragione assoluta, staccata dalla fede, una ragione che avrebbe scacciato le tenebre dei dogmatismi religiosi e avrebbe dissolto il “mondo del sacro”, restituendo all’uomo la sua libertà, la sua dignità e la sua autonomia da Dio.
LA BIOETICA IN REDAZIONE
Swift lo aveva già capito nel 1729: le argomentazioni ragionevoli sono le più pericolose.
Quando scrisse la sua “Modesta proposta mirata a impedire che i bambini irlandesi siano a carico dei loro genitori o del loro paese e a renderli utili alla comunità”, certamente però non immaginava che qualcuno avrebbe potuto prendere alla lettera le sue parole.
Questo geniale scrittore irlandese non voleva certo proporre davvero ai suoi contemporanei di offrire le tenere carni infantili alle mense dei benestanti per sottrarre, una volta per tutte, i bambini delle classi operaie alla strada. Ma se non pochi trasalirono davanti alla sua macabra proposta, senza coglierne lo spirito provocatore, forse fu proprio perché la piccola satira illustrava la sua soluzione in uno stile piano e apparentemente ragionevole.
Per scagliarsi contro la società del suo tempo, Swift aveva scelto l'arma dell'ironia e il suo stile semplice e diretto finiva col confondere il lettore, suscitando lo sdegno di chi non era in grado di capire la natura paradossale del suo pensiero.
A distanza di trecento anni Umberto Folena riscopre lo stile della grande tradizione satirica anglosassone per presentare, sulla scia del pamphlet di Swift, la sua “nuova modesta proposta” adattata ai tempi moderni.
Il problema sono ancora e sempre loro, i bambini. Se quello che turbava il Settecento era la povertà delle classi operaie, oggi, fa notare Folena, il grande dramma sociale, la vera fonte di ogni frustrazione o felicità sono i figli: quelli indesiderati che reclamano il loro posto nel mondo, quelli desiderati ardentemente che non arrivano mai, o che sì, arrivano, ma non rispondono esattamente alle aspettative dei genitori.
La soluzione? Con la stessa feroce ironia che animava le pagine di Swift, Folena suggerisce la creazione di centri specializzati nella produzione del figlio perfetto. Tutto può essere stabilito fin dal principio, persino la futura carriera del nascituro, basta accordarsi su costi e tempi di consegna della nuova merce-bambino.
Non siamo troppo distanti dalla realtà. Swift non poteva prevedere che un giorno la vita umana sarebbe stata ridotta a cellula insignificante di cui disporre a piacimento. Ma aveva intuito la mostruosità del buonsenso e della razionalità economica e strumentale.
Con ragionamenti altrettanto chiari, equilibrati e di un'agghiacciante semplicità oggi si attenta alla vita nascente cercando di ridurre al minimo quella componente di imprevedibilità che in fondo ne è l'essenza più pura. E la stessa logica dell'utile spesso riduce l'alterità di un figlio a strumento di realizzazione personale, propaggine di se stessi volta unicamente a compiacere desideri egoistici di potere e successo.
Nel suo piccolo saggio Folena ci pone di fronte alla possibile deriva di un'umanità che rifiuta di riconoscere il limite tra libertà, possibilità e responsabilità, e che riesce a trovare giustificazioni anche per le aberrazioni più tremende.
DA “LA NOSTRA NUOVA MODERNA PROPOSTA. PER UNA PRODUZIONE DI BAMBINI MODERNA, INTEGRATA, LAICA E LIBERALE, A SERVIZIO DEL CONSUMATORE E A SCORNO DELLE ANACRONISTICHE INGERENZE PAPISTE”: Uno dei maggiori problemi del nostro tempo sono i bambini. Un problema terribilmente complesso. Sono un problema i bambini che pretendono di nascere pure essendo stati concepiti per sbaglio, in un momento di passione o di distrazione o perfino di violenza; e a quel pu nto sono lì, con la loro pretesa di nascere. Sono un problema i bambini che non ne vogliono sapere di nascere perché i loro genitori non riescono a concepirli e rimangono con il loro desiderio inevaso, senza figli e infelici. Sono pure un problema i bambini che sono stati voluti, e sono riusciti a nascere, ma non sono come dovrebbero essere. Bambini mori anziché biondi, bassi anziché alti, grassottelli anziché magri, con una inestricabile passione per la letteratura anziché assi del gioco del calcio, o maniacali collezionisti di francobolli anziché manager d'assalto: sofferenza per i loro genitori e infelicità per tutti.
