domenica 8 maggio 2011

IL GUSTO DEL LEGGERE

DA IL CLANDESTINO

Leggere deve poter essere gustoso, sia per chi lo sa fare bene (cioè sa far scorrere gli occhi sulle righe velocemente e cogliere i nessi della storia tra loro e con sé) sia per chi -a maggior ragione- ancora tentenna a decifrare segni e cogliere nessi.
Allora perché un bambino “a partire dai 7 anni” dovrebbe fare la fatica di leggere -capire anche cosa sia leggere, quale promessa misteriosa ci sia dentro ogni libro bello- senza poter gioire del gusto?
Purtroppo sono sempre più numerosi i libri per bambini che non offrono proprio nulla e noi adulti dovremmo stare bene attenti a ciò che passa tra le mani, dentro gli occhi dei nostri figli. Va beh, si sa...
non facciamo la morale! Ma volete un esempio dell’assurdo totale? Capitan Mutanda e la rivincita degli ultranonni. Ahimé della collana del Battello a vapore, che ha tra i suoi titoli anche tante cose interessanti. Già dal titolo si può evincere una certa vena ironico-umoristica che però a quell’età non tutti i bambini hanno desta. Poi, tutto un gran impegno per leggere una storia di scheletri narratori, poteri ipno3D, supererori in mutande, nonni dai poteri gerontocomici... e disobbedienze, inversione dei ruoli di autorevolezza se non addirittura demolizione della figura dell’adulto come punto di riferimento.
Scritto male (forse tradotto male), illustrato peggio. Ogni tanto però può essere educativo per noi grandi attraversare davvero queste paludi del cattivo gusto e dell’assurdo, del vuoto totale, sentirne il fastidio appiccicato alla pelle, l’irritazione, per capire bene cosa significhi stare attenti a cosa leggono i nostri figli e affilare le proprie armi di giudizio. E soprattutto per non regalare ingenuamente cose del genere agli amichetti dei nostri bambini o ai nipoti. Come è successo a me di riceverle in regalo.

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