giovedì 12 maggio 2011

LA BIOETICA IN REDAZIONE


Jonathan Swift - Umberto Folena: Una modesta proposta

Swift lo aveva già capito nel 1729: le argomentazioni ragionevoli sono le più pericolose.
Quando scrisse la sua “Modesta proposta mirata a impedire che i bambini irlandesi siano a carico dei loro genitori o del loro paese e a renderli utili alla comunità”, certamente però non immaginava che qualcuno avrebbe potuto prendere alla lettera le sue parole.
Questo geniale scrittore irlandese non voleva certo proporre davvero ai suoi contemporanei di offrire le tenere carni infantili alle mense dei benestanti per sottrarre, una volta per tutte, i bambini delle classi operaie alla strada. Ma se non pochi trasalirono davanti alla sua macabra proposta, senza coglierne lo spirito provocatore, forse fu proprio perché la piccola satira illustrava la sua soluzione in uno stile piano e apparentemente ragionevole.
Per scagliarsi contro la società del suo tempo, Swift aveva scelto l'arma dell'ironia e il suo stile semplice e diretto finiva col confondere il lettore, suscitando lo sdegno di chi non era in grado di capire la natura paradossale del suo pensiero.
A distanza di trecento anni Umberto Folena riscopre lo stile della grande tradizione satirica anglosassone per presentare, sulla scia del pamphlet di Swift, la sua “nuova modesta proposta” adattata ai tempi moderni.
Il problema sono ancora e sempre loro, i bambini. Se quello che turbava il Settecento era la povertà delle classi operaie, oggi, fa notare Folena, il grande dramma sociale, la vera fonte di ogni frustrazione o felicità sono i figli: quelli indesiderati che reclamano il loro posto nel mondo, quelli desiderati ardentemente che non arrivano mai, o che sì, arrivano, ma non rispondono esattamente alle aspettative dei genitori.
La soluzione? Con la stessa feroce ironia che animava le pagine di Swift, Folena suggerisce la creazione di centri specializzati nella produzione del figlio perfetto. Tutto può essere stabilito fin dal principio, persino la futura carriera del nascituro, basta accordarsi su costi e tempi di consegna della nuova merce-bambino.
Non siamo troppo distanti dalla realtà. Swift non poteva prevedere che un giorno la vita umana sarebbe stata ridotta a cellula insignificante di cui disporre a piacimento. Ma aveva intuito la mostruosità del buonsenso e della razionalità economica e strumentale.
Con ragionamenti altrettanto chiari, equilibrati e di un'agghiacciante semplicità oggi si attenta alla vita nascente cercando di ridurre al minimo quella componente di imprevedibilità che in fondo ne è l'essenza più pura. E la stessa logica dell'utile spesso riduce l'alterità di un figlio a strumento di realizzazione personale, propaggine di se stessi volta unicamente a compiacere desideri egoistici di potere e successo.
Nel suo piccolo saggio Folena ci pone di fronte alla possibile deriva di un'umanità che rifiuta di riconoscere il limite tra libertà, possibilità e responsabilità, e che riesce a trovare giustificazioni anche per le aberrazioni più tremende.


DA “LA NOSTRA NUOVA MODERNA PROPOSTA. PER UNA PRODUZIONE DI BAMBINI MODERNA, INTEGRATA, LAICA E LIBERALE, A SERVIZIO DEL CONSUMATORE E A SCORNO DELLE ANACRONISTICHE INGERENZE PAPISTE”: Uno dei maggiori problemi del nostro tempo sono i bambini. Un problema terribilmente complesso. Sono un problema i bambini che pretendono di nascere pure essendo stati concepiti per sbaglio, in un momento di passione o di distrazione o perfino di violenza; e a quel pu nto sono lì, con la loro pretesa di nascere. Sono un problema i bambini che non ne vogliono sapere di nascere perché i loro genitori non riescono a concepirli e rimangono con il loro desiderio inevaso, senza figli e infelici. Sono pure un problema i bambini che sono stati voluti, e sono riusciti a nascere, ma non sono come dovrebbero essere. Bambini mori anziché biondi, bassi anziché alti, grassottelli anziché magri, con una inestricabile passione per la letteratura anziché assi del gioco del calcio, o maniacali collezionisti di francobolli anziché manager d'assalto: sofferenza per i loro genitori e infelicità per tutti.












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