COMUNICATO STAMPA
PERSONE CON DISABILITA’ IN PRESIDIO
PER DIFENDERE I SERVIZI VITALI
Il 19 maggio 2011 a Milano, in Piazza Duca D’Aosta - davanti al Pirellone, alle ore 11.00,
LEDHA - lega per i diritti delle persone con disabilità, indice una mobilitazione attraverso
un presidio per dire “NO AI TAGLI AI SERVIZI SOCIALI”.
A livello nazionale i finanziamenti per i servizi sociali sono passati da 2 miliardi e 527 milioni di euro
del 2008 ai 545 milioni di euro previsti per il 2011, pari ad un taglio di oltre l’87%.
In Lombardia nel 2011 i Comuni devono fare i conti con una riduzione complessiva di 35 milioni di euro di trasferimenti per il settore sociale.
Nel 2012 il taglio delle risorse diventerà ancor più drammatico con una ulteriore riduzione di non
meno 110 milioni di euro.
Questo significa l’affossamento dei servizi di assistenza domiciliare, dei progetti di vita
indipendente, dei servizi diurni e delle comunità alloggio. Da oggi tutti i servizi sociali rivolti alle
persone con disabilità, come quelli rivolti agli anziani, ai minori ed alla generalità dei cittadini
sono messi in discussione.
LEDHA invita le associazioni, le persone con disabilità e i loro familiari, le organizzazioni dei
lavoratori, le associazioni di tutela dei cittadini e dei consumatori, ad aderire alla manifestazione
per chiedere:
• al Governo di ripristinare il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e il Fondo per la Non
Autosufficienza e contemporaneamente di procedere alla definizione dei Livelli Essenziali
di Assistenza e dei Livelli Essenziali di Assistenza Sociale;
• alla Giunta regionale di appoggiare le richieste delle associazioni a livello nazionale e di
impegnarsi a compensare con risorse proprie i tagli previsti per il 2011 e 2012 per garantire
le risorse necessarie alle amministrazioni comunale per finanziare i servizi in atto;
• ai Comuni lombardi di destinare risorse proprie per garantire i servizi sociali
Non vogliamo che il welfare si trasformi in carità ma che sia uno dei motori dello sviluppo del
nostro territorio. Chiediamo che a tutte le persone con disabilità sia riconosciuto il diritto di poter
contribuire attivamente alla crescita, sociale, civile ed economica del nostro paese.
LEDHA - lega per i diritti
lunedì 9 maggio 2011
UOMINI NON SUPEREROI
.....La Chiesa, invece, annuncia proprio che l’umanità realizzata - in tutte le sue dimensioni, compresa l’esigenza di eternità e la misteriosa salvezza dal male di cui ogni esistenza è intrecciata - è possibile. E non lo dice come auspicio o imperativo morale; lo dice mostrando l’esempio in cui questo è avvenuto: un uomo con nome e cognome, vissuto negli stessi anni in cui sono vissuto io, che ha respirato la mentalità, affrontato le difficoltà, sofferto i drammi che sono toccati anche a me.
Insomma, la beatificazione è un grande gesto di stima sull’uomo. Confermata dal fatto che la pienezza dell’umano non è considerata come l’esito di una particolare abilità della persona indicata ad esempio, ma di una cosa molto più semplice. «Beata te perché hai creduto»....
Pigi Colognesi lunedì 9 maggio 2011
Chiedo scusa se torno ancora sulla beatificazione di Giovanni Paolo II; abbiamo già letto fin troppi commenti. Ma quando eravamo là a Roma, quel giorno, cosa abbiamo visto? Lasciamo per un momento da parte gli elementi per così dire di contorno: l’enorme folla, la parata di autorità ecclesiastiche e civili, le veglie di preghiera e le fatiche per arrivare a prendere un posto.
In che cosa è consistita, in sé, la beatificazione? Un gesto molto semplice, quasi prosaico. Il vescovo della diocesi in cui il candidato beato è morto ha salito i gradini che lo separavano dal seggio papale, ha preso il microfono e ha detto al Papa che la vita di un certo battezzato di nome Karol Wojtyla merita attenzione e ha spiegato il perché raccontandone i momenti principali. In conclusione, è stata una vita degna di essere ricordata come una vita riuscita, «beata» appunto.
E il Papa ha risposto che sì, quella vita d’uomo poteva proprio dirsi beata. Fine della cerimonia di beatificazione. In questo semplicissimo scambio di battute la Chiesa dimostra però un coraggio eccezionale. Dice che è possibile, oggi, essere uomini autentici, veri; essere un uomo guardando il quale si possa affermare senza ironia ma con sorpresa: «Beato lui». Il santo, in fondo, non è nient’altro che questo: un uomo vero.
IL PAPA " TROPPE CRISI CONIUGALI RIDIAMO UN SENSO ALLA FAMIGLIA
....A loro ricorderà che solo nel rapporto con Dio è la «salute», la salvezza, la vera realizzazione: «L'uomo non può rinunciare alla verità su di sé, senza che ne soffrano il senso della responsabilità personale, la solidarietà verso gli altri, l'onesta nei rapporti economici e di lavoro»......
L'Europa di Benedetto XVI riparte da Aquileia. È la prima tappa della due giorni del Papa in Veneto. Città tra le più importanti dell'impero romano, centro spirituale al pari della Milano di Ambrogio e della Ippona di Agostino, è madre di 57 chiese, tra cui Venezia, Monaco e Vienna, e quelle di Slovenia, Croazia, Ungheria. È «terra benedetta, irrorata dal sangue e dal sacrificio di tanti testimoni» ricorda il Papa, a partire dai Pastori: Ermagora, Fortunato, Cromazio, che la difesero dalle eresie. A tale eredità i cristiani devono attingere per essere «coraggiosi e fedeli», «convinti e convincenti» in una terra sostanzialmente cristiana, ma segnata da un «materialismo diffuso». A tale eredità devono guardare i Pastori: con la visita di Benedetto XVI si apre «Aquileia 2», sorta di mini-sinodo delle Chiese figlie di Aquileia (ne sopravvivono 36).
domenica 8 maggio 2011
EMERGENZA EDUCATIVA
Premetto che sono un genitore che lavora ed ho una conoscenza parziale della realtà dove crescono i nostri ragazzi, perché conosco ovviamente solo i posti che frequentano i miei figli. Alla materna frequentata da mio figlio, alcuni bimbi coetanei non riconoscono nell'adulto l'autorità e questo genera un situazione di anarchia con atti violenti in classe. I bimbi arrivano da casa già carichi di rabbia e sono molto aggressivi. Alla cena di Natale di prima superiore superiore, che si è svolta in pizzeria, i ragazzi hanno iniziato a lanciarsi a vicenda quello che trovavano sul tavolo. Un papà li ha richiamati ed è stato criticato dagli altri genitori, perché li lasciasse fare quello che volevano. Una mia collega mi ha raccontato di una vacanza con una sua cara amica la quale ha un figlioletto che ha passato tutto il suo tempo giocare sempre da solo con un DS in spiaggia, in macchina, mentre mangiava... Le ha chiesto perché gli permettesse di fare così e la risposta è stata che per lei era soffocante, troppo faticoso stare con lui; in sostanza era lei che lo incitava a ciò, così non rompeva. Mi fermo con gli esempi. Al termine della riunione alla materna, ho parlato con alcuni genitori. Amara constatazione: mentre discorrevano mi sono accorta, guardando gli occhi, ascoltando quello che dicevano, che alcuni erano proprio persi da non sapere come è girato il mondo. Alcune mamme mi dicono che sono fortunata ad avere dei figli così bravi. Non la si può chiamare fortuna. Personalmente in famiglia è da parecchi anni che combattiamo quotidianamente, (oggi anche con il gallo che è libero nel cortile ed ha assalito il più piccolo, senza danni fortunatamente) vicino ai nostri figli, nel mondo. Ora dico una cattiveria: i "sessantottini" hanno figliato e parte dei giovani che ho intorno sono i loro "degni" nipotini.
IL GUSTO DEL LEGGERE
Leggere deve poter essere gustoso, sia per chi lo sa fare bene (cioè sa far scorrere gli occhi sulle righe velocemente e cogliere i nessi della storia tra loro e con sé) sia per chi -a maggior ragione- ancora tentenna a decifrare segni e cogliere nessi.
Allora perché un bambino “a partire dai 7 anni” dovrebbe fare la fatica di leggere -capire anche cosa sia leggere, quale promessa misteriosa ci sia dentro ogni libro bello- senza poter gioire del gusto?
Purtroppo sono sempre più numerosi i libri per bambini che non offrono proprio nulla e noi adulti dovremmo stare bene attenti a ciò che passa tra le mani, dentro gli occhi dei nostri figli. Va beh, si sa...
non facciamo la morale! Ma volete un esempio dell’assurdo totale? Capitan Mutanda e la rivincita degli ultranonni. Ahimé della collana del Battello a vapore, che ha tra i suoi titoli anche tante cose interessanti. Già dal titolo si può evincere una certa vena ironico-umoristica che però a quell’età non tutti i bambini hanno desta. Poi, tutto un gran impegno per leggere una storia di scheletri narratori, poteri ipno3D, supererori in mutande, nonni dai poteri gerontocomici... e disobbedienze, inversione dei ruoli di autorevolezza se non addirittura demolizione della figura dell’adulto come punto di riferimento.
Scritto male (forse tradotto male), illustrato peggio. Ogni tanto però può essere educativo per noi grandi attraversare davvero queste paludi del cattivo gusto e dell’assurdo, del vuoto totale, sentirne il fastidio appiccicato alla pelle, l’irritazione, per capire bene cosa significhi stare attenti a cosa leggono i nostri figli e affilare le proprie armi di giudizio. E soprattutto per non regalare ingenuamente cose del genere agli amichetti dei nostri bambini o ai nipoti. Come è successo a me di riceverle in regalo.
martedì 3 maggio 2011
TESTO DELLA PREGHIERA DEL PAPA AL TERMNE DELLA VEGLIA AL CIRCO MASSIMO IN NE GLIA AL CIRCO
S.S.BenedettoXVI: TESTO DELLA PREGHIERA DEL PAPA AL TERMINE DELLA VEGLIA AL CIRCO MASSIMO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DI PAPA WOJTYLA
NOI E GIOVANNI PAOLOII BEATO
Un santo non è un divo. Un santo non somiglia a un uomo di successo. I cristiani lo sanno. E sanno che c’è una bella differenza tra il successo nelle cose del mondo, e quello nelle cose del cielo. Che poi sono quelle della terra ma vissute, per così dire, in modo centuplicato, in modo più vero. In modo senza fine. Perché è scritto così nel Vangelo. Ed è scritto nella vita di tutti i santi, quelli noti e quelli meno noti. Gente che ha vissuto nel mondo. Come se non finisse tutto nel mondo. Gente che ha sperimentato e fatto vedere agli altri l’infinito nelle cose finite. Il cielo dentro la terra, il centuplo quaggiù, che è una ricchezza di senso. Una ricchezza incalcolabile.
domenica 1 maggio 2011
APRITE LE PORTE A CRISTO
Oggi quasi tutti lo ammirano. Ma in vita fu osteggiato e irriso da molti, anche dentro la Chiesa. La sua santità è la stessa dei martiri. La sua beatitudine è la stessa di Gesù sulla croce
Today almost everyone admires him. But in life he was opposed and mocked by many, even within the Church. His holiness is the same as that of the martyrs. His beatitude is the same as that of Jesus on the cross
Aujourd'hui, presque tout le monde l'admire. Mais, de son vivant, il a été contrecarré et raillé par beaucoup de gens, y compris au sein de l'Église. Sa sainteté est la même que celle des martyrs. Sa béatitude est la même que celle de Jésus sur la croix
Hoy lo admiran casi todos. Pero en vida fue hostigado y despreciado por muchos, también dentro de la Iglesia. Su santidad es la misma de los mártires. Su beatitud es la misma de Jesús en la cruz
Non si è mai soli davanti al mistero della sofferenza: si è col Cristo che dà senso a tutta la vita. Con Lui tutto ha un senso, compresi il dolore e la morte.
Chi ha conosciuto la gioia dell'incontro col cristo, non può tenerla chiusa dentro di sé ma deve irradiarla.
Davanti alla maestà dei monti, siamo spinti ad instaurare un rapporto più rispettoso con la natura. Allo stesso tempo, resi più coscienti del valore del cosmo, siamo stimolati a meditare sulla gravità delle tante profanazioni dell'ambiente perpetrate spesso con inammissibile leggerezza. L'uomo contemporaneo, quando si lascia affascinare da falsi miti, perde di vista le ricchezze e le speranze di vita racchiuse nel creato, mirabile dono della Provvidenza divina per l'intera umanità.
Vi confesso con semplicità che provo vero turbamento per il futuro del mondo quando noto generazioni giovani incapaci di amare veramente o che riducono il loro donarsi allo scambio di gratificazione tra eguali, incapaci di vedere nella sessualità una chiamata, un invito ad un amore più alto e universale.